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348. Informare, trasmettere, ispirare al “punto più in Alto”

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L’interesse che portiamo avanti nelle nostre pagine, di ordine esoterico, iniziatico, spirituale, ecc. è di tipo impersonale: ci rivolgiamo alla Conoscenza (definita “Tradizione Universale”, “Tradizione Primordiale”) e ai suoi aspetti teorici e pratici e non ai personaggi, agli enti che ne sono i portatori. È per noi importante indicare livelli di comprensione, posizioni coscienziali piuttosto che evidenziare capacità e facoltà espresse da enti planetari. Anche nell’evidenziazione di alcune interpretazioni divenute “parola generalizzata” non siamo interessati a segnalarne l’autore o la tale scuola ma ci limitiamo a suscitare un punto di vista più corretto secondo la vera Tradizione Primordiale. Le questioni da noi affrontate, lungi dal voler essere di un ordine morale e sociale, sono invece di un ordine di là dalla modalità delle attività della realtà transitoria (la “Sfera del Basso”). Lì dove sembra si affrontino le comuni questioni degli uomini vuole essere soltanto la dimostrazione, lungo l’exursus sostenuto, delle varie posizioni coscienziali in cui viene tenuto il mondo degli uomini obliati ed evidenziare l’azione in opera della Contro-iniziazione (che può agire soltanto nella “Sfera del Basso”). La nostra via educazionale non è quella profana a cui tutti possono accedere nel gioco dei limiti delle circostanze umane. Resta di fatto che le conoscenze di cui parliamo possono avere un riflesso applicativo sia nell’ordine morale sia nell’ordine sociale e in altri ordini. L’importante è non lasciarsi ingannare dalle possibili applicazioni fuorviando lo scopo primario della Conoscenza (dell’iniziazione). Molte informazioni non sono la “Tradizione” ma aiutano a comprenderla. Inoltre insistiamo nel dire di non confondere le cose “strane”, “straordinarie” (apparentemente) prendendole per “superiori”. Molte manifestazioni non sono comuni ma non per questo “superiori”, o appartenenti alla “Sfera dell’Alto”. Quando esse sono veritiere appartengono il più delle volte allo psichico e non allo spirituale. Significa, in senso simbolico, che le manifestazioni, il più delle volte, si manifestano e si estendono in senso orizzontale (nello psichico dello stato individuale umano) e non nel senso verticale (lo spirituale). La presa di coscienza dell’esistenza di una gerarchia fra gli stati superiori e inferiori dell’essere è fondamentale.

Tendiamo a far comprendere quanto appartenga ai “piccoli misteri” (aparavidya) e quanto ai “Grandi misteri” (paravidya). Si vuole chiarire che i “piccoli misteri” comprendono tutto quanto tende a correggere lo “stato umano decaduto” per riportarlo allo “stato primordiale”. I “piccoli misteri” rappresentano uno stadio del percorso iniziatico, quindi una vera e propria preparazione ai “Grandi misteri”. Di qualsiasi possibilità si sia forniti non si può procedere oltre quella: alcuni individui possono essere qualificati solo per i “piccoli misteri” o per parte di essi. L’occasione per procedere oltre sarà fornita in una vita successiva se quanto dovuto all’attuale percorso possibile verrà svolto al meglio. I “Grandi misteri” rappresentano lo stadio che potrà consentire di andare fino in fondo al percorso previsto. I “Grandi misteri” hanno il compito di condurre il “realizzato” dell’individualità umana attraverso gli stati superiori dell’essere per la cosiddetta “Liberazione” verticale, la piena manifestazione del Sovrano. Simbolicamente si parla di “realizzazione orizzontale” per i “piccoli misteri” e “realizzazione verticale” per i “Grandi misteri”. I “Grandi misteri” rientrano nell’ordine “metafisico puro” (soprannaturale; Uno-senza secondo; Brahman nirguna) mentre i “piccoli misteri” rientrano nell’ordine “naturale” (nel mondo fisico; nell’Uno principiale, Isvara o Brahman saguna).

Presentando noi le diverse facce della Conoscenza (Tradizione Universale) nelle varie forme di tradizioni relative (derivate) vogliamo indicare, e far comprendere, come la Conoscenza metafisica pura è UNA e IMMUTABILE. La Tradizione Universale non potrà mai essere toccata da alcun cambiamento epocale. Chi si “localizza”, per propria ricerca personale, in una qualche organizzazione iniziatica incompleta raccoglierà una dispersione di possibilità, sviluppi secondari lontani da un fine superiore.

