gototopgototop

297. L’importanza di Kundalini

Martedì 06 Novembre 2012 00:00 Rosario Castello
Stampa

Kundalinisakti è chiamata l’”arrotolata”, la “Forza Serpentina” che risiede nel Cakra alla base di Merudanda (la colonna vertebrale).
Kundal in Sanscrito significa spirale ma Kundalini deriva da kunda che indica un luogo molto profondo, una cavità. Infatti il cervello risiede in una cavità (kunda): osservandolo come sezione anatomica sembra un serpente addormentato avvolto a spirale.
Kundalini è la Sakti (energia) allo stato potenziale latente. Quando Kundalini invece si manifesta, in India, viene chiamata in molti nomi diversi (Devi, Kali, Durga, Saraswati, Lakshmi, ecc.).
Kundalini è stata conosciuta da tutte le varie tradizioni iniziatiche, definendola e descrivendola secondo le diverse culture. Molte espressioni simboliche l’hanno identificata.
La cosa più importante da sapere è che tutto ciò che riguarda la vita spirituale non può prescindere da Kundalini perché è il risveglio di Kundalini che apre alla vera forma di vita spirituale, a quel percorso esperienziale in colui che è “pronto”: graduali “risvegli” che devono condurre a ciò che è stato chiamato in molti modi, e cioè Samadhi (“Identità Reale”; “Essenza Una-senza-secondo”), Moksa (Liberazione), Kaivalya (Unità Assoluta).
Kundalini, nello stato inconscio, ergendosi si manifesta come la forza terrifica di Kali ma se la Sadhana è corretta procede nella direzione della manifestazione di Durga, il simbolo benevolo dell’inconscio. La dea Durga rimuove tutte quelle brutte conseguenze della vita, dispensando forza e pace (emananti da Muladhara Cakra).
Chi cade sotto la forza terrifica di Kali va incontro a spiacevoli esperienze provenienti dai portali dell’inconscio. Seguendo le sagge indicazioni della Sadhana Yoga nulla di male può accadere.

La messa in moto di Kundalini apre il Sadhaka-Yogi praticante ad esperienze-conoscenze-consapevolezze uniche dove l’anatomia fisica e l’anatomia spirituale vengono totalmente coinvolte: la percezione del passato, del presente e del futuro; gli stati di veglia, sonno e sogno; la soggettività, la sensorialità, il silenzio esperienziale fino a gerarchiche esperienze di trascendenza.
Lo scopo principale dell’incarnazione umana è il risveglio di Kundalini. Qualunque cosa faccia e provi nella vita l’ente umano ha il solo scopo di suscitare, risaltare e provocare il risveglio di Kundalini che significa liberazione da questa “Sfera del Basso” in cui gli esseri spirituali sono esiliati, legati alle catene del Samsara.

Kundalini risiede nel Corpo Causale (Karanasarira; Anandamayakosa) dove sono assenti tempo, spazio e oggetti. Il Corpo Causale è il veicolo dell’Atman nello stato di Prajna; in questo Corpo si fa esperienza dello stato di sonno profondo e di alcuni tipi di Samadhi.

Il Sadhaka-Yogi praticante, lungo il suo viaggio di Conoscenza, incontra la necessità di comprendere il significato della reale esistenza dell’anatomia fisica e spirituale dell’ente planetario incarnato nella forma di ego-corpo-personaggio karmico.
Egli giunge a capire che ogni forma di conoscenza necessita del giusto livello di consapevolezza. I gradini della consapevolezza sperimentata conducono, rispettando le giuste condizioni richieste dallo Yoga, alla Consapevolezza Suprema (Siva) in Sahasrara (il corpo superconscio o trascendentale).
Sia i Veda sia i Tantra chiamano questa sede suprema Hiranyagarbha (il Germe d’Oro; l’Uovo Cosmico), la totalità della manifestazione sottile nell’ordine universale dell’esistenza che comprende il corrispettivo aspetto sottile individuato. Nel corpo fisico, a questa sede suprema, gli corrisponde la ghiandola pituitaria.
Connesso con la sede della Coscienza Suprema c’è Ajna Cakra (importante centro cui gli corrisponde, nel fisico, la ghiandola pituitaria) simultaneamente connesso ugualmente anche con Muladhara Cakra (sede dell’inconscio, alla base della colonna vertebrale) mediante Susumna (la Nadi centrale rispetto a Ida e Pingala, attraverso cui sale Kundalini).
Esiste quindi un collegamento tra l’energia della sede dell’inconscio e la sede del centro più elevato nell’ente planetario.
L’illuminazione della Coscienza Suprema è la manifestazione più elevata che può svolgersi in un ente planetario nella materia fisica del corpo.
Il processo del risveglio comporta una sequenza gerarchica di “risvegli” riguardanti i Cakra lungo il Merudanda (colonna vertebrale), collegati con altrettanti “centri superiori” da attivare nel cervello.
Il risveglio attiva flussi energetici (le Nadi) che trasportano il Prana.
La forza vitale (Prana Sakti) e la forza mentale (Manas Sakti) scorrono in ogni parte del Corpo (fisico e sottile) mediante le Nadi. Le Nadi costituiscono la “struttura” sottile dell’essere individuato (la struttura-corpo luminosa-energetica).

