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919. “Progresso”, “Tradizionalismo”: Idee-mito per guidare i popoli

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All’inizio era la “concezione tradizionale” che dal villaggio si è spostata alle città, ai regni e agli imperi, ma mai attualizzata veramente secondo il pensiero teorico originario concepito (che sapeva di metafisica, di Assoluto).
La concezione di una civiltà tradizionale, che guardava al modello mitico dell’universo, per un avvicinamento alla perfezione delle Origini, oltre che essersi degradata-alterata nel tempo è venuta meno lasciando un ricordo confuso e distorto, di cui in molti ne hanno approfittato lungo la storia.

L’Idea che guida la società umana dovrebbe essere quella che riguarda la concezione del mondo e del posto dell’uomo nel mondo, perché questa Idea è poi quella che dovrebbe provocare i giusti azionamenti che investono sia le strutture sociali sia quelle economiche.

L’Idea tradizionale poggiava su un mito di fondazione e il suo sistema sociale avrebbe dovuto contemplare la presa di coscienza della sua portata metafisica da parte degli uomini, per un’integrazione nell’armonia cosmica. Nell’Idea tradizionale dell’oggi, sostenuta dai politici (dei partiti di destra) che vi fanno riferimento, le cose non sembrano affatto più così profonde: non si evince la volontà di reintegrare l’uomo nell’universo; il mito di fondazione è passato nell’oblio e in alcuni casi non viene proprio compreso. Si odono frasi sciocche e superficiali: alle profonde riflessioni si sostituiscono slogan ignoranti, disumani e demenziali, e gesti di piazza intimorenti (saluto romano-fascista). Nessun valore spirituale vero e nessun azionamento materiale utile per davvero.
Lo stesso vale per l’Idea progresso (dei partiti si sinistra): niente di vero, niente di veramente utile per i cittadini in difficoltà, niente di luminoso, nessun processo di miglioramento.

L’Idea-mito della tradizione e l’Idea-mito del progresso, di entrambe queste Idee si è impossessata la politica, nelle sue espressioni peggiori, per influenzare-condizionare il “senso della vita” di ciascun cittadino. Dell’Idea-mito della tradizione se ne sono impossessati i partiti di destra; dell’Idea-mito del progresso tutti i partiti di sinistra: ma tutti tradendo il pensiero originario ispiratore.
Basta vedere questi partiti, come si comportano, quando “occupano” il governo, come fanno cadere nell’oblio quei principi a cui dovrebbero ispirarsi. Un esempio è l’attuale campagna elettorale per le europee: i loro comportamenti, le loro azioni, le loro risposte comunicazionali (spacconate, ingerenze da bullismo politico, atteggiamenti-minacce alla mafiosa, ecc.). Solo bassezze, niente di elevato, niente che ricordi lontanamente la necessità di integrare l’uomo nel cosmo.
La campagna elettorale: mandrie sparse di sciacalli pronti ad accaparrarsi più pezzi possibili della “cosa pubblica” rimasta.

Questa è la situazione attuale.

Bisogna essere consapevoli che, in ogni fase umana di equilibrio e di armonia, accade sempre che gli uomini si lascino travolgere dalla smodata bramosia di nuove conquiste: l’ingiusta avidità e volontà di potenza prendono sempre il sopravvento. Come prevenzione per il futuro non bisognerebbe mai dimenticare la consapevolezza di tale realtà.

Le Idee, di civiltà tradizionale e di progresso, falliscono perché gli uomini che cercano di attualizzarle sono fallibili e i più mentono a stessi sulla fedeltà al pensiero originario ispirante. Tutti i tentativi di compensazione ad aggiustare le cose risultano sempre peggiorativi per l’equilibrio e l’armonia generale. Perché?
Perché non è questione di antichità o di modernità, di modelli di pensiero utilizzati e in quale politica si fanno incarnare tali modelli scelti: per trasformare il “peggio” in “meglio” necessita umanamente un percorso di crescita, ma per questo occorrono innanzitutto solide basi morali che sembrano mancare, il più delle volte, in chi si avventura tra le fila della politica che dovrebbe cambiare le cose.

