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961. Solstizio d’Inverno e Natale: il “punto di vista” esoterico

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Solstizio d’Inverno: 21 dicembre 2019; Ora (UT) 4:19

In tutto quello che scriviamo parliamo sempre, sotto molte forme, della “Luce” in azione tra gli uomini che, attraverso modi consueti e inusitati, cerca di riportare gli esseri umani al loro spirituale Stato Primordiale.

Il Solstizio d’Inverno non è una ricorrenza ma un fenomeno astronomico: il fenomeno determina le giornate più lunghe e più corte dell’anno. Due volte l’anno, con l’inizio della stagione estiva e di quella invernale, il Sole raggiunge il punto massimo o minimo di declinazione in relazione al suo moto apparente lungo l’eclittica, nonché all’inclinazione dell’asse terrestre.
La data del Solstizio d’Inverno non è fissa (cade si solito tra il 21 e il 22 dicembre) perché il moto della Terra intorno al Sole accumula sei ore di ritardo ogni anno ed è per questo che si adotta il calendario bisestile (un giorno in più nel mese di febbraio ogni quadriennio).

L’uomo comune, ordinario, non risvegliato spiritualmente e non indirizzato verso l’Iniziazione, ha una visione-percezione della realtà molto limitata: il suo occhio vede un mondo frammentato, è identificato con la molteplicità, non concepisce l’unità di tutte le cose. Egli vede-percepisce frazionato anche il ciclo della vita, come diviso in fasi distinte (nascita-inizio, crescita, declino e morte-fine). Egli non ha riunito dentro di ciò che è sparso quindi disconosce l’Unità. Il suo sguardo vede la divisione nel giorno, nell’anno, nelle ere perché non è ancora pronto ad essere consapevole del legame esistente tra tutte le cose: non concepisce che Tutto è Uno (Uno-senza-secondo). Senza visione unitaria non vede il Disegno al quale sta partecipando.

Il risvegliato, invece, vede il Solstizio d’Inverno come un punto-insieme che contiene passato-presente-futuro (Continuo-Infinito-Presente): non vede un evento isolato in uno spazio-tempo. L’occhio risvegliato vede un punto-insieme che include Solstizio d’Inverno, Equinozio di Primavera, Solstizio d’Estate ed Equinozio d’Autunno: ogni evento contiene in sé l’altro (principio-inizio, principio-fine). In realtà non esiste un inizio e non esiste una fine ma occorre la coscienza di risvegliato per cogliere tale verità-realtà.
Il sentiero spirituale del risvegliato è un viaggio interiore-esteriore nella consapevolezza separando le tenebre dalla luce per raggiungere la tappa più importante del viaggio, il vero percorso iniziatico. Per questo si serve di momenti simbolici, che vive con grande sacralità, come quelli dei Solstizi e degli Equinozi: il passaggio ciclico della luce solare lungo le stagioni con cui il probando-iniziato si identifica simbolicamente, lungo le varie fasi. Il viaggio è nei due momenti particolari del Solstizio d’Inverno, che illumina il probando-iniziato, e quello del Solstizio d’Estate che sancisce il suo risveglio, la sua emancipazione superiore: due momenti essenziali, il momento più buio e quello della massima luce. Questi due momenti sono come due “portali” che permettono il passaggio ad una diversa e superiore dimensione: due livelli di coscienza con cui si sperimentano il punto di partenza-inizio e il punto di arrivo-fine.

Dopo l’evento del Solstizio d’Inverno le giornate cominciano ad allungarsi: segnano la rivincita della luce sull’oscurità. Questo evento era molto considerato nell’antichità: i greci associavano, a questo particolare momento per la Terra, la figura di Dioniso; in Egitto celebravano la nascita di Horus (dio del Sole); la tradizione babilonese l’associava alla figura di Tammuz, che aveva molti elementi in comune con la figura di Gesù; alcune città d’Arabia celebravano una festa dedicata al trionfo della luce sulle tenebre; l’evento era associato all’importante culto misterioso di Mitra (religione misterica di iniziazione); la tradizione cristiana celebra la nascita di Cristo il 25 dicembre, accostandola alle celebrazioni e credenze dei culti precedenti.

L’interesse nei confronti del Solstizio d’Inverno risale a tempi immemorabili, un interesse sacrale che veniva espresso con grandi fuochi, riti, canti e preghiere: una celebrazione al trionfo della luce, del calore, della vita.
Nell’antica Roma imperiale si festeggiava l’inversione di marcia del Sole con le feste dedicate al dio Saturno (i Saturnali); nella Roma precristiana si festeggiava come al giorno della nascita del Sole (successivamente il dies natalis solis si trasforma in dies natalis Cristi).

