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142. Sintesi … di Melkizedek di Mike Plato

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– Sintesi delle funzioni e degli archetipi di Melkizedek –

Di seguito vengono offerti stralci del Capitolo 49 del libro di Mike Plato, splendido composito che risulterà utilissimo per tutti i tipi di ricercatori in ambito esoterico:

Melkizedek L’Immortale”.

*****


Le fonti disponibili fin qui citate rendono possibile operare una sintesi della natura e delle funzioni del Re del Mondo, onde rendere ancor più chiaro questo atavico mistero:

Un inviato di Dio o meglio l’inviato di Dio. Il Vicario di Dio Padre in questo sistema di realtà.

Il messia universale che si manifesta nei messia umani. Il profeta Zaccaria (9:9) scrive: “Esulta figlia di Sion, figlia di Gerusalemme. Ecco viene il tuo Re, egli è giusto e vittorioso”. Re giusto è Melkizedek, Colui che viene. Il vero Re del Mondo. Il re Salomone, sacerdote dell’Ordine di Melkizesk, scrisse in Proverbi 10:25: “il Giusto è il fondamento del mondo”. Il Giusto per eccellenza, Melki Zedek, è la colonna su cui si regge il mondo interiore ed esteriore, e Melkizedek è il Re (Egemonikon) della coscienza.

Il Fondamento del Mondo è anche l’Anima del Mondo (Anima Mundi). Quando Melkizedek si allontanerà dal mondo, esso si dissolverà.

È il Dio di Giustizia citato nei Salmi: Re potente che ami la giustizia … (Salmi 99:4) … la sua giustizia è eterna (eterno sacerdozio) (Salmi III:3) … YHWH è Re in eterno … fa giustizia all’orfano e all’oppresso (Salmi 10:37).

Il Logos o Intelletto Agente o superiore nell’uomo. Scriveva l’ottimo Henry Corbin ne L’Immaginazione Creatrice: “quel che un essere umano raggiunge nella sua esperienza mistica è il Polo Celeste del suo essere, cioè la sua persona così come ad essa e attraverso essa, dalle origini, nel Mondo del Mistero, l’essere divino si è manifestato a sé stesso e ad essa si è fatto conoscere sotto quella Forma che è, parimenti, la Forma sotto la quale l’essere divino si conosce in lei. È l’Angelo della sua persona, il cui io presente non è che il polo terrestre. Non è certo l’Angelo Custode della teologia corrente, ma un’idea assai vicina alla Fravarti del mazdeismo”. Secondo Henry Corbin, la Fravarti è l’Angelo-Spirito che ha rinunciato alla sua condizione celestiale per affrontare l’orrore dell’umanità ahrimaniano-satanica nel suo mondo, che non è il Regno della Fravarti. Chiamarla Sophia, Angelo tutelare, Melkizedek, Divina Presenza (ebr. Shekina), Io Trasendente Celestiale, Gemello Divino, Sé divino e immortale o Superuomo, è indifferente. Egli è l’Altra Parte, l’Alter Ego celeste o extra-terrestre (spirituale) dell’ego terrestre, l’Io in un altro mondo o in un altro tempo, sempre che esista qualcosa che si chiami tempo. I Melkizedek sono il Melkizedek, i “Cristo” sono il Cristo. Si tratta, quindi, di una Chiesa, di un’Assemblea divina e non di un gruppo di esseri indipendenti l’uno dall’altro. Sono gli Io Veri, attributi dell’IO universale. Per questo Melkizedek è il Re dei Re e il Signore dei Signori. Melkizedek apparirebbe rispetto agli Io divini come un padre o fratello maggiore, se non il Primogenito fra loro. Egli conserverebbe nei loro confronti quella priorità, quella supremazia che i Manichei riconoscevano al Sé di “Gesù il Risplendente-Yiso Ziwa” nei riguardi degli Io Luminosi di coloro nei quali egli è presente. Per la fratellanza gnostica dei Manichei, il Cristo è l’”Io nell’IoLuce dei Viventi”, l’Io immanente all’Io luminoso degli gnostici (iniziati), come evincesi dal Trattato manicheo Chavannes-Pelliot, scoperto nel 1911. In due frammenti di Turfa’n, pubblicati entrambi negli anni ’30 del secolo scorso, uno da Waldschmitt e Lenz e l’altro da Andreas e Henning, è detto che: “Cristo è il Padre di tutti gli Io-Luce. L’Io luminoso, il più alto Io, è il figlio di Cristo l’amico”. Somma di tutti gli Io-Luce che include in sé, Cristo ne è anche il Principio. Tra lui ed essi vi è la stessa relazione che c’è tra padre e figlio, tra fratello maggiore e fratelli minori, tra Gesù e i discepoli, simboli del Cristo e degli archetipi luminosi degli iniziati. Se Cristo dice “Io sono la Verità”, implicitamente afferma di essere l’Io vero nell’uomo, il Sé che dimora nella coscienza, l’Intelletto nell’intelletto.

