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60. La Scienza dell'Uno di Sri Sathya Sai Baba

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La Filosofia

L’educazione deve determinare ed esplorare a fondo la natura e le caratteristiche della ricerca spirituale dell’Assoluto o Supremo o Paramatman, e deve ispirare la volontà di praticarla. Deve dimostrare la sua vera qualità manifestandosi come fonte di moralità, come espressione degli assiomi della virtù. La sua prova concreta è la Scienza Spirituale, Vidya: è la radice della fede in ogni Fede; prepara la mente umana ad apprezzare e ad accettare la Fede e dirige in questo senso la vita umana. Ha preso anche il nome di Filosofia.

Conoscenza trascendente

“Filosofia” significa “amore per la conoscenza”, e la conoscenza è un tesoro di valore incalcolabile. L’istruzione è l’incessante ricerca della conoscenza, spinta dall’amore per il suo valore, non distolta dalle difficoltà che suscitano timori. Vidya è un tipo di conoscenza che vuol sondare al di là delle forme assunte dalle cose e dalle apparenze di cui si rivestono, per scoprire la realtà che sola le può spiegare. La Verità dev’essere conosciuta e vissuta; dev’essere visualizzata; questa è la funzione di Vidya.

Le tre nature dell’uomo

Vidya è il fulgore che permea una vita piena. La Vidya dell’Occidente si occupa soprattutto di concetti e congetture; in Oriente, essa tratta della Verità e del Tutto. Il principio ricercato da Vidya oltrepassa il campo dei sensi. L’uomo è una triade di corpo, mente e spirito (Atma); di conseguenza è formato da tre nature: 1) una natura inferiore, animale; 2) una natura umana, piena di conoscenza del mondo e di abilità; 3) la vera natura dell’uomo, che è la natura divina, atmica. Vidya significa consapevolezza di questa terza natura e lo stabilirsi in essa.

Il microcosmo “corpo”

Il corpo è una macchina che ha per componenti i cinque elementi: spazio, aria, fuoco, acqua e terra, e Dio ci gioca; invisibile Egli stesso. Il corpo è un albero; la radice è l’amore per il Sé; i desideri sono i rami che esso proietta fuori, e i fiori che ne escono sono le qualità, gli attributi, i modelli comportamentali basati sulla natura essenziale; i frutti offerti dall’albero sono la gioia e il dolore.

Il corpo umano è un mondo a sé stante; il sangue ci scorre ed anima ogni sua parte. Allo stesso modo Dio permea tutto l’Universo e ne attiva ogni punto.

Transitorietà del male e del bene

La Legge che guida e protegge questo mondo è una sola: la Legge dell’Amore. Ogni nazione, ogni comunità di gente ha gioia o dolore, una vita buona o cattiva, a seconda delle sue azioni. In effetti, anche il “male” è il “bene” a rovescio, e serve ad insegnare ciò che si deve evitare. Non c’è un “male” perpetuo, esso ha vita corta, sempre. Non si può affermare che il “male” e il “bene” siano stati “assolutamente senza limite”. Vidya rivela ben chiaramente come bene e male siano solo delle reazioni causate dai sentimenti ingannevoli della mente umana.

Discriminazione tra bene e meglio

Occorre saper giudicare la differenza tra una cosa “buona” ed un’altra che ci pare “migliore”. Se non lo si sa fare, ci si attaccherebbe alla prima cosa che pare buona, trascurando tutto il resto. Però occorre vedere che il “meglio” non sia di danno al “bene”. Così come l’iniquità spinge l’uomo a coltivare la rettitudine, i guai inducono l’uomo a manifestare compassione e carità. La compassione ha come suo seme inevitabile la sofferenza. Se non esistessero male e sofferenza, l’uomo sarebbe divenuto di legno o di pietra. Chi non ha la capacità di valutare l’invocazione dell’agonia e del dolore e di rispondere ad esso, è come un cieco, che prende il bene per male e viceversa. Chi è privo di discriminazione si comporta con tale cecità.

