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397. Un cenno sul “Silenzio”

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“… prima del Tempo vi fu il Nulla e nel Nulla vi era il Silenzio …”


C’è il silenzio profano e c’è il Silenzio iniziatico.
Ad ognuno il suo: diceva qualcuno.


“ ‘Il vero saggio, tace!’ recita un antico adagio.
Il primo grado della saggezza
è saper tacere; il secondo è
saper parlare poco e
moderarsi nel discorso;
il terzo è sapere parlare poco
senza parlare né male né molto”.
Abate Dinouart


“È bene parlare solo quando si deve dire qualcosa che valga più del silenzio.
Esiste un momento per tacere, così come esiste un momento per parlare.
Nell’ordine, il momento di tacere deve venire sempre prima: solo quando si sarà imparato a mantenere il silenzio, si potrà imparare a parlare rettamente.
Tacere quando si è obbligati a parlare è segno di debolezza e imprudenza, ma parlare quando si dovrebbe tacere, è segno di leggerezza e scarsa discrezione.
In generale è sicuramente meno rischioso tacere che parlare.
Mai l’uomo è padrone di come quando tace: quando parla sembra, per così dire, effondersi e dissolversi nel discorso, così che sembra appartenere meno a se stesso che agli altri.
Quando si deve dire una cosa importante, bisogna stare particolarmente attenti: è buona precauzione dirla prima a se stessi, e poi ancora ripetersela, per non doversi pentire quando non si potrà più impedire che si propaghi.
Quando si deve tenere un segreto non si tace mai troppo: in questi casi l’ultima cosa da temere è saper conservare il silenzio
Il riserbo necessario per saper mantenere il silenzio nelle situazioni consuete della vita non è virtù minore dell’abilità e della cura richieste per parlare bene; e non si acquisisce maggior merito spiegando ciò che si fa piuttosto che tacendo ciò che si ignora. Talvolta il silenzio del saggio vale più del ragionamento del filosofo: è una lezione per gli impertinenti e una punizione per i colpevoli.
Il silenzio può talvolta far le veci della saggezza per il povero di spirito, e della sapienza per l’ignorante.
Si è naturalmente portati a pensare che chi parla poco non è un genio, e chi parla troppo è uno stolto o un pazzo: allora è meglio lasciar credere di non essere genii di prim’ordine rimanendo spesso in silenzio, che passare per pazzi, travolti dalla voglia di parlare.
È proprio dell’uomo coraggioso parlare poco e compiere grandi imprese; è proprio dell’uomo di buon senso parlare poco e dire sempre cose ragionevoli.
Qualunque sia la disposizione che si può avere al silenzio, è bene sempre essere molto prudenti; desiderare fortemente di dire una cosa è spesso motivo sufficiente per decidere di tacerla.
Il silenzio è necessario in molte occasioni; la sincerità lo è sempre: si può qualche volta tacere un pensiero, mai lo si deve camuffare. Vi è un modo di restare in silenzio senza chiudere il proprio cuore, di essere discreti senza apparire tristi e taciturni, di non rivelare certe verità senza mascherarle con la menzogna”.

Abate Dinouart (1771), L’arte di tacere, Sellerio Editore Palermo

 

Il Silenzio è Conoscenza; il Silenzio è un’Arte; il Silenzio è il Potere della Creazione: dal Silenzio la nascita del Tutto e del Tempo.
Nel Silenzio si riassorbono il Tempo e il Tutto.
Per comprendere il Silenzio non bisogna parlarne molto ma ascoltarlo, sentirlo, viverlo.
Il dio Arpocrate (cultura greca e romana) è giunto fino a noi come personificazione del Silenzio.
Presso gli egizi il Silenzio era identificato nel dio Horus, nella forma di un infante nudo con le dita alla bocca.
Un vero insegnamento esoterico collega ad una linea iniziatica immutabile dal più remoto passato fino ai giorni attuali.
Il Silenzio non è solo solitudine introspettiva per il “ricercatore della verità” ma molto di più: è un di più da scoprire.
Il vero seme di ogni cosa che può essere trasmesso risiede nel Silenzio.
La società umana di oggi, caratterizzata dal rumore, dai fiumi di parole senza senso (senza anima), vede i suoi individui impossibilitati a risvegliare quell’Io profondo tanto necessario per una illuminazione e partecipazione al Divino.
Il percorso iniziatico chiama solo a chi è disposto a comprenderne la vera natura che risiede nel silenzio.
L’iniziazione non è solo trasmissione dei segreti iniziatici, da Maestro a discepolo, ma una vera e propria trasformazione interiore nel Silenzio. 



                                                                                               tratto da "Alla Fonte - Cambiando Direzione", di Rosario Castello

 

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