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1105. L’Uomo Tradizionale

Mercoledì 30 Novembre 2022 00:00 Rosario Castello
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In questo particolare momento epocale, si può parlare di “Uomo Tradizionale”?
Parafrasando qualcosa di conosciuto e diffuso si può dire:
“Chi l’ha visto?”

Può indicarsi qualcuno all’altezza di tale manifestazione-funzione al punto tale per essere da riferimento ai molti?
Spigolando con lo sguardo tra le tante aree di espressione sociale, si può essere così fortunati da individuarne almeno uno?
Tra i politici-governanti?
Tra i banchi della religiosità?
Tra i fumi dell’inganno dell’economia e della finanza?
Nell’intero dipartimento dell’educazione-istruzione?
Tra l’oscuro e nebuloso mondo della cultura dominante?
Tra i podi asettici e senza cuore della scienza ufficiale?
Tra i sepolcri imbiancati del “potere” nascosto?
Tra i sorrisi di sufficienza (di deficienza) dei morti in vita dell’intellighenzia?

Si è insinuata, nell’essere umano generale, la corrotta abitudine del “furbo” ad ogni costo.
L’individuo ha acquisito tale modo di fare come “normalità” e non riesce a rendersi conto di quanto sia sbagliato, scorretto tale comportamento e di quali conseguenze porti all’intera società umana.

L’uomo, guidato dall’abitudine, perde gli strumenti che gli servono per portare a termine i propri compiti. Non è più in grado di rendere possibile ciò che sembra impossibile.
Le ideologie religiose e politiche vengono costruite per far smarrire gli uomini e non per aiutarli a ritrovarsi.
Nel mondo esterno l’uomo deve seguire la strada del progresso per il bene supremo di tutti; nel mondo interno, deve seguire il processo del risveglio spirituale per la propria liberazione e quella di tutti gli altri esseri umani.
Per il risveglio spirituale deve raggiungere l’indipendenza, soprattutto quella interiore ed eventualmente, secondo le circostanze, l’indipendenza esteriore con saggezza.
Le naturali capacità dell’uomo correttamente utilizzate possono realizzare quanto potrà sembrare miracolo.