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810. Prajñânam è Brahman di Sri Sathya Sai Baba

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La psiche è impegnata in pensieri diversi e motiva i vari desideri e le azioni nell’uomo. Essa è conosciuta come manas quando è occupata nei pensieri buoni e cattivi; viene detta buddhi quando esercita il potere di discriminazione, e la si definisce citta quando esprime la volontà. Come manifestazione del Divino nell’individuo, è chiamata ahamkâra (senso dell’io). Antahkarana è il nome collettivo che li comprende tutti. Alla loro base c’è un principio fondamentale, conosciuto come Prajñâ (Saggezza Divina), che è stato descritto come discriminazione, intelligenza, comprensione e simili, ma non è nessuno di questi. In realtà, Prajñâ si riferisce a Brahman nell’uomo. I Veda dichiarano: “Prajñânam Brahman” (la più alta Sapienza sinottica è Brahman). Prajñâ è il Principio presente egualmente nel corpo, nell’antahkarana e nell’Âtma, per cui lo si può considerare come Consapevolezza Piena e Costante: la fonte di tutti i Valori nell’uomo è questa. Questo Prajñâ è permeato d’Amore e la Verità è l’eco che risuona dal Prajñâ ricolmo d’Amore. Tutte le azioni che sorgono da questo Prajñâ intriso d’Amore sono reazioni e costituiscono il Dharma. Shânti (la Pace) è un riflesso di questa Verità e del Dharma. Quindi, Verità, Rettitudine e Pace nascono, come reazione, riflesso e risonanza, dal Prajñâ che è saturo d’Amore. La sorgente e la natura della Verità, della Rettitudine, della Pace e dell’Amore è la Non violenza (Ahimsâ) (l’atteggiamento per cui non si può neppure pensare di far danno a qualcuno). Quindi, l’uomo deve impegnarsi in attività che trovino tutte la motivazione in Prajñâ. La Verità non comprende semplicemente il riferire i fatti come uno li vede o ne ode il racconto; nel suo senso reale, essa trascende le limitazioni di tempo, spazio e circostanze. Praticare questa Verità trascendentale nella vita ordinaria è difficile. Il Vedânta (la parte finale dei Veda), le Upanisad, la descrive come Principio di Integrità (Ritam). Essa è fondamento dell’esistenza umana ed è in base a questa che tutti i fatti del mondo fenomenico andrebbero compresi. Non si deve agire sull’impulso del momento, non appena sorge un pensiero; si deve esaminare se un’idea sia giusta o errata e far seguire l’azione soltanto dopo aver ottenuto l’approvazione del cuore. Questo è il processo di coltivazione dei Valori: ciò che la mente pensa deve essere esaminato criticamente dal cuore e la mano deve eseguire la decisione corretta. Questo dovrebbe essere il prodotto principale del processo educativo.

Sri Sathya Sai Baba (1926-2011)

 

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