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1048. Anima da riscoprire: la missione dell’uomo sulla terra

Mercoledì 21 Aprile 2021 00:00 Rosario Castello
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La parola Anima deriva dal greco “ànemos”, soffio, vento, anelito vitale di cui l’uomo è dotato al di là delle sue caratteristiche biologiche e fisiche. L’Anima è origine e centro del pensiero, del sentimento, della volontà, della stessa coscienza morale. È Principio immateriale della vita nell’uomo, contrapposta al corpo e tradizionalmente ritenuta immortale, partecipe del divino, e sede dei sentimenti.

Il grande mistero dell’Anima coinvolge non solo religiosi e filosofi ma anche scienziati, sia nell’antichità che nell’oggi. Ad esempio Talete, Democrito, Platone coniugavano il ragionamento filosofico al sapere scientifico dell’epoca, Leonardo da Vinci nel Cinquecento aveva sviluppato una visione che contemplava filosofia, letteratura, pittura, ingegneria e medicina, così come Isaac Newton coniugava la scienza (vedi le sue leggi fondamentali) con la teologia, l’alchimia, l’astrologia e la magia.

L’essere umano è un’Anima, è un ente metafisico ma ha dimenticato di esserlo. Con tale dimenticanza non riesce a pensare profondamente perché è identificato al mondo materiale, al proprio corpo fisico grossolano, al proprio ruolo, all’immagine che si è costruito di , ai propri possedimenti o alle proprie mancanze. Limitato in tale stato di essere ha sviluppato sempre più ignoranza, egoismo e paura, commettendo errori di ogni tipo e cadendo facilmente nel lato oscuro dell’esistenza alimentando quel male che ha sopraffatto il mondo.
Se solo si ricordasse di essere Anima molte cose cambierebbero. L’essere umano, quindi, dovrebbe seguire i sentieri della Conoscenza dell’Anima, apprenderne la natura e le sue varie connessioni. La missione dell’essere umano dovrebbe essere quella di scoprire l’”unica Realtà” perché questa è essenzialmente realizzativa. L’essere umano identificato nell’esistenza materiale è reso schiavo perché sopraffatto dall’”ignoranza metafisica”. Se invece si distacca da questa identificazione la Conoscenza che ne emerge lo rende libero e lo fa entrare nello stato di realizzazione. Questo stato di realizzazione sta dietro la realtà dei nomi e delle forme: l’Anima non ha limiti.
Il mondo dei nomi e delle forme è quel “Divenire” fatto di illusioni, di infinite immagini mutevoli ma che dietro di esso l’Anima-Coscienza “osserva” la natura della schiavitù.
Colui che si è fatto discepolo, perché ha scoperto qual è la missione dell’uomo sulla terra, si adopera a praticare la conoscenza che man mano va acquisendo.
La più grande comprensione è quella del fatto che ciò che nasce muore: nessun relativo può essere assoluto.

I processi che egli si appresta a seguire hanno lo scopo di distruggere la sua ignoranza metafisica per toglierlo dalla schiavitù.

La manifestazione universale si esprime come corrispondenze cosmiche su tre livelli:

La manifestazione universale si esprime come corrispondenze microcosmiche sempre su tre livelli:

Questi tre livelli microcosmici si suddividono in cinque strumenti di “contatto” con l’esterno:

La mente (organo interno), nella sua intera estensione corrisponde al corpo sottile o astrale e comprende:

Ricordiamo che il corpo sottile o astrale corrisponde allo stato coscienziale-condizione di “sogno” e si suddivide come già detto in tre veicoli-guaine: veicolo intellettivo, veicolo mentale e pranico-energetico. Il corpo sottile o astrale accompagna l’Anima, dopo la morte del corpo fisico, lungo il processo di trasmigrazione fino alla soluzione dell’individualità.

L’Anima è la coscienza unitaria intorno a cui ruotano i veicoli-guaine.
Sulla corrispondenza cosmica l’aspetto o piano grossolano rappresenta la totalità delle forme manifestate: l’aspetto o piano sottile è la totalità delle Anime; l’aspetto o piano causale rappresenta quello che si potrebbe definire il “Dio-Persona”.

Di là da questi livelli di manifestazione e di veicoli-guaine esiste un “sostrato” inesprimibile dalla mente che viene chiamato nelle Upanisad (Mandukya-Upanisad) il “Quarto Stato” (trascendentale).

La Verità integrale può essere scoperta mediante i tre stati dell’essere: stato di veglia (corpo fisico e piano grossolano); stato di sonno con sogni (corpo e piano sottile); stato di sonno senza sogni (corpo e piano causale). Oltre questi “tre stati” c’è, quindi, il “Quarto Stato”, la trascendenza.

Nello stato di veglia e nello stato di sogno risiede la nozione di tempo e di spazio, anche se percepita in modo diverso. L’Anima è il “Testimone” che dimora al di là del manifestato dei tre stati dell’essere esaminati. Il “Testimone” (l’Osservatore) è il Trascendente: il conoscente, il conosciuto e la conoscenza stessa.

Abbiamo voluto usare termini semplici per un mistero così grande come quello dell’Anima, senza ricorrere a termini esoterici, in sanscrito come facciamo di solito (jiva, jivatman atman, brahman, prakrti, virat, hiranyagharba, isvara, visva, taijasa, prajna, sthulasarira, lingasarira, karanasarira, jagrat, svapna, susupti, kosa, anandamayakosa, vijnanamayakosa, manomayakosa, pranamayakosa, annamayakosa, antahkarana, buddhi, ahamkara, citta, manas, turiya, ecc..

L’Anima esiste indipendentemente se ci si crede o meno.