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109. Il Sacro “108”

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Questo che segue sarà un articolo diverso dai consueti che il lettore è abituato a leggere su questo spazio immateriale.

Viene scritto per l’occasione dei tre mesi di vita di questo sito (pubblicato il 15 e reso on-line il 21  luglio 2011) e sotto l’auspicio del numero “108” che lo caratterizza, numero esotericamente significativo che ritroviamo in molti ambiti della ricerca della “Verità Eterna”.

Il numero 108 per gli antichi Rsi (i Saggi che hanno “udito” la Sruti – La Tradizione – ) è quello che più di tutti gli altri numeri descrive la completezza della Creazione.

Il numero 108 simboleggia l’unione di Siva e Shakti: la Creazione del Mondo.

Siva Nataraja, nello Sivaismo, esegue la “danza cosmica” in 108 Karana (pose).

Secondo i Veda, quando l’universo fu creato, il Creatore stabilì 108 divinità per gestirlo. In seguito, nella mitologia, gli dei e le dee avevano tutti 108 nomi.

Il 108 è numero sacro in moltissime religioni tra le quali l’Induismo, il Buddhismo, il Sikhismo, il Giainismo, ecc. .

Le Upanisad accertate sono 108 ed il suo significato esoterico è il ricevere in modo umile la Conoscenza Trascendentale da un Guru (Maestro) vero. Infatti “upa” significa “al di sotto, ai piedi”; “anisha” significa “dipendente”; quindi il “sedersi in umiltà e silenzio ai piedi del Guru, ad ascoltare”.

I libri sacri tibetani del Khagiur sono 108 volumi.

Il Rig-Veda ha 10.800 versetti.

Krishna, nello Srimad Bhagavatam, relazione con 108 Gopi (pastorelle).

Il 108 nasce dal 12 x 9 e con i suoi multipli e sottomultipli si riscontra in tutto il vasto continente euroasiatico (108 : 2 : 2 = 27; 108 : 3 = 36; 108 : 2 = 54; ecc.).

Nell’Odissea di Omero i pretendenti di Penelope, moglie di Ulisse, sono 108.

L’angolo formato da due linee adiacenti in un pentagono equivale a 108 gradi (geometria euclidea).

Il numero 108 analizzato simbolicamente:

1 = bindu (simbolo della condizione germinale): è il punto dal quale inizia la creazione e si sviluppa la molteplicità;

0 = sunyata (la qualifica di vuoto): il vuoto, quello stato da raggiungere se ci si vuole liberare dal Samsara (ciclo perenne del divenire; trasmigrazione; corso dell’indefinita successione di nascita-vita-morte-rinascita);

8 = ananta (senza fine): è l’infinito, il senza fine.

Il Centro Paradesha coglie questa lieta occasione per condividere alcune informazioni che crede importanti e utili a tutti quei ricercatori che avventurandosi tra i suoi scritti, cercano il fondamento unitario di tutte le cose.

Ogni ricercatore si presume provenga dalla sfera “profana”, vale a dire da quell’ambito in cui la conoscenza è relativa al solo sensibile corporeo, che si acquisisce tramite la funzione mnemonica ed è costruita secondo l’influenza reciproca che gli individui sviluppano nelle proprie relazioni quando utilizzano il proprio bagaglio formativo, conoscitivo e interpretativo della realtà. Un processo di  costruzione delle nozioni che concerne anche le cosiddette verità scientifiche; “postulati” che vengono affermati oggi per essere poi contraddetti domani.

Cosa vogliamo suggerire?

Che la realtà, la verità fenomenica con la quale il ricercatore quotidianamente si rapporta, appartiene alla dimensione dei convincimenti, delle opinioni e dei dibattiti, mentre questi nulla sa di quella dimensione intellegibile che non ha a che fare con la quantità di informazioni né con la memoria, poiché la sua essenza non è diretta al cervello ma al Cuore e il cui insegnamento non mira a creare dall’esterno nozioni, ma a far emergere ciò che in questi è già presente da sempre.

Questo insegnamento, quando impartito da un Istruttore qualificato, come può esserlo un Iniziato, fa si che uno speciale influsso dal piano Trascendentale, per mezzo della personalità umana di questi, si irradi tra gli uomini e ne trasformi profondamente la natura. Quest’influenza avverrà per mezzo delle idee, delle parole, della musica o dai colori da questi espressi, i quali non sono altro che travestimenti, veicoli di onde, ritmi, vibrazioni preziose.

Ciò cosa comporta?

Che l’approccio a questo magistero non può essere di tipo discorsivo, che non si possono leggere gli insegnamenti nello stesso modo in cui si legge un libro di storia, un quotidiano o un romanzo del quale si è appreso il finale, ma ci si deve approcciare ad essi sapendo che al di là dalle parole, in quel momento si sta entrando in contatto con un centro di Potere e di influenze spirituali e che da questo contatto possono fiorire delle opportunità. Per questo nelle sezioni  Articoli e Notiziario le informazioni che il Centro Paradesha ha selezionato e raccolto andrebbero lette lentamente, con fare ricettivo, meditativo e possibilmente non una sola volta ma più volte, proprio per dar modo alla composizione sottile dell’aspirante di entrare con essi in vero rapporto.

Leggere gli insegnamenti deve equivalere a fare dello Yoga e alla concentrazione spirituale che questa pratica richiede. In questi si trovano raccolte informazioni inerenti il misticismo, l’occultismo, la filosofia, la storia dell’evoluzione, la storia dell’uomo, degli dei, della creazione, come l’universo è stato creato (perché, per quale fine, quale destino), l’avvenire dell’uomo, la sua evoluzione, ma è bene che il ricercatore sappia che questo mistero si trova  nascosto dietro le parole o i versi e occorre che lui salga fino al livello coscienziale richiesto per scoprirlo.

Anche la sezione Strade Alte, fa parte di questo percorso di svelamento, anche se come noto, si accede ad essa solo dopo essersi iscritti. È bene chiarire che l’iscrizione in questo caso vuole simboleggiare il discepolo che si presenta alla porta del Tempio, prima di accingervi ad entrarvi. Non ha altro scopo e neanche altro senso se non questo dichiarato. Varcata la soglia, il ricercatore troverà dei percorsi tematici di apprendimento, sui quali se interessato potrà avventurarsi, ma sempre tenendo conto di quanto detto poc’anzi a proposito del vero mistero che si cela al di là  delle parole.

Vale ribadire che tutto ciò che il Centro Paradesha ha portato in essere, come già menzionato nella sezione “Chi Siamo” che invitiamo tutti a rileggere con attenzione, ha il solo scopo di fornire ai ricercatori strumenti che possano liberarli dalle pastoie nelle quali oggi l’umanità ha voluto relegarsi. Questa è la sua ragione di essere.

Si vuole ricordare:

  • a diversi sentieri corrisponde un unico fine;
  • la natura intrinseca dell’esoterismo, fattosi “funzione”, rende tutti gli esoterismi simili fra loro;
  • tutti gli esoterismi si equivalgono e si completano perché tutti tendono alla “Conoscenza Suprema”.

 

Il Centro Paradesha coglie inoltre questa occasione per ringraziare tutti coloro che con la propria dedizione, hanno reso possibile il suo compimento.

Il Centro Paradesha è particolarmente vicino a tutti coloro che rendono queste pagine vive.

In Divina Amicizia

www.centroparadesha.it

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