Lo Spirito Santo dei cristiani. Questo il credo degli gnostici Melkizedecchiani e degli Ieratici. In Ebrei 9:14 Paolo afferma che Gesù si offrì con uno Spirito eterno (pneuma aion) che è il Sacerdote in eterno dentro di noi. Se da una parte lo Spirito Santo è simboleggiato dalla colomba della pace, dall’altra Melkizedek è Re di Pace. E se lo Spirito Santo è il femminino celato nella Triplice Persona Divina, ne consegue che Melkizedek è l’eterno femminino.

Melkizedek è anche la Grande Madre, l’Iside e la Maria degli egizi e dei cristiani, l’Anima Mundi di Platone. È legato strettamente a Sirio (Stella Maris o Casa dell’Acqua) che i sumeri chiamavano Mul-Kak.Si.Di (Melkizedek). Si badi che anche il Melkizedek di Sumer, Enki, era detto E.A.: “Casa dell’Acqua”. È il nome che i Fedeli della Tradizione avevano dato alla Grande Madre Cielo (Venere, il Venerabile) per nascondere la venerazione del principio femminile di Dio in un mondo che iniziava ad alimentarsi di energie maschili. Se questo piano è sbilanciato su forze maschili e arroganti, appare consequenziale che la contro-forza melkizedecchiana debba essere di natura femminile. L’Acquario (Portatore d’Acqua) sarà la sua grande èra, perché egli è il Supremo Portatore d’Acqua, ovvero il “servo, gregario” dell’Altissimo. Lui è il Graal, la coppa benedetta, e se la coppa è il simbolo della ricezione, Melkizedek Zorokotòra, per la Pistis Sophia, è il grande Ricevitore di Luce, la grande Coppa di Dio. Chiunque realizza il Melkizedek diviene Coppa di Dio o Tempio di Dio. Giovanni Battista, nella sua funzione di portatore d’acqua, è il Melkizedek che si manifesta in lui stesso come Cristo.

È la Leggenda sempre vivente. È quella parte di Dio nell’uomo che non tollera di essere separata dal Tutto cui appartiene.

Sacerdote dei sacerdoti e Re dei re. Il Testamento apocrifo di Giuda XXI: I rivela che “il re è per la terra, il sacerdote è per il cielo”. Ergo Melkizedek Re-Sacerdote è colui che congiunge cielo e terra.

Salvatore e Redentore.

Maestro dei senza maestro, istruttore massimo della divina figliolanza che sceglie di non avere maestri umani.

È Re di Giustizia e Re di Pace, Rigore e Misericordia, timore e amore di Dio.

… Melkizedek è il testimone della Tradizione Primordiale, Eterna e Sovrumana, egli stesso la Tradizione. È il Re-Sacerdote dell’antichissima Religione Universale che abbraccia tutti i popoli, non limitata al popolo ebraico, al quale Melkizedek-Logos conferì solo il sacerdozio essoterico di Aronne, pallida ombra del Sacerdozio eterno (Paolo, Ebrei 7). In Giovanni 10:16, Cristo-Melkizedek afferma: “e ho altre pecore che non sono di questo ovile”. L’interpretazione del verso è che Melkizedek è il maestro universale, il nucleo spirituale di tutte le tradizioni spirituali ed esoteriche.

