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625. Gnosi e Gnosticismo di Tau Johannes

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Volendo affrontare uno studio serio sulla “GNOSI” riteniamo sia anzitutto opportuno porre in rilievo la differenza esistente tra Gnosi e Gnosticismo, in quanto è tendenza generale usare indifferentemente questi due termini per riferirsi a quel grandioso movimento di filosofia ed esperienze religiose che si determinò fra il secondo ed il terzo secolo della nostra Era.
Il vero significato di Gnosi è di “Conoscenza Pura”, una Conoscenza/Saggezza tramite la quale l’uomo è indotto ad “Essere”, che è del tutto differente da ciò che è inteso come cultura ed erudizione. Qualcuno l’ha definita “la Conoscenza istantanea dei Misteri di Dio”, ricevuti a mezzo d’una comunione col Divino.
Il termine “Gnosi” proviene dal mondo ellenistico, ove “Gnosis” stava a designare la Conoscenza integrale, che è quella conoscenza privilegiata che procede direttamente senza la mediazione del ragionamento, e quindi conoscenza esperienziale, diretta e apportatrice di salvezza appunto per il fatto stesso che porta alla risoluzione di tutti i problemi relativi alla vita, all’individuo e al mondo.
Conoscenza dunque come Risveglio o presa di coscienza della propria essenziale realtà; e risvegliarsi equivale a divenire, ad essere ciò che siamo e veramente da sempre; significa vivere la propria autentica realtà.
Questa Conoscenza infatti è conoscersi e riconoscersi, al di là e fuori di ogni fenomenologia, apparenza, contingenza, divenire: una scoperta della propria essenziale realtà colta, captata nell’Assoluto, mediante la quale ci si rende improvvisamente conto che il proprio Io/persona (= maschera, riflesso, ombra) – che appare e si pone in successione nelle grandi e piccole esperienze di tutti i giorni – altro non è che apparenza fra le altre apparenze, un personaggio cioè che ognuno di noi interpreta nella vita. Perché – al di là di tutte queste apparenze – esiste un Io reale, (= il eterno e totale) il quale, pur essendo in noi, ci trascende ed è in permanente comunione col Tutto (l’Io, o Sé transpersonale di Jung).
La Via che la Gnosi perenne ha da sempre indicato è appunto l’unione prima e l’identificazione poi di questo Io che appare e di questo Sé immanente e trascendente insieme per la realizzazione piena e compiuta dell’uomo nella pienezza del suo essere (= un Pleroma nel Pleroma). È con questa presa di coscienza che l’uomo può conoscersi, tanto al di qua che al di là della sua presente condizione, ossia fuori del tempo e del divenire nell’eternità del suo essere; una presa di coscienza che gli dà la chiave della sua condizione esistenziale e gli offre in pari tempo gli strumenti per superarla e trascenderla onde ripossedersi nella sua pienezza.
L’ignoranza infatti del suo vero essere è il tragico dramma della sua attuale condizione sulla terra, poiché l’uomo è originario del Regno della Luce, è un cittadino della Patria Celeste, che è qui esiliato: un esilio che è la causa costante della sua inquietudine, della sua ricorrente angoscia, della sua struggente nostalgia.
Ogni uomo è in verità il Verbo di Dio incarnato, la sua immagine di carne:una immagine che egli dovrà portare in espressione, realizzando così un aspetto di Lui nel contingente. L’Io apparente – frammento di Una Realtà Essenziale – deve dunque prender coscienza di questa sua intima realtà onde ricollegarvisi ripercorrendo a ritroso il cammino che l’aveva portato ad invischiarsi, così tanto nella materialità da dimenticare la propria origine ed autentica esseità.
La presa di coscienza della propria essenziale realtà è salvifica e liberatrice per il fatto che coincide con l’inizio del cammino alla rovescia finalizzato alla soluzione gloriosa della sua travagliata esistenza; è un ritrovarsi nella propria pienezza e ripossedere se stessi per ridiventar quello che eravamo in origine e che del resto non avevamo mai cessato di essere, anche quando non ne eravamo coscienti.