L’umanità è immersa nel divenire: gli individui e la collettività oscillano continuamente tra ciò che viene considerato progresso, tradizionalismo, peggioramento e stallo.

Il significato in senso generico di “progresso” è il processo, l’avanzamento di un qualsiasi fenomeno, l’andare avanti, l’avanzare. L’uso, ad esempio, del “progresso della Storia” non significa in realtà proprio nulla, perché la storia umana non sempre si è manifestata “dal bene al meglio”, spesso ha significato peggioramento, regressione, retrocessione, involuzione. Si è tentato di dargli un senso più vicino a “sviluppo” (rappresentazione sfruttata dalla politica). Si è sempre più forzato il suo significato di avanzamento verso gradi o stadi superiori, un miglioramento, un perfezionamento dello status quo. Lo si è fatto accettare generalmente come a un fare progressi (nella società, nella vita personale, in uno studio, nei rapporti sociali, ecc.), un migliorare, un evolversi. Una idea quale sviluppo verso forme di vita più elevate e più complesse. Il progresso come raggiungimento delle libertà politiche e del benessere economico, quindi di un tenore di vita più alto ma che in realtà nessuno riesce a realizzare. Viene proiettato nella mente dei cittadini un progresso che è sempre in via di realizzazione, come un orizzonte che non si avvicina mai, perché non può, altrimenti non sarebbe un orizzonte.

Il progresso viene considerato come a una serie di cambiamenti, rispetto alle condizioni precedenti, ma che non necessariamente possono considerarsi miglioramenti.
Il semplice fatto che gli stessi problemi permangono da secoli, al di là delle filosofie inventate, progressiste o tradizionaliste, dai linguaggi rinnovati e dalla diffusa tecnologia moderna (il cosiddetto progresso tecnico-scientifico), significa che non c’è mai stato un vero progresso ma solo l’illusione della sua esistenza: illusione sfruttata dalla politica e dal potere dominante.

Il divenire è continuo mutamento ma non significa affatto miglioramento.

L’attuale umanità, al di là di certe apparenze materiali, non ci sembra così tanto migliorata moralmente, eticamente, spiritualmente. Manifesta, come nei millenni passati, violenza, aggressività, prepotenza, egoismo, brama di sopraffazione sugli altri, razzismo, ecc..
L’idea del progresso, cercando di farla diventare una Idea-mito, è stata creata dal filosofo, matematico, economista e politico rivoluzionario francese Nicolas Condorcet (1743-1794), a fine Settecento. Nonostante si siano sviluppate successivamente idee filosoficamente opposte a quella del progresso (cioè “reazionarie”), come quella di Friedrich Nietzsche (1844-1900) e Martin Heidegger (1889-1976), questa Idea-mito del progresso, sfruttata sapientemente dalla politica, ha regolato il vivere della società umana fino all’oggi.
Alla stessa stregua del pensiero progressista, il pensiero dei “reazionari” è stato incarnato nel pensiero cosiddetto “tradizionalista”, scuola di pensiero fondata da Joseph De Maistre (1753-1821) e da Juan Donoso Cortés (1809-1853).

La società umana è, a tutt’oggi, condizionata, stretta nella morsa di questi due poli, due forme di pensiero e le loro diverse varianti di convenienza. Il risultato è che a tirare le fila della società umana è la filosofia del divenire (materialista, ateista, consumistica, egoistica, ecc.). Anche le fedi religiose e le filosofie spirituali si sono tutte materiate nel professarle. Non a caso il mondo attuale è, infatti, in piena crisi esistenziale e la grande crisi economica-finanziaria ne è il simbolo a tutti gli effetti.
La filosofia dell’intelligenza e del buon senso non viene mai utilizzata perché troppi sono gli uomini-predatori (“i peggiori”) e sempre pochissimi (“i migliori”) coloro che mirano sinceramente al supremo bene comune.

