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1. Elementi interpretativi di una “Visione” Tradizionale

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Gli uomini, da qualunque punto della Terra guardano verso l’alto, contemplano lo stesso cielo comune. Tutti gli uomini sono all’interno della stessa “Realtà”. Tutti i culti che gli uomini professano hanno un unico fondamento.
La “Verità” che aspetta ogni uomo è unica per tutti. Le strade che possono condurre all’unica “Verità” sono molte (“… sono quanto i respiri degli uomini…”, dice un antico detto arabo).

Discende, nel mondo degli uomini, una “Conoscenza di Origine non umana” (cioè non originata dalla mente umana) che viene custodita come “Tradizione Universale” (Primordiale).
La “Tradizione Universale”, dalla purezza delle “Origini” si diffonde, sotto diverse forme e linguaggi ma si particolarizza, a causa dell’oblio umano, in varie “tradizioni particolari”, sia in Oriente sia in Occidente. Le “tradizioni particolari” occultano le “conoscenze” in qualità di “Segreto fatto diventare “Mistero”.
La diffusione della “Conoscenza” assume diverse forme di “insegnamento” (“dottrina” e “prassi”).
Le diverse tradizioni, di civiltà apparentemente molto distanti tra loro, trovano il loro punto d’origine nel corpo unico delle conoscenze della “Tradizione Universale”. Frammenti di questa primordiale “Conoscenza” continuano a unire idealmente popoli diversi. Una corrente mai interrotta ha sempre continuato a scorrere sotto la superficie degli eventi storici. Tutte le “tradizioni particolari” sono solo adattamenti della Grande “Tradizione Universale” Primordiale.
La “Tradizione Universale”, fuori dal coro dei vari insegnamenti mutevoli con le epoche, esiste per rappresentare e trasmettere all’uomo “predisposto”, e successivamente “pronto”, quanto non può appartenere al limitato e mutevole mondo profano.
C’è stato un “errore”, una “scissura” o “caduta”, dell’uomo, e la “Tradizione Universale” offre un “processo di reintegrazione”.
La via del ritorno all’Unità è una via ardua ma possibile.
Molte delle vie di “Conoscenza” soggette agli influssi dei tempi si sono ridotte ad una trasmissione discorsiva, raccontata (trasmissioni concettuali quali riflessi di una sapienza unitaria preesistente).
La “Conoscenza” diramatasi in alcune forme principali quali la “Gnosi” e l’”Ermetismo” (nelle scuole ermetiche vige ancora oggi il sistema planetario di Macrobio – pagano e neo-platonico nel V secolo d.C.–, canonizzato da Tolomeo) che a loro volta diedero vita, come natura umana vuole, a diverse scuole.
Sia la Gnosi sia l’Ermetismo influenzarono grandemente la cultura umana tramite dei liberi pensatori (veri iniziati) quali Dante, Marsilio Ficino e Pico della Mirandola.
Questi fecero conoscere opere dell’antichità che nella figura di Ermete Trismegisto (il Tre volte grande), il quale ricomprende in il dio greco Ermes e il Thoth del Pantheon egiziano, realizzavano un sincretismo tra la cultura ellenica e la tradizione orientale.
La prerogativa essenziale dell’Ermetismo infatti si costituisce con la fusione tra le concezioni filosofiche e religiose ellenistico-romane e la cultura egizia, ricavandone una visione mediana tra il punto di vista greco e quello gnostico.
In realtà le influenze ermetiche conducono il filo sapienziale fino a Pitagora dove egli lo trasse dal mondo antico (dalla Sapienza dei Misteri) per donarlo ai posteri col pitagorismo e con l’influenza di Eraclito, Parmenide, Zenone, Platone, Aristotele e molti altri ancora.

 

“Nel Tutto non vi è niente che non sia Dio. In conseguenza di ciò, non riguarda Dio niente di quanto segue: né il luogo, né la qualità, né la figura, né il tempo; poiché Dio è tutto, e il Tutto è in tutte le cose e avvolge tutte le cose. Rendi onori divini a questo mio discorso, o figlio. Uno solo è il modo di adorare Dio: non essere malvagio”.

fine del discorso di Ermete Trismegisto a Tat sul Nous comune
dai trattati del Corpo Ermetico e l’Asclepio

 