In questa prospettiva la Conoscenza perde ogni carattere intellettualistico di accumulo di nozioni fini a se stesse, per acquisire quello di identificazione con la Verità essenziale, la quale sta al fondo più intimo di ogni essere, che costituisce la sua quintessenza.
Si tratta di una conoscenza catartica, tramite cui prima o più tardi si perviene alla “metanoia”, cioè alla propria radicale trasmutazione per la realizzazione di sé, il che porta alla manifestazione vivente del Dio in noi, la Vita che noi tutti siamo; e l’uomo ritrova allora nella sua precarietà sensoriale e transitoria l’Unità del Tutto.
È appunto in tal senso che la Conoscenza si fa allora anche Religione, non più come espressione astratta di fede o di sentimenti, ma come azione creativa, trasformatrice e sostanziale; e l’autentico significato di Religione è appunto di religare l’umano al divino, il molteplice all’Uno, il temporale limitato e mutevole all’intemporale, infinito ed eterno.
Ogni individuo, mediante questa conoscenza/saggezza, scopre e ritrova il suo reale rapporto con se stesso e con gli altri, col Cosmo e con Dio, per cui in lui la conoscenza ora si fa viva e norma di vita; e allorché, tramite la sua conoscenza, egli si è sufficientemente sviluppato, rompe e supera le barriere della Dualità – che è all’origine di tutti i suoi guai e conflitti – e si amplia, si allarga in ogni dimensione innalzandosi fino alle altezze dello spazio sconfinato immergendosi nelle profondità del suolo; si universalizza, diventa Uno col Tutto.
Gnosi insomma come sinonimo di Sophia, ossia di Saggezza o Conoscenza Sapienziale, ove conoscere è Essere, un’acquisizione di identità ad effetto catartico per una trasformazione coscienziale, ossia un radicale mutamento nel sentire, nel vedere e soprattutto nell’essere (= un’illuminazione o folgorazione dall’alto e dal dentro inducente ad un modo diverso di vedere, di intendere e di vivere il mondo, la natura e la vita).
Si tratta in sintesi di un sapere che non è semplice erudizione, ma esperienza interiore della Realtà esistenziale, che sta alla base di tutta la Realtà che appare, e perciò da vivere: una Conoscenza diretta la quale ingloba in sé tutte le Iniziazioni pre-cristiane che si identificano nella Tradizione Sacra di tutti i tempi, ossia la Gnosi Perenne, la quale ci è stata trasmessa dai collegi Iniziatici di Oriente ed Occidente.
Dopo Alessandro, l’Oriente aveva fatto il suo ingresso nel mondo ellenico ed era iniziato il periodo del sincretismo, il periodo cioè in cui elementi fenici, frigi, iraniani, egiziani, giudei, indiani penetrarono nella religione greca, ove si ebbe la costituzione d’un Pantheon dai differenti volti della divinità, che sostituirono spesso le stesse credenze originali.
La ricerca filosofica tuttavia proseguiva ed è questa che – con questa mescolanza di filosofie greche e di religiosità orientale – verrà a trovarsi a fronte del Cristianesimo nascente. La Gnosi, a contatto del Cristianesimo, viene a costituire una modificazione ed una nuova versione della filosofia religiosa di Alessandra. Ma in verità la sostanza della Gnosi storicamente proviene dalla filosofia pagana antica, in cui ritroviamo elementi provenienti da filosofi asiatici, e il cristianesimo, a contatto con questo pensiero, più che principio di salvezza diviene principio universale, in quanto la duplice corrente allegorica (alessandrina e pagana) fa di quest’ultimo una filosofia religiosa che si da come missione l’interpretazione allegorica del nuovo Testamento, sì da fare di questo una continuazione e un adattamento della Filosofia religiosa d’Alessandria.
La Gnosi, come conoscenza della Realtà Sovrasensibile, “invisibilmente visibile in un eterno mistero”, si suppone costituisca – al centro e oltre il mondo sensibile – l’energia motrice di ogni forma d’esistenza: la conoscenza di ciò che siamo e di ciò che siamo divenuti, dal luogo da cui proveniamo e di quello in cui siamo precipitati, dal luogo verso il quale noi ci dirigiamo e da quello da cui noi possiamo essere riscattati.