Le politiche, a queste Idee ispirate, hanno prodotto solo atteggiamenti teorici di facciata, innumerevoli annunciazioni, ma mai veri e concreti cambiamenti migliorativi per tutti. La società umana continua a restare “mancante” di ciò che servirebbe davvero a migliorarla, creando le giuste condizioni per il vivere di tutti: né progressisti, né conservatori e né reazionari sono stati capaci, finora, di cambiare davvero alcunché.
Cosa hanno fatto, finora, visti i risultati disastrosi dell’oggi, la democrazia, il liberalismo, il totalitarismo rosso e nero e la Chiesa?
Tutti i “partiti”, indipendentemente a quale “Idea” aderiscano o facciano riferimento (“progressista”, “tradizionalista”, o a una delle diverse varianti, anche miste e confusionarie), sono stati toccati dalla corruzione, dalla degradazione, dalle diverse espressioni dell’illegalità, sia perseguibili sia non perseguibili penalmente. Nessuna vera “Idea” di bene è ricercata, altrimenti la società umana non si troverebbe in tale disastrosa situazione.

È sempre esistita, in alcuni esseri umani (“i migliori”) l’idea di migliorare l’umanità e diversi sono stati, lungo la storia, i tentativi. È sempre esistita anche l’idea di dominio assoluto sul mondo, in certi uomini (“i peggiori”) e diversi sono stati i tentativi fino all’oggi. I primi sono sempre stati insidiati, infiltrati e attaccati dai secondi. La mescolanza creatasi fra di loro ha prodotto la confusione funzionale ai vari inganni sferrati sull’umanità.
Nei primi, tutti in buona fede, si son visti sia coloro che si ispiravano all’Idea-progresso sia coloro che si ispiravano all’Idea-tradizionalismo: due visioni per il medesimo scopo di Bene supremo, mai realizzato. Il problema è sempre stato nella volontà dei secondi che, mescolatisi tra i primi nelle due visioni, ne hanno sfruttato le idee e le motivazioni sincere, rendendo le cose molto più complicate e facendo andare tutto in tutt’altra direzione.

Dalle possibilità auspicate da Platone, e altri come lui, si è giunti nella modernità con l’orrenda visione utopica di un Aldous Huxley (1894-1963) che scrisse Il Mondo Nuovo. Ritorno al Mondo Nuovo, sostenitore dell’uso di allucinogeni, e di un George Orwell (1903-1950) che scrisse 1984 (pubblicato nel 1949). Siamo arrivati all’imperativo categorico del cambiamento che significa un bombardamento giornaliero con slogan manipolativi che inneggiano alle dinamiche di veloce cambiamento dei consumi e degli stili di vita: ecco l’avanzare subdolo del Transumanesimo.
Il progresso si impone come aumentata produzione di beni e di servizi, sui bisogni e i miglioramenti materiali delle persone ma senza che questi siano accompagnati dall’etica, per un miglioramento morale della società che possa portare ad una drastica riduzione della corruzione e della degradazione.
Progresso e tradizionalismo guardano entrambi solo nel divenire, e tutti i modelli sociali che propongono sono offerte materiali (maggiore consumo, maggiore profitto, ecc.): non guardano mai veramente verso l’alto ma solo verso il basso, non mostrano un vero interesse all’aspetto spirituale dell’esistenza, nemmeno coloro che girano in tondo alla new age, alla religione, alla religiosità, alla visione laica dell’esistenza. I cittadini sono stati trasformati in perenni consumatori di “cose materiali” e di “immagini”: perfetti prigionieri del virtuale e da esso manipolati, fino a non vedere altro che Internet, 5G e la genia in arrivo dei nuovi robot empatici. Spingono per far consegnare spontaneamente la propria coscienza ad un robot-computer: partono dal far accettare come una grande rivoluzione quella del 5G, per il bene di tutti. Per il controllo assoluto della vita di tutti è certo: una paradossale situazione di dipendenza funzionale ai veri scopi del potere sovranazionale che non si mostra nella sua vera veste. I protagonisti, che ruberanno la libertà di tutti, sono: 5G, big data, algoritmi, intelligenza artificiale, droni (il pericoloso futuro sopra la testa delle persone), i cosiddetti servizi innovativi, le capacità di governare processi e tecnologie con e per l’uomo, tecniche inconfessate di persuasione occulta mediante l’ausilio di dispositivi di realtà aumentata, tecnologie impiantabili nel corpo umano, ma sono molti di più.
Il progresso e il tradizionalismo moderno incomprensibile sono riusciti a produrre, senza nulla migliorare, l’oscurità del web che esprime e diffonde le fake news e l’odio digitale ma anche l’invasione delle microplastiche e della “polvere intelligente”. Basta pensare alla società attuale, con seria preoccupazione, in cui pullulano, in ogni dove, maleducati, bulli, psicopatici, drogati, egoisti, prepotenti e criminali di ogni sorta e la totale assenza di una vera politica di contrasto al fenomeno. È inimmaginabile il libero uso dei droni nelle mani di tutti questi soggetti: un’invasione a delinquere con la scusa della nuova forma di mobilità e logistica. Chi proteggerà i cittadini normali, gli onesti?

