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514. Il bisogno di verità di G. Amari e A. Vinci

Lunedì 07 Luglio 2014 00:00 Rosario Castello
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Presentiamo, di seguito, un lavoro egregio (Loggia P2Il Piano e le sue regole), svolto in nome della verità da parte di Giuseppe Amari e Anna Vinci. Vorremmo ci fossero molti più italiani a volere una verità ripetutamente nascosta da maschere, sovrapposte nel tempo, per mano di un certo gruppo di potere che in Italia serve, da molti decenni, un potere internazionale al servizio di quel “potere nascosto” cui facciamo spesso riferimento nei nostri lavori. A questi due autori, che non conosciamo personalmente, vanno i nostri complimenti e i nostri ringraziamenti per il loro profondo pensare illuminato e la capacità di saper vedere i legami di più domini coinvolti. E soprattutto aver capito che la P2 non è superata ma che la situazione critica attuale da essa è dipesa, per molti versi, per quanto fatto in quegli anni fino all’attuale. Quegli uomini, quei poteri operano ancora.

il Centro Paradesha

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(Loggia P2Il Piano e le sue regole)
Castelvecchi Editore
www.castelvecchieditore.com

Introduzione al libro di Giuliano Turone

Hanno contribuito:
F.M. Biscione, T. De Mauro, G. Leone,
L. Mariucci, M. Prospero, A. Roncaglia

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Il bisogno di verità

Il 17 marzo 1981, nel corso della perquisizione ordinata dai giudici Giuliano Turone e Gherardo Colombo, presso la dimora di Licio Gelli, nell’ambito della indagine sul fallimento della banca di Michele Sindona, furono rinvenuti gli elenchi degli affiliati alla Loggia P2. Nel luglio 1982 viene sequestrato a Maria Grazia Gelli, figlia di Licio, il Piano di rinascita democratica, elaborato a metà anni Settanta. Enorme fu il contraccolpo di quelle scoperte, sia per i nominativi affiliati sia per il contenuto del Piano stesso.
Giuliano Turone ricostruisce queste vicende nei suoi molteplici e inquietanti collegamenti, mai del tutto chiariti, introducendo il testo integrale del Piano e le norme di affiliazione alla Loggia.
Con il presente volume, il testo e le norme vengono sottoposte all’esame critico di autorevoli studiosi di diverse discipline, anche al fine di seguire lo sviluppo del progetto nel tempo, tenuto conto che nel Piano si fa preciso riferimento a obiettivi di breve, medio e lungo termine.
Tina Anselmi, la coraggiosa parlamentare che, nel dicembre 1981, su incarico di Nilde Jotti, allora presidente della Camera, assunse il gravoso incarico di presiedere la Commissione parlamentare di indagine sulla Loggia, nella sua testimonianza riportata in Appendice, mette ben in rilievo la pericolosità di quella associazione e le difficoltà incontrate nell’accertamento della verità, che è rimasta tuttora parziale.
La Commissione fu chiusa, anticipatamente rispetto alla stessa volontà della presidente, il 15 luglio 1984; il dibattito politico e l’approvazione parlamentare della relazione di maggioranza presentata da Tina Anselmi avvennero soltanto nel gennaio del 1986 in un’aula semivuota. È significativa la seguente nota di Tina Anselmi: “10 maggio 1984, ore 18,30 – Visita a Pertini [Sandro Pertini, Presidente della Repubblica, ndc]. Mi ringrazia per quello che ho fatto per il paese e l’Italia. Mi conferma la sua stima e la sua amicizia, per il coraggio che ho. Annota che nel Palazzo non si avrà la volontà di andare a fondo e di accogliere la mia relazione”.
Per il suo insidioso progetto antidemocratico e il depistante linguaggio, a cominciare dallo stesso titolo, il Piano assurge a paradigma del potere occulto che va al di là della contingenza storica e nazionale.
A distanza di trenta anni dalla chiusura della Commissione ha ancora un senso soffermarci su quel progetto eversivo? Le tante vittime di quegli eventi, che rimarranno per sempre le “pietre di inciampo” della nostra democrazia, chiedono ancora la verità prima ancora della sanzione giuridica.
Tina Anselmi, nel suo intervento del 1986 alla Camera, presentando i lavori della Commissione, sottolinea:

[…] Dall’esplorazione di questo mondo, da questa ricognizione invero poco edificante, dell’altra faccia della luna, possiamo trarre una conclusione principale di significato politico rilevante: che ogni tentativo di correggere surrettiziamente e per vie traverse il sistema democratico significa in realtà negarlo alla radice dei valori costitutivi.

Ci sembra di poter affermare che, nonostante i molti governi e le diverse maggioranze, siano mancate e ancora manchino, salvo qualche isolata eccezione, il coraggio e la volontà politica di far emergere e combattere il potere occulto, che con le sue maschere corrode la nostra democrazia.
In un Paese da troppo tempo in deficit di verità prima che in deficit finanziario, in emergenza democratica prima ancora che economica, e dove sembra che il passato non passi mai, non possiamo permetterci di continuare nelle consolidate, mortificanti oscurità e rimozioni.
La verità accertata e condivisa è il necessario presupposto alla democrazia e, nel nostro Paese, la condizione per la transizione a una vera Seconda Repubblica.
Un sentito ringraziamento agli autori per i generosi e impegnati contributi a comprendere il passato per meglio decifrare il presente.

Giuseppe Amari e Anna Vinci

 

Consigliati

Giuseppe Amari
Contro gli incappucciati della finanza, Castelvecchi Editore 2013
La dignità del lavoro, Castelvecchi Editore 2014

Anna Vinci
La Politica con il cuore (con Stefania Pezzopane), Castelvecchi Editore 2010
La P2 nei diari segreti di Tina Anselmi, Chiarelettere Editore 2011
La Mafia non lascia tempo, Rizzoli Editore 2013