gototopgototop

102. Chi Educa Chi? di Pax Cultura

Giovedì 13 Ottobre 2011 00:00 Rosario Castello
Stampa

La prima domanda che ci dobbiamo porre è: “Chi educa chi?”.

Chi sono quelli che devono  educare e chi sono coloro che devono essere educati?

È una domanda che serve su tutti i piani e in tutti i settori sociali: dagli insegnanti agli allievi, dai genitori ai figli, dai governanti alle masse popolari, dai “guru” ai devoti.

Educatore è colui che, innanzi tutto, si pone la domanda “Chi sono io e perché voglio educare (guarire, aiutare, ecc.) gli altri?”.

Egli deve sapere su quale livello evolutivo si trova; sapere con precisione qual è il suo compito nella società e, infine, essere ben cosciente delle sue qualità e dei suoi limiti, e cioè verso quale meta e fin dove condurre i suoi allievi (pazienti, devoti, ecc.).

Deve conoscere la differenza che esiste fra il “dentro e fuori” exoterico e il “dentro e fuori” esoterico. Deve accettare, soprattutto, una verità basilare la quale dice che ognuno di noi svolge sempre, nello stesso tempo, il doppio ruolo di Istruttore e Allievo, sia rispetto a se stessi che nei confronti degli altri.

Ognuno di noi, infatti, è un educatore che conduce “fuori” dal loro limite quelli più giovani di lui come coscienza, mentre deve condurre se stesso “dentro” il successivo livello di coscienza.

Egli, prima di poter dire “ascolta” ad un altro, deve aver ascoltato ciò che il suo spirituale ha detto alla sua personalità.

L’importante è riconoscere, con serenità e fiducia, il livello in cui si è, senza problemi gerarchici e senza giudizio, ma semplicemente come anzianità e quindi riconoscere di essere Istruttori (“Non vi fate chiamare ‘Maestro’, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate alcuno sulla terra ‘Padre’. Perché uno solo è il Padre vostro, quello che è nei cieli “) nei confronti delle anime più giovani e Allievi verso quelle più anziane.

Tutti possiamo svolgere questo compito: basta fermarsi un attimo e guardare “dentro” se stessi, con obiettività e sincerità, per vedere di cosa disponiamo e di cosa gli altri hanno veramente bisogno.

È vero che sono i genitori e gli insegnanti che devono educare i figli e gli studenti, però prima essi devono accettare il principio dell’autoeducazione permanente, il fatto cioè che essa non cessa ad un certo punto, ma dura tutta la vita come aggiornamento continuo della propria conoscenza e coscienza.

da “Per un’Etica nella Vita – Edizioni Synthesis
Pax Cultura www.paxcultura.it