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631. Sai, il Vero Maestro (Sad Guru)

Lunedì 23 Novembre 2015 00:00 Rosario Castello
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Presentiamo, di seguito, alcuni stralci tratti dal Capitolo XII [Sai, il Vero Maestro (Sad Guru)] dell’interessante libro curato da N. KasturiLa Vita di Sai Baba” (Mother Sai Publications).
Sri Sathya Sai Baba nato il 23 novembre 1926 ha lasciato le spoglie fisiche (cioè lo sthulasarira) il 24 aprile 2011. Da allora, nello smarrimento generale della grande moltitudine di devoti sparsi in tutto il mondo, si sono visti precipitare non pochi problemi nell’asram dove Sai Baba ha svolto la Sua missione avatarica. Niente di nuovo sotto il cielo. È accaduto quanto è sempre avvenuto dopo la dipartita terrena di ogni Maestro: molti devoti sotto la spinta di una forte sollecitazione egoica, che invece chiamano spirituale, sentono il bisogno di manifestare una presunta superiorità nei confronti degli altri fratelli devoti fino a volere prendere le redini della loro sadhana. Fatto assurdo e inconcepibile per un vero devoto di Sai Baba che dovrebbe sapere benissimo cosa ne penserebbe Sai Baba stesso di tale circostanza. Più ego centrati si sono messi a creare correnti che non fanno altro che dividere, separare, far soffrire i più fragili, confondere, depistare, far rifiutare per conseguente disgusto la via intrapresa, e soprattutto non onorano la figura del Maestro, la Via da Lui indicata e gli Insegnamenti completi consegnati, trasmessi sottoforma di diversi livelli ineccepibili. I Suoi Insegnamenti, la Vidya per eccellenza, per chiunque vi voglia accedere sono già completi, comprensibili e non hanno bisogno di alcuna interpretazione da parte di devoti presunti-evoluti o pseudo iniziati che pretendono di essere stati incaricati, in gran segreto, da Sai Baba stesso ed aver ricevuto anche misteriosi segreti che possono essere rivelati solo seguendo questa nuova corrente, di stampo esoterico, con cuore puro e così avere il privilegio di “vedere” lo stesso Sai Baba nel suo lingasarira, ma intanto accontentarsi di quanto viene detto da una specie di medium che proferirebbe la parola dell’Avatara. Tutto questo più che di Vidya, o nuova Vidya sa di Avidya, cioè di ignoranza metafisica. Altre correnti, poi, pretendono di seguire, per mandato ricevuto, la nuova nascita di Sai Baba nella forma-Personaggio di Prema Sai; e così via fino a coloro che sostengono di essere posseduti dallo spirito di Sai Baba che parla tramite loro; e altro ancora: la fila degli imbroglioni dell’Assoluto è piuttosto lunga.
Cosa c’è di più esoterico della Vidya già consegnata da Sai Baba e spiegata, da Lui in persona, in mille modi diversi? Non esiste e non può esistere un’altra Vidya, o un altro Insegnamento per realizzare l’Atman-Brahman: sempre che sia questa la Verità cercata da un vero devoto della spiritualità. Se invece si ricercano i fenomeni nel mondo del divenire e la gratificazione di un ego-potere, nulla hanno questi a che fare con la Vidya, la Metafisica realizzativa pura che è quella che ha Insegnato Sai Baba (1926-2011).
Il dovere di un vero devoto-discepolo, dopo la dipartita del Maestro, è quello di proteggere e custodire quanto gli è stato “trasmesso”, cioè il Maestro nel proprio cuore, l’Insegnamento e la Via da seguire con rispetto e devozione, senza ascoltare le sirene dell’ego (interne ed esterne al sadhaka stesso) che cercano sempre di fuorviare il discepolo lungo la sadhana. Le trappole si nascondono nei luoghi e nei personaggi più insospettabili. Un discepolo non può cadere nella rete di maya se non per semplice convinzione e non per vera conoscenza diretta: in molti si illudono del fatto che certi personaggi siano stati vicinissimi al Maestro e per questo affidabili in tutto e per tutto, qualsiasi cosa dicano.
Ci auguriamo che le nebbie dell’illusione possano diradarsi e la presa di coscienza illuminante avere la meglio su quanto accade in tale ambito sopradescritto.

in Divina Amicizia il Centro Paradesha

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Sai, il Vero Maestro (Sad Guru)

