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648. SE di Rudyard Kipling

Venerdì 22 Gennaio 2016 00:00 Rosario Castello
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SE riesci a tenere i nervi saldi quando tutti danno i numeri e se la prendono con te;

SE non ti lasci scoraggiare dai dubbi degli altri, ma di quegli stessi dubbi sai fare tesoro;

SE impari ad aspettare senza cedere alla noia, o ad ascoltare una bugia senza mentire anche tu, o a non ripagare l’odio con l’odio, ma anche a non sembrare troppo buono, a non fare troppi bei discorsi;

SE sei capace di sognare senza essere schiavo dei sogni e se sei capace di pensare senza voler pensare e basta;

SE sai tener testa a Trionfo e Disastro, trattando questi due impostori come si meritano;

SE riesci a sopportare che un gaglioffo trasformi quel che di vero hai detto in una trappola per allocchi, oppure a guardare i cocci di ciò che hai amato con tutto te stesso, chinarti su di essi e rimetterli assieme con strumenti non meno malconci;

SE hai il coraggio di stringere in pugno tutte le tue vincite e giocartele ancora una volta a testa e croce, e perdere tutto, e ricominciare da capo, e non sprecare fiato sulla tua sfortuna;

SE riesci a comandare a cuore e nervi e tendini di obbedirti come devono anche quando sono esausti, e a non mollare neppure nel momento in cui non hai altro che la tua volontà che ripete: ‘non mollare!’;

SE riesci a parlare alle folle restando onesto, o a camminare con i re conservando il buon senso;

SE il nemico non può farti del male, e neanche l’amico;

SE per te ogni uomo conta, ma nessuno conta troppo;

SE sei capace di riempire l’inesorabile minuto con sessanta piccoli scatti di lancetta,

Allora tua è la Terra e tutto ciò che contiene, e più che altro, ecco: allora sarai un uomo, figlio mio.

Rudyard Kipling

Pubblicata nel 1910, questa poesia fu scritta da Kipling per il figlio tredicenne che, arruolatosi volontario fu dato per disperso nei primi giorni di combattimento nel 1915 allo scoppio della prima guerra mondiale.