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193. Tantra di Swami Satyananda Saraswati

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Un’Introduzione al Tantrismo

Si vogliono presentare, di seguito, stralci da una dispensa che espone una chiara introduzione al Tantrismo, di Swami Satyananda Saraswati.

*****

La scienza dell’infinito
Il tantra è la scienza che permette di vedere, sentire e conoscere l’infinito dentro e attraverso il finito. Porta all’esperienza dell’infinito attraverso il mondo limitato della forma.
Quando l’infinito è stato visto in un oggetto, c’è poi solo un piccolo passo da compiere per vedere l’infinito in ogni cosa. Il tantra insegna la conoscenza e l’esperienza del macrocosmo per mezzo del microcosmo, insegna la conoscenza dell’illimitato attraverso i mezzi del limitato, la conoscenza della suprema coscienza (paramatman) attraverso la conoscenza della coscienza individuale (jivatman). Il tantra insegna la conoscenza e l’esperienza del macrocosmo per mezzo del microcosmo, insegna la conoscenza dell’illimitato attraverso i mezzi del limitato, la conoscenza della suprema coscienza (paramatman) attraverso la conoscenza della coscienza individuale (jivatman). Il tantra è un mezzo per conoscere la vostra natura divina e quindi la natura divina di ogni cosa. È un metodo che insegna ad utilizzare ciò che è materiale per mettersi in sintonia con l’immateriale, ad usare il manifesto per conoscere l’immanifesto. È un metodo per essere assorbiti nell’infinito, essere risucchiati nell’infinito per mezzo di un vortice di oggetti e di energie materiali. Il mondo viene usato come guado verso ciò che sta oltre, verso ciò che è indescrivibile. L’universo oggettivo è utilizzato come una rampa di lancio verso l’eterno. Il tantra ha per scopo di espandere l’esperienza della vita di ogni giorno, di godere e di vivere la vita pienamente, quale mezzo verso la consapevolezza superiore. Esso ingloba tutti gli aspetti della vita, sia nel mondo materiale sia in quello trascendente.

