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223. La Voce di Sathya Sai

Martedì 24 Aprile 2012 00:00 Rosario Castello
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Premessa
Ci rivolgiamo a tutti i Devoti di Sri Sathya Sai Baba, e in particolare a tutti quelli la cui voce è rimasta intrisa di sofferenza, a tutti quei devoti sopraffatti dalla confusione, dallo smarrimento, dalla paura dopo il passaggio oltre il Velo del Maestro. L’Essere che ha incarnato il corpo-personaggio di Sri Sathya Sai Baba non è sparito con le vesti di maya: Egli, nel Corpo di Luce Immortale, Eterno ed Immutabile, Vive. Egli è presente nell’Ovunque. “Sentirlo” non dipende da Lui ma dai Devoti se hanno messo in pratica quanto da Lui insegnato ripetutamente. Come può sparire chi ha “trasmesso” l’Eterno, l’Immortale, l’Immutabile Insegnamento dell’UNO senza secondo? Dietro i veli della differenziazione dei Devoti Egli bisbiglia, sussurra, alita possibilità per chi, all’altezza del Suo Insegnamento, riesce a cogliere l’amorevole invito ad oltrepassare la soglia dell’illusione terrena, creando, nello stesso tempo, una società umana felice e illuminata.
Si rassicurino i dubbiosi: Egli manterrà la promessa fatta a ciascuno, a suo tempo. E per gli irrequieti e i San Tommaso si tranquillizzino: Egli non ha bisogno di intermediari (dei sostituti); lo ha detto più volte chiaramente. Si mettano l’animo in pace i furbacchioni: Egli non ha lasciato incarichi speciali ad alcuno né, in gran segreto, consegnato un qualche occulto “mistero” da custodire, per tenere sotto incantesimo gli altri devoti.
In molti lo hanno incontrato; non molti lo hanno “conosciuto” veramente; forse in pochi hanno fatto “esperienza di Sai Baba”: Egli ripeteva “sperimentatemi”. Egli, scherzando ma non troppo, soleva guardare tra la folla in cerca di “un vero Devoto” (cercava di suggerire qualcosa).
L’avvento di Sri Sathya Sai Baba l’Avatara ha abbracciato molti esseri umani in un’avventura unica per la sua particolare natura, in diverse parti del mondo. La forza della Sua radiosità ha spinto molti ad una “scelta” (con il “coraggio della Verità”) e ad “azioni” (senza tentennamenti) inequivocabili: è il caso di Mario Mazzoleni (sacerdote scomunicato per aver “riconosciuto” in Sai Baba l’Avatara); di Guido Mendogni (ex sacerdote che vive Sai Baba come il Cristo eterno); di Maria Teresa di Calcutta presentatasi all’ashram di Puttaparthi umilmente, credendo e sostenendo che Sai Baba e Gesù Cristo sono UNO; di padre (domenicano) Anthony Elenjimittam che ne conferenziava sulla grandezza; di Padre Charles Ogada (sacerdote cattolico dell'Ordine dei Padri dello Spirito Santo; celebra Messa di Natale a Prashanti dal 2006; ha scritto diversi articoli su Sai Baba); di Bernardino Del Boca (iniziato della Fratellanza Sarmoun) che ha avuto inusitate esperienze con Sai Baba sin dagli anni ’60 e ne ha parlato pubblicamente; di Francis G. Slay (il sindaco di St. Louis, Missouri, Stati Uniti d’America, ha emanato, l’11 settembre 2005, un proclama ufficiale in cui si dichiara l’11 settembre “Giorno di Sathya Sai Baba” nella città di St. Louis); di Jim Dailey (il sindaco di Little Rock, Arkansas, Stati Uniti ha proclamato il 23 novembre 2005 – giorno dell’80esimo compleanno di Sai Baba – tale giornata “Giorno di Sathya Sai Baba” nella città di Little Rock); di personaggi come l’ex Beatle George Harrison, Sarah Ferguson, Indira e Rajiv Gandhi, Steven Seagal e l’astronauta Neil Armstrong (il primo uomo sulla luna); di Antonio Craxi (fratello del politico); di Mimmo Calandruccio (attore e regista); di Leda Palma (attrice, conduttrice, regista, scrittrice); di Enzo De Caro (attore e serio “ricercatore della verità”);di Gabriele Ducros (musicista, compositore e arrangiatore); del dottor Francesco Polenghi; del medico chirurgo Giancarlo Rosati (Membro dell’Accademia Tiberina e dell’Associazione Scienze Mediche e Biologiche; nonché autore di molti libri su Sai Baba); dei cardiologi Alberto Caratti e Ugo Sandri (hanno lavorato al Super Speciality Hospital a Puttaparthi); del medico Charanjit Ghooi; e innumerevoli altri personaggi che hanno risposto positivamente e concretamente alla potente influenza spirituale di Sai Baba.
In quanti hanno compreso la vera natura dell’Avatara, l’importanza della sua funzione e il suo influsso nei vari ordini delle umane cose? Chi, senza ostentare tracotante erudizione, può affermare di aver compreso la Sua Missione e di avervi aderito veramente e pienamente?
L’Avatara, l’Alchimista Universale, opera secondo corrispondenze archetipali, vede l’Umanità come il Corpo di un solo Uomo, con i suoi organi malati da curare: in tal senso ha operato Sai Baba. Dal corpo-personaggio, fin troppo umano, di Sai Baba si è sprigionata tutta la potenza di una Coscienza Avatarica in molte forme, visibili e invisibili, compresi i così detti miracoli, vere rappresentazioni di un “gioco” per essere “Visto” e “Creduto” dai limiti della coscienza umana.
Cosa ha provocato la “malattia” in questa umanità decaduta in cui vessa il mondo?
Non sono forse, nei vari livelli e gradi, l’Egoismo, l’Ignoranza e la Paura? Non sono essi colpevoli dello squilibrio e della disarmonia sociale? Non sono forse responsabili di quanto costituisce impedimento al risveglio della coscienza spirituale nel mondo? E questi non sono forse causa della mancanza di Pace e di Giustizia nel mondo?
Ovviamente, come tutti gli altri Avatara e Maestri prima di Lui, è stato avversato da molti, specialmente quelli che non avendo ricevuto i miracoli pretesi, ciechi nella loro Sadhana, meccanica e automatica, e traboccanti solo di egoistico amore, non hanno trovato di meglio che prestare credito a certe nefandezze messe in giro, avvelenando la propria mente. Una mente contratta, perché risentita di un presunto torto (ingiustizia) subito, è un terreno ideale per essere nutrita di oscurità e perseguire un convincimento tossico per l’Anima. Una cordata di detrattori non può scalfire minimamente l’evidente “Grande Opera di risveglio delle Coscienze” intrapresa né la Sua posizione Coscienziale: l’Avatara resta sempre Avatara con le ingiurie o con le lodi, con un corpo umano ammalato o con un corpo sano.
Egli è stato e continua ad essere sempre l’Essere Luminoso delle Origini che si è rivestito del corpo-personaggio “Sai Baba” per svolgere la Sua Missione sulla Terra.
Con o senza rivestimento terreno Egli è sempre “Colui che È”.

