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928. L’irresponsabilità della politica uccide la speranza

Giovedì 06 Giugno 2019 00:00 Rosario Castello
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La mancanza di Lavoro e di Stipendio (anche di pensione o di un qualsiasi dignitoso reddito) cancella gli individui. La povertà incombe, sempre di più, su un numero sempre maggiore di individui.
Che fanno i politici che dovrebbero risolvere i problemi fondamentali dei cittadini-contribuenti che anche da disoccupati sono costretti a pagare i loro più che buoni stipendi?
La politica è fatta da premier, ministri, sottosegretari, parlamentari, senatori, portaborse che si alternano nei vari governi che non risolvono mai i veri problemi dei cittadini, ma assicurano a stessi privilegi, guadagni e potere.
La politica si è ridotta a ridicoli spettacoli quotidiani, a inguardabili coreografie che offendono la bellezza e l’intelligenza, ad una gara demenziale tra i suoi rappresentanti, ad una danza dell’apparire ad ogni costo, in cui si altalenano tweet, selfie, video postati sui social, apparizioni in tv, annunciazioni spot, partecipazioni ad eventi non pertinenti ai problemi dei cittadini (con tanto di assenza nei Ministeri), sfilate non di statisti ma di palloni gonfiati che si autoreferenziano, parole inappropriate per rivendicazioni personali, volgarità, offese, provocazioni, abusi, aggressioni e persino violenze.
La politica risulta ormai una scatola vuota fatta credere piena di contenuti e possibilità, per perpetuare l’inganno esercitato nei confronti dei cittadini indotti a sperare sempre: una speranza puntualmente disattesa.
Il profilo della società di oggi è piuttosto degenerato: milioni di individui ignorati, da chi dovrebbe aiutarli e tutelare, che si muovono spaventati, angosciati, ansiosi, depressi, arrabbiati, aggressivi, violenti. Una grande onda che cresce e mette in pericolo tutti e tutto.
Si evidenziano sempre più tristi storie quotidiane: giovani angosciati che non trovano lavoro o che sono costretti a forme di schiavitù inaccettabili; cinquantenni licenziati che reclamano aiuto inutilmente perché inascoltati-ignorati; pensionati che non ce la fanno ad arrivare a fine mese e non riescono più nemmeno a curarsi; nuovi poveri in aumento che dormo in macchina, nelle panchine, sui marciapiedi; ecc.. Molti dei nuovi poveri sono ex-appartenenti al ceto medio (disadattati alla nuova triste situazione), precipitati nella disgrazia di un licenziamento, per mancanza di soldi, per la sottrazione impropria dei diritti e della dignità, quei diritti che lo Stato di diritto dovrebbe salvaguardare come affermano i vari articoli della Costituzione, mai attuata e applicata davvero.
La politica è ormai un “carro” che puzza (di egoismo, di corruzione, di immoralità, di indifferenza, ecc.), che trasporta la bruttezza interiore di coloro che vi sono sopra (che fanno finta di essere migliori degli altri). Si tratta di un “carro” che fa finta di camminare, di correre, ma è sempre fermo e continua ad uccidere la speranza rimasta in coloro che in piena disperazione ancora gridano.

 

Letture consigliate
Per salvare la democrazia in Italia, Fausto Capelli, Rubbettino
Spiritualità e politica, Luciano Manicardi, Editore Qiqajon