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144. De: “I Misteri” di Giamblico

Lunedì 28 Novembre 2011 00:00 Rosario Castello
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“ Quando si dice che gli dei hanno scelto per delle parti del mondo,

delle città, dei templi, delle statue bisogna intendere che la loro potenza

ed essenza, che ha ovunque vigore in se stessa, si manifesta

particolarmente in questo o quel luogo; e come un lume che si

alimenta in se stesso senza mescolarsi e dividersi, illumina d’intorno le

cose diverse da sé, così sono gli dei. Come la luce del sole tutta

uguale e continua è ovunque, né può essere divisa in parti, né essere

rinchiusa in qualche parte né essere separata dalla propria sorgente,

né essere mescolata con l’aria, pure è presente. Che anzi, come pur

non perdendo niente della sua luce, tuttavia lascia le cose riscaldate

dal calore, così la luce di alcuni dei è presente a quasi tutto il mondo,

nella sua pienezza individuale, e tuttavia può comunicare

particolarmente la sua forza alle parti specialmente simili a sé “.

Giamblico


In Giamblico si trovano mescolate le tracce della prima religione egiziana e mediterranea con quella greca, e la vita dei culti misterici ha in lui l’unico, forse, aperto testimone che ci ha lasciato l’antica Grecia.

tratto da “I Misteri” di Giamblico – In Genova Presso Il Basilisco MCMLXXXIII

da una traduzione latina di Marsilio Ficino: De Mysteriis Aegyptiorum, Chaldaeorum et Assyorum
introduzione e traduzione a cura di A. Boffino