(…) Baba si era recato alla spiaggia e con i devoti che Lo attorniavano si era messo a giocare con le onde dei mari che in quel punto (Kanyakumari o Capo Comorin è l’estrema punta dell’India del Sud ed è il punto di incontro tra il Mare Arabico e l’Oceano Indiano)  si congiungono. Ogni onda successiva sembrava più desiderosa della precedente di toccare i Suoi Piedi di Loto, e di offriGli il suo speciale omaggio. Improvvisamente, come se fosse consapevole dello struggente desiderio dei mari, Baba si fermò col viso volto verso le acque, e disse a quelli che Gli erano accanto:
“Vedete! L’Oceano Mi dà il benvenuto con una ghirlanda”.
In quello stesso istante, fu possibile distinguere, a pochi metri di distanza, una grandiosa onda che avanzava maestosamente verso la riva; ben presto accarezzò i Piedi di Baba e si ritrasse. Immaginate la meraviglia e lo stupore di tutti quando videro intorno ai Piedi di Baba una stupenda collana di perle, che ondeggiava e dondolava ad ogni flutto! Cento e otto luccicanti perle, ciascuna una gemma senza prezzo, legate con un filo d’oro! Oh, come appariva affascinante Baba! L’Avatara del Signore che riceve di nuovo l’omaggio di Varuna (Dio vedico del Cielo e delle Acque, invocato per scongiurare ogni pericolo proveniente dall’acqua).

(…) Tornando ora alle discussioni che costituiscono gli argomenti principali del programma del giorno per Baba, quando è a Prashanti Nilayam o in qualunque altro luogo, sarebbe meglio scorrere un elenco delle domande poste nel grande giorno in cui il mare rese omaggio a Baba.

[Domanda di Kasturi] Tutta questa creazione è solo Maya, Illusione?
Risposta di Sai Baba – No. Il considerarla come creazione è la Maya, apparenza; l’ignoranza della sua reale natura è Maya.
D. – Poemi epici come il Ramayana e il Mahabharata sono veri?
R. – Veri? Forniscono solo una parte della verità; per esempio, quando parlate di Me agli altri, non riuscite a descriverMi pienamente, vero?
D. – Perché Dio dovrebbe scendere come Uomo per ristabilire il Dharma, la Legge Morale? Non basterebbe la Sua mera Volontà (Sankalpa)?
R. – Senza dubbio, può essere fatto con un semplice atto di volontà. Ma come potete ottenere tutta questa beatitudine, se Dio non viene in forma umana? Quando c’è un piccolo disordine locale, è sufficiente l’intervento di un poliziotto per sedarlo; quando l’agitazione minaccia di diventare di proporzioni notevoli, sul posto viene inviato un vice-ispettore; quando diventa una sommossa, il sovrintendente di polizia in persona dovrà reprimerla; ma, quando, come ora, tutta l’umanità è minacciata di rovina morale, l’Ispettore Generale viene giù, il Signore con tutto il Suo esercito di uomini santi e di aspiranti (sadhaka).
D. – Dove dimora un Avatara?
R. – Nel luogo in cui la Disciplina Spirituale (Sadhana) può essere meglio intrapresa.
D. – Come possiamo sapere che Tu sei Shirdi Sai Baba?
R. – Per voi è difficile. Quando l’altro giorno “andai” nelle sembianze di un vecchio a salvare la bambina di Venkatarama sulla strada vicino a Bagepalli, lui non Mi riconobbe. Si profuse in ringraziamenti e mi porse una moneta da una rupia! Credette che fossi uno del villaggio di nome “Jodi Adipalli Somappa”, perché mi presentai con questo nome. Rama e Krsna sono Avatara dello stesso Signore, ma, le loro caratteristiche sono differenti; perciò, come potete capire l’identità tra questo Corpo e il Corpo di Shirdi? Coloro che adorano Shirdi Sai non Lo hanno capito e anche voi non avete capito me. Soltanto coloro che hanno capito entrambi possono emettere un giudizio, vero? …

Questo fu l’andamento della conversazione sulla spiaggia, dopo l’offerta della collana di perle!
Anche il giorno seguente, quando la comitiva raggiunse Courtallam, sulla via per Surandai, e la sera  si sedette fuori dell’Alloggio di Travancore per i bhajan, Baba invitò quanti Lo attorniavano a farGli delle domande. E queste sono le risposte.

Io sono dietro ogni aspirante; se egli si volta per vederMi, come può riuscirvi? Sono sempre dietro di lui. Talvolta, in un baleno, gli dò il Mio darsana, per pura Volontà Mia (Sankalpa).

