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212. Il sapere iniziatico … di Attilio Quattrocchi

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Il sapere iniziatico ed il suo insegnamento

Premessa
Nelle tradizioni sapienziali si ritiene che il vero ‘sapere’ consiste in quel particolare tipo di conoscenze che si riferiscono al mondo ‘spirituale’, considerato fondamento, origine o essenza di quello ‘materiale’. Tale ‘sapienza sacra’, che per sua natura è riferita propriamente alla sola dimensione metafisica, è indicata in Grecia con il termine sofìa ed in India con quello di vidya.

Essa è stata considerata dalle più antiche civiltà come il più prezioso frutto della ricerca spirituale condotta da innumerevoli generazioni e quindi è stata trasmessa da scuole che si sono assunte il compito di tramandarla in modo tale che non venisse dimenticata o alterata.

La specifica ‘natura’ di quel sapere che non fa riferimento al piano ‘ordinario’ della nostra esperienza ‘umana’, oltre la difficoltà ed il pericolo che comporta il conseguirlo, hanno da sempre indotto quelle scuole a ‘selezionare’ gli ‘adepti’ e a stabilire ‘gradi’ progressivi di conoscenza.

Il carattere particolare di quel sapere, pertanto, ha fatto sì che sin dall’antichità esso sia stato di volta in volta definito come ‘sacro’, ‘esoterico’, ‘iniziatico’, ‘tradizionale’.

In effetti il termine ‘sacro’ lo qualifica in quanto esso concerne la dimensione ‘divina’ della realtà, il termine ‘esoterico’ ne indica il carattere ‘riservato’, la sua diffusione limitata all’interno di una scuola, l’aggettivo di ‘iniziatico’ fa riferimento alla cerimonia con cui anticamente si veniva introdotti a quel sapere, infine con quello di ‘tradizionale’ se ne vuole indicare l’ascendenza venerabile oltre che il fatto che venga e debba essere ‘consegnato’, ‘trasmesso’ (in latino il vocabolo traditio significa appunto quello) da una generazione all’altra.

Tale sapere nella sua essenza (vale a dire oltre le differenze ‘formali’ legate a simboli e linguaggi diversi) è arrivato, nei più diversi contesti culturali, ad elaborare i medesimi concetti e ad escogitare metodi di sviluppo spirituale molto simili tra di loro per cui, in una visione d’insieme, ci si può riferire ad esso come alla ‘philosophia perennis ’.

Esso è quel ‘sapere’ eterno, immutabile a cui ogni uomo di oggi e di ogni tempo e cultura si può riferire come ad una luce posta sul suo cammino esistenziale quando questo è volto al conseguimento della Conoscenza.

In tale contesto, evidentemente, il Sapere non va inteso come oggetto di una acquisizione meramente ‘razionale’, ‘intellettuale’, frutto di doti ‘speculative’, né solo come un saper ‘pratico’, un ‘saper vivere’, quanto piuttosto come strumento per la personale ‘realizzazione’ spirituale.

Come avvicinarsi oggi allo studio delle dottrine ‘tradizionali’
L’esperienza iniziatica è di per ineffabile’, sfugge alle categorie logiche con cui interpretiamo il mondo ‘naturale’.

È questo il motivo per il quale sul piano ‘mentale’ non si può andare oltre una descrizione ‘fenomenologica’, storica e strutturale, della esperienza umana del ‘sacro’.

Tuttavia è proprio la riflessione su tale dimensione che ci può porre nella condizione di individuare con chiarezza quei percorsi e quelle dottrine che l’uomo in ogni tempo e in ogni luogo ha elaborato per ‘esplorare’ ed ‘interpretare’ le dimensioni ‘altre’ della realtà.

La consapevolezza della diversità ‘formale’ delle dottrine oltre che dei metodi, delle tecniche, che nel tempo sono stati utilizzati per accedere al sacro ed ‘interpretarlo’ non comporta necessariamente la deduzione che quel tipo di esperienze siano puramente illusorie ma può e deve condurre alla consapevolezza, specifica della tradizione iniziatica, che ogni riferimento descrittivo alla dimensione metafisica è puramente ‘simbolico’, cioè ‘allusivo’.

Per questo soprattutto l’uomo d’oggi, a cui è generalmente del tutto ignota la tradizione metafisica esoterica, ha una assoluta necessità di ‘iniziare’ il suo percorso di ricerca spirituale da una conoscenza ‘storica’, ‘orizzontale’, imperniata su un’analisi comparativa delle varie esperienze spirituali e orientata a coglierne l’essenza ‘transformale’.

Lo studio intenzionale delle antiche tradizioni e la riflessione su di esse sono una pratica necessaria.

L’uso della ragione logico-discorsiva è il solo mezzo che abbiamo per trascenderla.

Si può abbandonare la mente e i suoi limiti solo servendosene fino alle sue estreme possibilità e seguendo un coerente ‘stile di vita’etico, solo così, secondo la tradizione iniziatica, ci si può sollevare agli stati più alti della coscienza e non sprofondare, al contrario, verso livelli infimi di consapevolezza ed azione.

L’uomo si apre correttamente alla conoscenza metafisica solo quando ha operato tale ’catarsi’ della coscienza attraverso la quale si superano anche tutte quelle forme di dogmatismo e di esclusivismo che possono condurre l’esperienza del sacro a superstizione e fanatismo.

Le discipline per lo studio introduttivo
Nella visione dell’Accademia la conoscenza storica delle tradizioni religiose, metafisiche ed iniziatiche, quindi, è considerata il preludio, la necessaria introduzione, la pre-condizione intellettuale per una pratica interiore correttamente intesa e proficua.

La costruzione di un quadro di riferimento entro cui inserire le varie esperienze umane del sacro presuppone l’acquisizione di nozioni concernenti varie discipline, naturalmente secondo progressivi livelli di studio e conoscenza.

Ad un primo livello bisognerebbe affrontare in forma sintetica ed essenziale almeno quattro dimensioni ‘storiche’ della conoscenza:

1 la storia della filosofia sia occidentale che orientale, con particolare attenzione alle relazioni tra sapere iniziatico e speculazione razionale;

2 la storia delle religioni attraverso cui allargare i propri orizzonti culturali circa le diverse vie mediante le quali l’uomo ha tentato di conoscere il mondo metafisico, Dio;

3 la storia della psicologia, attraverso cui conoscere le principali dottrine concernenti la natura e la struttura della psiche umana;

4 la storia della parapsicologia, attraverso cui conoscere i tentativi moderni di studiare e comprendere la natura dei cosiddetti ‘fenomeni paranormali’.

tratto da: www.accademiaplatonica.net
Accademia Platonica – Centro Studi Filosofici – di Attilio Quattrocchi


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