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525. Come Dèi

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“Rispose loro Gesù:
‘Non è forse scritto nella vostra Legge:
Io ho detto: Voi siete Dèi?
Ora, se essa ha chiamato dèi
coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio
(e la Scrittura non può essere annullata),
a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo,
voi dite: Tu bestemmi, perché ho detto:
Sono Figlio di Dio?”
Vangelo di Giovanni 10, 34-36

 

Dio si alza nell’assemblea divina,
giudica in mezzo agli dèi.
“Fino a quando giudicherete iniquamente
e sosterrete la parte degli empi?
Difendete il debole e l’orfano,
al misero e povero e fate giustizia!
Salvate il debole e l'indigente,
liberatelo dalla mano degli empi”.
Non capiscono, non vogliono intendere,
avanzano nelle tenebre;
vacillano tutte le fondamenta della terra.
Io ho detto: “Voi siete dèi,
siete tutti figli dell’Altissimo”.
Eppure morirete come ogni uomo,
cadrete come tutti i potenti.
Sorgi, Dio, a giudicare la terra,
perché a te appartengono tutte le genti!
Salmi 81 (82) Di Asaf

 

Si dice che Dio, al sesto giorno della creazione, creò l’uomo e la donna e li portò nel giardino dell’Eden. Si racconta ancora che Dio proibì loro di assaggiare i frutti dell’Albero della Conoscenza del bene e del male. Il racconto prosegue dicendo che il Serpente persuase Eva, la donna, a disobbedire a Dio, mangiando di quei frutti e persuadendo, a mangiarne, anche Adamo, l’uomo. Per tale disobbedienza vengono cacciati via dal giardino dell’Eden, il Paradiso. Di questa antica storia raccontata in mille sfaccettature non sembra si siano mai chiesti, in molti, chi fosse quel Serpente di cotanta conoscenza, istigatore alla disobbedienza ma residente proprio all’interno del giardino dell’Eden. Se nessuno poteva entrare ed uscire dal Paradiso senza il permesso di Dio come faceva un tale essere ad abitarvi e ad osare tanto?
Il Serpente rappresentava forse una categoria di esseri così come Adamo ed Eva rappresentavano l’intera umanità nel democratico progetto di Dio?
Erano previsti, forse, per un qualche scopo, degli errori nel progetto di Dio poiché nulla sarebbe potuto accadere al di fuori della Sua volontà?

Esiste una realtà spirituale degli esseri (degli Atman). Gli esseri spirituali non perdono mai la loro natura originaria sia nella realtà loro propria sia in quella della realtà della Manifestazione universale nelle sue espressioni grossolane e sottili.
La realtà spirituale è quella degli esseri che non hanno bisogno, per esistere, di veicoli, grossolani o sottili, della Manifestazione. Gli esseri spirituali non sottostanno alle leggi della fisica e della biologia. Solo quando entrano in un processo di incarnazione (come bhutatman, ente che trasmigra), cioè quando entrano all’interno della Manifestazione, in uno dei tantissimi “punti” (loka) localizzati, hanno bisogno di corpi di carne e sangue o sottili, vivono di respirazione (ossigeno-prana) e subiscono la legge di gravità (del Karma).

L’entità spirituale (Atman) è un essere cosciente che può esistere in luoghi-spazi localizzati (pianeti, sistemi solari, galassie, sia grossolani sia sottili) o nell’ovunque non-localizzato senza alcun limite.

La Manifestazione Universale è Prakrti-Purusa, è la Sostanza primordiale indifferenziata: in essa sono presenti sia il polo negativo-passivo-femminile sia quello positivo-attivo-maschile (femminile Prakrti; maschile Purusa).
Purusa conferisce alla Prakrti la capacità, per induzione, di generare le forme-entità. La Manifestazione, nell’ordine universale, contiene il piano formale sottile, il “germe” (garbha) a monte della forma grossolana, germe che corrisponde alla totalità sottile-energetica.
L’”Aureo Germe” (Hiranyagarbha) costituisce la sfera sottile universale che viene assimilata al prana cosmico.
Lo stesso principio, nell’ordine individuale, è rappresentato dal corpo sottile “luminoso” (taijasa) e dalla condizione di sogno (svapna).

L’essere spirituale (l’Atman) è fuori del tempo-spazio-causa; è onnipervadente (può, quindi, incarnarsi, utilizzare come veicolo l’etere (akasa), privo di attributi); è auto-luminoso; non ha connessioni con gli elementi; non è toccato da fame o da sete, da dolore o morte; è, quindi, eterno ed onnipresente.
L’essere spirituale vive, nella sua realtà, il flusso continuo della coscienza di , la costante auto-presenza consapevole (Atmacaitanyapravaha). Il suo splendore interiore, la luce dell’Atman (Atmajyotis) può dirsi il suo naturale Corpo di Luce. Con questo Corpo di Luce vive la “propria forma” (Atmakara), la natura dell’Atman.

