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346. Per chi ha acceso il fuoco dentro di sé di Raphael

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Il momento storico dell’umanità è caratterizzato da un intenso intorpidimento delle coscienze e da una profonda attenzione alla sfera del sensibile corporeo che assorbono tutte le energie.

Anche quei “molti” che si interessano a questioni spirituali, religiose o iniziatiche sogliono porre l’accento soprattutto sull’aspetto contingente e particolare, anche se si esprimono in termini di trascendenza dell’empirico o, addirittura, di metafisica realizzativa.

Alcuni, e non sono pochi, sono poi afflitti da problemi psicologici, di disadattamento ambientale, da frustrazioni varie sì da ricorrere allo yoga o alla letteratura esoterica occidentale come semplice mezzo di sfogo o terapeutico.

Altri ancora, e ci si ferma qui, seguono insegnamenti che possono assecondare lo sprigionamento del devozionalismo passivo, dell’energia sessuale o del potere psichico (siddhi); anzi , si cerca persino di potenziare questi fattori per gratificare esigenze mondane.

Gli insegnamenti originali dei Rsi, o di uno Sankara, di un Orfeo, di un Ermete, di un Platone, di un Buddha e dello stesso Gesù hanno perso, all’occhio dello “spiritualista profano”, la loro Dignità, Autorità, Austerità, la loro vera autentica essenza. Le loro dottrine vengono commercializzate, degradate, snaturate e interpretate in modo tale che l’”io empirico” possa trovare il suo spazio e la sua sopravvivenza. “Levigare la propria pietra grezza” è arduo, soprattutto oggi, perché in definitiva riesce più facile devolvere ad altri il compito di farlo. La condizione dell’umanità della presente “età del ferro” ormai è tale che sembra difficile attuare anche una semplice rettificazione; però non c’è da disperarsi perché l’abbattimento e la disperazione fanno parte dell’avidya (ignoranza metafisica) o dell’annebbiamento emotivo. Sul piano del divenire ogni cosa è ciclica: vi è una nascita, una crescita e un decadimento, poi si ricomincia; e questa ciclicità si perpetua fin dalla notte dei tempi. Non c’è da meravigliarsi dunque: ogni cosa è al suo giusto posto …

di Raphael (Orfismo e Tradizione iniziatica, Edizioni Asram Vidya)

 

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