“Quando ciascuno di noi nasce e riceve l’anima, è preso in custodia dai demoni, che nel preciso istante della nascita ne divengono ministri; questi sono appunto quei demoni che sono stati posti agli ordini di ciascun astro. Questi poi si danno il cambio vicendevolmente di istante in istante: non restano in funzione gli stessi, ma si avvicendano a rotazione. Essi dunque, penetrando attraverso il corpo nelle due parti dell’anima, la tormentano in modo diverso, ciascuno in base alla propria attività. Solo la parte razionale dell’anima resta libera dal dominio dei demoni, pronta a ricevere Dio dentro di sé”.

dalle Definizioni di Asclepio al Re Ammone – dai trattati del Corpo Ermetico e l’Asclepio

 

“E il cielo apparve in sette cerchi e gli Dei si manifestarono in forme di astri con Tutti i loro caratteri e gli astri furono enumerati con tutti gli Dei che sono in essi”.

da il Pimandro – Hermeticum –

Il racconto spirituale dell’Umanità è tutta una continua contrapposizione. Infatti i cristiani contrappongono Inferno e Paradiso, i buddhisti Samsara e Nirvana, i filosofi il Divenire e l’Essere (o Tempo ed Eternità), gli ermetisti Periferia e Centro, gli gnostici il Kenoma (questo universo di un divenire di morte) al Pleroma (la dimensione di luce eterna) e alla Fatalità astrale la Provvidenza (Pronoia) o Grazia.

L’Umanità non è vero che segue la legge dell’evoluzione definita da Darwin o da Lamarck. L’evoluzione non riguarda l’aspetto dell’Uomo nella realtà fisica del corpo-materia ma solamente la realtà animica. Per evoluzione dell’Uomo dovrebbe intendersi il processo di “risveglio” della sua coscienza fino al completo “ricordo” di ciò che realmente egli è.
L’Universo è un Organismo Organico costituito dalla Materia che si manifesta visibile (luce bianca) e dalla Materia oscura (luce nera) che sembra immanifesta.
L’Uomo sembra vivere in un mondo solido ma ciò è un fatto solo apparente. Il mondo in cui l’Uomo è immerso è costituito da una gamma di frequenze che si traducono in particelle che poi danno vita alla Materia: da quella elementare a quella vivente. Il mondo solido non è poi così realmente solido.
Le frequenze sono pura e viva Intelligenza in azione.
Quindi dall’esperienza senza limiti delle eteree frequenze delle sfere più Alte a quella delle più dense frequenze nei limiti dei cinque sensi, si può riconoscere il viaggio della manifestazione dell’Uomo, al di là di come venga definito.

Quando si parla di “Uomo”, cosa dovrebbe intendersi con tale definizione?
Dovrebbe intendersi per “Uomo” non l’ego-corpo-personaggio ma l’Anima Immortale pienamente risvegliata e/o compiuta in se stessa nella Materia, con uno strumento d’espressione all’altezza del mandato ricevuto alle “Origini”.
L’Uomo ha perso (cioè dimenticato) il sapersi essere immortale.
Lo “Stato Primordiale” permetteva all’Uomo di avere la perfetta e completa visione della continuità della Vita. Nell’Uomo, infatti, non esisteva il pensiero di vita e di morte in quanto la visione della continuità gli faceva vivere un diverso senso della realtà rispetto ad oggi. L’Uomo, con il corpo o senza il corpo, restava l’immortale essere delle origini.