L’Occhio-Cuore dell’esoterico guarda agli eventi e ai corrispondenti simboli per recuperare l’ignoranza che ha resa a sé devota la maggior parte dell’umanità, un recupero consapevole attraverso un percorso simbolico. Sotto questa prospettiva bisogna guardare al Sol Invictus (Deus Sol Invictus ovvero Dio Sole Invitto) la rappresentazione della Fenice Cosmica, la Morte iniziatica, quel Sacrificio Supremo in grado di redimere per sempre l’uomo.

Il linguaggio dei simboli precede, in potenza, quello delle parole, infatti gli uomini sono sempre stati sensibili ai simboli anche senza comprenderli.
In gran parte delle questioni esoteriche, iniziatiche, spirituali il simbolo per eccellenza riscontrato universalmente è quello del “Sole”. Il “Sole” è, infatti, il simbolo che abbraccia tutte le cose e nella versione di “Ruota” (Cakra in sanscrito e ‘Kor-lo in tibetano) non ha né inizio né fine, è in movimento ma anche immobile. Il “Sole”, come fonte di luce, illumina il Dharma (Legge, Dovere, Rettitudine); la “Ruota” fa girare il Dharma: aspetti universali di un unico potente simbolo. Il simbolo del Sole-Ruota indica un allegorico viaggio salvifico del Sole: dall’alba orientale al tramonto occidentale e alla sua resurrezione nell’alba successiva (di origine egizia).
Il simbolo del “Sole”, bisogna tener conto, è stato utilizzato sia dai “Figli della Luce” sia dai “Figli dell’Oscurità”.
Il “Sole” fa sempre pensare, agli esoterici, alla “Luce divina”, al “Fuoco Sacro”, al “Fuoco Filosofico”, alla “Volontà-Saggezza”. È stato visto anche come il “Sole della Salvezza” (“Sol salutis”) ma anche il “Sole della Giustizia” (“Sol invictus”) divine.

Il Natale, come nascita di Gesù il Cristo, in origine non veniva affatto festeggiato né ricordato. Su questa natalità vi era molta confusione: secondo Clemente Alessandrino (uno dei padri della Chiesa) per alcuni ricadeva il 19 aprile, per altri il 20 maggio, mentre lui riteneva che la data giusta fosse il 17 novembre.

La nascita di Gesù comincia ad essere ricordata in Egitto nel II secolo, ed era festeggiata il 6 gennaio, giorno della nascita del dio Eone: tradizione rimasta nel mondo ortodosso dove festeggiano il Natale il 7 gennaio. È a partire dal 353 d.C. che la Chiesa indica il 25 dicembre, data nella quale ricorreva la festività di Mitra (culto che contempla come “centro” e “luogo” di incontro dei seguaci di questa divinità il “Mitreo”, ovvero una cavità, una caverna naturale adattata; fatto che offre un perfetto parallelismo con la nascita di Gesù in una capanna o caverna). Va ricordato però che già nel 274 d.C., l’imperatore Aureliano aveva deciso che il 25 dicembre si dovesse festeggiare il “Dies Natalis Solis Invicti”, ovvero la ricorrenza dedicata alla nascita del Sole, introdotta a Roma da Eliogabalo, imperatore dal 218 al 222 d.C..

La sovrapposizione della figura di Gesù il Cristo con il Sole ebbe successo, un gran riscontro tra i cristiani (in Malachia, infatti, egli è chiamato “il sole della giustizia” – Malachia 4,2 –).
Trovate le affinità tra la figura di Gesù, la sua nascita e la festa del Sole si è consolidato il perfetto simbolo che accosta le giornate che si allungano alla rinascita del Sole che porta una luce rinnovata. Il Cristianesimo del primo periodo, infatti, è stato grandemente influenzato dal culto solare e lo dimostra il fatto che nonostante l’introduzione del Natale cristiano i culti pagani, collegati alla celebrazione del Sole, durarono per molto tempo ancora.

I migliori tra i cristiani, che celebrano le ricorrenze tradizionali, come quelle del Natale e dell’Anno Nuovo, non tutti si rendono conto di festeggiare, in realtà, testimonianze residuali di un mondo spirituale dimenticato, di cui quasi più nessuno è consapevole e che si riferivano all’antica concezione primordiale dell’universo e dell’esistenza. Quasi nessuno è consapevole che la festa a cui partecipa è di origine precristiana né che la sua data non è convenzionale ma determinata da un evento astronomico preciso: la data del Solstizio d’Inverno.

 

Letture consigliate
Simbologia e significato del Solstizio d’Inverno, Marco Grosso, Marco Grosso Editore
Solstizio d’Inverno, Liliana Stracuzzi, Aracne
Simboli della Tradizione occidentale, Julius Evola, Arktos
Le porte di luce, Seven Rays Core, Synthesis
Riti del Solstizio, Richard Heinberg, Mediterranee

 

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