gototopgototop
Registrazione

Centro Paradesha

SEI QUI: Home / Articoli / 47. Buddhismo
A+ R A-

47. Buddhismo

E-mail Stampa PDF
Da una Serie di Dispense di Riflessione per la “ricerca della Verità”:

a cura e responsabilità di Rosario Castello

BUDDHISMO

 


Del Buddhismo non si può dire che è la Religione dei seguaci del Buddha storico. Il Buddha è uno “stato“ (non è un nome ma un titolo che significa “l’Illuminato“). Vi sono stati altri Buddha prima di quello storico e altri ve ne saranno.

Il nome del prossimo è Maitreya.

Molti degli insegnamenti del Buddhismo (Anguttara-Nikaya) esistono da prima del Gautama Buddha storico.

Il Buddha storico secondo la Tradizione:
Era Siddhartha, del lignaggio Gautama, del Clan Sakya (nel territorio dell’attuale Nepal) soprannominato Sakyamuni (il Sapiente dei Sakya); appartenente alla classe guerriera perché figlio di Re. Nasce a Lumbini, nei pressi di Kapilavastu, capitale di Shakyan. Il padre, Suddhodana, era capo di stato. Morì all’età di ottanta anni a Kusinagara (566 – 486 a.C.).

Il Buddhismo antico entra nella luce della storia sotto il Re della dinastia dei Maurya, Ashoka, del terzo secolo a.C.

Egli convertitosi si adoperò per la sua propagazione.

Il Buddhismo ritiene che con la venuta del Buddha storico, un nuovo aspetto si è messo in moto. Ed è per questo che ormai fanno, a Lui, riferimento.
Il Buddha storico, dopo l’Illuminazione (?), avrebbe potuto decidere di non predicare e restare un Buddha privato (Pratyeka-Buddha); ma non lo ha fatto. Ecco perché il suo primo sermone tenuto a Sarnath presso Benares è considerato come il momento in cui è accaduto qualcosa di sensazionale. Sermone che ha enunciato le Quattro Nobili Verità accettate da tutti i buddhisti. Esse sono considerate la zattera necessaria ma che viene abbandonata una volta raggiunta la riva.

Le Quattro Nobili Verità

1.    Dukkha –     dell’esistenza della sofferenza

2.  Samudaya –     dell’origine della sofferenza

3.   Nirodha –     della cessazione della sofferenza

4.  Marga –        della Via che porta a questa cessazione

 

Il Buddhismo è la Realizzazione del  "Non " che costituisce l’Illuminazione.

Gautama il Buddha personalmente non ha scritto nulla. Dopo la sua morte gli insegnamenti vennero raggruppati, dai discepoli, sotto i nomi di Vinaya (Disciplina) e Dharma (Dottrina). Dharma ha anche altri significati quale Verità Assoluta e Comportamento corretto (Rettitudine).

Nel Buddhismo il desiderio è identificato con la causa della sofferenza (attaccamento).

Il Buddhismo fa appello all’Unità ma non quella di una roccia bensì quella di un fiume (Continuità piuttosto che Unità). Il fiume non scorre ma la corrente è il fiume; non vi è letto del fiume; il fiume è "vuoto".

“ Come il grande oceano ha un solo sapore,
il gusto del sale,
così la dottrina e la disciplina del Buddha
hanno un solo sapore –
-    il sapore dell’emancipazione “.
Il Buddha storico


Le Forme di Buddhismo dottrinale sono:

  • Theravada
  • Mahayana
  • Tantra
  • Zen


Nel Buddhismo è contemplata una vera Scienza Mentale denominata “Abhidharma“. È un completo sistema psicologico che descrive in dettaglio il funzionamento della percezione, della cognizione, dell’emozione e della motivazione.
L’Abidharma come modello dinamico, analizza le radici della sofferenza ma anche la via d’uscita dalla sofferenza.

Nel Buddhismo lo sviluppo psicospirituale è una pratica scientifica vera e propria che dimostra una approfondita conoscenza del Sistema Mente-Corpo.

