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374. Kabbalah La Creazione del Mondo a cura di Massimiliano Di Veroli

Martedì 28 Maggio 2013 00:00 Rosario Castello
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Lo studio della Kabbalah si basa molto sull’intuizione, esamineremo quindi gli aspetti paradossali ed enigmatici di tale studio. C’è infatti un ordine ben preciso anche nel caos. Vi sono due scuole di pensiero cabalistico:
1 Teosofica
2 Estatica (esoterica)

Aspetto Teosofico
È lo studio della costruzione del mondo divino, lo sviluppo delle capacità interiori per poter avvicinare Dio a noi. La preghiera è un carro fondamentale per avvicinarsi a questo, in particolar modo lo studio dei salmi. Altrettanto importante è il concetto di “Cavanah”, ove per Cavanah si intende l’intenzione di fare una cosa, il fermo intento di procedere per un cammino e, ovviamente, chi la attua è già nel cammino.

Aspetto Estatico
Vi è poi la parte estatica che è assolutamente personale (attaccamento a Dio). In tale parte il digiuno e, soprattutto, l’uso dei mantra rappresentano le fondamentali esperienze mistiche per poter accedere ai mondi superiori. Questo ci fa capire come le radici appartengono ad un altro mondo, tutti i riti e le preghiere sono legati a questo (viene detto “Scholesh” = albero con le radici nella parte superiore dell’albero stesso).

Il Linguaggio simbolico
Il linguaggio della Kabbalah è pieno di simboli e di metafore, che servono a mascherare la conoscenza.
La lingua ebraica è, infatti, una serie di simboli. I simboli agiscono a livelli molto profondi e possono essere di tre tipi:
1 Lettere;
2 Parole;
3 Numeri;
(alla fine dei tempi noi leggeremo la parte bianca tra una lettera e l’altra, vale a dire l’ESSENZA stessa della Kabbalah).
Vediamone un esempio. In Genesi 7-1 è scritto: “E disse Dio a Noè ‘Entra nell’arca’ …”. Arca = Teiva.
Questa è associabile a:
1 Arca di Noè = Potenziale vivente per preservare le specie;
2 Cesta di Mosè = Scintilla divina (feto nell’utero);
3 Parola = Contenitore di energia (attiva e passiva).

Creazione dell’Universo
Dio ha creato il mondo per amore.
L’amore è l’energia più potente che esiste nell’universo. Tutti i mali sono causati dalla mancanza di amore. Si deve imparare ad amare, a gestire questa potente forma di energia. Nella Torah, l’Antico Testamento, vi è una preghiera, recitata da Mosè, che può definirsi un vero e proprio inno all’amore. È lo “Shema”, che recita “Shema Israel adonai eloenu adonai echad” cioè “ascolta Israele il Signore Dio nostro, il Signore è uno”.
L’Universo era pieno di una luce infinita, nella Kabbalah “Or-Ein-Sof”, cioè “la luce si radiava in tutto l’Universo senza fine”.
L’Universo era irradiazione di coscienza perfetta, di perfetta consapevolezza al di là dello spazio e del tempo. Sorgente inesauribile che alimenta tutti i livelli delle realtà. Ma questa luce non è Dio, è solo una sua emanazione, che crea un legame con noi. Ma per creare occorre avere uno spazio, occorre restringere questa luce infinita per creare uno spazio. Arriviamo cosi al concetto di “Zim-Zum” (Restrizione dello spazio). Un recipiente oscuro, lo spazio, si è reso necessario per poter vedere la luce, che non avrebbe nessuna valenza se non fosse contrapposta all’oscurità. La luce nello spazio crea una sorta di Big-Bang, un contatto tra luce e oscurità con la conseguente creazione dell’universo. Il materiale di scarto non è legato alla luce ma è nell’abisso (le radici del male) e
compito dell’uomo è trasformare il male, riciclandolo in modo positivo. In questo spazio vuoto (“Rescimi”) vi è uno spazio pieno di luce infinita. La creazione ha fatto sì che noi cadessimo nel mondo del dualismo, quello delle due forze opposte di attivo/passivo, bianco/nero, bene/male. Occorre trovare la via di mezzo vivendo con entrambe le forze. Adamo ed Eva sono due esseri di Luce (Yin e Yang), due tipi di energia attiva e passiva legati alla sorgente, la dualità è arrivata quando l’uomo ha mangiato i frutti dell’albero della conoscenza del bene e del male. La figura del serpente è di fondamentale importanza, rappresentando il nostro subconscio. Dopo aver mangiato tali frutti subentrò il dualismo, da quel momento le due polarità maschili e femminili si slegarono dalla luce per scelta e libero arbitrio. Da lì si accese la loro dualità e la loro vergogna della loro nudità. L’uomo si è coperto di vestiti che non sono altro che maschere, che impediscono di viverci e considerarci come esseri di luce. Occorre fare quindi il cammino inverso e soltanto con una accesa consapevolezza si possono illuminare le proprie parti buie e trasformarle in luce. Nostro compito oggi è rivestirci di quella luce per poter ritrovare e riconoscere la nostra scintilla divina.

tratto dalla Rivista “Fenix” n° 52 Febbraio 2013


Libro consigliato dell’autore:
Il Segreto dei Segreti, XPublishing Edizioni