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1034. La Comunicazione: base del benessere psicofisico e realizzazione esistenziale

Lunedì 18 Gennaio 2021 00:00 Rosario Castello
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La comunicazione nella vita delle persone è fondamentale: in famiglia, con gli amici, con un rapporto affettivo, sul luogo di lavoro. Una buona comunicazione con il mondo che circonda gli individui significa influenza positiva sul benessere psicofisico e, quindi, sulla realizzazione esistenziale di cui tutti hanno bisogno per sentirsi dei “compiuti”.
È la comunicazione interpersonale che riguarda direttamente l’individuo ed a questa è bene aggiungere la conoscenza della comunicazione dei media che invece tende a controllare e manipolare pensieri, parole, gesti e comportamenti degli individui. La “comunicazione interpersonale” è quella che si svolge tra due o più persone (scambio e condivisione di idee o informazioni), ma si può parlare anche di “comunicazione intrapersonale”, quella che avviene all’interno di una persona (sono coinvolti solo i sensi interni, pensiero e analisi, è il riflettere il individuale), nella sua mente, quindi invisibile e inaudibile agli altri.
Si può aggiungere anche che esiste la “comunicazione trans-personale” (“oltre la persona”, “oltre la maschera”) che si interessa della dimensione spirituale di cui si occupa la Filosofia dell’Essere e l’esoterismo ma non è questo l’ambito in cui approfondire questa comunicazione. L’uomo, comunque, ha una identità “trans-personale”, cioè una identità in grado di trascendere la struttura della sua personalità (dell’io-corpo-personaggio). Roberto Assagioli usava per questa “trans-personalità” l’allegoria “coi piedi per terra e la testa alta verso il cielo”.
Ritornando alla “comunicazione interpersonale” bisogna rendersi conto che saper comunicare non è il saper parlare bene una lingua rivolgendosi agli altri. La vera comunicazione è qualcosa di più profondo anche se riguarda il mondo esterno all’individuo.
La comunicazione riguarda uno stato di coscienza che richiede un insieme di competenze (“qualificazioni”): capacità espressiva, capacità di osservazione, ascolto, empatia, consapevolezza. E molto altro ancora.
La vera comunicazione non può essere confinata a delle rigide e ferree regole e tecniche da trasmettere nei vari corsi o da consegnare nei vari manuali che affollano gli scaffali appositi nelle librerie (o store on line). Aver preso una certificazione, un master o altro non dà certezza di essere diventati esperti comunicatori anche se aiuta, magari, a trovare lavoro.
La comunicazione, in ambito professionale o nella vita privata, è qualcosa che riguarda la profondità e la complessità dell’essere umano.
Quella attuale si è trasformata in un’epoca della “falsa comunicazione”: complici tutti i sistemi digitali, internet, i social, ecc.. Sembra che tutti comunichino alla grande, con molta soddisfazione e felicità (ma si mente anche sui sentimenti per ben apparire), ma in realtà si può osservare facilmente che i più comunicano ormai non con una persona reale ma ad un vero e proprio stereotipo che si sono costruiti nella mente o che organismi mediatici hanno saputo loro indurre. Il comunicatore che non sa comunicare spara una carrellata di frasi standard vuote di significato. Comunicare è un percorso esperienziale che deve far emergere l’empatia, senza data di scadenza, per prendere un master.
Comunicare non è cercare di manipolare, di persuadere le persone in modo occulto come invece viene fatto credere nei tanti libri, manuali e corsi che il mercato del profitto ormai offre. L’etica non deve mai essere scissa dal comunicare. Il vero comunicatore è dotato di una sensibilità e di una affinata consapevolezza libera da qualsivoglia presunzione. Colui che cerca di manipolare presenta grossolanità, indifferenza, cinismo, volontà di potenza nascosta, ecc..
Non bisogna dimenticare che la comunicazione si manifesta in ogni forma di vita (scimmie, organismi unicellulari, cristalli, ecc.). Nel mondo animale e umano i processi di comunicazione passano attraverso simboli e codici biochimici (anche scambio di energia e di materia).

I media, nelle loro varie forme, hanno posseduto completamente l’individuo strappandogli il senso critico, la capacità di discernere-discriminare.
Non è questione di avere o non avere la libertà di comunicare ma di “saper comunicare”, di riuscire davvero a “trasmettere”.

La società è in crisi e sono in molti a fare finta di niente vivendo l’illusione di una società più aperta e paritaria rispetto a prima ma i rapporti, invece, sono ancora basati su una leadership autoritaria, maschilista e rigida. La verità è che in questa società è aumentato il disagio esistenziale che dà vita a infinite controversie familiari, amicali e nel rapporto tra colleghi, a crisi di identità (sessuali) e di ruoli sociali, a conflitti, separazioni continue, abbandoni, al disfacimento dei rapporti umani: una vera e propria crisi della comunicazione. A parole si inneggia alla “società della comunicazione” che non c’è mai stata prima ma di fatto le persone non comunicano, restano alienate all’interno dei propri smartphone dove costruiscono una vita virtuale, non reale.
Il problema sta nel fatto anche che la grande libertà che le persone credono di aver conquistata non corrisponde al grado di consapevolezza dei cittadini e quindi i loro strumenti di comunicazione difettano, non risultano appropriati. Ecco perché la società umana attuale è decaduta e stagna nella perdita dei principi, dei valori e delle norme morale. È una società senza più amore vero perché non sa comunicare, fa solo finta di farlo.
Questa società oscurata moralmente, intellettualmente e spiritualmente potrebbe ancora salvarsi se riuscisse ad andare verso una cultura della vera e buona comunicazione, una cultura della coscienza. La società umana si è sviluppata su un insegnamento che fa guardare alla storia solo in termini di guerra ma mai in termini di pace nazionale e internazionale.
Per educare i cittadini all’intelligenza emotiva occorre una vera e buona comunicazione: soprattutto veri comunicatori, veri insegnanti della comunicazione.

In questa attuale società decaduta i più si rivolgono ai temi della comunicazione per imparare a manipolare, persuadere, dominare gli altri e sopraffarli. Questa è una strada sbagliata che porta sempre conseguenze negative, a medio lungo termine, a chi vi si inoltra.

 

 

Letture consigliate

L’Arte di Comunicare, Thich Nhat Hanh, Macro Edizione 2020
L’Arte di Comunicare, Carlo Majello, Franco Angeli 2016
Gandhi e l’arte del comunicare, Margherita Marincola, ilmiolibro self publishing 2018
La grammatica dei conflitti. L’arte maieutica di trasformare la contrarietà in risorse, Daniele Novara, Editore Sonda
Teorie e tecniche della comunicazione interpersonale, Enrico Cheli, Franco Angeli
La realtà mediata, Enrico Cheli, Franco Angeli
L’età del risveglio interiore, Enrico Cheli, Franco Angeli
Trattato di semiotica generale, Umberto Eco, Bompiani
Le scienze della comunicazione, M. Morcellini, G. Fatelli, Carocci
Verso una ecologia della mente, G. Bateson, Adelphi
Cyber: la visione olistica, N.F. Montecucco, Mediterranee

https://www.centroparadesha.it/ude/articoli/1781-1023-comunicazione-non-e-e-non-deve-essere-manipolazione