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783. Yoga e vita moderna

Lunedì 11 Settembre 2017 00:00 Rosario Castello
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L’ente planetario di oggi è afflitto dal male di vivere e non sa riconoscere in stesso tale malessere, non individua le cause che lo fanno star male ora fisicamente, ora psichicamente e che lo rendono stressato, ora intellettualmente deficitario, ora moralmente depresso, ora spiritualmente incompleto.
Non si accorge di essere diventato solo un “prodotto” voluto dal “potere nascosto” che governa segretamente il mondo dietro i governi ufficiali: un “prodotto”, frutto di una occulta manipolazione realizzata tramite dubbi esperimenti sociali (un esempio sono la diffusione, ormai, dei vari tipi di “social” che stanno per superare i risultati ottenuti con la televisione), sintonizzato alla visione materialistica dell’esistenza, ad un’inventata legge del Mercato imprigionante, ad una diabolica realtà del profitto.
Vivere in una società basata sulla realtà del profitto (il manipolatorio mito della produttività necessaria), sull’interesse solo personale, sui privilegi di pochi a discapito della collettività, sulla sottrazione dei diritti e della dignità delle persone, sull’estinzione dei valori universali rende gli enti planetari “uomini dimezzati” (più che incompleti).
È diventato ancora più difficile per un ente planetario riuscire a sperimentare un risveglio spirituale della coscienza.

Il fascino che esercita ancora oggi lo Yoga è un buon elemento attrattivo per spingere a pensare in termini di principi superiori a cui riferirsi, invece di cedere al materialismo, al consumismo, all’ateismo, all’egoismo, all’egocentrismo, al narcisismo.

All’uomo dimezzato gli riesce impossibile far comunicare coerentemente i due emisferi cerebrali, di destra e di sinistra, normalmente.

Eppure la potenza insita nella pratica Yoga, anche in una sua forma elementare, può manifestare incredibili risultati in un ego-corpo-personaggio che vi si dedichi.

La decontrazione ottenuta mediante la pratica degli asana (le posizioni yoga, statiche e dinamiche) scatena un processo elettro-bio-chimico formidabile, senza eguali (su tutti gli organi e i sistemi del corpo fisico).
Un ente planetario può dirsi risvegliato solo quando i due emisferi lavorano simultaneamente, non con il predominio di uno dei due emisferi.

Le pratiche degli asana, dei vari esercizi di respirazione consapevole (pranayama), di rilassamento profondo (yoganidra in savasana), di concentrazione sostenuta (dharana) e di meditazione (dhyana) producono, mediante una pratica costante, un’importante risposta riguardante la crescente comunicazione tra i due emisferi cerebrali di destra (femminino) e di sinistra (mascolino), un riequilibrio totale del cervello:

1. emisfero cerebrale di destra, del Femminino: irrazionale, intuizione, percezione, sensibilità, interconnessione, empatia, introflessione, forme geometriche, pensiero concreto, pensiero immaginifico, sentimento, artista;

2. emisfero cerebrale di sinistra del Mascolino: razionale, sistematizzazione, dinamismo, analisi, settorizzazione, leadership, estroflessione, lettere e alfabeti, pensiero logico, pensiero astratto, ragione, pensatore.

In pratica si vengono a riplasmare tangibilmente alcune strutture del cervello: viene a risultare un’aumentata crescita, già dimostrata scientificamente, della materia grigia nell’area della memoria e una riduzione dell’attività dell’“archipallium o cervello primitivo” (costituito dal cervelletto e dal bulbo spinale) che corrisponde al “cervello rettile” (amigdala, sede degli istinti primari e di funzioni vitali come per esempio il controllo del ritmo cardiaco e respiratorio) che fa scattare le paure. Risulta aumentata anche quella del sistema parasimpatico, che fa calmare, riposare e digerire, ed abbassato il livello del cortisolo, l’ormone prodotto dalle ghiandole surrenali, conosciuto anche come l’ormone dello stress, che con l’induzione dello stress è responsabile di svariati effetti infiammatori per tutto l’organismo.

Nonostante i grandi risultati tangibili riscontrati dai diversi studi e dalle innumerevoli ricerche effettuate dalla scienza, vogliamo ricordare che lo Yoga non nasce per ottenere questi effetti sorprendenti a livello psico-fisico, di cui beneficiano coloro che lo praticano, ma nasce come “scienza iniziatica” per risvegliare quanto si è obliato nell’ente planetario innumerevoli ere fa. Riaccendere una natura originaria e ricordare, riprendere consapevolezza di ciò che si è realmente: Anime immortali, esseri spirituali, riflessi dell’Assoluto.
L’aumentato benessere totale nel praticante è solo un effetto consequenziale che ha dato il via ai vari filoni come quelli dello “Yoga anti-stress”, dello “Yoga come terapia”, dello “Yoga come sport”, dello “Yoga per mantenersi in forma”, ecc..
Non devono meravigliare i prodigiosi risultati prodotti dalla corretta pratica Yoga sulla struttura muscolo-scheletrico, sul sistema psico-neuro-endocrino-immunitario e riguardo l’elettro-bio-chimica dell’intero organismo perché negli asana e in tutte le pratiche Yoga sono occultati dei codici (di saggezza della Manifestazione universale, la prakrti) che si dischiudono lungo la maturità dimostrata dal praticante.