Tantra: il sistema universale
Nel senso più ampio, il tantra è un sistema universale. Esso è stato un modo di vita per i più diversi gruppi etnici in tutto il mondo. Anche se ci possono essere delle differenze locali, la premessa basilare è fondamentalmente la stessa e cioè che per quanto riguarda la comprensione, la devozione e le pratiche spirituali, l’esistenza è divisa in due aspetti: il manifesto e l’immanifesto. In realtà, la vera natura del mondo e dell’esistenza sta ben oltre questo concetto, ma alla comprensione di ciò si giunge nei più alti stadi della consapevolezza. È opportuno fare questa distinzione per motivi pratici. Nel tantra indiano, che è il soggetto della nostra argomentazione, questi due aspetti sono chiamati Shiva (coscienza) e Shakti (forza o energia della manifestazione). Per questioni di convenienza e di simbologia, Shakti viene considerata la madre cosmica. Nel linguaggio moderno essa è indicata come madre natura, anche se poche tra le persone che usano questo termine sono consapevoli della sua origine e del suo significato.
Questo concetto non è confinato all’India. Nel taoismo cinese ci sono tao e teh. Tao corrisponde a Shiva (anche se ci sono alcune piccole riserve a questo proposito) e teh è esattamente come Shakti, o la madre dell’universo. Gli antichi egizi veneravano Osiride (coscienza o Shiva) e Iside (la madre, Shakti, o la forza cosmica della manifestazione). Nel Cristianesimo c’è la Vergine Maria, simbolo della madre universale. Il padre, inutile dirlo, è la coscienza.  Le prime due carte dei tarocchi sono Magus e Isis velata, che rappresentano rispettivamente la coscienza e la forza della manifestazione. Si potrebbero fare molti altri esempi, ma qui non è il caso. Ciò che desideriamo illustrare è che il concetto della madre cosmica e della personificazione della coscienza non dipendono dal tempo, dal luogo e dalla razza. Questo concetto è universale ed è profondamente ancorato nella psiche collettiva dell’umanità.
Il tantra è un sistema che continua la tradizione che è stata praticata in tutto il mondo da tempi immemorabili. Non si tratta in realtà di qualcosa che è stato inventato ma di un’espressione delle più profonde realizzazioni dell’uomo. Il sistema del tantra (il tantra universale, non necessariamente la forma che prevale in India) è stato praticato per buone ragioni; la più ovvia è che, quando si raggiungono stadi ragionevolmente elevati di consapevolezza, si può verificare la verità di questo pensiero o comprensione dell’esistenza. Questa divisione di Shiva e Shakti è verificabile attraverso l’esperienza personale nel passaggio da stati di consapevolezza moderati ad altri più elevati. La validità di questo concetto è stata confermata dai mistici nel corso delle loro meditazioni. Esso è l’espressione di esperienze mistiche di innumerevoli saggi, yogi e santi di tutte le epoche ed è stato formulato in seguito alle realizzazioni raggiunte durante gli stati di meditazione. È solo a indescrivibili livelli di consapevolezza che il concetto viene superato e ciò è ancora tenuto nascosto dal tantra, poiché Shiva e Shakti semplicemente diventano una stessa cosa. Perciò ricordate bene questo: il concetto di Shiva e Shakti e tutte le altre personificazioni analoghe presenti nella storia dell’umanità sono basate su esperienze mistiche.
Un’altra ragione del perché il concetto di Shiva e Shakti sia così profondo è che esso facilmente trova un’applicazione pratica. È stato adottato nel corso delle varie epoche perché facilitava delle potenti pratiche spirituali che un individuo, in prima persona, era in grado di sperimentare. Questo concetto fornisce una base per pratiche che possono essere utilizzate al fine di raggiungere l’unione, la comunione con una forza molto più grande di quella dell’individuo. Il sistema di Shiva e Shakti, il sistema del tantra nel mondo intero, porta alla consapevolezza superiore, alla conoscenza e alla beatitudine.
Una parte integrante del tantra è l’uso del suono nella forma di mantra quale metodo per invocare delle forze superiori. Sono usate anche delle forme geometriche (mandala e yantra). Sia i mantra sia le forme geometriche costituiscono una parte integrante di molti sistemi universali, vecchi e nuovi, e soprattutto di sistemi esoterici. E possiamo ancora vedere i ruderi di arcaici circoli usati da antichi popoli. Cos’è Stonehenge, in Gran Bretagna, se non un cerchio cosmico? Cosa sono le piramidi, se non mandala cosmici? Le piramidi dei Maya, nell’America Centrale, sono sicuramente dei mandala, dei luoghi per l’invocazione di vibrazioni superiori. Potremmo fare migliaia di esempi, tutti piuttosto ovvi. Esistono milioni di piccoli circoli apparentemente insignificanti che normalmente non sono visti e sono talmente comuni che non vengono presi in considerazione. In India, ad esempio, quasi ogni grande albero ha una sorta di altare alla base. Ognuno di essi è un mandala, anche se molto probabilmente coloro che li costruiscono non se ne resero conto.
L’essenza del tantra è universale. Essa giunge naturalmente alla psiche dell’uomo, non è qualcosa che viene imposto, a differenza di quanto accade per molte altre cose nella vita. L’essenza del tantra è compresa naturalmente dall’uomo, anche dall’uomo moderno delle città in quanto, benché sia possibile indurre dei cambiamenti superficiali nella propria vita, ci sono certe cose che mettono in movimento le profondità del nostro essere. L’essenza del tantra è radicata nella psiche di ogni uomo così come lo era nelle persone delle epoche remote.

Definizione di tantra
Ora parliamo del tantra nell’India d’oggi. Il termine tantra è composto di due parole: tanoti e trayati. La parola tanoti significa ‘espandere, allungare, estendere’, mentre la parola trayati significa ‘liberare’. Perciò tantra (tan+tra) vuol dire espandere la propria esperienza e consapevolezza di ogni cosa, estendere le frontiere della comprensione oltre il materiale e quindi raggiungere la conoscenza spirituale e la liberazione.
Il tantra è anche conosciuto come tantrica, kauladharma, kaulica o kaula. Il termine kaula deriva dalla parola kula che significa famiglia, società, comunità. Perciò, kaula, kaulica e kauladharma possono essere interpretati come la via della comunità, la via della famiglia, o anche la via della fratellanza e dell’amicizia. La parola kula significa inoltre la forza cosmica di manifestazione (Shakti) e akula significa coscienza (Shiva). Perciò, il sentiero di kaula è l’unione di Shiva e Shakti, unione cosmica o nirvana. Viene affermato che il sistema di kaula implichi semplicità di vita combinata con armonia dell’ambiente interiore ed esteriore, assieme ad una comprensione ed accettazione degli altri. La forza cosmica addormentata nell’uomo è spesso conosciuta come kulakundalini. Perciò kauladharma è un sistema per liberare le forze ed il potenziale cosmico (kundalini o Shakti) nell’uomo. Coloro che seguono il sentiero del tantra vengono chiamati tantrici, kaula o kaulica.
Il tantra è un sistema che ha per scopo di insegnarci come vivere pienamente. È un mezzo per affrontare con successo la vita e le sue apparenti complicazioni e alla fine raggiungere l’illuminazione.