Individualmente infatti è conoscenza diretta, introspezione di natura intima, una comunione col Divino, un inserimento dell’Io personale nell’Universo, per cui si ha improvvisamente la rivelazione di quel che fummo prima di decadere dall’originale stato di perfezione in Dio, di ciò che siamo divenuti coll’alienarci da Dio e ai ciò che saremo rigenerandoci: una illuminazione quindi che dà la via e i mezzi per reintegrarsi con i propri sforzi nella pienezza dell’essere. Una conoscenza dunque la quale – anziché costituire un sapere intellettuale – è una graduale conquista di un Potere rigenerante e di un contatto diretto che collega l’umano col divino: conoscenza vitale, che è Via – Verità – Vita.
I testi ermetici la chiamano intuizione spirituale o contemplazione diretta del divino con “gli occhi del cuore” ed è per sua natura indicibile e incomunicabile perché può comprenderla solo chi la esperimenta nell’intimità della sua anima, e perciò differente da persona a persona, per cui è impossibile tradurla in linguaggio corrente. Tutti i mistici, che ne hanno parlato, fanno accenno ad una specie di rapimento in altra dimensione.
Questa introspezione diviene allora come un ritorno a casa, un risvegliarsi dall’illusione e dall’intontimento dell’immersione nella materia all’autocoscienza; cioè un redimersi, una salvazione col ritrovare la pace dell’anima che è lo Spirito in noi. Questa Gnosi non è frutto di studi e non si impara all’università né si trova sui libri; ma è dentro l’uomo stesso: è la Gloria di Dio nell’uomo e questi deve renderla vivente per manifestarla. La Conoscenza allora è conciliazione in noi delle apparenti contraddizioni della creazione; positivo - negativo, maschio – femmina, attrazione – repulsione, luce – ombra, bene – male, spirito – materia trovano il loro equilibrio e allora il Sé individuale può unirsi misticamente al SE’ Universale e la dualità della manifestazione, con tutto quello che ne consegue, si trascende e si risolve nell’unità.
Molti dei malintesi sul significato della Gnosi sono sorti nel lungo decorso del tempo per il fatto che essa può essere intesa nei sensi più o meno lati; nel senso suo più lato sta ad indicare ogni specie di dottrina religiosa che si proponga di fornire ai suoi seguaci una via verso la perfezione, o Dio.
Una tale dottrina può così ritenersi estranea a qualsiasi tradizione determinata, e può assumere le forme di una filosofia a carattere religioso, più o meno originale.
Ma in genere viene erroneamente riferito alla manifestazione di quella suggestiva corrente di filosofia religiosa che si colloca grosso modo nei primi secoli dell’Era Cristiana e collocabile nel quadro culturale ellenistico in cui già erano confluiti le più varie correnti del passato.
La Gnosi così intesa sta alla base di ogni forma religiosa o corrente filosofica, e si rivela in tutta l’originalità di pensiero e profondità di significato al ricercatore attento, poiché come Conoscenza che abbraccia i destini dell’uomo e del cosmo nelle loro prime ed ultime realtà (= il suo decadere e la sua liberazione in un caleidoscopio di figure mitiche, rappresentanti assieme un grandioso dramma coinvolgente tutta la manifestazione cosmica dal compimento finale glorioso).
La Gnosi quindi non va identificata nel cristianesimo, come in nessun altro sistema particolare, ognuno essendo in sé nient’altro che la cristallizzazione della Gnosi in una formula particolare; essa rappresenta in realtà il pensiero puro in assoluta libertà, e perciò indipendente ed oltre qualsiasi sistema, il quale si esprime nell’individuo in un affinamento del percepire il flusso vitale, nel suo coglier la Vita eterna nell’esistente cosmico (= l’Eterno Presente). Così che la Gnosi, nel senso ci Conoscenza come sapere razionale o intellettuale può essere oggetto di una dialettica nel senso suo più vero. È essenzialmente esperienza interiore, un accadimento squisitamente intimo ed ineffabile: è il Segreto indicibile di cui nulla può essere detto, non perché qualcuno lo vieti ma perché inesprimibile e individuale. Questa la ragione per cui la Gnosi non può essere possesso esclusivo di alcuna confessione, bensì la sorgente o fonte unica alla quale tutte le Religioni e correnti filosofiche hanno attinto cosicché si può benissimo affermare che la Religione è in essenza Una e Universale: la Religione dell’Umanità.
