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899. “Dio parla con Arjuna”: estratto dalla Bhagavad Gita di Paramahansa Yogananda

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“(…) Le anime dei defunti e le entità astrali sono guide inaffidabili. Molte persone erroneamente pensano che “i morti” – gli esseri umani passati al mondo astrale – siano in contatto con i grandi maestri o siano essi stessi fonti di saggezza profonda … ma finché un uomo non ottiene la realizzazione dell’anima non è capace, dopo la morte, di esprimere un grado di divinità maggiore di quello che ha espresso durante la sua vita sulla terra.
La Gita sottolinea che coloro che credono nel fatto di consultare “spiriti di defunti” sono nell’ignoranza. Tali persone fanno riferimento alla guida di entità astrali, invece che cercare la comunione con Dio, il Padre Celeste e Amico di tutti. Avendo il Suo aiuto, che bisogno c’è del supporto di esseri astrali?
Tra gli esseri emancipati ci sono i grandi guru o i precettori spirituali indicati dal Signore per aiutare silenziosamente il genere umano in modi segreti. Essi non hanno necessità di agenti o “medium” per raggiungere i ricercatori della verità che vogliono e hanno bisogno del loro aiuto, ma assistono i loro discepoli direttamente. Non ha importanza che il devoto sia conscio o meno di tale aiuto, perché comprenderà che sta ricevendo divino soccorso a seconda del modo in cui egli stesso cambierà per il meglio, interiormente e esteriormente. Frasi eloquenti e altisonanti che provengono da un ordinario essere astrale, che si mette in posa per l’occasione, o attraverso l’azione di un medium in trance, come “insegnante dell’umanità”, non hanno un tale potere di trasformare la vita spirituale dell’uomo. I medium, sia di professione che amatoriali che non posseggono la divina realizzazione, sono incapaci di sintonizzarsi a livelli più elevati di un comune regno astrale. Non possono evocare la presenza di santi che conoscono Dio, per chiedere loro pareri o porgli delle domande. Agli augusti esseri, che sono tutt’uno con l’Infinito ineffabile, non può mai essere comandato di tenere una lezione settimanale, per esempio, attraverso un medium sulla terra.
Le menti umane oscurate, sottolinea la Bhagavad Gita, ospitano molti malintesi grossolani sulla natura del piano divino per la redenzione dell’uomo (…).
Nessun vero santo o Maestro comunica attraverso i medium. Mentre è fisicamente incarnato, un maestro impiega i grossolani strumenti di espressione per il facile riconoscimento e accettazione da parte di coloro che sono limitati nella ricezione. Le loro opere spirituali a favore del mondo e dei devoti individuali, rimangono generalmente invisibili ma tangibilmente percepite da coloro che sono ricettivi. Queste sono le vere benedizioni e la guida di un Maestro, mediante il quale si praticano cambiamenti spirituali nella natura interiore astrale e causale dell’uomo, e che a loro volta trovano espressione nella sua esistenza materiale. Quando un Maestro non è più gravato dai vincoli di una incarnazione, il suo soccorso trasformante continua ugualmente, e non sminuisce se stesso e la sua efficacia spirituale cercando un’espressione grossolana attraverso un “medium”. Avendo lasciato il suo messaggio divino e la sua testimonianza sulla terra, egli non ha nessun “ripensamento” che richiede rivelazioni di sensitivi e spiritualisti.
Ma quando un devoto, attraverso il proprio sforzo, eleva la sua coscienza in meditazione ai puri regni dei santi e degli angeli, egli stesso percepirà attraverso la vista divina o le meravigliose intuizioni, la presenza e la guida dei santi che sono i suoi benefattori spirituali e l’amorevole Dio che li autorizza a dispensare la Sua grazia.