La vera “Iniziazione” è la trasmissione di una “influenza spirituale”, significa che implica l’azione di una influenza di ordine superiore (non-umana). Il rito utilizzato è un appoggio per l’influenza spirituale non-umana e l’officiante deve essere un portatore “qualificato” e appartenere ad una “catena iniziatica”. Tale “catena iniziatica” è stata chiamata in sanscrito parampara, in ebraico shelshelet, in arabo silsilah e in molti altri modi. Per la vera iniziazione necessita un autentico Ordine esoterico-iniziatico che persegue fini di ordine elevato. Chi trasmette non lo fa come individuo ma come “parte” di una “catena” il cui punto di partenza è al di fuori e al di là dell’umanità, nella “Sfera dell’Alto”. Ogni autentico trasmettitore e l’Organizzazione di appartenenza operano in nome del principio che rappresentano. All’interno del rito di trasmissione tutti gli elementi dell’iniziatore fungono da supporto per l’influenza spirituale: pensieri, respiro, voce, sguardo, prana, ecc. Il santo prana in particolare non è che il veicolo sottile dell’influenza spirituale non-umana trasmessa dal Maestro al discepolo “qualificato”. L’iniziatore, il trasmettitore incarna la Tradizione Primordiale stessa.

Per noi la Tradizione Primordiale è “sacra”. Verso di Essa ci rivolgiamo con uno spontaneo “senso del sacro”. Il mondo profano ha smarrito il “senso del sacro”. Il “sacro” non rappresenta il dominio di un certo numero di cose ma il punto di vista avuto dagli esseri prima dell’allontanamento dallo “Stato Primordiale”, prima dell’umanità non ancora decaduta.

Il mondo dei ricercatori deve risolvere il problema delle informazioni errate, o mal interpretate, che disorientano. Ad esempio sulle organizzazioni iniziatiche. Le organizzazioni iniziatiche autentiche vanno distinte dalle società segrete. Accade spesso che molte società segrete, i cui fini sono lontanissimi dalle istanze iniziatiche, si strutturino in forme pseudo-iniziatiche, per mascherare i loro veri intenti. Le organizzazioni iniziatiche sono riservate, non segrete, per proteggere quanto potrebbe venire interpretato erroneamente dai profani, che non sono dediti a serie ricerche e profonde riflessioni. E soprattutto proteggono il segreto iniziatico. Le società segrete al contrario, o sono oscure o malavitose (volte all’illegalità) e i segreti che proteggono non hanno nulla di elevato spiritualmente. Quanto proteggono le organizzazioni iniziatiche non ha alcun significato e valore per i profani, per gli enti planetari obliati, ed inoltre quanto protetto non mette a rischio alcunché. Il segreto iniziatico non è qualcosa che si vuol nascondere come è d’uso occultare le cose più diverse all’interno delle società segrete. Per quanto concerne il segreto iniziatico non si tratta di nascondere una cosa o una informazione esteriore ma di non rivelare “qualcosa” di inesprimibile, di incomunicabile. Con il segreto iniziatico non siamo in presenza di un segreto di ordine esteriore che può essere rubato o tradito. Il segreto iniziatico appartiene alla natura dell’inafferrabilità: è del tutto inaccessibile all’uomo ordinario anche volendolo penetrare. La conoscenza del segreto iniziatico non è altro che la conseguenza stessa dell’iniziazione perciò non è esprimibile con parole né può essere colto da una vista carnale. Assistere ai gesti rituali e allo scorrere dei simboli non può dare nulla ad una coscienza profana (non risvegliata). Il segreto iniziatico, incomunicabile, può essere raggiunto grazie all’influenza spirituale non-umana durante l’iniziazione, dove riti e simboli sono veicoli di qualcos’altro, che ogni candidato penetrerà più o meno profondamente, secondo le possibilità della propria “qualificazione” coscienziale. Il carattere delle organizzazioni iniziatiche autentiche è irrinunciabile perché il segreto iniziatico non è nascosto volutamente ma per quell’inafferrabilità che è nella sua natura.