Questa conoscenza ci è stata trasmessa lungo il decorso dei secoli sin dalla più arcaica antichità sotto il velo dei simboli e allegorie, che poi si ritrovano in tutte le religioni ad indicare la loro comune origine; e in verità la Gnosi è conoscenza viva che sta ed opera in tutte le dottrine che hanno per fine di ricollegare (= re-ligare da cui religione) l’uomo a Dio, perché è conoscenza della Vita Eterna.
Così Gnosi, o interiore sapienza, è la penetrazione dei Misteri Divini, Misteri in cui risiede la vera natura o essenza di ogni Religione; ed è penetrando in questi Misteri che si rintraccia appunto il comune denominatore delle diverse religioni, che sono le espressioni particolari, adottate a seconda dei popoli e dei tempi, dalla Immutabile Perenne Filosofia o Santa Gnosi. E al fondo di ogni religione sempre esistono gli stessi principi essenziali ed ognuna ha avuto la sua rivelazione, cosicché la Tradizione ci ha trasmesso anche loro tramite le vestigia di questa Sapienza Divina.
Ne consegue che la Gnosi è di ogni tempo ed in verità essa ha accompagnato l’uomo sin dal suo apparire sul nostro pianeta e in ogni religione – sotto le formulazioni più svariate – sono invariabilmente ripetuti come leit-motiv gli stessi essenziali principi che così si possono riassumere: l’immolazione dell’uomo Divino o Celestiale ha determinato l’origine delle molteplicità e delle limitatezze mortali; l’annullamento delle finitezze della molteplicità nell’anima umana e la sua trasmutazione allorché si trascende, porta alla ricostituzione dell’Uomo Celestiale, il cerchio mortale è spezzato dalla mistica unione ed il corpo cessa di essere tomba e prigione della vita che è così liberata.
E l’uomo è destinato a riprendere ripetutamente nuove esistenze in questo mondo inquinato dal male, finché rigenerato e sublimato dalla mistica unione col divino si libera per tornare da dove è venuto. Qui il desiderio – considerato come ignoranza – forma la ruota del Fato che lega l’anima al ciclo delle rinascite e perciò è la Conoscenza il Potere che libera dal Fato. Se il cristianesimo posteriore sostituì – nel farsi religione di stato – alla dottrina gnostica della liberazione a mezzo della conoscenza il dogma dell’espiazione del riscatto vicario, si dovrà onestamente riconoscere che un cristianesimo basato unicamente sulla fede è cosa morta a confronto della dottrina basata sulla conoscenza. E questa conoscenza è la Gnosi, di cui tutte le religioni possiedono un frammento più o meno ampio. Essa è chiamata dagli indù Yoga, ossia unione, che è come dire religione (da re-ligare = riunire) in quanto lo scopo della religione è essenzialmente di riunire l’umano al divino; l’esoterismo cristiano la chiama “Cristo in noi” e l’esoterismo islamico la indica come “illuminazione” interiore.
Però nell’ambito gnostico ha senso esclusivamente religioso e trascendente, ossia conoscenza di ciò che per l’ortodossia religiosa è solo oggetto di fede; e fu appunto sul problema della fede e conoscenza che s’imperniò la condanna della chiesa ufficiale contro gli gnostici.
Ora la conoscenza degli gnostici non è solo razionale – e in ciò differisce dalla conoscenza solo filosofica – ma significò sempre conoscenza di Dio e dei mezzi che a Lui portano; conoscenza che libera e salva!
E in realtà l’oggetto della conoscenza gnostica è Dio; perciò conoscenza che non è solo visione o informazione teorica, ma esperienza viva trasmutante che rende l’anima partecipe dell’essenza divina per cui questa conoscenza è anche segreto di salvezza e trascendimento dell’umana condizione.
