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23. La Reincarnazione di Antonio Girardi

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La reincarnazione:
illusione, mito o realtà?
Appunti sul tema

 

dalla Rivista Italiana di Teosofia ANNO LXVII N.1, Gennaio 2011
di Antonio Girardi – Segretario Generale della Società Teosofica Italiana – (www.teosofica.org)




1)    Premessa

L’essere umano è una realtà complessa e nel corso della storia il tema della reincarnazione non solo è stato soggetto ad attente analisi, ma è anche affiorato, di quando in quando, come credenza diffusa e accettata da molte culture, non solo orientali.
Anche Dante nel Paradiso (XXVI/137) ci dona un’immagine poetica riconducibile alla reincarnazione: “… l’uso dei mortali è come fronda in ramo, che sen va, ed altra viene”.
Quando si affronta un tema a tutto tondo, come quello della reincarnazione, è necessario tenere presenti alcuni elementi tipici del metodo di ricerca teosofico (assai confortato dai risultati della ricerca nell’ambito delle neuroscienze), ed in particolare: l’osservazione, la maieutica, l’utilizzo dialettico del “dubbio filosofico”, la “pratica” costante del buon senso.

2)    La reincarnazione nella tradizione religiosa orientale e occidentale.

Alcuni sondaggi statistici a cavallo degli Anni Ottanta e Novanta del secolo scorso hanno evidenziato che una fascia fra il 20 e il 30% della popolazione europea crede nella reincarnazione.
In ambito teosofico il concetto di reincarnazione è inteso in senso evolutivo. Le successive reincarnazioni segnano i passaggi evolutivi dell’individuo, alla luce della legge del karma, verso un ampliamento della consapevolezza; la reincarnazione non può essere quindi una “trasmigrazione” dell’anima in altri regni, quali quelli animali. Talora nelle diverse culture i concetti si “confondono”, con una netta distinzione fra le conoscenze esoteriche e quelle exoteriche.
La letteratura indù e la conseguente concezione dell’esistenza vedono nella reincarnazione uno dei pilastri.
Recita il Satapathabrahmana: “Dall’inverno ritorna alla vita la primavera, perché dall’inverno rinasce la primavera. Colui che conosce ciò, rinasce di nuovo in questo mondo”.
Nel Kathaupanishad si afferma: “… maturano i mortali come le messi e come le messi rinascono …”.
Nel Codice di Manu (Manavadharmashastra), nella forma del IV secolo a.C. , i temi della trasmigrazione delle anime e della reincarnazione sono ampiamente approfonditi.
Alcune citazioni dal Codice del Manu ci fanno comprendere l’importanza di questo testo per il tema della reincarnazione: “Dandosi alla meditazione più profonda, l’asceta osservi il cammino dell’anima attraverso i corpi, dal grado più alto fino al più basso, cammino che stentano a intravedere coloro il cui spirito non è stato perfezionato dai Veda”.
E anche: “Colui che è dotato di questa vista sublime, non è più incatenato dalle sue opere, ma colui che è privo di questa vista perfetta, è destinato a rinascere in questo mondo”.
E infine: “Ogni atto del pensiero, della parola, del corpo, porta un buono o cattivo frutto: dalle azioni degli uomini risultano le loro differenti condizioni”.
Nella Bhagavad Gita, testo di grande profondità, il concetto di reincarnazione è trattato in modo poetico e chiaro: “Come l’uomo deponendo i vecchi abiti ne prende di nuovi, così lo spirito spogliando i vecchi corpi, entra in altri nuovi”.
La reincarnazione in ambito buddhista presenta alcune caratteristiche particolari, comprensibili alla luce dei concetti di “Terre Pure” e di “reincarnazione in ambito planetario”.
Da considerare la tradizione tibetana dei Lama reincarnati, che lega di fatto la reincarnazione allo stato di consapevolezza.
Nel Dhammapada troviamo questa affermazione: “Molte esistenze ho attraversato in questo ciclo di vite e di morti, vanamente cercando il costruttore della casa. Misero è nascere sempre di nuovo. Ma ora ti ho scorto, costruttore della casa …”.
Nel Samannapalasutta è scritto: “Il monaco purificato con mente chiara dirige la sua mente verso il ricordo e il riconoscimento dei precedenti modi di esistenza e richiama alla sua mente i suoi vari destini delle vite precedenti”.
In ambito persiano, nel Libro del profeta Abad contenuto nello Zend Avesta leggiamo: “Coloro che al tempo della prosperità soffrono dolore e afflizione, soffrono a causa delle loro parole e azioni compiute in un corpo precedente, per le quali il Sommo Giusto ora li punisce”.
