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405. Ofiti dal Glossario de “La Dottrina Segreta”

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Gr.) – Setta gnostica nei cui sistema mitologico-cosmogonico ha particolare rilievo il serpente del racconto della Genesi. Esso viene considerato il principio della conoscenza del bene e del male, in opposizione al Dio creatore del Giudaismo che avrebbe voluto tenere celata questa conoscenza agli uomini. La setta sembra di origine giudaico-iranica. Gli Ofiti asserivano che vi erano parecchie specie di Geni, da Dio fino all’uomo, e che la loro superiorità relativa dipendeva dal grado di Luce accordato a ciascuna; sostenevano anche che si doveva fare appello costante al Serpente e ringraziarlo per il grande servigio che egli aveva fatto all’umanità dando da mangiare la mela ad Adamo, donandogli in tal modo la possibilità di elevare il proprio Essere. Era stato il Serpente ad insegnare i Misteri ai primi uomini. Gli Ofiti furono i precursori ed i predecessori inclini all’Occultismo della Chiesa Cattolica Romana. Per essi il Serpente era il Creatore, anche se rappresentava il “male in sostanza e persona”. Avevano due Logos, Ennoia ed Ofidio, i due principi del Bene e del Male, sintetizzati come Unità nel Logos. È evidente che il Serpente adorato dagli Ofiti non è il rettile volgarmente inteso, bensì il simbolo della Divinità manifestata nella sua grande Sapienza. Su alcuni gioielli ofiti si trova una testa di leone che rappresenta il Leontoide Michele Ofiomorfo. Ofiti erano dette anche delle pietre particolari. In un poema sulle “pietre” (parlanti) attribuito ad Orfeo, esse sono divise in due gruppi: Ofiti (pietre dei serpenti) e Sideriti (pietre delle stelle). Le Ofiti sono dure, pesanti, nere ed hanno il potere di “parlare”. Gli Ofiti erano una Fraternità Gnostica in Egitto ed una delle sette più antiche dello Gnosticismo o Gnosis (Saggezza, Conoscenza), conosciuta come la “Fraternità del Serpente”. Fiorì all’inizio del secondo secolo e, pur mantenendo alcuni dei principi di Valentino, ebbe i propri riti occulti e la propria simbologia. Un serpente vivo, che rappresentava il principio-Christos (cioè, la Monade divina che si reincarna, non l’uomo Gesù), veniva messo in mostra durante i loro Misteri e riverito come simbolo della saggezza, Sophia, il prototipo del bene e della saggezza assoluti. Gli Gnostici non erano, secondo l’accezione corrente di questo termine, una setta Cristiana, come pure il Christos del pensiero pre-Cristiano e quello della Gnosi non era lo “uomo-dio” Cristo, bensì l’EGO divino congiunto a Buddhi. Il loro Christos era l’”Eterno Iniziato”, il Pellegrino tipicizzato da centinaia di simboli Ofiti per diverse migliaia di anni, prima dell'era detta “Cristiana”. Lo si può vedere sulla “tomba Belzoni” proveniente dall’Egitto, sotto forma di un serpente alato con tre teste (Atma-Buddhi-Manas) e con quattro gambe umane, che ne raffigurano il carattere androgino; sui muri della discesa che conduce alla camera sepolcrale di Ramsete V, lo si trova raffigurato come un serpente con le ali di un avvoltoio, poiché sia l’avvoltoio che il falco sono simboli solari. “Le volte celesti sono scarabocchiate con interminabili serpenti”, scrive Herschel parlando della mappa delle stelle. “Il Meissi (Messia?), che significa Parola Sacra, era un serpente buono”, scrive Bonwick nel suo libro Egyptian Belief. “Questo serpente di bontà, con la testa incoronata, era montato su una croce, ed in Egitto costituiva uno stendardo sacro”. Gli Ebrei lo presero in prestito e ne fecero il “serpente di bronzo di Mosè”. È a questo “Guaritore” e “Salvatore”, quindi, che gli Ofiti si riferivano quando spiegavano il significato del loro ophis, e non a Gesù o alle sue parole – “Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così compete al figlio dell’Uomo di essere innalzato”. Tertulliano, consapevolmente o inconsapevolmente, confuse i due serpenti. Il serpente dalle quattro ali è il dio Chnuphis. Il serpente buono portava la croce della vita attorno al collo o appesa alla bocca. I serpenti alati divennero i Serafini (Seraphi, Saraph) degli Ebrei. Nel Capitolo 87 del Rituale (Il Libro dei Morti), l’anima umana trasformata in Bata, il serpente onnisciente, dice: “Io sono il serpente Bata, dai lunghi anni, l’Anima della mia Anima si prepara alla sepoltura e nasce quotidianamente, sono l’Anima che discende nella terra” –  cioè l’Ego.

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