Si è pertanto avuto, secondo i luoghi e i tempi, una gnosi cristiana, greca, ebraica, egizia; ma la vera Gnosi non è quella delle etichette e degli ismi e ogni scuola o setta non fece che sminuirla. Quanto poi può aver insegnato Simon Mago ed eventualmente la sua Elena sono idee ed esperienze strettamente legate a quei personaggi e valide in quanto da loro autenticamente vissute; e così si può dire con riferimento a tutti gli altri sistemi. Idee ed esperienze valide perciò per chi l’ha allora sperimentate; e valide per gli altri solo relativamente in quanto manifestazioni parziali della Gnosi Perenne che è la Conoscenza Viva; ovverosia conoscenza vitale, vivente la vita senza specificazioni: vita umana e vita divina perché una è la vita, unica la conoscenza al di là di tutte le specificazioni, al di là di tutti i contrari. Conoscenza e Vita per gli gnostici di ogni tempo la quale, nei primi secoli cristiani, cercò di manifestarsi per un superamento dell’antitesi umano divina.
Il termine Gnosi fu forgiato nel mondo ellenico ed ellenistico ove la Gnosi era già diffusa molto prima dell’avvento del cristianesimo nelle Religioni/Mistero e nelle associazioni mistiche; e nella stessa Grecia, come del resto nel mondo precristiano, Gnosi stava ad indicare gli insegnamenti segreti e trascendentali impartiti dai filosofi-iniziati nelle sezioni esoteriche delle loro scuole. Perciò Gnosi come sinonimo di Dottrina segreta, ossia la sintesi sapienziale risultante dal connubio tra pensiero occulto indo/egizio e la fresca anima greca; ma se nello gnosticismo si vuol riconoscere preminente l’influenza ellenica, si dovrà anche tener conto del particolare significato di “Conoscenza” nel concetto greco. Questo termine, genericamente considerato, è alquanto vago e astratto, poiché non indica conoscenza di ché e nella significazione sua classica è “l’aver presente alla coscienza” e questa può essere volgare o scientifica, sensoriale o intellettuale (= razionale), intuitiva (= immediata), discorsiva (= mediata) e ancora scientifica, filosofica o storica. Si tratta in verità di una Conoscenza Sapienziale ed Esperienziale di quel che in noi e attorno a noi, oltre ogni specificazione particolare, oltre tutti i contrasti; una Dottrina Segreta che – facendo la Sintesi delle correnti spirituali indo/egiziane – si fissava nelle enunciazioni:

“CONOSCI TE STESSO!”
e
“DIO IN NOI, E IN NOI DIO”;

un’illuminazione e folgorazione dall’alto e dall’interiorità, ed anche un’illuminazione graduale in risposta all’aspirazione individuale verso il Vero, il Buono, il Bello, l’Eterno e l’Infinito (e ciò non come una astrazione ma come realtà con base pratica, in quanto non v’è nulla di così trascendente e spirituale che non possa avere una ripercussione o riflesso nella vita quotidiana terrestre).
E questa Conoscenza già nell’antica Grecia si riallacciava ad altre antichità come insegnamento proveniente dalle prime età del mondo, quando l’umanità era ancora sotto l’influsso della Luce Creatrice, e che l’accompagnerà durante tutto il suo cammino evolutivo.
Storicamente si rifà al tempo in cui apparve il più antico libro del mondo “I CHING” dettato da Fohi, il Mago/Imperatore, vissuto in Cina cinquantasette secoli prima dell’Era Cristiana; Lao-Tze ne trasse un corpo di dottrine e Confucio un sistema di morale; Buddha vi attinse i suoi insegnamenti seicento anni prima dell’avvento del Cristianesimo; il Maestro Gesù il vivente, la trasmise tutt’intera a quelli dei suoi discepoli che ritenne maturi per intenderla, e in particolare a Giovanni; Maometto riempì il suo Corano di quest’insegnamento esoterico, che in seguito costituì il Verbo di tutti i Cristi in ogni tempo e sotto ogni cielo.
Gnosis fu il termine tecnico che adottarono le Scuole di Filosofia religiosa – sia precristiana che durante i primi secoli del Cristianesimo – per designare l’oggetto delle loro investigazioni; ma in verità nella storia non troviamo uno Gnosticismo, ma tante e diverse forme di Gnosi.
