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602. Il miglior discorso è l’esempio di Vico di Varo

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Perché seguire la Via del Silenzio?
L’Iniziazione aspetta il pellegrino sulla Via del Silenzio.
Nel Silenzio s’incontra la Voce della Saggezza che apre le porte dei regni Immateriali.
Salga il pellegrino tutti i gradini necessari, dal più basso al più alto, per raggiungere il Silenzio entro la quale i sussurri del Mondo dello Spirito indicano qual è l’ora di varcare la soglia che varcano le “Fiamme della Salvezza”.
Le scuole delle Strade Alte si trovano sugli altopiani della vastità del Silenzio perché in esso emerge la potenza del pensiero che si fa parola nel servizio al Mondo.

il Centro Paradesha

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Il miglior discorso è l’esempio

Il desiderio d’impartire agli altri insegnamenti è indice di tendenza verso il bene. Ma è segno di reale elevatezza solo quando è accompagnato da eguale sforzo nell’applicare personalmente quello che si afferma, si consiglia o si desidera dagli altri. Pascersi di parola e credere sufficiente pascerne gli altri è cosa vana.
– Il vero filosofo – diceva Platone – è quello che insegna la virtù più con l’esempio che con la parola.
Gli uomini, infatti, non hanno bisogno di tanti precetti: ognuno di essi può arrivare da a costruirsene con un po’ di buon senso, ma siccome la via della virtù è molto faticosa, si ha bisogno di vedere qualcuno che la percorra serenamente. Platone stesso, nonostante fosse un uomo laborioso, paziente, pieno d’indulgenza per i difetti degli uomini, affabile e grave nel portamento, aveva pure i suoi detrattori. Un giorno un amico glielo avvisò ed egli rispose:
– Lasciateli dire, io vivrò in modo da far cambiar loro il linguaggio.
La coerenza tra il modo di vivere e quello di pensare e di parlare, è la sola che impressioni favorevolmente gli altri. È necessario portare la luce dove vi è la tenebra, la conoscenza là dove è ignoranza, più che attraverso il suono delle parole, attraverso l’esempio di un silenzio operoso. Forse non era di questo parere Gio. Batt. Massillon, grande oratore sacro del ‘700. Quando aveva finito le cure del suo ufficio e della sua missione, il buon abate sapeva darsi al bel tempo. Crozat gli disse un giorno:
– Padre, la morale che predicate dal pulpito mi spaventa, ma per fortuna la vostra maniera di vivere mi rassicura.
Gli incoerenti, infatti, non esperimentando in sé quello che predicano agli altri, tendono ad essere con le parole estremamente esigenti e rigorosi. Al contrario della vera bontà praticata, che è rigorosa con sé, ma comprensiva per gli altri. Il modo di vivere di ciascuno è la vera sintesi, di tutto il proprio essere, ed è espressione del punto evolutivo raggiunto.
Quello che solo conta sono i fatti.
Quando tra modo di vivere e modo di parlare c’è contrasto, o comunque diversità, ciò che vale è soltanto il modo di vivere. Lo sforzo deve essere teso a colmare il vuoto. È assolutamente immorale nella sostanza, il detto, purtroppo, comune: “Fa come ti dico ma non quello che io faccio”. S. Paolo era di ben altro sentire se invece affermava: “Siate miei imitatori”.
Il poter dire ”Fate come faccio io” richiede serio impegno morale da parte di chi parla, senza che si possa rifugiare dietro il comodo paravento delle belle e sonanti parole, di una morale soltanto teorica.
Non v’ha dialettica più efficace di quella dei fatti.
Agire tacendo, fare e non dire: ecco l’insegna di chi vuol giungere all’essenziale. Solo l’esempio trascina, più delle parole. L’esempio è il grande discorso muto dall’efficacia incalcolabile. Dare parole è facile a tutti ma dare l’esempio è cosa ardua. Gli uomini credono di più agli occhi che agli orecchi, hanno bisogno di vedere la pratica, più che sentire le esortazioni alla bontà. “Il cammino è lungo attraverso gli insegnamenti, invece è breve ed efficace attraverso gli esempi” scriveva Seneca a Lucillo.
Parla con le azioni, lascia agli altri le chiacchiere e le vane parole. Non annunciare mai ciò che stai per fare. Agisci. Semplifica la tua vita operando. Usa il meno possibile la lingua; ne guadagnerà immensamente la tua capacità realizzatrice. Nelle relazioni con gli altri vale molto anche il linguaggio degli occhi, del gesto, dell’atteggiamento, a sintetizzare il pensiero. Gli uomini di valore s’impongono con l’espressione condensata della loro personalità e l’irradiazione che da essi emana, non col rumore delle parole. Il silenzio è il linguaggio universale degli spiriti superiori.

Vico di Varo
L’Arte del Silenzio e l’Uso della Parola
tratto dal Capitolo 9 Saper tacere o la vera arte del silenzio
Editore Amedeo Rotondi

 

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