È il Principe e la Presenza del sacro al centro di ogni tradizione, dall’Eden (Genesi) alla Gesrusalemme Celeste (Apocalisse e Fine del Tempo); dall’Arca di Noè, dopo il diluvio, fino al Cristo per la tradizione semitica; e in generale dell’Ermetismo, il Michele della letteratura rabbinica e della Bibbia, il Metraton della letteratura mistica e il Cristo dei primi cristiani, il Mithra dei Mitraici, l’Ahura Mazda degli Zorioastriani, e l’Osiride-Horus delle iniziazioni egizie.

È senza generazione, il che comporta che Egli sia tutti gli Spiriti dell’umanità che sono estranei alla generazione carnale, pur dimorando negli uomini stessi. Se è così, anche la sua Tradizione è al di fuori della generazione, al di fuori di tutte le contingenze storiche.

Sintetizza Regalità e sacerdozio, potere sullo spirituale e potere sul temporale. Porta Pane e Vino, ossia svela il mistero del maschio e della femmina e della sincronizzazione dei due emisferi …

Melkizedek è l’Antico  dei Giorni (Ebr. Attik Yomin), senza inizio di giorni e fine di vita, l’Immortale di tutte le leggende, il Grande Verde. Nel Vangelo di Tommaso 15 Gesù disse: “Quando vedrete uno che non è nato da una donna, prostratevi e adoratelo. Quello è il vostro Padre”.

Fondatore delle istituzioni sacre, come lo sono ad esempio le tre tradizioni monoteiste con le loro città sante.

Fondatore invisibile dei grandi ordini iniziatici legati alla Luce.

È il nemico degli Arconti, Signori di questa realtà. Non si possono concepire gli Arconti, se non si concepisce Melkizedek. I Vangeli, segretamente, descrivono l’irriducibile opposizione tra Gesù Melkizedek e gli Arconti Farisei. Melkizedek è nel mondo ma non è di questo mondo. Egli è l’Alieno per eccellenza.

Un “essere” indipendente dalle misure del tempo e del luogo, la variabile indipendente e impazzita del sistema schiavistico degli Arconti

… È il Re della Fratellanza Bianca Universale e la speranza luminosa contro le potenze multi-dimensionali (Fratellanza Nera) che tendono a fare dell’uomo il loro schiavo eterno, e che contrappongono alla sua Tradizione un Anti-Tradizione, che fa perno sull’interpretazione letterale delle scritture e sullo svuotamento di tutti i significati simbolici sacri. La Lettura uccide, lo spirito vivifica.

Conosce El Elyon, il Dio Altissimo. Cosa vuol dire? …

… C’è Lui dietro il mito del Senex-Puer, del vecchio-fanciullo, uno dei grandi paradossi della Tradizione del Melkizedek. Egli è l’Eterno Fanciullo (Sanath Kumara) e il Giovane (ebr. Na’ar), ovvero il Metraton, il bambino divino dei Cristiani, dei Krishnaiti e dei seguaci di Horus …

… senza Melkizedek non potrebbe raggiungersi il grado di Figlio di Dio.

Profeta cosmico. Melkizedek è lo Spirito profetico nell’uomo, capace di trasmutare un uomo in un profeta …

… Segretamente, Melkizedek Principe della Luce è nominato nel testo biblico come “Destra di Dio”, poiché la Destra è la Luce contrapposta alla Sinistra (Nemici di Dio). Quando ci si rivolge alla Destra di Dio, l’invocazione è a Re Melkizedek: “La tua destra, Signore, terribile per la potenza, la tua destra, Signore, annienta il nemico (Esodo 15:6) … mostrami i prodigi del tuo amore: tu che salvi dai nemici chi si affida alla tua destra (salmi 16:7) … e la tua destra mi salva (Salmi 137:7)”.