Gli esseri spirituali che entrano nella Manifestazione universale, a seconda della motivazione, subiscono delle caratterizzazioni, conseguenti assegnazioni (delle funzioni) e gerarchizzazione. Un gran numero di esseri spirituali, in funzione della loro “scelta” spirituale, hanno subito la famosa “discesa-caduta” e relativa incarnazione-localizzazione. Moltissimi sono i mondi di accoglienza, in tutta la Manifestazione, per i moltissimi esseri che assumono forme-entità secondo le ragioni dei mondi ospiti.
La realtà di tutta la Manifestazione soggiace al fenomenico, la realtà illusoria del divenire: incredibili sono in essa gli infiniti mondi esistenti e le infinite forme-entità. In tale realtà della Manifestazione, dall’aspetto più grossolano all’aspetto più sottile, stupefacenti sono le energie, le forze e i poteri sperimentabili dal suo interno.

La famosa “caduta” identifica l’ingresso nella Manifestazione universale, la discesa nella Materia (grossolana e sottile, materia solida, energia oscura, materia oscura).
Questa “discesa-caduta”, frutto di una deliberata scelta, si oppone alla volontà di Dio oppure no?

L’essere spirituale (l’Atman), al di fuori e al di sopra della Manifestazione, nella “Sfera dell’Alto” (il Regno esclusivamente Spirituale) vive nella Luce, nell’Amore, nella Bellezza, nel senso di Unità di tutte le cose (tutt’Uno con Dio), nel Calore della Fiamma Divina, nella totale Libertà.
La scelta di esplorare la Conoscenza, separandosi dalla Coscienza di Dio, pensando di poterne fare a meno ha fatto conoscere, agli esseri, la legge di gravità, quella pesantezza inesorabile dell’ottundimento, un esperienza di discesa nel Basso (nella “Sfera del Basso”), l’ingresso nei limiti delle forme-entità.

La presunzione e l’orgoglio di uno stato divino ormai in decadimento, per mancanza di considerazione, perdita di attenzione all’appartenenza primordiale divina, ha spinto verso ciò che era mancanza di conoscenza, mancanza di visione, mancanza di calore, assenza di luce, perdita della libertà di scelta e di movimento.
L’Albero della Conoscenza del bene e del male può conoscersi dall’Alto della Luce che lo alimenta e non dalle radici immerse nel buio della Materia: la Conoscenza-Coscienza è uno stato di coscienza che nella discesa-caduta cambia di stato, in stato di ignoranza-oscurità.
La discesa-caduta è il frutto di una scelta sbagliata di cui gli esseri che l’hanno fatta debbono pagarne le conseguenze fino in fondo, per tutto il lungo processo che la riguarda.
La discesa-caduta è possibile proprio perché gli esseri spirituali sono liberi, possiedono il libero arbitrio che però dovrebbero usare con discernimento e accurata discriminazione. Gli esseri spirituali, nella irrimediabile discesa-caduta, vedono ridimensionato il libero arbitrio perché ormai soggetti alle leggi del mondo senza più conoscenza e potere su di esse. Scegliere la separazione da Dio e la dissociazione dall’Infinito comporta la discesa-caduta e la perdita della libertà. Confondere la libertà con il preteso diritto di fare ciò che si vuole fa la differenza: la libertà è quella della “scelta”, di poter effettuare qualsiasi “scelta” che una volta fatta, però, non si possono fermare le conseguenze. Una volta “scelta” la discesa-caduta niente può più arrestarla ed il ritorno non potrà essere immediato.
Il cambiamento di stato coscienziale muta, per coloro che fanno la scelta, anche lo stato-condizione-luogo, rispondendo con un luogo localizzato all’errore.

La discesa-caduta contempla la mortalità (relativa) in quanto la Manifestazione è il gioco del tempo-spazio-causa, la realtà illusoria di un divenire inafferrabile che dovrebbe provocare, nelle forme-entità (nei corpi-personaggi) incarnate la spinta a rivolere la natura originaria, quello stato primordiale degli esseri spirituali che vivono, conoscono e amano Dio in piena e totale libertà, senza limiti.
La morte come estinzione della coscienza, di un essere spirituale, non esiste neanche all’interno della Manifestazione: ciò che in essa è mortale è la forma-entità con la quale si incarna l’essere spirituale (Atman). Vi sono mondi dove le forme-entità vivono più a lungo di altri o dove, addirittura, cambiano o rinnovano la propria forma-entità come un abito.
Le forme-entità, all’interno della Manifestazione universale, sono di moltissime specie: non bisogna dimenticare che gli elementi grossolani (sthulabhuta), acqua-ap, terra-prthvi, fuoco-tejas e aria-vayu, provengono dagli elementi primi (bhuta) della Prakrti. L’intera Manifestazione universale è, quindi, costituita da elementi sottili (suksmabhuta), del piano sottile-luminoso-energetico (suksma), e da elementi grossolani del piano grossolano-fisico-denso (sthula). Per quanto riguarda i bhuta non bisogna fraintendere: essi sono elementi grossolani ma non corrispondono ad enti fisici oggettivi come si potrebbe immaginare ma sono, in realtà, quelle “qualità-informazioni-sostanziali” che danno, ad ogni singolo organo, le sensazioni percepite.