Il desiderio causa di reincarnazione

Il desiderio fa nascere le bramosie, e queste sono la causa delle rinascite ed anche della morte. Quando l’uomo è privo di desiderio non ha bisogno di passare attraverso la nascita e la morte. La prossima rinascita è il risultato di desideri inappagati in questa vita ed è determinata da essi. Coloro che non hanno più traccia alcuna di desideri per cose materiali possono raggiungere la coscienza della realtà atmica.

Dal sé inferiore al Sé Supremo

In realtà, il desiderio di conoscere Dio, di amarLo e di essere da Lui amati non è un desiderio che lega. Non appena la consapevolezza di Dio sorge in tutto il suo splendore, ogni desiderio mondano, sensoriale viene incenerito dalle fiamme di quella Consapevolezza. L’io individuale si volge verso l’Io Universale, il Sé, non appena terminano i desideri; e si delizia della Pace Suprema, in Paramashanti. Il Sé deve staccare ogni contatto col non-sé, per guadagnarsi l’immortalità.

Pensieri buoni per una vita di qualità

I vostri pensieri hanno una parte vitale nel foggiare la vostra vita; perciò vi si esorta a vigilare sui pensieri, e ad aprire le porte solo a quelli buoni. L’uomo è un coacervo di pensieri, e Vidya stabilisce nella mente dell’uomo pensieri buoni, innalzandosi così ai livelli dell’Atma-Vidya, la Consapevolezza del Sé.

Ad esempio, una sedia evoca nella vostra mente un concetto di una certa forma, che ha un certo nome. La parola “legno” non produce la stessa idea con quel nome e quella forma particolari. Il valore di quel nome e forma dipende dall’utilizzo a cui destinerete il legno.

Il rapporto fra voi e il mondo materiale dev’essere tale che i desideri fuggano da voi e non si allarghino in lungo e in largo, né diventino più intensi.

Le responsabilità del Karma

Per dirla franca, nessuno ama o desidera una certa cosa solo per sé stessa, ma sempre e solo per sé stesso, per ragioni egoistiche. L’uomo non muove un dito senza uno scopo specifico. Ma la conoscenza che proviene dalla Sapienza rivelerà che l’individuo non è del tutto responsabile nemmeno dell’impulso che lo spinge. Il karma, ossia l’attività, non appartiene completamente alla persona! E’ il karma di ciascuno che eleva o degrada la sua condizione, valutandola in sé e per sé.

La morte è solo un mutamento

La morte implica certi processi che indeboliscono e distruggono la vita. Ciò non influisce sull’Atman: Esso non muore, né può esser distrutto. Perciò la morte non va temuta; non è altro che un altro stadio di vita. Per quanto a lungo si soffra per una malattia o per grave che sia una ferita, la morte arriverà al momento giusto. Quando ha termine il desiderio di vivere, non ci può essere più rinascita.

L’Energia che tutto muove

E’ una sola l’energia o Shakti, ed è sempre la stessa che muove tutte le mani, vede per mezzo di tutti gli occhi, ode per mezzo di tutte le orecchie. Di fatto, tutta l’umanità è costituita dalla stessa sostanza divina. Un corpo umano, in America o in Cina, in Africa o in India è sempre fatto di carne, di ossa e di sangue. Le pulsioni dell’istinto e la coscienza sono comuni a tutti gli essere viventi. La ricerca scientifica dimostra che ci sono segni di coscienza vitale anche nelle piante, nei sassi e nei metalli.

Credere in un solo Dio

L’Atman è una scintilla del Divino, e il ricercatore può conoscerne l’esistenza latente. Dio è Uno. Si può prendere coscienza dell’Uno Universale Assoluto, del Brahaman, qualunque sia la nazionalità, la religione del ricercatore, se possiede la scienza del progresso spirituale (Atma-vidya). La fede in un solo Dio è il punto cruciale; le altre credenze, i concetti e le congetture vi girano attorno come l’orlo, alla periferia.

da “La Scienza di Dio” di Sri Sathya Sai Baba

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