Da sempre i veri Yogi, e oggi la scienza ufficiale (mediante innumerevoli studi e ampie ricerche oltre che moltissimi esperimenti sociali), confermano gli effetti positivi prodotti dalla pratica Yoga sul cervello, ovvero i tre cervelli, poiché l’ente planetario è un essere tri-cerebrale:

1 l’archipallium o cervello primitivo, costituito dal cervelletto e dal bulbo spinale;
2 il paleopallium o cervello intermedio, costituito dal sistema limbico;
3 il neopallium o neocortex chiamato anche cervello superiore, costituito dagli emisferi cerebrali.

Il primo corrisponde al cervello rettile, sede degli istinti primari e delle funzioni vitali (il controllo del ritmo cardiaco e respiratorio); il secondo corrisponde, nella scala evolutiva, al cervello dei mammiferi ed è coinvolto nell’elaborazione delle emozioni; il terzo è quello dei primati, sede di tutte le funzioni cognitive e razionali.

Un individuo che assume delle posizioni Yoga (asana), anche molto bene, non può essere solo per questo definito uno Yogi. Un individuo, anche ottenendo un alto livello di benessere totale e di prestazioni psico-fisiche, se non ha “scelto”, accolto intimamente lo Yoga come “scienza iniziatica” (disciplina spirituale) per la trasformazione di sé non può definirsi né essere considerato uno Yogi. La maturazione di uno Yogi, lungo la pratica di molti anni, non è data dalla bravura acquisita nell’esecuzione delle varie “pratiche” contemplate (asana, mudra, pranayama, dharana, yantra, mantra, yoganidra, dhyana) ma dall’elevazione della propria posizione coscienziale raggiunta rispetto a quando egli ha cominciato la pratica come sentiero di ascesi. Una maturazione che scaturisce dalla buona pratica coniugata alla profondità della propria auto-esplorazione interiore trasformate, gradualmente, in coscienza-consapevolezza-conoscenza, manifestando così elevate risposte comportamentali e comunicazionali riscontrabili da chiunque.

Non si diventa Yogi e addirittura Insegnante (senza menzionare addirittura “Guru”) per aver praticato lo Yoga per un certo numero di ore previste-prestabilite (da una qualche scuola), svolto qualche esamino, ricevuto un bell’attestato da poter esibire a garanzia del proprio operato e fatto, anche, qualche corso (master) di approfondimento residenziale e, in aggiunta al curriculum, un viaggetto in India presso qualche asram per un brevissimo soggiorno “qualificante”.

La maturità interiore per insegnare davvero, per trasmettere, consegnare una conoscenza-esperienza Yoga non è una questione di ore praticate e di diploma affidabile (non si tratta di uno studio né di una professione da imparare come ogni altro studio o mestiere). Con troppa superficialità e faciloneria si conquistano diplomi, attestati, certificazioni di Yoga, che non garantiscono nulla, per pura motivazione di business spirituale (perché il filone tira).

A stabilire, per gli Yogi veri, il momento della raggiunta maturità per insegnare è una complessa ragione superiore che risiede nella Verticalità della scelta a suo tempo fatta (che va oltre ogni spazio-tempo-causa). I più transitano nella superficialità dell’orizzontalità dei mercati pseudo-spirituali dove lo Yoga viene offerto come un “prodotto” dell’ultimo esotismo (basta leggere la lunga lista di “stili yoga”, molti dei quali inventati dalla fantasia degli occidentali irrequieti e superficiali, affetti dalla patologia sociale della realtà del profitto).
Il mercato moderno della spiritualità offre ogni tipo di stile e di maestri Yoga.