Un’altra questione necessita di essere illuminata: quella delle diverse forme di “vie” e della confusione che i ricercatori fanno nel percorrerle, senza parlare della mescolanza fatta a proposito di esse. Si aggiunge, a chiarimento, anche la tanta differenza che c’è tra chi ha bisogno di percorrere una “via” (e fino in fondo, senza saltare da una all’altra) e chi no, come nel caso dell’iniziato vero.

Saper parlare tutte le lingue del mondo e non usare quella compresa dall’interlocutore che si ha davanti significherebbe non voler farsi comprendere. L’iniziato vero è al di là delle “vie” perché ha già percorso fino in fondo quanto previsto da una “via autentica”. Per questo, l’iniziato, lo si può trovare operante (praticante) in una delle diverse “vie” (le forme che conducono tutte allo stesso scopo) per “trasmettere” la coscienza dell’unità ma anche l’identità fondamentale di tutte le tradizioni. Per trasmettere la coscienza dell’unità non si intende elargire splendide nozioni, ma provocandone l’esperienza effettiva. Solo chi ha percorso fino in fondo un sentiero si ritrova al di là di tutti i sentieri perché l’esperienza fatta gli fa riconoscere le forme di tutti i sentieri e ciò gli permette di essere in grado di “trasmettere” esperienza. Chi parla soltanto, anche se in modo erudito, (senza effettiva esperienza, o senza aver percorso fino in fondo una via), delle diverse “vie”, di quale è meglio percorrere, cosa è meglio fare o non fare e dimostra ancora, in modo evidente, che non è libero dalla sofferenza profana e dalla ignoranza che creano il vivere, nonché dalla tensione e dall’inquietudine irrisolte ma velate, non dovrebbe che sperimentare il “silenzio” autentico che fa recuperare gli errori e rimette sulla giusta “via”.

Le diverse forme tradizionali conducono tutte allo stesso scopo anche se partono da punti differenti che portano, come i raggi di una ruota, al centro unico fondamentale: la Tradizione Primordiale.

Vi sono i Misteri Minori, che hanno qualche fondamento d’istruzione e di preparazione preliminare per quello che deve venire dopo ed i Misteri Maggiori nei quali non rimane più nulla da imparare nell’universo, ma solo contemplare e comprendere la natura e le cose”.

San Clemente di Alessandria

tratto da “Il Sentiero Realizzativo” di Rosario Castello (su: www.amazon.it)

DELLO STESSO AUTORE:
Yoga – Piccola guida per conoscerlo
Il Volto del Male – Mistero e Origine
Il Sole D'Oro - Una Via per Shambhala
L'invisibile identità del potere nascosto
Tradere  – Per le Stanze dell’Esoterismo Volume I
Tradere  – Per le Vie immateriali dell’Esistenza Volume II
Tradere  – Per le immortali Vie dello Yoga Volume III

Alcuni libri consigliati:
Glossario Sanscrito
a cura del Gruppo Kevala, Edizioni Asram Vidya
Il Sentiero della Non-Dualità
Raphael, Edizioni Asram Vidya
La questione delle dottrine non scritte e l’esoterismo di Platone
Carmelo Muscato, Edizioni Asram Vidya
La Scienza dell’Amore
Raphael, Edizioni Asram Vidya
Il libro dei Simboli
Archive Research Archetypal Symbolism, Taschen Edizioni
L’Enciclopedia dei Simboli
Chevalier e Gheerbrant, Bur Edizioni
Considerazioni sulla Via Iniziatica
René Guénon, Gherardo Casini Editore
La Tradizione e le Tradizioni
René Guénon, Ed. Mediterranee
La dottrina sufica dell’Unità
Leo Shaya, Ed. Mediterranee
I Maestri di Saggezza
J.G. Bennett, Ed. Mediterranee
Gnosis (etudes et commentaries sue “La tradition ésotérique de l’Orthodoxie orientale”)
Boris Mouravieff, Prix Victor-Emile Michelet de Littèrature esoteique, 1962
Orientamenti Iniziatici
Paolo M. Virio, Ed. Sophia – Roma
La Tradizione Esoterica Giudaico-Cristiana
Paolo M. Virio, Bastogi Editrice Italiana
Mistero e Origine del Male alla luce della Tradizione
Jean Phaure, A.L.F.
La scienza iniziatica
Al-Qaysari, Edizioni Il leone verde
La Scala di Luce
As-Sulami, Edizioni Il leone verde
Il mistero dei Custodi del mondo
Ibn’Arabi, Edizioni Il leone verde

 

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