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979. La paura naturale e la paura indotta: qualcuno soffia sul fuoco

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In questo articolo in cui accenniamo alla paura scatenatasi con il Coronavirus, vogliamo ricordare che l’umanità ha vissuto altre epidemie e tralasciando quelle del lontano passato ci limitiamo a menzionare quelle iniziate con il XX secolo.

In una società moderna come quella in cui ormai tutti viviamo, con una enorme crescita della popolazione e i più diversi mezzi di trasporto è ovvio che anche i virus viaggiano e si propagano più velocemente da una parte all’altra del pianeta. La modernità, con il XX secolo, ha fatto conoscere una grande pandemia che è stata il flagello della Spagnola (in concomitanza con la Prima guerra mondiale), un’influenza (ceppo virale H1N1) che contagiò mezzo miliardo di persone uccidendone almeno 25milioni. Nel 1957 si fece conoscere l’influenza Asiatica (virus H2N2) conclusasi nel 1960 mediante un vaccino, che uccise 2milioni di persone. Nel 1968 invece si presentò l’influenza di Hong Kong (influenza aviaria simile all’Asiatica) che uccise intorno ai due milioni di persone di cui solo 34mila negli Stati Uniti. Nel 2003 il mondo conobbe la Sars (classificata come epidemia e non pandemia) che uccise 800 persone (tra questi il medico italiano Carlo Urbani). Nel 2009 si manifestò l’“influenza suina” (virus A H2N1) dove in Italia furono 1milione e mezzo i contagiati ma pochi i morti. Nel 2019-2020 si fa conoscere il Coronavirus (Covid-19) che è al momento attualità drammatica non conclusa.

Chi cade nel labirinto della paura soffre, perde il pensiero lucido, si muove irrazionalmente, può trasformarsi in un pericolo. La paura collettiva è una miccia pericolosissima. C’è però chi la paura, subdolamente, la cavalca e ci guadagna (consenso, potere, privilegi, denaro).
I manipolatori sociali (gli ingegneri al servizio del potere occulto sovranazionale) sanno scatenare quella che è la paura più antica del mondo: la “paura della paura”. È molto pericolosa e può risultare fatale. Lo abbiamo visto, sotto molte forme, con il terrorismo dell’Isis ed oggi con il Coronavirus.
Di fronte ad un fenomeno reale preoccupante (come quello del Coronavirus) si manifestano spontaneamente la “paura reale” e la “paura percepita”, capaci di scatenare il panico collettivo. Abbiamo visto 41mila persone, in preda al panico, scappare dal Nord Italia in tutto il Meridione in una sola notte, con tutti i problemi provocati irresponsabilmente nelle varie località raggiunte ed aumentando maggiormente il pericolo contagio.
Le fake new e i tanti bollettini a raffica di ogni giorno non aiutano a mantenere calme le persone, sembrano essere molte quelle che già soffrono di attacchi di panico da Coronavirus.
L’istinto universale per difendersi dai pericoli lo possiedono tutti ed è naturale. A questo segue, in determinate circostanze, una specie di elaborazione psichica che si coagula, da soggetto a soggetto, nella “paura percepita” che può contenere insopportabili intense espressioni di ansie che sfociano in determinate incontrollabili risposte comportamentali e comunicazionali, ma pur sempre da considerare umane.
Ci sono situazioni di emergenza, per l’incolumità di tutti, in cui la paura va tenuta sotto controllo, non permetterle di annebbiare la mente e provocare comportamenti irresponsabili, come quelli che purtroppo si sono diffusi ovunque in questi giorni, diffondendo maggiormente il contagio. Comportamenti inaccettabili in una emergenza nazionale e mondiale come quella attuale. È lecito chiedersi cosa spinge molte persone a violare i provvedimenti indetti dal governo e dalla Sanità per la salvaguardia di tutti? Per alcuni sembrerebbe paura incontrollata, per altri approfittamento della situazione generale per manifestare spavaldamente maleducazione e prepotenza. Ma tutti quelli che lucidamente, senza essere toccati a quanto sembra dalla paura, si sono messi a festeggiare con musica, balli, baci e abbracci da cosa sono spinti, da incoscienza, furbizia, stupidità, indifferenza nei confronti del bene comune, o quant’altro?

