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812. Femminino-Mascolino e l’Iniziazione

Lunedì 15 Gennaio 2018 00:00 Rosario Castello
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“(…) Ogni ente planetario è un ente disceso-caduto-incarnato nella Manifestazione Universale (Prakrti), e nel nostro caso in questo “punto-Universo”, nello specifico del pianeta Terra. La realtà di questo pianeta Terra è sconosciuta ai più. Pochissimi enti planetari sono a conoscenza, ed hanno sperimentato, la natura misteriosa del pianeta Terra.
Ogni ente planetario incarnato è una diretta manifestazione dello Spirito. Ogni ente planetario ha infinite possibilità di assolvere il motivo per il quale si è incarnato: dipende dalle scelte che farà dal momento della nascita in poi. Nessun tipo di karman potrà mai impedire, ad una manifestazione diretta dello Spirito, di svolgere la missione per la quale si è incarnato: con qualsiasi tipo di karman sulle spalle si ha sempre la possibilità di effettuare le scelte giuste.
Ogni ente planetario si incarna con un complesso energetico che ha la possibilità di potenziare e amplificare, per fini spirituali superiori o per sperperare e degradare per la soddisfazione dei capricci dell’ego (ahamkara).
Ogni ente planetario ha a disposizione un’energia infinita con la quale poter compiere il “Lavoro” per la quale si è incarnato: può compiere ogni tipo di pensiero-scelta-azione grazie all’energia-prana e se apprende, di essa, la scienza (Prana-Vidya), infinite diventano le sue possibilità di successo spirituale.
Ogni ente planetario può “agire”, con il prana, saggiamente sui tre livelli di esistenza, il grossolano, il sottile e il causale: il prana è azione, trasmissione della vita stessa.
Ogni ente planetario ha un personale-individuale “campo energetico” che, se connesso al campo energetico universale, può rendere praticamente infinite le proprie possibilità.