“ Più lontano siamo dal mondo
più reale ci sembra,
più ci avviciniamo, meno diviene visibile
e, come un miraggio, diventa senza sogno “
Nagarjuna
( III secolo della nostra era )

 

“ Come un ornamento in metallo macchiato d’impurità
dev’essere purificato nel fuoco,
e quando è posto nel fuoco
bruciano le impurità, ma non lui.
Così lo Spirito
La cui natura è chiara luce,
ma che è macchiato dalle impurità del desiderio,
le impurità sono bruciate dal fuoco della Saggezza
ma la sua natura, la chiara luce, resta “.
Nagarjuna
( III secolo della nostra era )



Nel Buddhismo viene data molta importanza all’Upaya-Kausalya (l’abilità nei mezzi), la dottrina che spiega come devono essere impartiti gli insegnamenti del Buddhismo: gli insegnamenti devono sempre essere impartiti conformemente al livello spirituale, morale e intellettuale di chi ascolta.
Il Buddhismo si estende nel Tempo e nello Spazio come una rete con molte diversità.
Il Buddhismo scompare dall’India verso il 12° secolo d.C. per diffondersi nella maggior parte dell’Asia, con milioni di fedeli.
Il Buddhismo esoterico, la Tradizione Vajrayana, dopo l’India settentrionale, il Bengala, il Nepal, la Cina, la Corea, il Giappone, penetra nel Tibet.
Una delle caratteristiche del Buddhismo Tibetano è la sottile capacità di aver incorporato, in un sistema unificato di sintesi, la Tradizione Buddhista Theravada di Ceylon e quella Mahayana.

La Dottrina Tibetana è stata ripartita nei quattro grandi Ordini monastici:

1.    Gli rNying-ma-pa, la Scuola degli Antichi, i "Berretti Rossi"
Il Fondatore è Padmasambhava. La Dottrina è una fusione di Tradizioni Yogachara e Tantriche. I monaci possono sposarsi.

2.    I bka’-rgyd-pa ripartiti in Kar-ma-pa, in Drug-pa e in Dri-gung-pa. La loro pratica si basa sulle tecniche ascetiche e la Meditazione. Il loro è un lignaggio prestigioso perché vanta personaggi come il Maestro indiano Naropa, grande Siddha del Bengala, iniziato al Tantrismo dal Siddha Tilopa. Naropa trasmise la sua iniziazione a Marpa, il grande Guru di Milarepa e di sGam-po-pa.
I membri di quest’Ordine vivono gran parte della loro vita in grotte isolate.

3.    I dGe-lugs-pa, "Berretti Gialli", fondati da Je Tsong-ka-pa che riprese la Dottrina del Madhyamika. I loro monasteri sono stati potenti “Centri” sia in senso religioso che politico, con una grande influenza dottrinale.

4.    I Sa-skya-pa, anche questi detti "Berretti Rossi", sono Maestri di esorcismi, di Magia Tantrica e di poteri sopranormali.
Atisha è stato il Fondatore.

Il Buddhismo Zen, al momento,  è tra le forme di Buddhismo che trova il maggiore interesse tra gli Occidendali. È una variante del Buddhismo Giapponese, attenta al distacco dal contingente e al suo superamento del dualismo. Gran parte si basa sul metodo dei “Koan“: le affermazioni paradossali.

Il termine Giapponese Zen deriva dal termine cinese Ch’an. E a sua volta la forma cinese Ch’an è un adattamento dal sanscrito Dhyana che si è riappropriato della forma Pali Jhana. È molto interessante perché la parola significa “Meditazione“.

Il Viaggio della parola
“Meditazione“
( Zen, Ch’an, Dhyana, Jhana )
è durato tremila anni.




Consigliati :

Enciclopedia delle religioni di Bellinger Ed. Garzanti
Dizionario delle religioni orientali di Vallardi Ed. Garzanti
Buddisti d’Italia. Viaggio tra i nuovi movimenti spirituali di G. Comolli Ed. Theoria
Il Pensiero del Buddhismo Indiano di E. Conze Ed. Mediterranee
Buddhismo Pratico di Lu K’uan Yu Ed. Mediterranee
Il Sentiero del Buddha di Tom Lowenstein Ed. EDT
La Via dello Zen di E. Herrigel Ed. Mediterranee
Ch’an e Zen di Lu K’uan Yu Ed. Mediterranee
Buddhismo di Damien Keown Ed. Einaudi

"Religioni a confronto Induismo, Buddhismo, Confucianesimo, Taoismo, Ebraismo, Cristianesimo, Islam"
a cura di Arvind Sharma
Ed. Neri Pozza

 

Mahayana (Grande Veicolo)
Hinayana (Piccolo Veicolo)
Il Vinaya (Disciplina)

Centri Consigliati

centri consigliati

Libri consigliati

Libri consigliati

Riviste consigliate

Riviste consigliate

Link consigliati

Link consigliati