Non è figura umana quel Melkizedek che si mostra ad Abramo. Un Melkizedek è un essere che gode del potere della volontà sovrumana, del potere del Verbo creatore e distruttore della forma. Egli è al di là della forma, perché ormai è l’essenza, e quindi la sua coscienza è sganciata dalla corrente impetuosa del divenire, dimorando nell’eterno presente. Essendo così un Giusto, conosce gli effetti dei suoi pensieri e delle sue azioni e non può più sbagliare. La sua volontà e quella dell’Altissimo sono Uno …

Melkizedek è l’unico mediatore fra Dio Altissimo e le anime umane, come suggerito dalla sua funzione di Sacerdote dell’Altissimo in Genesi 14:18. Paolo, che svelò cose interessanti sul rapporto Gesù-Melkizedek, insegnò che “Cristo può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si accostano a Dio, essendo egli sempre vivo per intercedere a loro favore” (Lettera agli Ebrei). Ancora Paolo tramanda che “uno solo, infatti, è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini” (I Timoteo 2:5). Melkizedek è da sempre considerato dalla Tradizione il mediatore della Religione per tutto il genere umano, sintesi della coscienza dell’intero pianeta. È il mediatore di ogni fenomeno e di ogni dicotomia. È il vero Pontefice, il Messia archetipale, l’Araldo mercuriale cosmico …

… come Intelligenza di mezzo tra Dio e l’uomo, Egli è l’Uomo-Dio o Dio umano, e come diceva Platone: il “Giusto”. La sua è una funzione di raccordo fra Dio Altissimo e l’Uomo, tra il mondo dell’alto e quello del basso, funzione espletata nel microcosmo umano dal chakra cardiaco (agape), che concilia i fuochi della testa (filò) e del basso ventre (eros). Lo Zohar, spesso criptico e impregnato di ardui codici cabalistici, è piuttosto chiaro sulla funzione mediatrice del Melkizedek. Per il redattore dello Zohar, la benedizione di Abramo da parte di Melkizedek in nome dell’Altissimo (Genesi 14:19) è una prova della sua santa funzione mediatrice tra Dio e l’Uomo, vitale più per l’uomo che per Dio: “Il termine ‘Melkizedek’ indica il mondo del basso, e il termine ‘Re di Salem’ designa il mondo dell’alto. Il Signore ha posto in comunicazione questi due mondi, di modo che non vi fosse separazione alcuna fra di loro … Il mondo del basso è colmo di benedizione allorché si lega al Sommo Sacerdote dell’Altissimo, poiché la missione del Sacerdote è sempre quella di consentire un’interazione indissolubile fra i due mondi. Il Sacerdote deve sempre benedire il mondo affinché, grazie a questa benedizione, il basso mondo pervenga all’unione con l’alto mondo” (Zohar I, 87°).

Il maestro sufi Ibn Arabi rivelò che egli fosse l’istmo unificatore di due mondi, al-haqq (spirito) e al-alam (materia), il nobile compendio, che altri non è che l’Adam primordiale, la meraviglia della creazione. Questo spiega perché Melkizedek fosse chiamato “trismegisto” dai greci: per espletare il ruolo di mediatore, Egli deve dimorare giocoforza nei tre mondi materiale, astrale e spirituale, ed essere padrone di tutti i regni …