Scopo del tantra
In realtà, il tantra è un compendio di numerosi altri sistemi, in quanto comprende ed ingloba una vasta selezione dei diversi aspetti della vita umana. Riguarda il campo fisico, quello psichico, quello mentale e quello spirituale. E’ in relazione con il lavoro, il gioco, la devozione, il pensiero e tanti altri aspetti delle cose umane. Un testo tantrico chiamato “Varahi Tantra” dà una descrizione elaborata dei soggetti principali del tantra. Essi vengono riassunti come segue:
1   Coscienza
2   Creazione e distruzione dell’universo fisico (shristi e pralaya).
3   Venerazione di divinità (devi o deva puja).
4   Classificazione degli esseri.
5   I corpi celesti: astronomia e astrologia.
6   I diversi livelli di consapevolezza (loka).
7   I canali ed i centri psichici (nadi e chakra) nella struttura umana.
8   Leggi e doveri nella società.
9   Riti sacramentali (samskara).
10 Consacrazione di forme di divinità (murti).
11 Mantra.
12 Forme geometriche (mandala e yantra).
13 Gesti simbolici ed invocatori (mudra).
14 Pratiche spirituali (sadhana).
15 Venerazione (puja) sia interiore sia esteriore.
16 Consacrazione di case, pozzi, ecc.
17 Descrizione di luoghi sacri.
18 Magia (yogamaya sadhana).
19 Riti cerimoniali ed iniziazioni (diksha).
20 Yoga, compresi asana, pranayama, metodi di meditazione, ecc.
21 Molti tipi di medicina, compreso l’ayurveda che è una scienza delle erbe combinata con yoga.
22 Scienza.

A questa lista andrebbero aggiunti anche l’alchimia, l’arte di vivere una vita fruttuosa e gioiosa e l’utilizzo dell’energia sessuale quale mezzo per pervenire ad una consapevolezza superiore.
Come si può vedere, quindi, il tantra include una vasta gamma di soggetti. Si dice che una volta esistessero 14.000 testi tantrici; ora ne sono rimasti pochi, in quanto la maggior parte di quelli tradizionali sono andati perduti o distrutti …

Testi e scuole di pensiero
Il tantra comprende un vasto numero di scuole, principali e minori, che hanno rituali e pratiche spirituali con caratteristiche differenti. Ciò appare un po’ confuso e contraddittorio a coloro che non hanno familiarità con le implicazioni del tantra.
Fondamentalmente tutte le scuole seguono lo stesso sentiero, in quanto le differenze, anche quelle apparentemente più grandi, sono solo dei modi diversi per esprimere, ed eventualmente sperimentare, la stessa cosa. Tuttavia, bisogna fare attenzione a non generalizzare circa il tantra, perché è facile fare un’affermazione definitiva in merito ad esso per poi scoprire che il contrario è chiaramente scritto in qualche testo tantrico poco noto. Ciò avviene perché, come abbiamo già detto, nel corso dei secoli il tantra ha abbracciato molti sistemi. Comunque, il tantra può essere diviso in cinque scuole, in relazione alla divinità che è venerata e che è alla base del loro sadhana.
Esse sono:
Scuola: Vaishnava (o Vaishnaviti); Shaiva ((o Shaiviti); Shakta; Saura; Ganapatya;
Divinità: Vishnu; Shiva; Shakti; Surya (il sole); Ganapati;
Letteratura: Vaishnava Agama; Shaiva Agama; Shakta Agama; Saura Agama; Ganapatya Agama.