Ecco qualche esempio di violazione di questi giorni. Incoscienti i medici dell’Ospedale Umberto I di Roma che hanno fatto una festicciola per il neocollega e si sono infettati: irresponsabili molto di più dei cittadini normali che hanno commesso azioni simili. Incoscienti dei dirigenti e docenti di una scuola internazionale francese a Roma, con mogli e bambini, che nel cortile della scuola hanno organizzato una festa con musica e barbecue: sono stati giustamente denunciati per la violazione delle normative del governo. Incoscienti coloro che nel parco dell’Università hanno organizzato la braciolata e all’arrivo dei vigili sono scappati vigliaccamente e irresponsabilmente. Incoscienti coloro che a Ponte Milvio a Roma hanno formato un assembramento con bambini che impazzavano innocentemente come se nulla fosse: non viene, forse, ancora percepita la gravità della situazione. Incosciente e irresponsabile il furbacchione che, con la scusa di portare fuori il cane per i bisogni, si è allontanato di 30 km da casa. Questi furbetti andrebbero puniti severamente. Incoscienti e scellerate quelle 17 persone che con un pullman privato, ammassati gli uni agli altri, da Prato sono fuggiti di notte fino a Pompei, in barba alle disposizioni restrittive e una volta a destinazione hanno trovato amici e parenti ad aspettarli con le auto e portate via. Fortunatamente individuati e denunciati uno per uno e soggetti ad accertamenti. Come definire, però, un leader di partito, ex ministro, che se ne è andato in giro per il centro di Roma (in cui non è residente), mano nella mano alla fidanzata, senza mascherina e senza rispettare la distanza di sicurezza prevista dalle direttive governative a cui gran parte degli italiani si sono attenuti? Non solo ma interpellato ha mentito nel dire che andava a fare la spesa, senza tuttavia essere in grado di mostrare quanto avrebbe acquistato e neanche, quindi, gli scontrini. Un cattivo esempio come leader di partito, come politico e come cittadino in un momento così grave per tutti: un esempio di spavalderia che non fa bene a nessuno, neanche a stesso. Predica bene e razzola sempre male.
I dati pervenuti dal Viminale dicono che su 172.720 persone controllate 7.890 sono state denunciate (al 18 marzo 2020) per inosservanza agli ordini dell’autorità; 229 per false dichiarazioni a pubblici ufficiali.

Per tutti coloro che si sono fatti catturare dalla paura incontrollata ha giocato un brutto scherzo la vaghezza, specie dei primi tempi, dell’informazione dettagliata: la vaghezza alimenta la “paura percepita” che scatena i comportamenti irrazionali. Invece che operare una sintesi sulle cose essenziali da conoscere, si forniscono alle persone una mole significativa di informazioni di contorno che non le informano, anche se può sembrare il contrario. Il risultato è l’aumento esponenziale del coinvolgimento emotivo della persona e in questo caso, l’accrescimento incontrollato della paura.
La tecnica della vaghezza, utilizzata da chi fa finta di dare il massimo delle informazioni (in questo caso non è il governo perché invece sta facendo il meglio che può), fa parte della scienza della manipolazione delle coscienze che è consapevole di operare in profondità nella pancia del paese, costituita da tutti gli strati più deboli. La psicologia delle masse è ben conosciuta da chi esercita la manipolazione e la persuasione occulta.