Nel libro della Bibbia intitolato Ecclesiaste (“Kohelet”) attribuito a Salomone (972-932 a.C.) troviamo un numero significativo di passi che alludono chiaramente alla dottrina della reincarnazione, specialmente se interpretati alla luce della Cabala.
I farisei (dottori della legge) dei tempi di Gesù, come testimonia anche Flavio Giuseppe (38-100 d.C.) credevano nell’immortalità dell’anima e nella reincarnazione.
Queste tre citazioni dall’Ecclesiaste ci permettono di cogliere la profondità consolidata di questo testo: “Una vita (dor) passa e un’altra viene”.
“Cos’è quello che avvenne? Quello che accadrà!”.
“… Quello o colui che è stato è lo stesso di quello o di colui che sarà. E quello che è stato fatto, è lo stesso che si farà o accadrà … non vi è nulla di nuovo sotto il sole!”.
Numerosi sono i frammenti di Ermete Trismegisto che parlano della reincarnazione, come ha dimostrato il teosofo G.R.S. Mead, che ha raccolto e tradotto in tre volumi i frammenti dei libri di Ermete, che per alcuni studiosi contengono la summa della dottrina esoterica dell’Antico Egitto.
Per Platone la reincarnazione è la chiave ed il perno della sua gnoseologia, basata sul concetto di reminiscenza o anamnesi e gli consente di spiegare l’innatismo della conoscenza. Notevole il collegamento con la reincarnazione nel suo mito dell’auriga nel Fedro.
Passando ad analizzare il concetto di reincarnazione in ambito cristiano possiamo rilevare innanzi tutto il contenuto di alcuni brani evangelici.
Matteo XV, 10-15: sul Monte Tabor, in occasione dell’episodio della trasfigurazione di Gesù afferma: “Ma io vi dico che Elia è già venuto e non lo hanno riconosciuto; allora i discepoli compresero che aveva parlato di Giovanni Battista”.
Matteo XI, 13-14: “Tutti i Profeti e la legge hanno profetato fino a Giovanni e, se volete accettarlo, egli è quell’Elia che doveva venire”.
Giovanni IX, 1-3 e 34, l’episodio del nato cieco: “E mentre passava, vide un uomo cieco dalla nascita. E i suoi discepoli gli chiesero: Maestro, chi ha peccato, quest’uomo o i suoi genitori?”. … E quando i farisei interrogano il cieco guarito gli intimano: “Tu sei venuto al mondo ricoperto di peccati e vuoi farci da maestro?”.
È certo che – come afferma Ruffino in una lettera diretta a San Anastasio: “… questa credenza era comune tra i primi Padri della Chiesa”.
Una citazione fra tutti merita in proposito Origene (186-253 d.C.), considerato fra i Padri della Chiesa il più dotto.
Nel suo Contra Celsum afferma: “Non è forse più conforme alla ragione credere che ogni anima per certe misteriose ragioni (parlo secondo l’opinione di Pitagora), Platone ed Empedocle) sia introdotta in un corpo secondo i suoi meriti e le sue azioni passate?”.
Ci sono chiare prove della persistenza della reincarnazione in ambito cristiano. Nel V secolo il vescovo Nemesio di Emesa, nella sua opera: De Natura Hominum afferma: “Tutti i Greci credono che sia immortale e ritengono che questa passi da un corpo all’altro”.
La condanna delle tesi di Origine sulla preesistenza delle anime avviene, anche per non lievi influenze politiche da parte dell’Imperatore Giustiniano, dopo la chiusura dell’Accademia Platonica di Atene e a dichiararla è il V Concilio Ecumenico (il Concilio di Costantinopoli) nel 553 d.C.
La reincarnazione è presente anche nella Cabala (Zohar): “… Tutte le anime sono soggette alle prove della trasmigrazione … esse devono sviluppare tutte le perfezioni … e se non hanno adempiuto a questa condizione durante una vita, devono incominciarne una seconda, una terza, fino a quando … sono atte all’unione con Dio”.
Anche in ambito islamico non sono pochi coloro che credono nella reincarnazione dell’anima (e sempre in corpo umano).
Il Corano non dice specificatamente che la teoria della reincarnazione è da ricusare e nell’Islam vige la consuetudine secondo cui tutto ciò che nel Corano non è specificatamente vietato è ammissibile.
Per taluni studiosi alcuni versetti coranici sembrano rinviare al concetto di reincarnazione: “Non hai visto quelli che uscirono dalle loro case – ve n’erano a migliaia – per paura della morte? Poi Dio disse loro: “Morite”. Poi rese loro la vita” (versetto 2 243).
E ancora: “Ogni anima gusterà la morte; ma, certo, il giorno della Resurrezione riceverete le vostre retribuzioni” (versetto 3 185).
In ambito islamico il concetto di reincarnazione è presente particolarmente fra i sufi appartenenti alla tarîqa fondata da Cishti (1142-1236). Probabilmente è da rilevare una influenza della cultura indiana, induista, buddhista e jainista. Fra i grandi sufi contemporanei un convinto assertore della reincarnazione era Gabriele Mandel Khan.