Dio è Senza-principio (Anadi), ma ora la gente ha cominciato a litigare perché ognuno dice: Dio è nadi, nadi (che in telugu vuol dire “mio”). Nel mondo terreno (Jivaloka) vi è sia il bene che il male; nel Mondo dello Spirito (Pranaloka) vi è soltanto il bene; nel Mondo del (Atmaloka) entrambi sono uguali; nel Mondo dell’assoluto (Paramatmaloka), non vi è né il bene né il male.

Non esistono atei o miscredenti; prima o poi tutti realizzeranno Dio.

A scuola ci sono prove da sostenere ogni settimana ed ogni mese, e ci sono esami quadrimestrali e semestrali. Ma, solo dopo gli esami finali e dopo la valutazione degli scritti vengono resi noti i risultati e tu sei dichiarato “promosso” o “bocciato”. Fate bene ogni prova e meritatevi la grazia dell’Esaminatore.

Voi potete sia distruggere sia generare karma; la vostra disciplina spirituale potrà sia bruciarlo che generarlo.

Vi sono tre stadi di disciplina spirituale: quando l’aspirante è un individuo (sahajamanava), quando diventa un seguace della disciplina spirituale (sadhanamanava), quando raggiunge lo stadio in cui diventa il Signore di tutto (sarveshvaramanava). Dapprima ci sono tre entità: il mondo (loka), l’individuo (jiva) e Dio (Isvara). Poi si riducono a due: l’individuo (jiva) e Dio (Isvara). Infine, soltanto Isvara rimane per tutti e tre.

Tutta questa Creazione è stata resa possibile soltanto con queste due entità: la materia inerte (jada) e la Coscienza Divina (Caitanya); Prakrti e Purusa: la Natura e Dio.

Il violinista Vidwan Chowdiah suona 400 melodie (raga) non con un violino di 400 corde, ma con un violino che ha 4 corde, vero? Argilla e acqua fanno un vaso; Siva e Sakti fanno questo mondo (jagat).

Quando i raggi del Sole vengono catturati e concentrati su un punto con un pezzo di vetro, producono fuoco; quando i raggi della Grazia del Signore sono così concentrati, illumineranno l’intelletto (buddhi), bruceranno e distruggeranno la mente.

Per la meditazione (Dhyananam) e la preghiera (Japam), vi sono certi passi da compiere e stadi da seguire; una ricerca a caso di ideali spirituali non va bene.

Se mi chiedete se sia più utile la Preghiera (Japa) o la Meditazione (Dhyana), vi risponderò: quella che in voi suscita più fede (sraddha). Nella preghiera le labbra e la lingua non dovrebbero muoversi; la preghiera deve essere mentale. Radha (la pastorella di Brindavan) è Dhara, la Terra, la Natura o Prakrti, la controparte di Purusa, Dio. Radha è Devozione (Bhakti), l’adhar, ossia la base; deve scorrere come dhara, ossia una corrente d’acqua continua. Se accettate la via della Verità, l’insuccesso non vi apparirà come tale; l’infelicità non vi sembrerà penosa.

Queste sono alcune delle preziose espressioni di Baba che fanno di un viaggio (yatra) con Lui un vero viaggio verso la Conoscenza (Jnana yatra).
Ovunque Baba si trovi, concede colloqui personali come a Prashanti Nilayam e dispensa il dono della consolazione, del coraggio e della fede a tutti coloro che ne vanno in cerca. Inoltre, incoraggia i devoti ad organizzare bhajan e a cantare in coro il nome del Signore. Molto spesso li addestra al canto. Così Baba si muove da un luogo all’altro, facendo fiorire i cuori di gioia, profondendo le Sue Benedizioni a tutti coloro che sono afflitti e sinceri, comprovando in ogni momento, con i miracoli, che Egli ha assunto la Forma Umana per te e per me.

dal Capitolo Sai, il Vero Maestro (Sad Guru)
del libro La Vita di Sai Baba a cura di N. Kasturi
Mother Sai Publications