Chiunque può improvvisarsi insegnante yoga, come infatti oggi avviene, senza che vi sia una vera tutela sia per l’insegnamento della disciplina sia per i neofiti praticanti.
Negli anni settanta sporadicamente, nei primi anni ottanta più diffusamente, cominciavano a sorgere centri di yoga ovunque, alcuni buoni, altri che lasciavano ben sperare e la maggior parte improvvisati, sia nell’esperienza dell’insegnamento sia nelle motivazioni profonde che avevano condotto i pseudo-maestri all’apertura di un “centro yoga”. La mentalità materialistica-consumistica già si ergeva allora anche nel campo della ricerca spirituale trasformando il tutto in un vero Mercato, riscontrabile nell’oggi, dopo più di trent’anni, negli oltre cento miliardi di dollari della beauty economy (il mercato del Keep calm and breathe deeply). In quegli anni, in opposizione a questa tendenza, aprimmo anche noi un “centro Yoga” (“Centro Unione”), per un progetto dalla durata triennale, al quale si accedeva, dietro iscrizione associativa, in modo del tutto gratuito: tre giorni a settimana; due turni di lezioni il giorno della pratica; distribuzione gratuita di opuscoli informativi sullo Yoga, elenchi di libri per poter studiare seriamente lo Yoga ed una lista di “centri Yoga”, da noi ritenuti validi, a cui riferirsi, al di là del nostro stesso “centro”. Si voleva cercare, in un momento insidioso come quello, di diffondere un puro pensiero spirituale che sostenesse la corretta “posizione dello Yoga” nella società moderna, influenzata negativamente dalla corrente new age. Molti “centri” di allora si trasformarono in nostri nemici semplicemente per aver messo sul mercato nascente un’offerta gratuita di Yoga. Non menzioniamo i vari azionamenti, nei nostri confronti, provenienti dai vari detrattori. I nostri praticanti-estimatori di Yoga furono settanta, tra giovani liceali, studenti universitari, insegnanti, medici, impiegati, operai, avvocati, imprenditori, commercianti, casalinghe, anziani. Da quei giovani uscirono due allievi ben “qualificati” che recatisi, l’uno in Canada, l’altro a Washington, divennero appassionati insegnanti di Yoga.

Noi indichiamo lo Yoga come “scienza iniziatica” e, quindi, come disciplina spirituale in grado di condurre, ogni sincero e determinato aspirante, al massimo ideale della tradizione Yoga, la Realizzazione, l’Illuminazione e la finale Liberazione (moksa). Con lo Yoga si può giungere alla scoperta della propria natura spirituale, quella natura ultima chiamata atman (atman-Brahman): dai tre stati esistenziali e/o dell’Essere (Isvara, Hiranyagarbha e Virat), espressi dalla Manifestazione universale (prakrti), è possibile accedere allo stato trascendentale, il “Quarto” Stato, “Turiya” (che nel Vedanta viene indicato come il Brahman nirguna).

Lo Yoga presenta, infatti, nella visione che invita a seguire, delle verità che non devono restare delle conoscenze intellettuali ma diventare delle realtà attualizzate, realizzate, sperimentate.

La Conoscenza dei tre piani esistenziali universali è fondamentale per comprendere tutte le trasformazioni che la pratica Yoga effettua gradatamente: Isvara a livello di piano universale (karanasarira, corpo causale a livello individuale), Hiranyagarbha a livello di piano sottile (lingasarira, a livello di corpo sottile individuale) e Virat a livello di piano grossolano (sthulasarira, a livello di corpo fisico grossolano).

Sono rispettivamente: Isvara attivo nei riguardi di Hiranyagarbha, e questo è attivo nei riguardi di Virat che è passivo-ricettivo.

Lo Yogi non può ignorare la conoscenza dei  sette cakra principali con le loro polarità, soprattutto dei propri:

1 Testa (Sahasrara) – Ipofisi

2 Frontale (Ajna) – Epifisi polare con
7 Coccige (Muladhara) – Surrenali

3 Gola (Visuddha) – Tiroide polare con
6 Sacro (Svadhisthana) – Gonadi

4 Cuore (Anahata) – Timo polare con
5 Plesso (Manipura) – Fegato-pancreas

Lo Yoga è, quindi, se affrontato sotto la giusta luce un “sentiero realizzativo” dell’Illuminazione possibile che può fare ottenere la Liberazione (moksa o mukti).

Praticare seriamente lo Yoga significa salire dei gradini fondamentali, i gradini che offrono, uno dopo l’altro, gradi e livelli di consapevolezza (lo sviluppo della capacità di essere presente in modo cosciente). Si tratta del costante controllo dell’attenzione ovunque la si ponga. Lo Yoga è anche imparare a saper abbandonare ogni tipo di tensione, saper decontrarre ogni parte dell’essere, non solo il corpo fisico-grossolano (sthulasarira) ma anche le contrazioni e i blocchi del prana-citta (l’energia vitale e i flussi mentali): significa da un lato risvegliare tutte le potenzialità dell’energia (prana) e dall’altro sviluppare il potere di controllare l’energia-prana nella direzione voluta. Per ottenere dei seri risultati in quanto abbiamo detto occorre anche lo sviluppo della respirazione consapevole (pensiero-respiro-prana) che contempla i vari pranayama, dai più semplici ai più complessi. Il controllo della respirazione consapevole aiuta a conoscere, esplorare e controllare il corpo sottile (lingasarira) e nello stesso tempo la mente (l’antahkarana), il costituente fondamentale del corpo sottile.

