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241. En Soph di Paolo M. Virio

Domenica 17 Giugno 2012 00:00 Rosario Castello
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En Soph: senza fine, senza limiti, l’Uno che non ha limiti né fine!
Egli En Soph. È l’Uno antichissimo, il più nascosto dei nascosti.

En Soph è l’Essere nascosto, inaccessibile, il Deus absconditus: è il Dio celato nella sua propria essenza, al quale non può venire attribuito alcun carattere nominale autentico.

Ecco perché in virtù della sua natura nascosta sono sorti i vari nomi: come, Radice di tutte le radici; grande Verità; Unità indifferenziata; ma dicendo En Soph si accentua maggiormente il carattere dell’impersonalità. In particolare però, la espressione En Soph, non significa, Colui che è infinito, ma Ciò che è infinito, Ciò che è Inafferrabile, Ciò che il pensiero non raggiunge.

Prima di aver creato ogni apparenza nel mondo, prima di aver prodotto ogni forma, Egli era solo, senza forma nella profondità del suo Nulla.
Chi potrebbe comprendere come Egli era prima della creazione, dato che era senza forma e inaccessibile nelle profondità del suo Essere?

Creazione dal Nulla: Egli ha dato origine al mondo da ciò che Egli non è, cioè dal Non Essere: per intendere che la creazione ha avuto la sua origine in Dio stesso, nell’insorgere dell’Uno perfetto: creazione, quindi, intesa nel concetto di emanazione, o espressione del suo Essere nascosto.

Il Nulla, da cui è scaturita ogni cosa, è privo di ogni determinazione, in quanto è inaccessibile alla conoscenza intellettuale dell’uomo.
Il Nulla in è però Pienezza, perché il Nulla è la Divinità stessa, nel suo aspetto più nascosto.

Sembra che esista un dualismo, una vera rottura o separazione tra il nascosto En Soph e il Dio che si è manifestato, Dio Vivente; l’Uno è inaccessibile nelle profondità del suo Nulla; l’Altro è il Vivente Dio che si è rivelato nei suoi Raggi o Attributi di Luce. Ma non è così: Dio come En Soph e come Essere completamente spoglio di attributi è una idea che può postularsi solo negativamente.
Libero di ogni attributo e libero di ogni possibilità di cangiamento si manifesta vibrando, creando, irradiando o esprimendo da Se stesso dieci Sorgenti di Luce, le dieci Sephiroth che splendono nella forma che hanno avuta da Lui: la Corona è la Sorgente dalla quale sprizza la Luce senza fine, e da cui viene il nome dell’En Soph, cioè infinito che designa la Causa suprema o Causa delle cause, Luce Infinità.

Nell’abissale Nulla la Totalità erompe, esce dal suo En Soph, e ciò ch’è Inafferrabile, ciò ch’è nascosto emerge, e il Dio nascosto nelle profondità del suo Nulla, diviene o si manifesta Dio Vivente.

L’essenza nascosta si manifesta ma si manifesta e rivela a Se stesso. La Sfera o primo Mondo, il profondamente nascosto, non si mostra e non è noto a nessuno all’infuori di Dio stesso che in tal modo si cela: e questo è il Mondo dell’En Soph, il Movimento vivente e vibrante in Lui solo.
Ciò ch’è manifestato, il Dio degli Attributi, è quello che può essere conosciuto, cioè il secondo Mondo, ma in realtà i due Mondi costituiscono una Unità dinamica, senza dualismo o separazione, come potrebbe sembrare.

L’En Soph è la nascosta radice di tutte le radici dell’Albero di Dio: Albero della Potenza, Albero Sephirotico, e n’è anche la Linfa, e l’Albero è la manifestazione della Forza in origine nascosta nel segreto dell’En Soph, che manifestandosi irrompe dall’Abisso segreto dell’En Soph stesso.

Manifestandosi sorge l’impulso alla creazione e le Sephiroth dispiegandosi, rendono accessibile – al cuore dell’uomo – di penetrare fino alla sua pienezza, a quel Nulla che nell’atto creativo è divenuto Io, Dio in Se stesso.
Io che, nell’ultimo e più inaccessibile dei suoi attributi si manifesta come Shekinah, presenza e immanenza di dio in tutta la creazione: Porta che introduce nel mistero di Dio.

La creazione fondamentale è quella che ha luogo in Dio stesso. Il nascosto En Soph convergendosi da luogo alla creazione.
Il movimento di questa conversione che emerge dalla Volontà primordiale irrompe all’esterno, esteriorizza la Divinità, e la Luce che prima irradiava solo all’interno, si dispiega dall’interno dell’En Soph nelle Sephiroth, esprimendosi come prima Sephirah nella Suprema Corona, Kether.

Dalla Suprema Corona inizia il flusso della vita divina, e nel suo corso scorre attraverso tutte le Sephiroth, per sfociare nella Shekinah, Mare dove Dio dispiega la sua totalità: Egli è in tutto, ed è tutto.

Perché la creazione non è altro che uno sviluppo esterno di quelle Forze che vivono in Dio e agiscono in Dio stesso: Auto rivelazione Divina, Processio Dei ad extra.

Ciò che esiste e regna nell’ordine superiore, nell’unità dinamica di Dio, esiste nell’ordine inferiore come differenziazione e separazione.

La realtà interna che si ritrova nella realtà esterna, con lo stesso ritmo e movimento, è la realtà che rivela la Gloria di Dio che rivela la sua Vita segreta, Vita che pulsa in tutto.

tratto da “Lo splendore della Kabbalah” di Paolo M. Virio – Edizioni Amenothes –


testi di Paolo M. Virio (Paolo Marchetti 1910-1969) Consigliati:

Lessico esoterico comparativo – Ed. Amenothes
Insegnamenti e dottrina – Ed. Amenothes
Cosmo. Prospettive esoteriche – Ed. Amenothes
La sapienza arcana.. tempio nascosto – Ed. Amenothes 1982
La tradizione esoterica Giudaico-cristiana – Ed. Bastogi 1993
Esoterismo cristiano e amore – Ed. Simmetria 1997
La Gnosi – Ed. Simmetria 1998
Orientamenti iniziatici – Ed. Simmetria 1999
Il Vangelo esoterico di Marco – Ed. Simmetria 2011
Corrispondenza iniziatica. Le lettere e la vita di Paolo Virio e Luciana Virio – Ed. Simmetria 2000