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388. Pratahsmaranastotra di Sankara

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Inno da Recitare al Mattino
Pratahsmaranastotra


I primi pensieri che si affacciano alla mente dopo il risveglio, le prime parole pronunciate, i primi atti compiuti ogni giorno esercitano un potente, benefico influsso sul resto della giornata in particolare e sulla vita intera in generale. Se essi vengono giornalmente consacrati offrendoli all’atman “autorisplendente nel cuore”, si conseguirà un triplice risultato consistente nella loro purificazione, trasformazione e soluzione e, di conseguenza, anche dei veicoli della mente, della parola e dell’azione.
La preghiera recitata al mattino è profondamente significativa in quanto l’alba è vista come il simbolo esteriore del risveglio interiore.
Questi versi, più che recitati con la voce o il pensiero, debbono essere contemplati con il cuore affinché in esso si compia l’evento ineffabile della comprensione totale, e quindi della consapevole Realizzazione, quale alba di conoscenza che dissipa del tutto la tenebra dell’avidya.


1 All’alba rivolgo la consapevolezza verso la Realtà: essa è l’atman autorisplendente nel cuore che, essendo Esistenza, Coscienza e Pienezza assolute, costituisce il Quarto ed è la mèta ultima agognata dai saggi e il Testimone conoscitore degli stati di veglia, sogno e sonno profondo. Io sono Quello, il quale è il Brahman eterno e senza parti, e non già un aggregato di elementi.

2 All’alba mi inchino dinanzi a Quello che è irraggiungibile sia dalle parole che dal pensiero, ma attraverso la cui grazia le parole stesse risplendono; a Quello che le sacre Scritture designano con l’espressione “non è questo, non è questo” e che, come esse stesse affermano, è il Deva dei deva, il Supremo, privo di nascita e al di là di qualsiasi cambiamento.

3 All’alba rendo omaggio a Quello che, essendo al di là della tenebra, è essenziato del supremo splendore; a Quello che è Pienezza e perenne Stabilità ed è chiamato il supremo Purusa; a Quello che ha natura indivisa e nel quale sembra manifestarsi questo intero universo come un serpente che appare nella corda.

4 Colui il quale a ogni levar del sole reciti questi tre versi sacri, ornamento al triplice mondo, costui consegue certo la mèta suprema.

di Sankara – tratto da Opere Brevi (Trattati e Inni) a cura del Gruppo Kevala

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