La mente (antahkarana), in tutta la sua estensione, è caratterizzata da quattro funzioni o modificazioni:

1. buddhi: intelligenza intuitiva, elevata capacità di discernimento-discriminazione;
2. ahamkara: senso dell’ego, senso dell’io-mio;
3. citta: memoria proiettiva, mente subconscia;
4. manas: mente empirica selettiva.

Il corpo sottile (corpo mentale energetico luminoso), importantissimo campo d’azione nella pratica Yoga, si suddivide in tre espressioni-veicoli:

1. buddhimayakosa, il veicolo intellettivo;
2. manomayakosa, il veicolo mentale;
3. pranamayakosa, il veicolo pranico-energetico.

Il corpo sottile è il veicolo che accompagna l’anima lungo il processo di trasmigrazione, perché non viene distrutto al momento della morte, ma permane finché la catena del samsara non viene spezzata mediante la Liberazione (moksa).

Il corpo fisico-grossolano è chiamato sthulasarira ed è connesso alle forze del piano materiale; il corpo sottile, chiamato corpo astrale o lingasarira, è connesso al piano sottile dell’esistenza.

Lo Yogi deve conoscere bene la triplice condizione di esistenza (tribhuvana) in cui viene a trovarsi: jagrat, lo stato-condizione di veglia; svapna, lo stato-condizione di sonno con sogni; susupti, lo stato-condizione di sonno profondo senza sogni.
Tutti e tre gli stati vanno considerati livelli di realtà.
Nello stato di jagrat la coscienza esteriorizzata esperisce la realtà del mondo della dualità; corrisponde allo stato di coscienza inerente al “piano grossolano” e quindi al corpo fisico-denso (sthulasarira).
Nello stato di svapna la coscienza interiorizzata esperisce la dualità (soggetto-oggetto) all’interno della sfera onirica; corrisponde allo stato di coscienza di taijasa inerente al piano-energetico-luminoso e quindi al corpo sottile (lingasarira).
Nello stato di susupti la coscienza interiorizzata è priva di distinzione e di scissione duale, ritorna alla propria natura di unità indifferenziata; corrisponde allo stato di coscienza di prajna inerente al piano causale e quindi al corpo causale (karanasarira). Si tratta di una condizione non-percettiva e non-proiettiva.

L’azione occulta o sottile dello Yoga agisce con grande profondità e una forte capacità di penetrazione sul corpo fisico grossolano e sul corpo sottile.

Dello Yoga bisogna praticare gli asana senza porsi una meta finale da raggiungere, considerare tale pratica come un cammino tranquillo senza pensare all’eccellenza, senza ossessionarsi per il massimo delle proprie possibilità: altrimenti non è Yoga, ma altro.

Lo Yoga, nella sua totalità, è uno strumento potente se viene usato correttamente. Dallo Yoga non si ottiene nulla che non corrisponda all’impegno preso con sé stessi, quindi la qualità dei risultati-effetti saranno quelli determinati dalla qualità della causa iniziale.

Lo Yoga risveglia, in chi lo pratica correttamente, livelli sempre più profondi della volontà e del potere morale, intellettuale e spirituale.


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Kularnava Tantra, John Woodroffe e Madhav Pundalik Pandit, Motilal Banarsidass Publishe, 1965
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Tantra in Tibet, Jeffrey Hopkins, Tenzin Gyatso e Tsongkhapa, Motilal Banarsidass Publ., 1987
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Il mito dell’alchimia seguito da L’alchimia asiatica, Mircea Eliade, Bollati Boringhieri
Scintille di ordine eterno. Viaggio nel cuore della tradizione indiana
Diego Manzi, Armando Curcio Editore, Roma 2016

Yoga Rahasya (Segreto dello Yoga), Nathamuni’s, Krishnamacharya Yoga Mandimram
Yoga Yajnavalkya, A. G. Mohan e Ganesh Mohan, Editore Svastha Yoga
Yogayajnavalkyam, Yajnavalkya e Philippe Geenens, Editore Gallimard

Consigliamo
YOGA Teoria e pratica
Un’opera di 18 volumi a cura di YANI Yoga associazione Nazionale Insegnanti

Curatori dell’Opera:
Stefano Castelli, indologo, docente universitario di Psicologia delle organizzazioni all’Università di Milano-Bicocca e presidente YANI;
Barbara Biscotti, docente universitaria di Storia dei diritti dell’antichità all’Università di Milano-Bicocca, insegnante yoga e membro del Consiglio direttivo della YANI.

In uscita presso le edicole con il Corriere della Sera
Usciti i primi due volumi il 1 settembre 2017 e il terzo l’8:
1 Introduzione allo Yoga
2 ASANA I
3 IL RESPIRO
Il prossimo sarà 4 Le Sequenze.