Il pericolo di possessione da parte di anime vagabonde.
Il mondo astrale (con i suoi vari regni vibratori superiori e inferiori) contiene molti esseri che sono buoni, molti che potremmo chiamare ordinari e molti che sono cattivi; proprio come sulla terra troviamo tutti i gradi di bontà e cattiveria tra le creature umane. La persona che apre indiscriminatamente la sua mente per ricevere qualunque messaggio possa giungere a lui attraverso gli “spiriti”, non è in grado di dire quale tipo di contatto sta avendo con le sfere astrali, diventando così recettivo a qualsiasi vibrazione correndo il rischio di ricevere una “cattiva compagnia”. Può anche essere assorbito dai fenomeni dei mondi astrali inferiori e quindi non riuscire a compiere alcun progresso spirituale verso l’unico obiettivo desiderabile: illuminazione interiore, salvezza .
Se una persona lascia la sua automobile aperta e con la chiave inserita nell’accensione chiunque potrebbe entrare, guidarla e distruggerla. Allo stesso modo, quando la mente è vuota, qualsiasi “anima vagabonda” può entrare e possedere quello sfortunato individuo. Queste anime stanno cercando la rinascita, ma a causa del cattivo karma non sono in grado di incarnarsi non appena lo desiderano; quindi cercano continuamente una mentalità passiva, in modo di poter usare la carne e la mente di quell’essere umano per soddisfare il loro desiderio di incarnazione fisica. Se una persona è debole o negativa durante qualsiasi tentativo di contattare degli spiriti, come per esempio ad una seduta spiritica, può facilmente diventare vittima di un’anima vagabonda, e tale possesso può sconvolgerne la mente subconscia (…).
Gli yogi sottolineano l’importanza di concentrarsi su un preciso pensiero di Dio, mettendo da parte tutte le altre idee. Cercando così di raggiungere sempre la vibrazione più elevata, il ricercatore è in grado di evitare il mondo astrale inferiore e di comunicare con il Signore in una delle sue manifestazioni – come Pace, o come il Suono Cosmico, o come Luce – o, se si tratta di una persona molto avanzata, nella forma visibile di un santo (…). Le persone che invitano le visite di entità astrali – e, analogamente, quelle che permettono alle loro menti di essere ipnotizzate (cioè controllate) da un altro – incautamente rischiano la schiavitù dei loro strumenti di salvezza dati da Dio: la coscienza e la volontà. Anche se si potrebbero incontrare solo entità astrali “benevole”, e anche se l’ipnotizzatore sta cercando di aiutare quella persona, resta il fatto che ha permesso ad un altro essere, su questo o sul piano astrale, di invadere e controllare temporaneamente la sua coscienza. Questa è una pratica pericolosa, che non affretta in alcun modo il progresso spirituale o assomiglia ad una vera esperienza della presenza di Dio, che dovrebbe essere l’unico obiettivo dell’uomo (…)”.

Paramahansa Yogananda
tratto da God Talks With Arjuna: The Bhagavad Gita
Vol. I e II (ISBN 978-0-87612-031-6)
Capitolo XVII versetto 4
Self-Realization Fellowship
Il brano è disponibile in inglese sul sito:
https://yoganandasite.wordpress.com/2018/12/31/astral-spirits-mediums-and-tramp-souls-paramahansa-yogananda/
Dio parla con Arjuna: la Bhagavad Gita
In italiano è disponibile la versione Lo Yoga della Bhagavad Gita della Casa Editrice Astrolabio

http://www.yogananda-srf.org/Hidden_Truths/La_Bhagavad_Gita.aspx#.XDiGwE2WzIX

https://books.google.it/books?id=dKYfdbxnukkC&printsec=frontcover&dq=god+talks+with+arjuna:+the+bhagavad+gita+vol+ii&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjQhtq45uvfAhVNXBoKHc-mB4MQ6AEIKzAA#v=onepage&q=god%20talks%20with%20arjuna%3A%20the%20bhagavad%20gita%20vol%20ii&f=false

 

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