Ricordate che la divinità che presiede può essere venerata sotto molti aspetti. Ad esempio, Shakti ha centinaia di differenti aspetti tradizionali e tutti possono venire inclusi nello shakta sadhana.
I testi tantrici sono spesso chiamati agama e meno spesso nigama. I testi delle scuole shaiva e shakta si presentano generalmente nella forma di un dialogo tra Shiva (deva) e la sua consorte Shakti (devi). Quando le domande vengono poste da Shakti e le risposte date da Shiva, i testi si chiamano agama. Nell’antico testo chiamato “Agamadvaita Nirnaya” si dice: “Un agama è così chiamato perché proviene dalla bocca di Shambhu (Shiva) ed è trasmesso a Girija (Shakti, sua moglie) essendo stato prima approvato da Vasudeva (Vishnu)”.
Shiva ha il ruolo di insegnante spirituale (guru) e Shakti ha il ruolo di discepolo (shishya). Tuttavia, qualche volta Shakti ha il ruolo di insegnante, come ad esempio nel testo chiamato “Nigama Kalpadruma”. In questo caso la scrittura (shashtra) è chiamata nigama. Nell’”Agamadvaita Nirnaya” si dice anche: “Nigama è così chiamato perché emana da Girija (Shakti) ed è ascoltato dalle orecchie di Girisa (Shiva), essendo stato approvato da Vasudeva (Vishnu)”. Quindi, nel caso dei nigama, Shakti è il guru.
Ciò che abbiamo detto finora riguarda principalmente le scuole shaiva e shakta. Questa forma di dialogo tra insegnante e discepolo è significativa poiché mostra l’importanza della relazione guru-discepolo. È questo un aspetto fondamentale del tantra. Di solito, i testi delle altre scuole vengono anch’essi chiamati agama, ma non sono presentati sotto la forma di un dialogo tra Shiva e Shakti …

… Il tantra afferma che Shakti, o la forza che crea dei centri separati di manifestazione (per es. oggetti, individui, ecc.) è in essenza la coscienza stessa (Shiva). Tuttavia, la potenza del mondo fenomenico attorno a noi vela se stessa (attraverso maya) e negli stadi ordinari di consapevolezza non è ovvio che essa sia in verità coscienza. Ognuno e ogni cosa nell’universo creato non è altro che la coscienza manifesta. Ma anche se può sembrare strano, non c’è nessun cambiamento nella natura o nel contenuto della coscienza, anche se tutto viene da essa.
Nella “Ishavasya Upanishad” si afferma: “Quello è pieno, questo è pieno. Dal pieno il pieno è preso ed il pieno è venuto. Se dal pieno togli il pieno, rimane solo il pieno”.
Il grande antico filosofo Plotino disse esattamente la stessa cosa: “L’uno è ogni cosa ed anche nessuna cosa. Non è ogni cosa perché è la fonte di ogni cosa. È trascendentalmente ogni cosa perché là ogni cosa è … o, più esattamente, non c’è ancora ma ci sarà”.
Queste due citazioni sono l’essenza del tantra e di ogni religione. Non preoccupatevi se non capite il loro significato, poiché ciò che esse vogliono trasmettere sfida ogni speculazione intellettuale. La coscienza è una fonte inesauribile di ogni cosa nell’Universo, tuttavia trascende tutto ciò che da essa proviene. La coscienza non cessa mai di essere ciò che era, è e sarà. Da Shiva scaturisce l’universo come un tutto, e ogni cosa individualmente attraverso la potenza di Shakti, tuttavia rimane sempre il medesimo. Allo stesso tempo, Shiva e Shakti, nel senso più elevato, sono una stessa cosa. Questo è l’eterno mistero, l’eterno miracolo, che sfida ogni descrizione. È molto meglio contare ogni pietra sulle spiagge del mondo che cercare di descrivere l’impossibile …