3)    Teosofia e Reincarnazione

Per ben comprendere le riflessioni teosofiche sul tema della reincarnazione è necessario innanzi tutto richiamare la visione della costituzione dell’uomo così come ci viene proposta la letteratura teosofica originaria. Nella pagina seguente ne troveremo uno schema sintetico.
Helena Petrovna Blavatsky ne La Chiave della Teosofia precisa la chiave interpretativa dello schema teosofico appena illustrato, specificando il significato dei termini che vengono utilizzati, spesso impropriamente, dagli uomini di religione e da quelli di conoscenza. Il riferimento è a: Superiore; Ego Spirituale; Ego superiore o interiore; Ego inferiore o personale.
Il Sé Superiore è ATMA, il raggio inseparabile del Sé unico universale. È il Dio sopra di noi. Afferma H.P.B.: “Felice l’uomo che riesce a saturarne il suo Ego interiore”.
L’Ego Spirituale Divino è l’anima spirituale o Buddhi, in stretta unione con Manas, il principio mentale, senza cui non è per nulla un Ego, ma semplicemente un veicolo atmico.
L’Ego superiore o interiore è Manas e diventa Ego spirituale soltanto quando si è fuso e completamente identificato con Buddhi. È questa l’Individualità permanente o Ego che si reincarna.
L’Ego inferiore o personale è il Sé inferiore, che unisce corpo, emozioni e desideri sui piani inferiori. È chiamato “falsa personalità” ed è collegato al Manas inferiore. Subisce il principio di identificazione e risonanza, ma ha la possibilità di diventare “veicolo” dei piani superiori. Ciò in relazione al suo grado di purezza.
Vi sono alcuni concetti da approfondire per ben comprendere la reincarnazione ed in particolare quelli di: karma, skanda, kama loka, devachan, evoluzione, ciclo delle rinascite, consapevolezza.

 

  1. Termini Sanscriti
  2. Significato Esoterico
  3. Spiegazione


QUATERNARIO

    (a)   

    1. Rupa o Sthula Sharira
    2. Corpo fisico
    3. È il veicolo di tutti gli altri “principi” durante la vita

    (b)   

    1. Prana
    2. Vita o principio vitale
    3. È necessario solo ad a, c, d, e alle funzioni del Manas inferiore, che comprendono tutte quelle che concernono il cervello fisico

    (c)   

    1. Linga Sharira
    2. Corpo astrale
    3. Il Doppio, il corpo fantasma

    (d)   

    1. Kama Rupa
    2. Sede dei desideri animali e delle passioni
    3. Questo è il centro dell’uomo animale, dove sta la linea di demarcazione che separa l’uomo mortale dall’entità immortale


    TERNARIO


    (e)   

    1. Manas, un principio duplice nelle sue funzioni
    2. Mente, intelligenza: cioè la mente umana superiore, la cui luce o radiazione vincola la monade all’uomo mortale per la durata di una vita
    3. Lo stato futuro e il destino karmico dell’uomo dipendono dal gravitare del Manas più verso il basso e il Kama Rupa, la sede delle passioni animali, o verso l’alto e verso Buddhi, L’Ego Spirituale. In quest’ultimo caso la coscienza superiore delle aspirazioni spirituali individuali della mente (Manas) assimilandosi a Buddhi ne viene assorbita formando l’Ego che va nella beatitudine del Devachan

    (f)  

    1. Buddhi
    2. L’Anima Spirituale
    3. Il veicolo del puro Spirito universale

    (g)   

    1. Atma
    2. Lo Spirito
    3. Quello che è Assoluto, come sua radiazione



    4)    Conclusioni

    La reincarnazione è stata (ed è) oggetto di indagine in ambito scientifico.
    Ian Stevenson (1918-2007), scienziato e studioso, professore di Psichiatria e di neurologia all’Università della Virginia ha studiato e classificato oltre tremila casi plausibili di reincarnazione.
    L’elenco dei sostenitori della reincarnazione è davvero lungo e significativo: William Blake, Giuseppe Mazzini, Beniamino Franklin, Ralph Waldo Emerson, Percy Bysshe Shelley, Thomas Garlye, Alfred Tennyson, George Eliot, Dante Gabriel Rossetti, Rudyard Kipling, Bernard Shaw, Victor Hugo, Honoré de Balzac …
    Ma quando parliamo di reincarnazione dovremmo tenere presente questa affermazione di J. Krishnamurti: “Ogni movimento dello spirito legato all’identificazione, alla memoria, all’accumulazione schematica e mnemonica, è legato al tempo e impedisce il processo creativo. Il senza tempo non si misura con la memoria e con l’esperienza. La Consapevolezza appare soltanto quando l’esperienza e il sapere hanno cessato di esistere”.
    Come a dire che solo la consapevolezza – che è la porta della verità – libera l’essere umano dalle proprie catene: Carpe Diem!

