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130. Introduzione al “Melkizedek L’Immortale” di Mike Plato

Domenica 13 Novembre 2011 01:03 Rosario Castello
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Ci onoriamo di presentare questa lodevole opera, appena uscita, di Mike Plato di cui apprezziamo molto il lavoro svolto in questi anni che corona con tale composito. Ci prendiamo la responsabilità di affermare che, tale luminoso lavoro, non poteva svolgerlo che lui soltanto, in questo particolare momento che sta attraversando il mondo dei “ricercatori della verità”, in quanto, a parer nostro, egli porta quel “segno” che distingue i veri “servitori” della Grande Opera. Dalla macerazione delle sue storie personali ha fatto emergere soltanto quanto in profondità “lo muoveva” da sempre. Noi riconosciamo questi suoi meriti e la “risposta” che il suo cuore ha saputo dare con questo sacro lavoro su “Melkizedek”.

Di seguito l’Introduzione al libro di Mike Plato stesso:


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Il tema del “Re del Mondo” meritava certamente un approfondimento, molto al di là di quanto illustratoci e rivelatoci fino ad ora da René Guénon e da pochissimi altri. Ne ho sentito il dovere, ed è per questo che ho investito anni nella raccolta di informazioni e di intuizioni che fanno di questo un testo assai approfondito su Melkizedek e la sua eterna Tradizione. Ho deciso di dedicare un saggio ad un tema così particolare per tre ordini di motivi. In primo luogo chiunque dovrebbe risultare affascinato dalla figura di un “senza generazione”, di un “immortale”, di uno che sembra che nulla abbia a che vedere né con l’umanità né con le leggi di questo sistema, di uno che ha a che vedere sia con l’alfa di questo mondo che con la sua omega: una sorta di variabile indipendente, un’anomalia, un’aberrazione, una scheggia impazzita, lontano dall’uomo eppure più vicino di quanto possa credersi. In secondo luogo, per la gran parte della mia vita ho ignorato l’esistenza di Melkizedek, e faccio ammenda. La prima volta che mi fu nominato, questo nome suscitò nel sottoscritto un fascino immediato, come se entrassi in risonanza con la vibrazione di questo nome. Ne volli sapere di più e sempre di più, capendo col tempo che il mistero di Melkizedek è legato indissolubilmente al mistero dell’uomo. In terzo luogo, Melkizedek stesso mi spinse dall’interno non solo a cercarlo ma anche a “camminare” al modo di Melkizedek, ad intraprendere un percorso di restaurazione spirituale. Le non molte fonti a disposizione non mi hanno scoraggiato, piuttosto sono state uno sprone ad intuire ciò che nei testi e nelle testimonianze non è riportato ad litteram. D’altronde se, come diceva Eraclito dello Spirito, Egli non svela né nasconde, ma suggerisce, ebbene tutto il materiale da me reperito e organizzato non svelava né nascondeva ma suggeriva. È stato esaltante scoprire di volta in volta i grandi attributi di questo Spirito: eroe del genere umano, vero sacerdote, unico grande Re, maestro dei senza maestro, avversario della Tenebra, mediatore cosmico tra le anime e Dio, salvatore. E ancor più capire che dietro tutte le religioni planetarie, le tradizioni spirituali, i movimenti a carattere gnostico-esoterico, i misticismi e gli sciamanesimi vi è un sol Vivente: Melkizedek re della Gerusalemme celeste. Il mistero del sacro Tre è soddisfatto ampiamente da questo Uomo-Spirito che appare con siffatto nome tre volte nel testo biblico, lasciando la sua impronta sia nella vecchia legge che nella nuova, passando per quei salmi che Egli ispirò a Re David. Premetto che questo è solo il primo volume dedicato alla figura di Melkizedek. In questo ho raccolto le fonti molteplici che trattano il tema, dai testi sacri arrivando persino a certa new age, passando per i diversi occultisti e la vera Tradizione che Melkizedek e il suo Ordine suggeriscono e custodiscono, nonché l’Anti-Tradizione che cerca di farlo dimenticare o inquinarne la percezione. Nel volume secondo tratteremo l’insegnamento segreto dell’Ordine di Melkizedek e approfondiremo la natura dei suoi attributi che emergono dai sacri testi.