L’ego-corpo-personaggio karmico è solo un riflesso dell’Anima che di volta in volta, come i raggi del sole, emana un raggio-ego-corpo-personaggio dietro l’altro per risolvere il problema della caduta o scissura che dir si voglia: un ciclo reincarnazionistico da spezzare.
L’ego-corpo-personaggio karmico non dovrebbe essere tale ma uno strumento-canale di manifestazione senza il problema della morte.
L’ego-corpo-personaggio in effetti non esiste, è di una realtà inconsistente, illusoria perché è solo una proiezione dell’essere reale che si sta risvegliando nella matrice fisica, o si deve ancora risvegliare, o si è risvegliato del tutto, camminando come custode o esecutore del mandato ricevuto alle “Origini”.
L’Umanità è costituita in parte dagli “Esseri Luminosi delle Origini” creati dall’Altissimo e in parte dagli esseri (anime grezze) emanati dagli Arconti (gli esseri guidati dal primo ribelle contro Dio).
Ialdabaoth è il primo “Essere Luminoso delle Origini” (divenuto il potente Eone dalle dodici teste e dal corpo di serpente) che volle divenire egli stesso creatore, imitando la “procedura” dell’Altissimo. Insieme ad altri “Esseri Luminosi delle Origini” (ribelli a Dio), formarono una potente Gerarchia di Esseri (Reggitori, Ministri), ma dalla Luce ormai imperfetta. Questi Esseri vengono anche chiamati “Arconti”.
Non tutti gli “Esseri Luminosi delle Origini”, intrappolati nella carne-materia, si sono risvegliati e liberati.
Gli esseri (anime grezze) emanati dagli Arconti hanno il compito di ostacolare il risveglio agli “Esseri Luminosi delle Origini” che si riflettono in un ego-corpo-personaggio karmico.
L’ego-corpo-personaggio identificato solo con la realtà fisica della Materia è convinto, cioè crede, che tutto finisca con l’estinzione del corpo in una sola esistenza.
L’”Essere Luminoso delle Origini”, ridotto a ego-corpo-personaggio karmico, resta incantato dal canto suadente delle Sirene di Maya (l’Illusione) del mondo, sperimentando gioie e sofferenze.
L’ego senza una connessione con l’Anima (il Sé) resta bloccato nel proprio convincimento privandosi delle infinite possibilità per il risveglio. Quando tutto ciò si risolve l’Anima può assumere diversi Ego in funzione di quanto necessita sperimentare ancora nell’esistenza per il risveglio.
L’Anima dotata di libera scelta sin dalle origini è ostacolata dagli Arconti (che si muovono nel regno della luce astrale) che fanno di tutto per farla restare nell’oblio e nella convinzione della mortalità.
Il “Giudizio” che grava sulla testa umana è stato deliberato dagli Arconti (non dall’Altissimo) per dominarla, regolarla e relegarla solo entro certi confini, in modo da impedire alle Anime ogni tentativo di liberazione.
Gli esseri (anime grezze) emanati dagli Arconti dopo la morte dell’ego-corpo-personaggio vengono prelevati per essere costretti a una nuova reincarnazione certa. Restano vittime di un determinismo senza speranza: pagano lo scotto di aver subito la creazione della Luce imperfetta degli Arconti.
Gli “Esseri Luminosi delle Origini” dormienti (nella Materia), in via di risveglio o risvegliati, sono sotto l’egida di una Grande Luce Divina chiamata in più modi dalle tradizioni: Egemonikon, Sanat Kumara, Melkizedek, eccetera, eccetera. Non significa che gli “Esseri Luminosi delle Origini” siano privilegiati ma è il segno di riconoscimento dell’elevata provenienza divina. Anche queste Anime sono solo in parte dominate dagli Arconti mentre le Anime da questi emanate (anime grezze) sono destinate a restare ceche a qualunque Luce.
La Vita delle Anime  “Esseri Luminosi delle Origini” è un sistema di Vita Immortale ridotto nella struttura dei limiti dello spazio e del tempo, con l’illusorietà della morte.
L’Anima è soggetta all’incarnazione e alla reincarnazione per affrontare le esperienze che la possono risvegliare e liberare.
L’ego-corpo-personaggio karmico, riflesso-manifestazione dell’Anima, si forma in base agli elementi reincarnazionistici precedenti (utili per il livello di risveglio raggiunto), al codice genetico prescelto, all’interazione con i pianeti e lo Zodiaco al momento dell’incarnazione, formando il potenziale complesso energetico per poter avanzare lungo il processo di risveglio necessario.
L’Uomo predisposto deve cercare un potente influsso (Maestro, Centro Iniziatico) in grado di trasferire l’Anima da Heimarmene (l’Uomo interiore o di luce) a Pronoia (la Provvidenza, la Grazia).

La “Verità” discesa in forma di “Conoscenza non originata dalla mente umana” (Tradizione Universale”) può essere verificata nella profondità di ogni Anima poiché discerne da ubicazioni geografiche (Oriente Occidente), da culture, da usi, da costumi, da dottrine, da qualsiasi legge.

Ma allora esiste un Dio?
Se esiste, chi o cosa è?
Si può dire del vero Dio che:
è “Colui di cui Nulla si può dire”; è l’Eterno Silenzioso; è l’Abisso che è al di là del Bene e del Male; è al di là del mondo finito, dello spazio e del tempo; è al di là del concetto della creazione e della creazione stessa; è l’Immutabile (se fosse mutabile non potrebbe essere Dio).
È l’UNO senza secondo.

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