L’effettivo processo del risveglio di Kundalini apporta, nella vita del Sadhaka-Yogi praticante, una trasformazione. Questa trasformazione non riguarda la morale, l’etica o l’eventuale vita religiosa dell’ente planetario ma riguarda la “qualità” delle esperienze e delle percezioni (crollo di certi attaccamenti, trasformazione della natura di certi interessi, caduta di molti veli, ecc.).
La trasformazione riguarda il corpo fisico, le sensazioni, le emozioni, i sentimenti, la natura dei pensieri, il mentale, lo spirituale.
Bisogna comprendere che l’ente planetario, nella veste di uomo comune-ordinario, identificato nella materia, pensa di essere solo un corpo fisico grossolano e infatti la sua mente lo costringe ad essere un ego-corpo-personaggio ad un basso livello di consapevolezza con un Prana a basso voltaggio.  Non è sufficiente che un uomo sia vivo fisicamente ma deve anche essere capace di pensare ed essere consapevole, altrimenti significa che ha Prana, anche se a basso voltaggio, ma non Manas Sakti (di quel decimo del cervello che potrebbe utilizzare, come ente addormentato, ne usa solo una piccola parte). Le parti silenti del cervello hanno del Prana ma non hanno Coscienza.
L’ente toccato dal risveglio di Kundalini, a qualunque grado e livello, è pronto invece a poter sperimentare livelli superiori di consapevolezza attraverso il Prana ad alto voltaggio della Kundalini.
Il risvegliato di Kundalini è un ente planetario dalla personalità integrata, un centro di Coscienza Suprema, una personificazione della divinità.

Non c’è vero risveglio spirituale se Kundalini Sakti risvegliandosi non sale percorrendo il passaggio di Susumna fino a Sahasrara. Questa precisazione per introdurre il fatto che il processo di risveglio di Kundalini, come già accennato prima, comporta diversi “risvegli” graduali, a seconda della posizione coscienziale di ciascuno.
Kundalini deve risvegliarsi in Ida e Pingala ma è fondamentale che si risvegli anche in Susumna perché in tale sede il risveglio avviene in tutti i livelli della vita. Bisogna operare per un risveglio completo in modo da liberare l’intero potenziale di energia superiore.
Ida Nadi controlla tutti i processi mentali. Pingala Nadi controlla tutti i processi vitali.
Susumna Nadi è il canale per il risveglio della coscienza spirituale.
Infatti Prana Sakti (Forza pranica) corrisponde a Pingala Nadi; Manas Sakti (Forza mentale) corrisponde a Ida Nadi e Atma Sakti (Forza spirituale) corrisponde a Susumna Nadi.
Ida, Pingala e Susumna sono immaterialmente all’interno della parte ossea della colonna vertebrale: Susumna scorre all’interno del canale centrale del midollo spinale mentre Ida (scorre a sinistra) e Pingala (scorre a destra) scorrono lungo la superficie esterna del midollo.
Ida, Pingala e Susumna hanno origine in Muladhara Cakra (piano pelvico).
Ida, Pingala e Susumna si incontrano in Svadhisthana Cakra per poi continuare ciascuna la propria strada fino al successivo incontro in Manipura Cakra.
L’incontro importante avviene in Ajna Cakra (ghiandola pituitaria governata dalla pineale).
Molti Pranayama sono presenti nella pratica del Sadhaka-Yogi praticante che vuole giungere alla meta. È importante far scorrere molta energia per aumentare sempre di più la luminosità necessaria per passare dal sonno (oscurità) al risveglio (luce).

I discepoli di un Maestro, quali Sadhaka-Yogi praticanti, non si trovano tutti allo stesso livello di risveglio solo perché svolgono le stesse pratiche, seguono le stesse indicazioni, si alimentano spiritualmente dell’influsso dello stesso Maestro. Un discepolo può avere Kundalini risvegliata in un Cakra (ad esempio Muladhara) e un altro discepolo in un altro Cakra (ad esempio Svadhisthana, Manipura o Anahata, ecc.).
Molto speciale è il risveglio di Kundalini in Hrdaya Cakra dagli Otto Petali blu-rosso brillanti.

Con il risveglio di Susumna si apre la comunicazione tra le dimensioni superiori e inferiori della Coscienza.
Sakti Kundalini attraversa Susumna per divenire tutt’uno con Siva in Sahasrara.

 

“… Così come una porta viene aperta con una chiave, lo yogi può aprire il cancello verso la liberazione per mezzo della Kundalini. La grande dea dorme, chiudendo con la sua bocca l’apertura attraverso la quale si può ascendere verso il brahmarandhra … verso quel luogo dove non c’è né dolore né sofferenza. La Kundalini dorme sopra il kanda … essa offre liberazione allo yogi e schiavitù allo sciocco. Colui che conosce la Kundalini, conosce lo yoga. La Kundalini, è detto, è attorcigliata come un serpente. Colui che può indurla a muoversi, è liberato …”.

Hatha Yoga Pradipika v. 105-111

Questo articolo è “capitolo” del libro in formato ebook scaricabile gratuitamente:
Tradere – Per le immortali Vie dello Yoga Vol. Terzo
Edizioni Digitali del Centro Paradesha

Dello stesso autore:
Yoga – piccola Guida per Conoscerlo
Edizioni Youcanprint (cartaceo ed ebook)
Disponibile su 29 Store online e 29 Ebook Store online (Amazon, LaFeltrinelli, ibs, bol, hoepli, Rizzoli, ilgiardinodeilibri, Macrolibrarsi, etc.).