… In qualità di Intelligenza di mezzo, si manifesta in un Rasul (terminologia sufica) o Avatar (terminologia induista), il Messia che porta la nuova legge, il nuovo logos e la nuova religione. Il Melkizedek si manifesta sempre a cavallo di due ere zodiacali (Gesù è descritto a cavallo di un asino), chiudendo la recedente e aprendo la successiva, distruggendo la vecchia religione e creandone una nuova, onde rinverdire e proteggere la Tradizione Spirituale che le Forze Oscure cercano inutilmente di spazzar via, onde rendere impossibile alle anime umane di liberarsi dalla schiavitù astrale. Ancor più in questo periodo a cavallo tra i Pesci e Acquario, che non sarà un semplice cambio di èra, poiché Pesci è l’ultima èra del Grande Anno zodiacale (Grande Ciclo): la mezzanotte dello Zodiaco, la Fine dei Tempi, la resa dei conti. Ciò comporta che i due regni mescolati, il fisico e l’astrale, inizieranno a dividersi, e tutto tornerà al suo giusto posto. Questo ruolo di traghettatore di ère è celato nel nome “Metraton” che significa anche “passaggio da un trono all’altro”. Nel testo biblico, i dodici troni (toni) sono i segni dello Zodiaco e le relative ère (Matteo 19:38). Krishna-Metraton dice di manifestarsi pienamente e assumere sembianze umane mortali per il ristabilimento dell’ordine “tutte le volte che l’ordine viene meno e prendono il sopravvento l’empietà e l’arroganza” (Baghavad Gita 4:-8), e ciò accade sempre alla fine di èra, in cui il caos regna sovrano. Il Melkizedek è sempre un traghettatore: Noè chiude l’èra prediluviana (Leone) e apre quella post-diluviana (Cancro); Abramo chiude Gemelli e apre Toro; Mosè chiude l’èra del Toro (religione egizia, il vitello d’oro) e apre Ariete (religione ebraica); Gesù chiude Ariete (ebraismo) e apre Pesci …

… Nelle sue manifestazioni tramite i messia umani, ha sempre promesso di ritornare per liberare per sempre il suo popolo, non prima di una terribile purificazione planetaria e astrale, per selezionare il seme adamico nel Grande e Temuto Giorno. Anche in tal senso è noto come: “Colui che viene” o “Colui del Domani”. Tra i buddhisti è Maitreya (il Buddha futuro); tra gli induisti Kalkin avatara; tra i cristiani è Cristo; tra i musulmani sciti l’ultimo Imam; negli oracoli sibillini greci (III, 49) è il “santo principe” che regnerà sul mondo intero per l’eternità; e tra quelli ortodossi è il Madhi che combatterà il Dajjal (l’ingannatore); tra gli zoroastriani era l’ultimo Saoshiant, colui che guiderà i suoi figli alla fine dei tempi a sigillare nelle proprie dimore le forze maligne e le forme-pensiero degenerate della vecchia èra, dando inizio ad un’inimmaginabile èra di prosperità e benessere eterni; nei miti del Graal, Re Artù redivivo. Il fattore che lega il Cristo a Maitreya è l’iscrizione “Vieni, Maitreya, vieni”, che si trova incisa sulle rocce della Mongolia buddhista e nel Tibet. Si pensi al mantra in aramaico citato da San Paolo in I Corinzi 16:22Maranà tha!Vieni Signore” e che indicava la speranza nella prossima parusia (secondo avvento); oppure ad Apocalisse 22:20 in cui Cristo dice: “Si, verrò presto”, in risposta all’invocazione “Vieni, signore Gesù”? Questa era l’invocazione che gli iniziati (buddhisti o cristiani che fossero) rivolgevano al loro spirito invitandolo a venire a scendere e a dimorare in loro. Rammentiamo ai lettori che “Colui che viene” non è solo il Cristo collettivo della Fine dei Tempi, ma anche il Cristo individuale (Paracleto) che ogni iniziato deve partorire e manifestare.

Melkizedek è la Verità contrapposta all’Illusione, all’Inganno di Beliar, il suo eterno avversario. Il tema della Via Iniziatica è strettamente correlato a quello della Verità, poiché Gesù Melkizedek dice di essere la Via, la Verità e la Vita …

… L’inganno è fuori di noi e tutt’intorno a noi, il regno di Satana, il Regno dell’Illusione duale (diavolo-double) a cui bisogna tagliare metaforicamente la testa, è l’Albero della Conoscenza del bene e del male …