Con il Coronavirus si è accesa la corrente del complotto con cui vanno a nozze sia molti ignoranti sia molti eruditi, ma in questo momento di grave emergenza altre dovrebbero essere le priorità del pensiero. Lascia, infatti, molto perplessi quanto sostenuto dal cardinale dello Sri Lanka, arcivescovo di Colombo, Malcolm Ranjith: secondo lui il Covid-19 è un prodotto dell’uomo, fatto in laboratorio da un paese ricco e potente con ambizioni di egemonia sul mondo e che le Nazioni Unite dovrebbero aprire le indagini e smascherare i responsabili e processarli per genocidio. Sono giunte diverse smentite ma la notizia ormai girovaga per tutte le parti del mondo aprendo accaniti dibattiti. Sperimentazioni segrete senza scrupoli a danno di tutta l’umanità viene sostenuto. Al momento è difficile svelare la verità, quindi ai posteri l’ardua sentenza.

È invece certo che tutti i casi di stupidità o forse follia, che hanno caratterizzato il paese da Nord a Sud, i quali hanno accelerato e diffuso maggiormente il virus riguardano soggetti che certamente non potranno guarire dalla stupidità e neanche diventare intelligenti, restando quindi un problema sociale.

Si ha comunque l’impressione che questa paura diffusa o la stupidità giovino a qualcuno, e se ciò fosse vero sarebbe una cosa molto grave. Significherebbe che qualcuno, dietro questi atti irresponsabili, sta ricercando un consenso: se fosse, questo qualcuno avrebbe il profilo del malvagio, anche se mascherato da democratico o da sovranista. Bisogna diffidare anche di chi, in questi giorni, sta facendo sfoggio di donazioni (chi 10, chi 1 e chi 1,5 milioni di euro) che non gli costano nulla ma strappano consenso, ammirazione, gratitudine oltre ad un rifacimento dell’immagine, aprendo nuove strade occulte ai propri affari. Chi dona, dalla posizione di ricco e di potente, in realtà vuole comandare di più rispetto a prima ed affermare il potere del privato rispetto a quello dello Stato che è stato per lo più smantellato. I generosi filantropi che donano milioni pubblicamente si prendono il loro tornaconto in modo occulto: l’apparente nobiltà di intenti è la maschera della loro ambiguità. Il donatore che regala milioni oltretutto recupera parte di quanto donato grazie al risparmio sulle tasse dovute. L’imprenditore-filantropo-politico è poi la figura più sospetta in questi casi su cui non si dovrebbe fare affidamento (specie se già condannato per frode fiscale, frode che danneggia sia i cittadini che lo Stato).

Questo Coronavirus ha dimostrato ampiamente come il sistema sanitario nazionale italiano sia piuttosto carente e non per le tante persone oneste che vi lavorano ma per ciò che ha fatto la politica, di destra e di sinistra, per molti anni. L’insufficienza del sistema sanitario in questi tempi del Coronavirus è dovuta all’irresponsabilità di più governi che hanno fatto grossi tagli alla Sanità pubblica: i governi Berlusconi e Monti hanno tagliato per 25miliardi circa; i governi Letta, Renzi, Gentiloni e Conte hanno sottratto ben 12miliardi. I “modelli” che sono stati adottati nel Nord, come quello della Lombardia, hanno sottratto alla Sanità pubblica e favorito il privato (vedi Roberto Formigoni condannato per tutti gli illeciti commessi), danneggiando i cittadini-contribuenti: sono colpevoli della situazione disastrosa che si sta manifestando con l’emergenza del Coronavirus. Siamo arrivati, infatti, al punto che più della metà dei fondi destinati alla sanità pubblica di una regione come la Lombardia (la più prospera d’Europa) finisce nelle mani del “privato convenzionato” anziché al pubblico e ciò è inaccettabile, ingiusto, una anomalia, una distorsione.

Con questo Coronavirus le reazioni delle persone sono le più diverse: c’è chi vive il rifiuto totale dei problemi che esistono, negandoli; c’è chi manifesta forte insofferenza alla frustrazione del momento (il ritiro forzato in casa); c’è chi preferisce l’illusione che tutto stia per finire e ritornare alla normalità (ma qual è la vera normalità?). Sta di fatto che sta prevalendo l’irresponsabilità dettata dall’egoismo, il morbo sociale che alimenta l’epidemia del virus.

