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127. Creare Maestro e Via … di Claudio Lanzi

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Creare Maestro e Via a nostra immagine e somiglianza

 

Maestro viene da Magister (colui che è più grande) ed è una parola terribilmente seria, che ha la stessa radice di Mago e che, col tempo, ha assunto molti significati.

A questo proposito molti studiosi delle tradizioni spirituali come Guénon, Evola, Coomaraswamy ecc., differiscono molto nel dare un senso a tale scomoda parola. Infatti, un maestro spirituale dovrebbe essere qualcuno che ha conseguito un’autentica realizzazione interiore. Ora bisogna vedere se tale “realizzazione” sia verificabile. Guénon ed altri sostengono che abbia dei “gradi”; sia cioè raffrontabile ad una gerarchia iniziatica che ne avalli il riconoscimento (la legittimità di tale riconoscimento ha scatenato tutte le conflittualità che hanno mandato in malora le poche scuole iniziatiche occidentali). Altri sostengono che tale realizzazione sia riconoscibile in altro modo e che non richieda legittimazioni; ma forse è anche per questa ragione che oggi esiste una tale proliferazione di gente che si fa chiamare “maestro” (e che non si vergogna) che i Maestri veri, se ci sono, si sono accuratamente mimetizzati, nascosti accuratamente chissà dove …

Forse c’è ancora in giro qualche insegnante (cioè qualcuno che si mantiene, abbastanza fedelmente, aderente ai principi tradizionali e cerca di testimoniarli). Ma, anche un insegnante autentico, se c’è, difficilmente si mostra, si espone, si autopromuove.

A questo punto è indispensabile che, un autentico ricercatore, impari a “difendersi” dalle sirene e adotti qualche sistema per riconoscere i falsi profeti, ma soprattutto per riconoscere le motivazioni che lo spingono a tale ricerca. Da qualche parte ci sono sicuramente la Via e la Tradizione e dovremmo cercare di seguirle, dopo, ovviamente, esser riusciti a … trovarle.

Il primo problema è cercare di capire cosa cerchiamo e di definire l’idea che ci siamo fatti dell’oggetto della nostra ricerca. Definire le ansie e le aspettative che si nascondono dietro un vago “cercare” e che possono snaturare il nostro cammino.

Alcuni pensano ad un Maestro pieno di poteri speciali, altri lo vorrebbero scanzonato come quelli dei fumetti, altri lo vorrebbero permissivo, altri lo vorrebbero ieratico e inaccessibile e altri lo vorrebbero … disincarnato. L’uomo si è già esibito tante volte nel creare Dei a sua immagine e somiglianza che, qualsiasi cosa che abbia a che fare con l’autorità e la gerarchia spirituale, cerca di farsela come gli pare più comodo.

In genere nessuno di quelli che si aspettano che il “maestro” sia fatto in un certo modo, desiderano veramente … avere un Maestro.

Infatti è assai difficile capire quando si incontra un vero Maestro, soprattutto oggi che tutti vogliono fare i maestri e quasi nessuno vuol fare l’allievo; per cui, ammesso che si abbia la incredibile fortuna di incontrarne uno e che si sia così bravi da riconoscerlo, bisognerebbe cercare di non pretendere di piegarlo ai nostri comodi né di restare delusi se non si comporta come ci piacerebbe.

Che senso ha dire che quel maestro mi piace o non mi piace? Nessuno. Ha invece, forse, un po’ più di senso riuscire a discriminare il maestro dal contaballe. E, parola mia, non è facile.

Ma noi, purtroppo, non vogliamo veramente una Via e non vogliamo una guida e, come vedremo in seguito, non vogliamo neanche un Maestro.

In realtà noi vogliamo dei surrogati che siano conformi all’idealizzazione che ce ne siamo fatta e che non deludano le nostre aspettative sia nei tempi che nei modi.

Noi non vogliamo cercare. Vogliamo conferme. Subito. E in genere ci basiamo su idee preconcette, sia riguardo la forma che riguardo la sostanza, del Maestro e della Via.

Per cui noi decidiamo che colui che guida o insegna è bravo quando parla in un modo (conforme alle nostre aspettative) ed invece non è bravo quando parla in un altro.

L’insegnante e la Via ci devono emozionare, ci devono colpire, ci devono far vibrare (sempre e soltanto, però, le corde che diciamo noi). La Via non deve scorticare nervi sensibili e il Maestro non deve perdere mai il suo aspetto da Maestro. Un Maestro sta lì a dire parole magistrali, sennò che maestro è?

Ieratico, diafano, severo ma sorridente.

Questo stereotipo sta sui fumetti. Va bene per fare i film pseudo esoterici, dove i Maestri sono “personaggi” e caricature.

Dunque quando c’è qualcuno che insegna qualcosa con un contenuto spirituale (ammesso che abbia l’autorità per farlo e che noi abbiamo imparato come riconoscerla), vorremmo assolutamente che ce lo insegnasse proprio come piace a noi.

Quando ciò non accade nascono due … scuole di pensiero.

La prima è quella dei sordi o meglio di quelli che sentono solo ciò che fa loro più comodo, e si immergono in ciò che più li gratifica escludendo categoricamente … il resto.

La seconda è quella dei critici che vogliono sia la Via come l’insegnamento perfettamente conformi alle regole dei loro preconcetti. Perciò operano continui confronti con i vari stereotipi che hanno in mente, ed entrano in continua e spesso inconsapevole competizione con la figura del maestro e con le regole della Via intrapresa. In tal modo perdono l’essenza delle pratiche, tentando di farle assomigliare ad un’immagine consolidata (sono cioè prigionieri della caverna platonica … e non hanno la minima intenzione di uscirne).

In entrambi i casi vige l’orrido principio della delega spirituale (che è la tomba della spiritualità).

Ciò vuol dire che l’atteggiamento (parlo di quello più profondo e meno consapevole) nei confronti della pratica, non è gnostico, cioè attivo, ma totalmente passivo (accetto gli esercizi e gli insegnamenti elargiti, ma con beneficio d’inventario … tanto lo ha detto LUI e se non … funzionano è colpa sua).

Per cui mentre da una parte pretendo che l’insegnamento sia scolpito su pietra come le tavole mosaiche (in modo da sentirmi tranquillo), dall’altra sfrutto la situazione, delego, senza sforzarmi e senza separarmi dalle mie attese e dalle mie presunzioni.

In un percorso spirituale che non sia esclusivamente e ciecamente devozionale, la delega al maestro dovrebbe essere bandita in quanto causa della deresponsabilizzazione generalizzata degli allievi.

tratto da “Maleducazione Spirituale” di Claudio Lanzi – Simmetria edizioni

 

Testi di Claudio Lanzi Consigliati:

Edizione Simmetria – La Danza delle Hore; Sentieri Spirituali; Maleducazione spirituale; L’anima errante; Intelletto d’Amore; Misteri e Simboli della Croce; Ritmi e Riti.

Edizioni Mediterranee – La porta ermetica di Rivodutri (insieme ad A. M. Partini)

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