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Come possono coloro che l’hanno conosciuto (da molto vicino) tradire il Suo Insegnamento, mediante la diffusione di una corrente che vampirizza il senso critico di molti devoti spingendoli verso una direzione deviante dal Suo Insegnamento metafisico?
Il Suo vero Insegnamento non era costituito dai miracoli che elargiva, che avevano lo scopo di aprire i cuori e le menti in questa età oscura del kaliyuga, ma dalla Vidya (Philosophia Perennis), la Conoscenza suprema, comprensiva della paravidya (esposta nelle Upanisad) che riguarda l’ultimo e più importante fine dell’uomo, la moksa (la Liberazione).
Egli ha insegnato la Metafisica pura ma i molti, non ascoltando davvero le Sue parole, si sono fermati al fenomenico, alla spettacolarità che aveva solo il fine di attrarre le menti per indirizzarle ad una efficace dharana, lungo la sadhana intrapresa, facendo prevalere una filosofia del divenire mascherata di spiritualità anziché scegliere l’originale filosofia dell’Essere. Per questa debolezza trascurata dai molti, l’insidia (mediante lo specchio per le allodole delle belle opere – Mandir, ospedali, scuole, asram nuovi –, spillando denaro ai benestanti in buona fede, ha tirato la rete dei convincimenti) ha trovato la sua efficacia tra i tanti devoti che si sono identificati con lo stato di bisogno e non con gli Insegnamenti ricevuti.
Bisogna sapere che la mente, di chi è in buona fede e ricerca sinceramente, spesso viene intrappolata da chi offre la falsa conoscenza, la Mithyajnana, e da essa si lascia guidare e imprigionare, lasciando la coscienza fuori dalla Verità. Vengono elaborate, anche se in buona fede, delle convinzioni-strutture che costruiscono fortezze concettuali inattaccabili, perché legate alle aspettative suscitate dagli ingannatori, fino a restarne prigionieri privando, alla coscienza, l'ingresso nella vera Realtà. I bravi e sinceri devoti-sadhaka poggiandosi però sulle illazioni sistematiche, pur pensando di essere di fronte ad una verità senza esserlo, girano intorno ad un nucleo falso senza vederlo. Chi va a toccare quel loro falso edificio provoca reazioni, non proprio spirituali, oppure una dimostrazione spiacevole di mero sincretismo.
Sri Sathya Sai Baba in persona direbbe, molto adirato sivaicamente, che stanno realizzando sulla Sua immagine un piano di “Brand Strategy” integrato da una operazione di “People Strategy”, per dare all’evento la sua giusta collocazione: una mistificazione che deve convincere e creare un seguito.


“Il mondo oggettivo è l’illusione nata dall’ignoranza che vi fa ignorare l’Uno che apparentemente sembra i molti. L’ignoranza determina l’identificazione con il ‘mio’; infatti quando muore qualcuno a cui siamo attaccati, ci sentiamo affranti, ma se muore qualcuno che non fa parte della nostra cerchia di parenti e amici, non ne siamo minimamente colpiti. È il senso di ‘io’ e ‘mio’ che causa sofferenza e paura.
Ecco perché le Upanisad proclamano che soltanto la rinuncia conferisce l’immortalità, la libertà e la realizzazione. La più sublime saggezza è la consapevolezza dell’unità, dell’Uno che è tutto questo! Infatti non c’è il due, c’è solo l’Uno, Brahman.
Voi lo realizzate quando siete nel sonno profondo, quando i pensieri, sentimenti, emozioni, passioni, attaccamenti e conoscenza cessano: solo l’Io rimane e la felicità di essere solo l’Io. Ma nello stato di sonno non siete consapevoli di quell’Ananda, beatitudine. È solo dopo essersi svegliati che affermate  di avere fatto un buon sonno. Se voi foste consapevoli di quella felicità, il sonno sarebbe trasformato in samadhi, pura beatitudine. Nello stato di veglia avete la consapevolezza ma non la beatitudine. Se riuscirete a fare esperienza  della consapevolezza dello stato di veglia e della beatitudine dello stato di sonno profondo, pienamente e nello stesso momento, avrete conseguito Moksa, la vera liberazione; in tal caso sperimenterete pura consapevolezza, conoscenza e beatitudine; infatti voi stessi siete Sat-Cit-Ananda, Essere-Consapevolezza-Beatitudine, pura e semplice”.

Sri Sathya Sai Baba (1926-2011)
tratto dal discorso Liberazione dalla schiavitù (del 24 marzo 1971)
pubblicato in Raggi di Beatitudine Divina
(Sathya Sai Speaks Vol. 11)
Mother Sai Publications

 

Per tutti coloro che “ignorano di ignorare” l’annebbiamento della coscienza in cui sono incappati in buona fede:

asato ma sad gamaya,
tamaso ma jyotir gamaya,
mrtyor mamrtam gamaya.

Dall’irreale conducimi al Reale,
dalle tenebre conducimi alla Luce,
dalla morte conducimi all’Immortalità.
Brhadaranyaka Upanisad I, III, 27