È la “relazione” che sta al centro della società umana e la muove, nel bene come nel male. Relazione significa contatto, anche fisico tra le persone (strette di mano, abbracci, baci, pacche sulle spalle), significa movimento, viaggi, trasporto merci, significa quindi offrire molte occasioni, molti veicoli, molte opportunità al virus di viaggiare velocemente, diffondersi, contagiare milioni di persone.

La società moderna è afflitta, senza che nessuna autorità lo dica, dall’egoismo, dal narcisismo, dall’individualismo esacerbato: i più preferiscono l’“io-mio” al “noi”. Da questa afflizione non riconosciuta nascono la maggior parte dei problemi della società umana: affermando, ognuno, l’“io-mio” si apre la strada all’odio per l’altro, per il nemico invisibile di sempre, per il diverso, colpevolizzando un capro espiatorio per esorcizzare il proprio disagio, la propria rabbia, la propria paura. Risulta, alla fine, che tutti questi “io-mio”, illusi di essere dei “giganti” (perché fanno i leoni con le tastiere), sono invece dei “nani”, cioè fragili, insicuri, vuoti, soli, degli incompiuti senza consapevolezza vera di sé.
Un popolo così formato, cioè non-formato, è impreparato ad affrontare qualsiasi tipo di sciagura, ogni tipo di emergenza. Ogni “io-mio” sembra avere la pretesa che ogni cosa debba essere risolta senza che essi contribuiscano minimamente in qualche modo, come a un diritto e senza alcun dovere da assolvere. Il piccolo “io-mio”, infatti, si sta ribellando alle regole restrittive varate dal governo. Molti di questi “io-mio” (“nani”) per esorcizzare la paura che non vogliono riconoscere utilizzano la rabbia verso il solito “nemico”, altri la spavalderia, altri ancora il diniego della reale situazione. È mancato finora, quindi, un atteggiamento più responsabile e più equilibrato da parte della maggior parte dei cittadini (i tanti “io-mio”): è mancata una revisione dei comportamenti.

Molti di coloro che sono al governo e all’opposizione non hanno fatto una revisione dei loro comportamenti per essere un esempio per i cittadini confusi. Vorremmo anche che veri psicologi, psichiatri e sociologi facessero riflettere bene quelli che al governo prendono decisioni sempre più restrittive, incalzati da una opposizione cieca o sospetta, che non tiene conto della natura imprevedibile degli esseri umani: una natura che potrebbe esplodere se tenuta troppo stretta al guinzaglio. Si presenterebbe un problema sociale grave quanto il Coronavirus.
Le restrizioni andrebbero soppesate attentamente, in una emergenza come questa attuale, per un fine esclusivamente sociale per il bene comune e mai pensate con mire punitive. Il traffico, ad esempio, si è ridotto di almeno il 70% quindi giungere ad un provvedimento che preveda addirittura l’esercito, il coprifuoco e la chiusura totale lo riteniamo esagerato e pericoloso perché la gente potrebbe non farcela, non tutti hanno una disciplina intellettuale per resistere. Le energie compresse dentro le case cominciano già oggi a dare troppi segni di irrequietezza.

Sarebbe bello che questo periodo di isolamento forzato dentro le case (di 50, 100, 500 mq) le persone potessero riscoprire certi valori, una certa intimità, il dialogo. Potrebbe, però, non essere proprio così. I famosi tanti “io-mio” potrebbero, invece, manifestare insofferenza e scaricare, tra le pareti domestiche, la frustrazione e la rabbia accumulata: il “nemico” vederlo dentro casa. Potrebbero emergere tutti gli aspetti nascosti, repressi, frustrati tra le coppie come tra genitori e figli.
Noi crediamo che solo in pochi, imparando qualcosa, cambieranno in meglio: i più resteranno, stazioneranno nello stato di incompiutezza di sempre.

 

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