… Nel Buddhismo , il Signore della Verità è Maitreya, il Buddha Futuro o Buddha che viene, assimilabile al Cristo che verrà (Colui del Domani). In una leggenda si narra che Ananda chiedesse a Buddha (allo stesso modo in cui i discepoli fecero con Gesù): “ ‘Chi ci indottrinerà quando tu te ne sarai andato?’, al che il Buddha rispose:Non sono stato il primo Buddha a scendere sulla terra e non sarò l’ultimo. Sono venuto per insegnarti la Verità e ho fondato sulla terra il suo regno. Gauthama Siddharta morirà, ma Buddha vivrà, poiché egli è la Verità, e la Verità non può morire. Colui che crede nella Verità e la testimonierà sarà mio discepolo e io sarò il suo maestro. La Verità sarà propagata e il Regno della Verità crescerà per altri cinquecento anni. Poi, per un certo periodo, le nubi dell’errore oscureranno la luce e, al momento giusto, un altro Buddha arriverà e vi rivelerà la stessa Verità eterna che io vi ho insegnato’. ‘Come lo riconosceremo?’ chiese Ananda. Il Buddha rispose: ‘Il Buddha che verrà dopo di me sarà conosciuto con il nome di Maitreya’ “ …

Re del Mondo è un titolo che la Tradizione Primordiale attribuisce all’essere perfetto che domina la propria umanità e i tre regni: materiale (minerale, vegetale, animale), astrale e spirituale

… Melkizedek è il Re Pescatore archetipale, e colui che nell’antichità raggiungeva la statura del Melkizedek diveniva un Re-Pescatore, ancor più che uomo-pesce.

Laddove il ruolo cosmico di Melkizedek è quello di ricevere Luce e Conoscenza divine e trasmetterle all’uomo, parimenti un maestro al modo di Melkizedek, come insegnato da Gesù, gratuitamente dà (Matteo 10:8) …

… Melkizedek è il Signore onnisciente, perché vede immediatamente tutti gli effetti nella loro causa; l’ordinatore interno, perché risiede al centro del mondo e lo regge dal di dentro; la fonte di ogni potere legittimo; l’origine e la fine di tutti gli esseri della manifestazione ciclica di cui egli rappresenta la legge. È l’essere più evoluto di questo sistema, la Luce della Vera Civiltà, la vera pietra angolare …

… Melkizedek è il difensore degli iniziati e loro supremo maestro; è il vertice della catena iniziatica planetaria. Lo rivela anche la Bhaghavad Gita 7:7 laddove Melkizedek-Krishna svela: “Non v’è nulla di superiore a me o al di là di me. Tutte le cose sono legate a me come una collana di perle al suo filo”. Noto anche segretamente come Shiva, egli è il “Signore del Kula” ossia la famiglia nobile e la grande catena iniziatica tantrica. In I Pietro 2:9 è detto: “Voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce” …

… È il Signore del Fuoco e della Luce. È la Luce e allo stesso tempo il Portatore della vera ed eterna Luce, perché la sua sostanza (materia astrale) può manifestare la Luce Vera, da non confondersi con quella di questo mondo (Giovanni I:9) …

… Egli è tutti coloro che anche adesso stanno operando per recuperare la Tradizione della Luce e che sempre opereranno instancabilmente fino alla fine del tempo per far trionfare la Verità Una e distaccare il mondo della Luce da quello delle Tenebre, affinché non vi sia più commistione fra i due regni, così come era stato previsto da Elohim fin dalla Genesi allorché separò le Acque di sopra da quelle di sotto.

Ogni giusto ha il compito di attuare ciò a partire da sé stesso e dalla sua interiore realtà, ancor più in questi tempi di rapido avvicinamento al Grande e Terribile Giorno di YHWH.

Siano Benedetti EL e il suo Messia

stralci del Cap. 49 di “Melkizedek L’Immortale” di Mike Plato – XPublishing ottobre 2011

(a) in Edicola – novembre 2011 – con, o senza, la rivista (n. 37) mensile “Fenix”dell’encomiabile direttore Adriano Forgione
(b) presso la Libreria Online “Booxtore” – www.booxtore.it; www.xpublishing.it

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