Esistono, infatti, forme-entità costituite dalla combinazione di uno o più elementi (bhuta e suksma); anche forme-entità formate di sola sostanza eterica (akasa). Gli enti planetari del pianeta Terra sono formati dalla combinazione di tutti gli elementi sottili e grossolani. Esistono, anche, moltissime specie di mondi costituiti dalle più variegate combinazioni di elementi sottili e grossolani. Tra le tantissime specie di forme-entità alcune hanno mantenuto o riconquistato parte della consapevolezza originaria perduta nella discesa-caduta e manifestato superbia imponendosi, su altre forme-entità, gerarchicamente meno sveglie e meno potenti. Alcune di queste sono tra quelle che hanno visitato, nel lontanissimo passato, il pianeta Terra spacciandosi per dèi tra gli esseri umani. Alcune visitano ancora oggi la Terra ma con modalità diverse e più riservate. Qualcuno le chiame visite, altri le chiame intromissioni. Alcune religioni dell’antichità sono dovute a questi visitatori giunti in qualità di dèi. Alcuni di questi visitatori si intromettono negli affari del pianeta Terra, altri non interferiscono affatto.

Naturalmente non bisogna dimenticare che dietro ogni tipo di forma-entità c’è un essere spirituale (Atman), obliato, poco risvegliato, molto risvegliato ma non del tutto, che esprime, al proprio livello di posizione coscienziale, Intelligenza al suo grado di possibilità.

Molte divinità della storia antica rientrano in questa tipologia di esseri, considerati dèi dagli esseri umani per le eclatanti manifestazioni di potere. È rimasto il ricordo, anche, di come questi vari dèi diversi combattessero guerre terribili sopra le teste degli uomini. Molti di questi esseri-dèi hanno la capacità di dominare la “materia” di cui sono composti modificandola a piacimento: cambiano apparenza, consistenza, diventano evanescenti o invisibili e impercettibili.

La presenza inequivocabile di molte deità favorisce certe correnti contro-iniziatiche che vogliono indurre a far dedurre che non esiste un Unico Dio Universale superiore a tutti gli altri dèi e ancor meno un Dio creatore di tutta la Manifestazione universale.

Noi non vogliamo indurre a pensare in nessun modo specifico ma a pensare liberamente con il proprio essere, per cogliere quanti più elementi possano condurre il lettore alla verità cercata. Abbiamo ripetuto molte volte che risvegliarsi è ricordare: ricordare ciò che è realmente, in quanto essere spirituale (Atman) delle Origini, testimone della Verità prima che si velasse.
La forma-entità (l’ego-corpo-personaggio) è un seme, è un programma con tutte le informazioni necessarie a ricordare, all’essere spirituale incarnato, per quale motivo si trova confinato nei limiti e come se ne può liberare. Le possibilità racchiuse in questo seme sono in grado di ricondurre, l’essere spirituale esiliato, alla sua condizione primigenia, lo stato primordiale della “Sfera dell’Alto” prima della discesa-caduta. utilizzare le informazioni racchiuse nel seme (nel programma) può accelerare il risveglio spirituale della coscienza verso la sua completezza.

Se c’è un Unico Dio Universale è quello che ha creato sia il Regno Spirituale Divino (la “Sfera dell’Alto”) sia la Manifestazione universale (la “Sfera del Basso”)? Oppure a creare la Manifestazione universale è un Dio minore, un dio dell’Errore? Oppure la Manifestazione universale è frutto di una catena di creazioni, ad effetto domino, dovute a ulteriori e/o successive intromissioni degli esseri spirituali spacciatisi per dèi?

Nella condizione sovrumana di esseri-dèi alcuni di questi visitatori sceglie un particolare popolo umano che nomina “popolo eletto”, assoggettandolo, guidandolo, proteggendolo dagli altri dèi e dagli altri “popoli eletti”. Non sempre, comunque, queste intromissioni nella vita umana sono risultate negative: alcuni esseri-dèi risvegliatisi alla natura spirituale originaria (della “Sfera dell’Alto”) hanno aiutato positivamente l’evoluzione umana. Alcune fazioni di visitatori sono apparsi come il Bene e altre come il Male.

Quando la forma-entità sperimenta un certo risveglio, per accelerarlo, dovrebbe adottare, vivendo nella densità del proprio mondo, il punto di vista dello Spirito, non potendo ancora vivere direttamente come puro essere spirituale.

Tutti gli esseri spirituali decaduti nella Manifestazione universale, di qualsiasi tipo di mondo ospite, devono risvegliarsi alla loro natura originaria, quella natura primordiale comune a tutti gli esseri spirituali.
L’esperienza, per tutti, è quella di trovare, nella Manifestazione universale, la via di ritorno definitivo per la “Sfera dell’Alto”, il vero Regno Spirituale di Dio.

 

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