Divulgare un tema così complesso, variegato e composito non è stata impresa facile, soprattutto in termini di coordinazione di insegnamenti provenienti da varie culture. Il mio amico Dario Chioli, cabalista italiano, aveva ricevuto lo sprone da un editore di scrivere un saggio su Melkizedek. Nel suo sito www.superzeko.it racconta: “Negli ultimi mesi del 2000, sollecitato da un amico editore, provai ad occuparmi della questione Melkizedek per scriverci un libro. Raccolsi una quantità di dati e scrissi parecchio, ma poi mi fermai, considerando che per non scrivere stupidaggini mi ci sarebbero voluti anni di lavoro ed esperienze spirituali estremamente particolari … La prima cosa che appresi, iniziando lo studio della ‘questione Melkizedek’ fu che persino quanto credevo più sicuro non lo era affatto. Ed è questo, in fondo, di ogni studio spirituale (o esoterico, se si preferisce), il senso fondamentale: ciò che prima, ciò che finora hai creduto, poggia su premesse illusorie. Tu credi che l’edificio di tutti, a tutti comune, abbia fondamenta certe, invece è una costruzione di sogni, che sta in piedi solo perché ognuno di questi sogni s’appoggia agli altri, con reciproco sostegno. Ed allora, le vie sono due: o lasciarsi prendere da una grande stanchezza e, come dire, addormentarsi, oppure accogliere la sfida inoltrandosi in un cammino di cui non si sa pressoché nulla”.

Se Chioli ha avuto un problema di limite di tempo entro cui stendere il suo saggio, se sentiva che occorressero esperienze spirituali profonde per affrontare il soggetto, al contrario personalmente mi sono dato tutto il tempo e le esperienze necessarie, e questo mi ha dato fiducia per completare l’opera. Se l’avessi terminato qualche anno fa, non sarebbe stato lo stesso risultato, come non lo sarebbe stato se mi fossi dato ulteriori 5 anni di tempo e di esperienze spirituali. Diciamo che un lavoro del genere cresce con la tua crescita spirituale. Ed è questo un sicuro marchio al modo di Melkizedek. Spero, tuttavia, di aver ottemperato al primo degli obblighi della Tradizione del Graal: recuperare ciò che è sparso, rimettere insieme i cocci di una conoscenza perduta e smembrata, ridare il giusto valore al principio femminino dell’esistenza, alla capacità di “ricevere” dall’alto di noi stessi. Auspico che altri possano trarre da questo lavoro spunti utili per la riappropriazione di una conoscenza solo apparentemente perduta. In realtà Melkizedek non è un Dio perduto ma solo un Dio nascosto. In questo stato di decadimento globale, il recupero del vero passato, individuale e collettivo, è divenuto per l’uomo un imperativo categorico. La mia segreta speranza è di aver servito il lettore a che comprenda meglio questo mondo illusorio in cui noi tutti viviamo e ci muoviamo, ove tutto, ma proprio tutto, è simbolo; e di aver stimolato in lui quella componente eroica necessaria per “compiere l’impresa” se egli vorrà rientrare nella Tradizione e nella Corrente Primordiale di Melkizedek.

Ognuno lo dovrà fare da , come è giusto.

tratto da “Melkizedek L’Immortale” di Mike Plato – XPublishing ottobre 2011


(a) in Edicola – novembre 2011 – con, o senza, la rivista (n. 37) mensile “Fenix”dell’encomiabile direttore Adriano Forgione
(b) presso la Libreria Online “Booxtore” – www.booxtore.it; www.xpublishing.it