il Centro Paradesha

Dedichiamo a tutti i Devoti, di seguito, una notevole “poetica” di N. Kasturi.

*****

Parla Sathya Sai

 

Avete sentito il nostro Baba parlare a qualche incontro pubblico?
Baba non lo definisce un discorso, e neppure voi lo chiamereste così.

Sai non grida, non declama,
non provoca, non inveisce né colpisce.
Non esita, non calcola,
non tentenna, non indugia a soppesare;
non vi fa pentire di essere venuti!

Non vacilla, non divaga nel raccogliere i pensieri,
non escogita note o citazioni,
non spreca un solo istante ad infiorare
la favella con fronzoli e merletti,
né a mascherare con scintillanti veli i testi copiati.
Non è un oratore ampolloso od orgoglioso,
assetato di pubblicità o avido di applausi scroscianti!
Non enfatizza, non usa perifrasi
e neppure si può dire che parli.

Egli conversa con te, con te, e con ognuno riunito lì,
con gli Arjuna scoraggiati, assaliti dallo sconforto,
timorosi di combattere la battaglia della vita
e di marciare verso la vittoria.
Tu senti che è venuto per te, da te.
Oh lo vedi! Egli guarda attorno silenziosamente:
l’occhio del faro scruta e ruota in ampi cerchi!
Che fortuna, sei proprio lì!

Sorride e ti conquista con quell’amabile sorriso;
tu non sai più distogliere lo sguardo dal Suo volto
così incantevole, così Divino!
Né puoi sottrarre il tuo cuore al Suo abbraccio:
quella stretta è un fresco ristoro, un sereno conforto!

Il silenzio si fa più profondo,
anche se in migliaia hanno atteso per ore ed ore,
ora il silenzio è totale come sulle alte vette.
È l’ora del crepuscolo, è la quiete.


“Incarnazioni del Divino Amore!”
Ecco: il magico momento è giunto!
La porta del paradiso si è socchiusa.
La Sua voce è dolce come il miele!
Oh che emozione, che estasi dell’anima!

Il Suo appello è chiaro e stringente,
fluisce come l’acqua del sacro Gange,
che con il solo dissodare e seminare dona ricchi raccolti.
La Sua parola abbatte limiti e confini,
zampilla e trabocca come una cascata e diffonde energia immensa.