... Ricordate, come abbiamo già precisato, che il concetto di Shiva e Shakti non è confinato all’India. Abbiamo già affermato che il tantra è universale e lo è veramente. Ad esempio, in un libro dell’antica Grecia intitolato “Fedro” di Platone si dice: “Ciò che è sulla terra (Shakti) è solo la somiglianza e l’ombra di qualcosa che si trova in una sfera superiore, una cosa risplendente che permane in una condizione immutabile (Shiva)”.
Ciò illustra chiaramente il principio di Shiva e Shakti. Si potrebbero fare molti altri esempi. Considerate gli antichi Gnostici. Essi erano realmente una scuola tantrica europea che interpretava la cristianità con un significato molto più profondo di come veniva capita dalla maggior parte della gente. La interpretavano alla luce di un’esperienza più alta. Ma non distraiamoci; desideriamo mettere l’accento sulle somiglianze tra Shiva e Shakti e su questo antico sistema di gnosi (illuminazione). Si ritiene che uno tra i mistici gnostici, Simone il Mago, abbia detto quanto segue: “Gli eoni  universali (periodi ciclici di creazione, come indicato nel tantra) consistono di due rami senza inizio o fine, che provengono da un’unica radice (l’assoluto) … la forza invisibile ed il silenzio sconosciuto. Uno di questi rami si manifesta dall’alto ed è la coscienza universale che ordina tutte le cose ed è definita come maschile (sicuramente ciò è Shiva); l’altro ramo è femminile e produce tutte le cose (Shakti) …”. Il testo continua ma noi ci fermiamo qui.
Gli Gnostici dividevano anche gli esseri umani in tre gruppi distinti, il che è esattamente ciò che fa il tantra. Al gruppo inferiore, per quanto riguarda la consapevolezza, appartengono coloro che venerano e conoscono solo l’esistenza del mondo materiale. Questo gruppo nel tantra è chiamato pashu, o uomo istintivo. Il secondo gruppo comprende coloro che venerano una realtà sottostante senza averne esperienza, ma con fede cieca. Questo è simile anche se non è esattamente la stessa cosa alla seconda classificazione del tantra cioè vira, o uomo eroico; al terzo gruppo di esseri umani appartengono coloro che conoscono e vivono in uno stato di consapevolezza superiore. Nel tantra queste persone si chiamano divya o uomo divino. Perciò, l’antico sistema dello gnosticismo è fondamentalmente di natura tantrica. Nel mondo ci sono tanti altri sistemi simili, ma non verranno esaminati qui per mancanza di spazio.
Energia, materia e coscienza funzionano insieme nel cosmo come in ogni essere umano. Questa combinazione dà origine al mondo che vediamo attorno a noi, dà origine al tempo e al luogo. L’energia è controllata dalla coscienza e la coscienza non può esprimere se stessa se non attraverso l’energia. In un libro tantrico di Shankaracharya intitolato “Saundarya Lahari” si dice: “Come può Shiva funzionare senza Shakti?”. Per questo il tantra afferma che per unirsi con la coscienza bisogna usare Shakti come mezzo.
C’è una esperienza suprema nella quale Shiva e Shakti non esistono più come entità separate. Alcuni la chiamano Brahman, altri la chiamano “non questo, non quello” per dimostrare che è inesprimibile. Altri dicono che essa è uno senza secondo. È lo stato di nirvana, samadhi, unità perfetta e tanti altri termini. Questo è lo stadio in cui Shiva si fonde tanto intimamente con Shakti che essi diventano uno. Essi si abbracciano l’un l’altro tanto strettamente che cessano di essere separati. Questo è il significato di molte delle sculture indiane della personificazione maschile e femminile di Shiva e Shakti. Esse raffigurano lo stato di essere, l’abbraccio estasiato dove l’auto-identificazione e la separazione svaniscono. Questo è l’abbraccio divino …

