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451. Sonno velante sui popoli

Venerdì 31 Gennaio 2014 00:00 Rosario Castello
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Hanno speranza gli enti planetari del pianeta Terra di ribaltare la situazione mondiale in cui versano e passare da vittime di un potere che li ha resi schiavi, soprattutto nella mente, a esseri liberi in grado di ricostruire una realtà dove la commensura potrà bandire l’oppressione dei pochi sui molti?

Per riprendere la condizione originaria gli enti planetari hanno bisogno di comprendere il processo-divenire della mente, il suo meccanismo proiettivo e identificativo.
Il potere dei pochi (i ricchi e i potenti, quegli 85, indicati dall’Oxfam britannica, che possiedono la ricchezza di 3 miliardi e mezzo di persone) ha manipolato la mente dei molti costringendoli a identificarsi con quello che loro (sempre i pochi, l’elite al potere) volevano: cioè la crisi (costruita da loro), la penuria, le difficoltà, i limiti, le carenze, le insolvenze, la povertà avanzante, la precarietà, la disoccupazione, i debiti, i deficit, il baratro economico-finanziario dei vari Paesi, le non-soluzioni, la nebbia all’orizzonte sempre più cupa fino all’esplosione della paura nelle singolarità (vedi i tanti suicidi o omicidi per motivi finanziari).
Si diviene ciò che si pensa: questo è l’antico mistero conosciuto dall’elite occulta al potere che manipola le coscienze dei cittadini di ogni paese del mondo. Orchestrano quanto sanno riesca a provocare risposte comportamentali e comunicazionali negative nei cittadini bloccati dalla paura di non farcela. La mente è causa di schiavitù o di liberazione.
La manipolazione delle coscienze ordita dai signori del potere nascosto attacca i contenuti della mente subconscia scatenando dei coaguli energetici che fanno rispondere le persone nel modo che i manipolatori si aspettano.
Occorre risvegliare gli enti planetari (i 3 miliardi e mezzo) perché si “accorgano” dell’inganno e si aprano quindi alla maturazione sotto la legge della necessità per intraprendere una via del ribaltamento.

Bisogna risvegliare i popoli di ogni Paese del mondo dal sonno velante in cui li hanno imprigionati.

Non bisogna essere per forza dei tecnici per rendersi ormai conto di chi è la responsabilità della condizione disastrosa in cui si trova l’umanità:
·    del capitalismo selvaggio
·    delle multinazionali
·    della decadenza delle democrazie
·    della ricchezza offensiva
·    delle manipolazioni mediatiche
·    dei falsi miti del benessere
·    della demenzialità diffusa ad arte nell’opinione pubblica
·    dell’egoismo e dell’ignoranza diffuse appositamente.

Dietro questi effetti la volontà degli uomini dell’elite occulta al potere.
Gli enti planetari devono risvegliarsi al proprio libero pensare e ribellarsi verso coloro che vogliono “pensare” e “decidere” in vece loro. Smettere di continuare a cadere nella trappola delle opposizioni (destra e sinistra) che tolgono la pace interiore e fanno scegliere le cose errate per tutti invece che il bene supremo per tutti. Liberarsi dalla paura che attanaglia la coscienza relegandola in una buia e invisibile prigione psichica che svilisce l’umana natura divina.
Ogni singolo ente planetario è importante che comprenda la realtà in cui si trova (volente o nolente) ma soprattutto che contribuisca, con tutto il proprio potenziale a disposizione, a cambiarla.
Risvegliarsi significa veder cadere alcuni veli che impediscono di vedere realmente e non trovare più alcuna differenza tra contadini, operai, intellettuali, medici, architetti, ingegneri, scienziati, liberi professionisti, casalinghe, pensionati … tutti possono comprendere e tutti possono contribuire a realizzare una realtà armonica ideale per tutti, qualunque sia il ruolo nella società: l’impegno del cambiamento vale per tutti. Ma soprattutto tutti coloro che nella società sanno di essere più privilegiati rispetto agli altri hanno il dovere, la responsabilità di usare meglio tale possibilità nell’impegno del cambiamento. Senza dimenticare che le responsabilità sono uguali per tutti.

Sacrosante le parole pronunciate dal linguista Noam Chomsky sulle democrazie europee:
“Sono al collasso, indipendentemente dal colore politico dei governi che si succedono al potere, perché sono dirette da burocrati non eletti che stanno  seduti a Bruxelles e decidono tutto. Quella italiana è praticamente scomparsa quando è diventato primo ministro Mario Monti, designato da burocrati dell’Unione europea e non dagli elettori. D’altro canto, lo stesso Mario Draghi ha detto che in Europa il contratto sociale è morto”.