    Testimonianze di grandi personaggi sulla reincarnazione:

    PLOTINO, filosofo neoplatonico (205-270 d.C.): “Quando avviene l’uccisione di un personaggio in un dramma, l’attore cambia il suo trucco ed entra in una nuova parte. Naturalmente l’attore non è stato veramente ucciso; ma, se morire è solo cambiare corpo come l’attore cambia costume, o anche uscire dal corpo come l’attore esce dalla scena quando non ha più nulla da dire o da fare, cosa c’è di tanto pauroso in questa trasformazione degli esseri viventi l’uno nell’altro? Le uccisioni, la morte … tutto deve apparirci come lo spettacolo del cambiamento delle scene a teatro …
    [Sul palcoscenico] ogni uomo ha il suo posto, un posto che si conviene al giusto come al malvagio: … là parla e agisce, nella bestemmia e nel delitto come in ogni forma di bontà; perché gli attori portano in questa commedia quello che erano prima che la commedia fosse messa in scena …”.
    RUMI (Jalálu'd-din Muhammad Rúmí), poeta mistico persiano(1207-1273): “Morii come minerale e divenni animale; morii come animale e fui uomo. Perché dovrei temere? Quando diminuii morendo? E tuttavia, ancora una volta morirò come uomo per elevarmi con gli angeli benedetti; ma anche lo stato di angelo supererò …”.
    PARACELSO, medico e alchimista svizzero (1493-1541): “… Ogni essere umano ha le sue proprie tendenze: queste tendenze appartengono al suo spirito e indicano il suo stato in cui esisteva prima di nascere … Distrutto questo corpo, se ne crea un altro con proprietà simili o superiori”.
    GIORDANO BRUNO, filosofo, poeta e commediografo (1548-1600): “Io ho ritenuto e ritengo che le anime siano immortali … I Cattolici insegnano che non passano da un corpo in un altro, ma vanno in Paradiso, nel Purgatorio o nell’Inferno. Ma io ho ragionato profondamente e, parlando da filosofo, poiché l’anima non si trova senza corpo e tuttavia non è corpo, può essere in un corpo o in un altro, o passare da un corpo all’altro. Questo, se anche può non esser vero, è almeno verosimile, secondo l’opinione di Pitagora …”.
    HONORÈ DE BALZAC, romanziere francese (1799-1850): “Un’intera vita è necessaria per ottenere le virtù che annullano gli errori della vita precedente. Le virtù che acquistiamo, sviluppandosi lentamente entro di noi, sono gli invisibili legami che collegano ogni nostra esistenza alle altre: esistenze che solo lo spirito ricorda, perché la materia non ha memoria per le cose spirituali”.
    CARL GUSTAV JUNG, psichiatra svizzero (1875-1961): “La rinascita, nelle sue varie forme di reincarnazione, resurrezione e trasformazione, è un’affermazione che deve essere contata tra le prime affermazioni dell’uomo”.
    RALPH WALDO EMERSON, filosofo, saggista e poeta americano (1803-1882): “L’anima è un’emanazione della Divinità, una parte dell’anima del mondo, un raggio della sorgente di luce. Viene dall’esterno nel corpo umano, come in una dimora temporanea, ed esce nuovamente da esso; vaga nelle regioni eteree, torna a visitarlo … passa in altre dimore, perché l’anima è immortale”.
    HERMANN HESSE, scrittore tedesco (1877-1962): “Sono già morto di tutte le morti, e devo ancora morire di tutte le morti … Ancora molte volte mi cercherete dalla morte alla nascita nella penosa via delle creazioni, sulla gloriosa via delle creazioni”.
    THOMAS EDISON, inventore americano (1847-1931): “L’unica sopravvivenza che posso concepire è di ricominciare un altro ciclo sulla Terra”. “Non dubito nemmeno per un istante che una vita produca un’altra vita”.
    HERNY MILLER, scrittore americano (1881-1980): “Prima di conoscere la teoria della reincarnazione, ero solito biasimare la mia famiglia, la società, mia moglie … Ora so con chiarezza che non devo biasimare nessun altro che me stesso. Adesso sono libero, nessun altro è responsabile”.
    PETER SELLERS, attore inglese (1925-1980): “So di aver vissuto molte altre vite. Nell’interpretare i personaggi dei miei film, molto spesso sento di ispirarmi a esperienze ed emozioni che mi tornano alla memoria da altri tempi, da mie precedenti incarnazioni”.


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