… Venerazione o devozione trasformano la pratica spirituale in una forma di esperienza molto più potente. Il tantra non ha per scopo di portarci a considerare un idolo di pietra come la verità. Il tantra considera la venerazione di ogni aspetto relativo dell’esistenza quale mezzo per penetrare nell’esperienza del reale per raggiungere un’armonia più completa e la conoscenza. Potete scegliere qualunque cosa: essa sarà considerata come una forma di Shakti (o Shiva se preferite). Naturalmente ciò sarà leggermente diverso dalle forme tradizionali di Shakti conosciute in India, ma la libertà d’azione e la benevolenza del tantra consentono questa estensione delle sue frontiere: tale è la sua flessibilità. Il tantra nell’aspetto Shakta vi chiede di considerare ogni cosa che vedete come una forma di Shakti. Anche se non si è avuta un’esperienza superiore, bisognerebbe cercare di considerare le cose in tale modo. Bisognerebbe cercare di vedere tutte le cose piacevoli e belle come Shakti, così come le cose che normalmente vengono classificate cattive come la malattia, la fame e la guerra. Si dovrebbe cercare di vedere un motivo, o un senso, o una divinità anche nelle cose che ci sembrano distruttive. Il continuo stato di squilibrio mentale che si riscontra in moltissime persone è dovuto alle apparenti contraddizioni ed ingiustizie del mondo. Queste persone considerano la morte, la malattia e le tante altre angosciose afflizioni del mondo come ingiuste o ingiustificate; sono continuamente lacerate tra bruttezza e bellezza; vedono il conflitto a fianco a fianco con la pace e ciò porta alla confusione mentale. Anche a livello individuale una persona è talvolta felice e talvolta infelice, talvolta su di morale e talvolta giù di morale, talvolta sana e talvolta malata. Il tantra afferma che bisogna cercare di vedere tutte queste cose come parte del processo cosmico di creazione, mantenimento e dissoluzione.
Considerate tutte le cose piacevoli e spiacevoli nel mondo come la potenza e la giustizia di Shakti; anziché vedere il male nella distruzione ed il bene nella creazione, considerateli come aspetti della potenza di Shakti. Ricordate che per permettere la creazione delle cose, esse devono anche essere distrutte; perché vi siano cose piacevoli devono anche essercene di spiacevoli. Non è facile accettare tutto questo quando ne siamo toccati direttamente, ma bisognerebbe cercare sempre più di vedere ogni cosa semplicemente come un cambiamento provocato da Shakti. Bene e male sono solo concetti umani. Più si è in grado di accettare il mondo così com’è, senza formulare dei giudizi di valore, più la mente diviene calma e contenta. Si inizia a sintonizzare se stessi con l’ambiente e a vedere armonia tra i processi là dove prima si vedeva solo disarmonia. Si inizia a vedere unità anziché disunione, a divenire ricettivi alle vibrazioni cosmiche e poi alla conoscenza superiore e alla beatitudine.
Nel “Mahanirvana Tantra” si dice che Brahman, l’assoluto, sia conosciuto nel samadhi da coloro che considerano tutte le cose allo stesso modo, che sono al di sopra di tutti gli estremi, come caldo e freddo, bene e male, ecc., che sono privi di pensieri dispersivi e che sono liberi da ignoranza e dubbi circa la natura del proprio corpo e del . Si mette chiaramente l’enfasi sul fatto che bisognerebbe cercare di vedere l’armonia in ogni cosa della vita senza eccezione. Il tantra dice chiaramente che la coscienza, Shiva, può essere conosciuta attraverso la concentrazione e la devozione per le manifestazioni del mondo nella forma di Shakti, che in realtà sono l’incarnazione di Shiva. La maggior parte delle persone necessita di una forma o di un oggetto quale punto di devozione o di concentrazione, ed il tantra sostiene che questo è perfettamente accettabile ed è la via verso la sperimentazione della non forma, della coscienza senza oggetto. Il tantra invita ad essere devoti, ad assorbire se stessi in qualunque oggetto, Kali, Durga, come si desidera. Non c’è nessuna Shakti senza Shiva e perciò l’una richiama automaticamente l’altro. Questo è il motivo per la divinizzazione di qualche aspetto dell’esistenza, non importa quanto oscuro ed improbabile possa sembrare.
Secondo alcuni testi tantrici, quali il “Mahanirvana Tantra”, persino Shakti stessa nella forma di Parvati era confusa circa il motivo della venerazione delle sue numerose forme. Essa chiese a Shiva come la venerazione potesse portare chiunque all’esperienza di Brahman o la suprema esperienza. Shiva rispose: “Tu sei la suprema manifestazione (para prakriti) di Brahman, la suprema coscienza (paramatman) e da Te proviene l’intero universo. Tu sei la sua madre. Tu sei l’origine di ogni manifestazione. Tu sei la forma di ogni cosa. La tua radice è in Brahman che non è attivo. Sei tu, mossa dal desiderio, che crei, proteggi e ritiri questo mondo con tutto ciò che è mobile ed immobile. Perciò, venerando te, i tuoi devoti raggiungeranno sicuramente il Supremo”.
Quindi, concentrandosi su ogni forma di Shakti oppure venerandola, in effetti l’individuo sta venerando Brahman. Ciò è anche ampiamente espresso nella “Bhagavad Gita”, dove Krishna dice: “In qualunque modo gli uomini si avvicinano a me, così io li ricompenso. Il mio sentiero è percorso dagli uomini in modi diversi (cioè, essi scelgono metodi e oggetti di venerazione diversi)”. (Cap. 4:11)
Un individuo può concentrarsi su qualsiasi cosa, da una candela ad una divinità; se la concentrazione è sufficientemente potente e costante, allora la pratica può portare verso la consapevolezza superiore. Nell’”Agni Purana” si dice: “Attraverso la venerazione di Rudra si diventa Rudra stesso. Attraverso la venerazione di Surya si diventa Surya stesso. Attraverso la venerazione di Vishnu si diventa Vishnu stesso. Attraverso la venerazione di Shakti si diventa Shakti stessa”. Cristo dice: “Nessuno conoscerà il regno dei cieli (Brahman o la suprema esperienza) se non attraverso me”.
Queste non sono le parole esatte, ma il significato è chiaro: la venerazione di qualcosa (in questo caso il Cristo) condurrà a qualcosa che sta oltre. Perciò, la venerazione cieca ha assunto il significato di cieca fede superstiziosa, ma le sue implicazioni vanno molto più nel profondo e non sono ciò che la maggior parte della gente crede che siano …