Il cervello (costituito da materia bianca – che controlla i segnali condivisi fra i neuroni – e materia grigia – composta di neuroni – ) è un organo speciale dai molti ruoli ancora ignoti, non ancora compreso veramente dalla scienza ufficiale che lo vede e investiga soltanto nel suo aspetto-funzione grossolano, senza considerare per niente il suo aspetto sottile e causale, con tutte le sue cosmiche connessioni. Molti sono i modi di comunicare del cervello che in realtà non sottostà ad alcun limite se non a quelli di cui si è convinto, per ignoranza, l’individuo planetario ordinario. Non solo il cervello fisico ma anche l’intero corpo grossolano è poco conosciuto dalla scienza: finché non verrà scoperta la sottile e potente connessione con il corpo planetario e l’intero corpo cosmico, tutte le scienze, che dovrebbero aiutare l’ente planetario, resteranno menomate, incomplete, impotenti. In realtà non dovrebbero esistere diverse scienze, ma una sola scienza capace di vedere l’Intero-Uno, sapiente del come, del dove e del perché agire su un dominio piuttosto che su un altro, tenendo conto sempre dell’Uno-senza-secondo.
L’ente planetario dovrebbe tenere conto del fattore unificante della coscienza, che fornisce l’unità tra le “parti” dando la visione inalterata della realtà delle cose.
L’Energia-Forza-Prana non è né buona né cattiva, né positiva né negativa. Le considerazioni “positive” o “negative” hanno creato divisione, frammentazione, superstizione, degradazione, diffusione dell’ignoranza. Esistono modi giusti o errati di agire con il prana. È la disposizione d’animo che rende puro o impuro il prana, che rende giusta o errata un’azione, che risveglia o degrada la coscienza, che fa essere una società illuminata o oscura. È l’intenzione, è l’impiego che se ne fa che fornisce al prana, natura, qualità, forma e colore. Il prana può essere espresso, manifestato sotto diversi gradi di vibrazione, ma è l’intelligenza o l’ignoranza spirituale a fornire la natura e le qualità determinanti specifici risultati, “bianchi” o “neri”.
Conoscere “Prana-Vidya” significa accedere alla possibilità di una vera Iniziazione, ma è necessario un serio percorso, una sadhana.
La conoscenza e la pratica di “Prana-Vidya” rende più comprensibili e percorribili le “Vie del Femminino-Mascolino”. Alcune “pratiche” accendono una incredibile produzione di Energia-Forza-Prana per essere utilizzata, concentrata, direzionata. L’uso corretto del prana offre uno “stato di presenza” che può sfociare, attraverso molti gradi di sovrasensibilità della visione, oltre la soglia della trascendenza.
L’intenzione-volontà può trasformarsi in un atto magico che fa a meno dello spazio-tempo.
L’ente planetario-sadhaka, nella serietà del suo percorso (sadhana), può trasformarsi in un ente-magico sperimentando uno “stato plasmatore”, “creatore” grazie al giusto uso della Forza-Prana mediante una prolungata concentrazione (dharana), l’emissione di mantram, l’esercizio di gesti (mudra), posture (asana), yantra (anche psico-immagini) ed una base di potenza emozionale, il tutto sigillato dal potere di quella intenzione-volontà iniziale che si è fatto “atto magico”.
La scienza ufficiale è lontana dallo scoprire quanto è inciso, codificato nella carne e nel sangue del corpo umano, di quale verità si nasconde dietro il suo mistero apparentemente inviolabile.
L’ente planetario “Donna”, se accede realmente ad una sadhana, deve trasformarsi, gradualmente, secondo la sakti-potenza originaria, cioè incarnare il Femminino-Mascolino, l’essere spirituale androgino, assumerne tutti i contorni.
La donna Femminino-Mascolino (è la Donna Reale) non è la donna moderna, creduta evoluta, passata attraverso le ombre del “femminismo” e i contorni indefiniti dell’odierna “donna oggetto”, finita per esprimere il degradante modello maschilista, dal quale paradossalmente sembrava volesse illusoriamente sfuggire. Quella espressa oggi dalla Donna non è parità dei sessi ma un’umiliazione della sua dignità di Donna, una dissacrazione dello spirito divino del Femminino. Non è emancipazione della Donna imitare le peggiori espressioni dell’uomo-maschio, nel vestire, nel gesticolare, nel mostrare i muscoli e “digrignare i denti” per spaventare l’interlocutore, nell’usare la volgare parolaccia da lanciare ad un avversario, nell’essere duri e spietati, nel fumare (sigarette, sigari, vaporiera e pipa), nel bere superalcolici, nel far uso di droghe e farmaci (Ritalin, Xanax, Zolpidem, Roipnol, marijuana, cocaina, eroina, e tante altre sostanze dannose per stordirsi o per sembrare super), guardare da sole o in compagnia della pornografia al femminile, nell’assumere il viagra rosa (addyi) per aver più piacere, nel fare un uso smodato del sesso forte (nei modi più stravaganti, anche con il coresgam il fitness che provoca l’orgasmo), nel farsi ingrandire chirurgicamente il “punto G” per godere di più, nel tradire alla prima occasione alla maniera del maschio per sentirsi superiore, eccetera, eccetera. Tutto questo è, se espresso da una donna (ma anche da un uomo), pura ignoranza.
La Donna si è lasciata ancora una volta ingannare, peggio delle volte precedenti, dal Maligno. Essa si è liberamente consegnata, sotto alcuni aspetti, alle Forze Involutive del Lato Oscuro, frustrando il Femminino Sacro ed esprimendo, in modo incontrollato, il “femminile infero”: esprimendo di solo la coppa di piacere anziché la potenza del sacro Femminino incarnato.
La Donna si è messa in gioco, nella società moderna, come donna-femmina che esercita potere sul maschio, perpetuando l’antica lotta, anziché conquistare, con equilibrio e armonia, la saggezza della parità da realizzare quale pietra miliare del fondamento di un nuovo mondo, governato da un sacerdozio del Femminino-Mascolino.
Tra gli anni ’60 e gli anni ’70 la Donna si è lasciata violentare nel proprio immaginario collettivo da un preciso attacco del Lato Oscuro, un attacco che ebbe una grande presa sul pubblico femminile rompendo gli schemi di riferimento del passato e, per questo, dando l’illusione di una grande liberazione sociale della Donna. La “Liberazione della Donna” ha cominciato ad assumere, di fatto, un significato spesso legato soltanto ad una liberazione sessuale, al poter usare il corpo liberamente per fini sessuali, per il diritto ad un carnale piacere (in realtà una specie di prostituzione mascherata della persona umana). La questione sesso avrebbe dovuto essere considerata facente parte della liberazione dell’individuo-Donna, avente diritti pari al genere maschile in ogni ambito, politico, religioso, del diritto, ecc. Le catene del passato che la Donna rompe sono quelle che la spingeranno, in modo preponderante, nella direzione della libertà sessuale propriamente detta. In realtà non si è trattato nemmeno di libertà sessuale, ma di licenza sessuale senza una vera consapevolezza, senza finalità superiori: si è trattato di una libertà carnale che offende il mistero della carne e del sangue. Si è scatenato un immaginario sessuale collettivo che ha influito sul piano delle risposte comportamentali e comunicazionali. Senza una profonda riflessione dei significati dell’esistenza si è cercato di facilitare sempre più un vivere comune per un pieno e incondizionato appagamento sessuale fino ad ottenere la società di oggi, non libera e appagata, ma frustrata, condizionata, viziata, pervertita, limitata, prigioniera, illusa, sofferente: la sessualità si è fatta vizio e tutto ciò è stato accettato comunemente come normalità.
È avvenuta una rivoluzione sessuale che non ha rivoluzionato proprio nulla, ma ha permesso al “potere nascosto” di influenzare profondamente i comportamenti umani con la rotazione di “mode” come quella dell’“unisex”, del “sesso libero”, “del sesso occasionale” (“non c’è nulla di male, lo fanno tutti”), del “feticismo è bello”, della “promiscuità interessante”, dell’“orgia esaltante”, dello “scambio di coppia eccitante”, dell’affermazione graduale del “gender” per modificare il paradigma mentale dell’umanità su tali questioni.
Questa illusoria rivoluzione sessuale avrebbe dovuto modificare il vecchio rapporto conflittuale tra il maschio e la femmina, ma è rimasto inalterato, se non peggiorato, visto in questi anni l’aumento delle violenze sulle donne da parte degli uomini.

La coscienza obliata non comprende il non-senso di questa lotta tra il maschile e il femminile, l’assurdità di ridurre la questione ad un potere maschile in contrapposizione a un potere femminile quando, invece, “i due dovrebbero essere uno”.
Solo il risveglio della coscienza spirituale può riportare le cose come stavano (alle origini), e come dovrebbero essere (…).

Rosario Castello
tratto da Articolo Risvegli 3
Non Solo Donna e Basta: Femminino-Mascolino e L’Iniziazione
Edizioni Digitali Centro Paradesha
(www.centroparadesha.it)
Libricino in Pdf scaricabile gratuitamente