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7. Il Potere Supremo di Sri Aurobindo

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di Sri Aurobindo (da Ishavasyopanishad . Op. Omnia, vol.12, pag. 475-476)


Leva i tuoi occhi al Sole; Egli è là in quel meraviglioso cuore di vita e di luce e di splendore.  Nella notte guarda scintillare le innumerevoli costellazione come fuochi solenni di sentinelle dell’Eterno nell’illimitato silenzio che non è vuoto, ma che pulsa della presenza di un’unica esistenza, calma e formidabile.
Osserva Orione, con la sua spada e la cintura, risplendere come splendette ai padri ariani, diecimila anni or sono, al principio dell’era ariana; Sirio nel suo splendore, Lira che veleggia lontano miliardi di miglia nell’oceano dello spazio.
Ricorda che questi innumerevoli mondi, la maggior parte di essi più grandiosi del nostro, vorticano ad una velocità indescrivibile seguendo l’appello dell’Antico dei Tempi, per andare dove solo Lui sa, eppure sono milioni di anni più antichi del tuo Himalaya, più solidi delle radici delle tue colline, e così rimarranno finché Egli a suo piacere li scrollerà come foglie appassite, dall’eterno albero dell’Universo.
Immagina l’infinità del Tempo, realizza l’illimitatezza dello Spazio; e poi ricorda che quando questi mondi non erano, Egli era; lo Stesso d’ora, e quando essi non saranno più, Egli sarà, sempre lo Stesso; sii consapevole che al di là di Lira Egli è, e lontanissimo nello Spazio, dove le stelle della Croce del Sud non possono essere viste, Egli è ancora.
E poi ritorna alla Terra e realizza che Egli è. Lui ti è vicino. Vedi quel vecchio che ti passa accanto, contratto e curvo sul suo bastone? Ti rendi conto che è Dio che passa? Là un bimbo corre ridendo nella luce del sole. Lo senti in quel ridere? In verità Lui ti è ancor più vicino. Lui è in te, Lui è te. Sei tu stesso che ardi laggiù a miliardi di miglia nelle infinite distese dello Spazio, che cammini con passo fiducioso sulle onde volteggianti del mare etereo; tu hai collocato le stelle dove ora sono, e intrecciato la collana dei soli; non con le mani, ma con quello Yoga, con quella Volontà silenziosa, immobile, impersonale, che ti ha messo qui oggi ad ascoltare te stesso in me.
Guarda in su, o figlio dell’antico Yoga, e non essere più timoroso o dubbioso; non temere, non dubitare, non affliggerti; poiché nel tuo corpo apparente esiste Uno che può creare e distruggere i mondi con un soffio.






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