La Sua voce è un torrente argentino, limpido, puro;
insegna sempre, non predica mai,
sbroglia nodi e intoppi, tacita le bramosie della mente.
Chiarisce, affina, consola gli afflitti,
comanda, domanda di sottomettere l’orgoglio,
non risparmia nessuno: governatore o servitore.
Rimprovera il fanatico, rimbrotta lo sciocco,
scherza, lusinga, fa burle e si fa gioco.

Egli cita le Sue parole di ere lontane,
illustra gli eventi delle Sue Incarnazioni passate.
Oh che poetare brillante, spontaneo e sublime!
Dipinge quadri di trascendente Verità,
parabole frizzanti e scintillanti,
proverbi tintinnanti, sfavillanti;
la Sua cadenza è soave, melodiosa.

Ogni ora un minuto, ogni minuto un secondo;
ogni Sua parola è un mantra, ogni espressione un verso divino,
ogni frase è una sublime rivelazione,
ogni Suo discorso è una Upanishad.
Sai non è un pozzo, un lago, un fiume;
Sai è un Oceano di Divina Saggezza!

Le Sue parole emanano compassione che,
come la rugiada mattutina, irrora il bocciolo
di ogni cuore risvegliatosi dal sogno.


Ogni Sua parola nutre le radici,
rafforza la linfa, rende maturi i baccelli,
fa sbocciare le gemme, colora i petali
profumandoli di dolci fragranze che invitano le api a suggere.


La Sua parola è un minuscolo seme,
una goccia che cade sul tuo cuore di pietra.
Oh miracolo! Ecco che germina, germoglia e mette foglie.
Le piccole e tenere radici si muovono tutt’intorno,
esplorano la pietra, spingono, vogliono succhiare!
Infine si fanno strada, crescono, si sviluppano, diventano albero.
Ecco, ora la pietra si è frantumata, è diventata argilla.

Ti accorgerai che il Suo parlare rinfresca, non congela;
riscalda, non brucia, è dolce pioggia, non tempesta.
Guarisce le afflizioni e le pene del cuore,
lenisce, non inaridisce; non intossica, tonifica;
allevia e calma. È una realtà, non finzione.


Ogni frase diffonde gioia e dilegua la mestizia,
sollecita l’attenzione, induce al consenso,
disperde la tristezza, scaccia la pigrizia,
ti attrae più vicino, ti stacca dai legami,
infonde coraggio, riunisce le fedi,
non impone dottrine, riconcilia le scissioni.


Egli insegna, incantevole, mai offensivo, disarmante.
Vaglia chi risponde, risolleva chi dispera.
Inculca il ‘fare, agire, vivere’,
sveglia l’idea, il credo e l’azione,
esempio per chiunque lo ascolti.

Voi che bussate alle porte del Paradiso pieni di orgoglio,
vantando nobili lignaggi,
voi che cercate la pace nel guadagnare e spendere,
tra bisogno e desiderio, tra accumulare ed assicurare,

quando lo sentite parlare, lietamente decidete
di procedere sul sentiero del pellegrino.
Dispiegate le ali e vi librate in alto verso il cielo!
Sentite di essere leoni convinti a belare,
diamanti caduti nel fango.

Senza baruffe, senza nemici,
Sai accoglie tutti, chi ha sete e fame,
chi zoppica e geme, chi si arrampica e cade.
Risolleva l’umiliato, abbraccia lo scoraggiato!
Lenisce le pene, dona la Sua Grazia.
Indica la strada smarrita,
descrive la gioia che ti attende alla fine del viaggio.
Ti fa aprire gli occhi e rinvigorisce le membra.
Risveglia il dormiente, rialza il seduto.
Chi è in piedi cammina, chi cammina avanza.


Proclama, rivela, a tutti annuncia;
afferma di sollevarci dai nostri pesi.
Risolleva lo sbandato, il reietto, il malato,
chiarisce la Verità, svela l’errore.
Ma cos’è questa? Che fortuna, che Grazia!
La Sua parola si fa canzone, e che canzone!
Ci insegna a pregare, placa le onde furiose,
rinforza i nervi e le volontà
guidando le nostre anime verso Verità, Rettitudine, Amore.
E quando si ferma e tu apri gli occhi
li trovi colmi di lacrime!
Il tuo vicino piange come un bimbo.
Ma come? Guarda! Ha lasciato il palco!

Da quel momento sei un’anima audace che ascende.
Sii orgoglioso di aver avuto questa opportunità!
Sei Arjuna che riprende le armi
con la guida di Krishna ai cavalli.


Che fortuna: tu l’hai sentito parlare!

Introduzione poetica del libro “Sri Sathya Sai Discorsi vol. 1” di N. Kasturi