I sentieri pavritti e nivritti
Scientificamente, l’evoluzione viene definita come il processo nel quale le forme di vita più raffinate (veicoli di coscienza) crescono e si sviluppano a partire da forme meno raffinate. Vale a dire che forme di vita più avanzate nascono da forme inferiori, il grossolano produce il sottile. Questa è la teoria dell’evoluzione scientifica. Il tantra, e il pensiero indiano in generale, hanno un concetto completamente diverso dell’evoluzione. Il tantra considera il raffinarsi delle forme di vita (cioè l’evoluzione scientifica) semplicemente come il modello del mondo manifesto. È la copia, il disegno. Non è la fonte di vita come noi la conosciamo. Il vero significato dell’evoluzione, descritto dai saggi indiani migliaia di anni prima di Darwin, è il processo di Shakti che origina o si evolve da Shiva, il processo attraverso cui la materia si sviluppa dall’immateriale …

Il tantra divide le persone in due gruppi basilari:
1 Coloro che seguono il sentiero pavritti, il sentiero della estroversione, il sentiero del mondo, di attività e di godimento sensuale.
2 Coloro che seguono il sentiero nivritti, il sentiero per chi desidera ritornare verso la propria fonte e conoscere il proprio Sé reale.

… Il suo scopo è di guidare ognuno verso l’illuminazione, ma in un modo naturale, così da non accumulare complessi e non arrecare più male che bene.

Devozione ritualistica
Molta parte del tantra si occupa di devozione in una forma ritualistica che usa incantesimi (mantra) e cerchi magici o altari (mandala) …

Mandala e yantra
Un mandala è un cerchio magico nel quale si compiono riti tantrici. Esso è un centro focale di forze cosmiche; infatti, durante i riti devozionali ed altre pratiche tantriche, un mandala diventa il centro dell’universo in un senso simbolico ed anche in un senso molto più profondo che sta oltre la normale comprensione. Un mandala tantrico di solito è tracciato secondo un piano prestabilito, poiché tracciare il mandala è un rito tantrico in se stesso …
… Cos’è uno yantra? Uno yantra è una forma specifica di mandala che consiste di forme geometriche e figure e, talvolta, diagrammi di divinità …

Mantra
Ad un livello grossolano, i mantra sono degli speciali schemi sonori. Ad un livello più profondo essi sono molto di più. Assieme ai mandala e agli yantra, i mantra costituiscono gli aspetti più importanti del tantra. Sono l’essenza del tantra pratico …

Magia
La magia si verifica nel regno dell’universo materiale (maya) … Tutti i riti magici implicano la magia universale attorno e dentro di noi … Il tantrico o lo yogi invocano forze cosmiche, psichiche, ecc. per mezzo di mantra, mandala, riti ed altre pratiche tantriche …

Il guru
Non vogliamo entrare qui nei dettagli circa la relazione guru/discepolo; desideriamo solo sottolineare il ruolo del guru nel tantra. È il guru che ispira e spinge i propri discepoli verso livelli più elevati di consapevolezza. Negli stadi più elevati del tantra, egli è indispensabile …