L’Idea-progresso, sconosciuta anticamente nelle “culture tradizionali”, elimina il tempo circolare e lo fa diventare rettilineo, cronologico, con una meta da raggiungere mediante un fattore di perfezionamento. Vero o non vero, il progresso si fa fede, diventa una specie di religione dei tempi moderni, con un pantheon di divinità diverse dall’antichità. Nonostante ciò non c’è vera Civiltà neanche oggi, non la si è raggiunta. La società umana resta piena di problemi irrisolti, quelli dell’antichità più quelli dovuti alle condizioni della vita moderna. Non possono, in questa società moderna (che non significa civile), chiamarsi civili coloro che, con altisonanti giustificazioni, di natura sovranazionale, fanno ancora le guerre (con le armi, con le bombe atomiche, con l’economia e la finanza, con il terrorismo costruito a tavolino).
La confusione dell’Idea-progresso e dell’Idea-tradizionalismo, entrambe adulterate rispetto all’ispirazione originaria, ha saputo produrre soltanto quel che l’utopista Jean Servier chiamava il “male di vivere” che ha pervaso l’intera società.

Lo slogan-asserzione “i social network rendono possibile ciò che prima era impossibile” non è forse la più grande bugia-inganno (fake new) di tutti i tempi, che la maggior parte, privata ormai del proprio senso critico e della capacità di discernere-discriminare, ha fatto propria, rinunciando alla propria natura di essere umano (soprattutto di libero essere spirituale)?
Può essere considerato progresso, quello che è in corso, quando sempre più persone offrono il proprio cervello, il proprio senso critico, il proprio libero arbitrio ai mondi-miraggio del web? L’impossibilità a risvegliare la propria coscienza dal sonno può far parte di una concezione tradizionale della società, dove tutti devono solo obbedire senza ragionare, o di una concezione di progresso dove si vogliono incapsulare le coscienze in supercomputer?

Nel mondo attuale, sia con l’Idea-mito di progresso e sia con l’Idea mito di tradizionalismo, regna solo la proposta della soddisfazione delle necessità materiali, un abisso di indifferenza verso i valori universali e soprattutto un grande “vuoto metafisico”.

Le pretese civiltà tradizionali crollano e i presuntuosi modelli del progresso (che corrono verso l’avvenire), non funzionano perché tutto si logora, si corrompe, si degrada in nome di una Civiltà che non si riesce a raggiungere, ad attualizzare.

Gli esseri umani, dietro le apparenze del corpo, sono Anime immortali che appartengono alla Verità-Realtà: nell’umano devono adoperarsi sempre nella ricerca della Verità.
Quello che gli uomini di oggi dovrebbero ricordare, o imparare, specie coloro che guidano i Paesi, è la “Città di Platone”, la quale ha insegnato che non bisogna avere come obiettivo il dominio su altre città. Non è certo che tutti possano comprendere.

A chi sa osservare è un’evidenza, da molto tempo, che la vita umana non è più un divenire ciclico (tradizionale) ma un progresso verso un benessere terrestre. Della felicità spirituale, data dalla consapevolezza della presenza di Dio, è rimasto ben poca cosa.

Una cosa è certa: oscillare tra l’Idea progressista e l’Idea tradizionalista, come sono state rappresentate, non ha aiutato di molto l’umanità che, oltretutto, non è ancora matura per una Filosofia dell’Essere.

 

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Quale Democrazia?, Raphael, Edizioni Asram Vidya

Studio 5: Edificare una Società dell’Essere
Scaricabile gratuitamente nella Sezione Free E-Books del sito www.centroparadesha.it

 

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