Così Gnosi è identificabile alla Conoscenza Sacra, a cui l’uomo perviene attraverso un’Iniziazione o per Illuminazione interiore, ai Misteri Divini e Umani.
Scrive F. Hartmann: “Gli ostacoli che intralciano l’acquisizione di questi Misteri (= la Gnosi) provengono da due fonti: una dall’essere interiore dell’uomo e l’altra dalle condizioni esteriori in cui egli vive”.
Gli ostacoli interiori sono costituiti dalle vive forze elementali attive nel principio animale della costituzione umana, nutrite e rafforzate come sono dalle influenze esterne; tali forze elementali si manifestano in modi diversi producendo impulsi animali e, combinandosi con le acquisizioni ambientali, si sviluppano in avidità, vanità, intolleranza, egoismo, ecc.
Ognuno di questi elementi animali, o Elementali, può svilupparsi in un essere intellettuale, anche se privo di ragione, fino a costituire addirittura un “Ego” che può arrivare ad occupare tutto lo spazio nella sfera intellettuale dell’anima, sì da paralizzare la ragione e perfino distruggerla.
Si arriva alla Gnosi, partendo dalla scoperta del proprio vero “Io”, poiché l’uomo – scoprendo la sua vera esseità – entra in contatto con il suo “Io Superiore” (= il Sé), di cui ognuno è parte, per cui la Gnosi in questa prospettiva diviene Teologia, ossia Conoscenza di sé e di Dio.
E allorché poniamo ad oggetto della nostra conoscenza Dio, l’uomo con la sua mente non riesce più a comprendere poiché la sua ragione non riesce a trasformare in concetti logici quel che avverte nel suo cuore.
È appunto dall’impossibilità di trasformare in linguaggio discorsivo le loro intuizioni che sono nate le complesse e spesso astruse cosmogonie dei Sistemi Gnostici, che sono in realtà solo le meditazioni contemplative degli Gnostici, sgomenti a fronte della Maestà Divina; da ciò scaturiscono le Ogdoadi, le Dodecadi, gli Eoni e tutti gli altri mitici personaggi angelici e Potenti del Pleroma Divino.
Ma queste speculazioni, se pur suggestive e sublimi, non sono la Gnosi; sono invece lo Gnosticismo, ossia le varie interpretazioni filosofiche nei due millenni del “sentire gnostico”, un sentire mediante il cuore ed un conoscere Dio col cuore, significa amarlo.
Dio è l’Essere oltre tutti gli esseri, è il Principio della Vita, oltre ogni vita individuale: più vero della Verità, più immenso della Immensità, più infinito di ogni Eternità, migliore del Bene, più bello della Bellezza, sempre ed oltre ogni possibile concezione umana. Ogni sostanza viene da Lui, eppure Dio non è affatto la sostanza; da Lui proviene la Legge e la Libertà, e tutto volge a Lui nel Vero, nel Bello, nel Bene e nel Giusto.
La Gnosi insomma va intesa come Conoscenza diretta e Intelligenza interiore dei più Arcani Misteri, che stanno celati sotto il velo dei simboli di tutte le Religioni esoteriche; è di conseguenza la comprensione delle vie d’accesso al “Sentiero” per un’ascesa graduale verso Dio per una contemplazione, che è visione del Divino a mezzo della vista interiore (= illuminazione).
Ben molto prima dell’avvento del Cristianesimo, la Gnosi era sinonimo di “Dottrina Segreta”, e lo stesso Cristianesimo non è che Gnosi applicata, o verità Assoluta che permea di sé le Scritture Sacre di ogni popolo in ogni epoca.
Vastissima è infatti l’estensione di ciò che si può intendere per “Gnosi”: termine pre-cristiano, come pre-cristiana ne è l’essenza, ma che nel Cristianesimo si colorò di nuove sfumature e più alti significati.
E la Gnosi – come conoscenza esperienziale della realtà che sta alla base di ogni manifestazione effimera e mutevole – è appunto salvifica in quanto libera l’individuo dai condizionamenti profani.

Tau Johannes
tratto da Conoscenza (Anno XXX – n° 2 Marzo-Aprile 1994)
Rassegna bimestrale dell’Accademia di Studi Gnostici

 

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