Tantra e Yoga
Qual è la relazione tra tantra e yoga? Lo yoga è ben conosciuto, mentre il tantra è circondato e velato da un’aura di superstizione e di mistero. Per un verso ciò è molto strano, perché in effetti yoga e tantra sono essenzialmente lo stesso sistema. Essi sono intimamente connessi. Per essere più specifici, lo yoga è una parte del più vasto sistema del tantra. Tutte le pratiche come asana e pranayama, tutti i sentieri yogici come karma yoga, bhakti yoga, kundalini yoga, hatha yoga, kriya yoga e così via, sono tutti parte del tantra. Tutte le pratiche che conoscete come yoga sono anch’esse parte del tantra. Avete già praticato il tantra senza saperlo! …

E venne per andare oltre
Il tantra ingloba tutti gli aspetti della vita. La sua base filosofica raggiunge le cime più elevate di comprensione, ma allo stesso tempo è riconducibile all’applicazione pratica. Il tantra è caratterizzato da differenti livelli di senso e di significato che si rivelano solo gradualmente attraverso l’esperienza personale …
… Il tantra dice che la vita dovrebbe essere un’espressione di gioia, ma gli atti di gioia dovrebbero essere naturalmente dharmici (armonici) e non adharmici (disarmonici). Il tantra prende l’individuo per mano e lo conduce lentamente verso la consapevolezza superiore. Il tantra dice: “Perché sentirsi colpevoli per azioni e pensieri; ogni atto dovrebbe essere una forma di devozione, in quanto tutto è Shakti … che è Shiva”.

Hari Om Tat Sat

da “Tantra” di Swami Satyananda Saraswati

 

Facciamo sapere, per quanti possano essere interessati, che quest’anno si svolgerà la Celebrazione del Trentennale della Fondazione della Scuola di Yoga Satyananda Ashram Italia 1982-2012. Si svolgerà presso l’Ashram di Montescudo (Rn) in concomitanza con il Guru Bhakti Sadhana tenuto in memoria di Paramahansa Satyananda. Il programma prevede: Havan, Mantra, Kirtan e Satsang.
Da sabato 5 a domenica 6 Maggio 2012

Il prossimo anno (2013), dal 23 al 27 ottobre questa straordinaria istituzione e la sua meravigliosa visione compiranno 50 anni e per questo si terrà un Convegno Mondiale sullo Yoga, che riunirà diversi ricercatori, scienziati, leader spirituali provenienti da tutto il mondo. Il programma includerà conferenze, dibattiti, presentazioni, dimostrazioni pratiche e incontri per discutere dei principi e delle tecniche dello yoga e la loro influenza sull’individuo e sulla società. In quell’occasione Swami Niranjanananda, esporrà in dettaglio gli antichi yajna e i sistemi di kriya nello yoga. Un evento importante cui dovrebbe rivolgersi l’attenzione dei ricercatori o quanto meno la loro simpatia; la Bihar ha operato e opera, per la custodia, salvaguardia e divulgazione di verità che hanno il solo fine di emancipare, liberare, innalzare l’essere umano, si preoccupa di mantenere accesa una fiamma, per tutti coloro che del Fuoco … sono amanti.

Di seguito i riferimenti logistici per gli interessati agli eventi.

Scuola di Yoga Satyananda Asram Italia, Via Ca’ Baldone, Trarivi di Montescudo (Rn).
Tel: 0541 984710 -  Fax 0541 984990
Sito Internet: http://www.satyanandaitalia.net/giubileo.htm
Email: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

Oppure:

Bihar School of Yoga, Ganga Darshan, Munger, Bihar 811281, India.
Tel: 0644 222 430 - 9304799615 – Fax: 06344 220169
Sito Internet: www.yogavision.net/bsy/wyc.html

 

Libri di Swami Satyananda Saraswati della Edizioni Satyananda Ashram Italia:
Asana Pranayama Mudra Bandha
Tantra
Kundalini Tantra
Il Mantra
Concentrazione e Meditazione. La via più breve alla realizzazione di sé.
Yoga Nidra
Surya Namaskara
Karma Yoga
Quattro Capitoli Sulla Libertà
La Visione dello Yoga (insieme a Swami Niranjanananda Saraswati
)

 

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