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107. Le Tre Qualità della Natura Universale per la Sadhana

Mercoledì 19 Ottobre 2011 00:00 Rosario Castello
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Il compito degli esoterici, oggi più che mai, è di portare l’uomo a riconoscere la propria divina entità animica per fargli conoscere che il Bene è più che reale, mentre il male non è altro che il prodotto, purtroppo problematico, dell’illusione, ovvero dell’irrealtà.

Le cose nascono dai “pensieri” che sono simboli derivanti dalla realtà parallela.

Perché l’uomo continua a vivere nell’inganno delle illusioni mentali e materiali?

Perché l’uomo continua ad ignorare la realtà della propria Anima divina?

Il materialismo soffocante dei nostri giorni spinge un numero sempre più grande di individui verso la spiritualità. La maggior parte di loro lo fa per trovare la forza per proseguire sul proprio cammino.

I diversi Paesi del mondo offrono zero esempi da proporre per incoraggiare le nuove generazioni: i centri dell’educazione e dell’istruzione rappresentano la natura morta delle istituzioni. Soltanto dai centri alternativi partono messaggi che rivelano l’enorme mole di lavoro svolto da uomini non istituzionali con un gran senso del bene comune ricchi di azioni spiritualmente ispirate. La silenziosa e sconosciuta azione di questi uomini onora il miracolo della vita e le loro sentite e disinteressate motivazioni legano tutti, anche coloro che non lo meritano (per le risposte del loro basso livello di coscienza), al piano divino.

La realtà invisibile è più importante di quella visibile e in tutti i tempi sono sempre esistiti individui che lo hanno intuito e confermato. L’invisibile si rivela solo a chi sa cercarlo veramente dentro di .

L’esoterico è colui che sostiene e promuove la “visione” che vede l’integrazione consapevole di tutte le dimensioni dell’esistenza. Egli parte dallo sviluppo della capacità di organizzare e governare le cose di questo mondo quale disciplina per la possibilità di accesso cosciente alle altre dimensioni dell’esistenza.

Nel vasto campo esoterico la maggior parte dei “punti di vista” riguardanti le qualità fondamentali della Natura concorda, in linea di massima, con quella che è la visione della filosofia indù (Vedanta, Samkhya, Bhagavad-gita, Yogadarsana).

Si fa riferimento alle Tre Qualità della Natura Universale chiamate i Tre “Guna”.

Il “Guna” è una caratteristica, un attributo, una qualità costitutiva. Il “Guna” è il “filo” fondamentale della costituzione della Sostanza Universale (Natura).

I Tre “Guna”:

I Tre “Guna”sono alla base della manifestazione, individuale e universale, e di tutta la sua fenomenologia. I Tre “Guna”sono complementari e correlati.

I Tre “Guna” sono presenti quindi nei fenomeni naturali e nelle cose come anche negli individui e negli “stati” della coscienza umana.

Si può quindi dire che i Tre “Guna” sono le qualità che costituiscono l’Universo. È per questo che l’Universo è soggetto a continui movimenti ciclici. Sono i Tre “Guna” che generano i Cicli. Il Ciclo perenne del divenire, il Samsara (ciclo di morti e rinascite), è generato dall’attaccamento provocato dai Tre “Guna” allo Jiva dalla coscienza non completamente risvegliata. La coscienza completamente risvegliata sperimenta la liberazione, cioè Moksa. Finché non vi sarà la condizione in cui Moksa potrà manifestarsi i Tre “Guna” avranno sempre presa sullo Jiva inducendolo ancora al Samsara. Solo il raggiungimento della totale trascendenza dalle qualità dei Tre “Guna” permette di ottenere la Liberazione completa, Moksa (sinonimo di Mukti).

Sattva è in effetti la sostanza luminosa originaria dalla cui degenerazione si forma Rajas dalla cui caduta vibrazionale si origina Tamas.

Uno Jiva con i Tre “Guna” in perfetto equilibrio e in perfetta armonia (rimasto solo con moto interno perché ha estinto il moto esterno, compreso il suo desiderio di moto) è certamente un grande saggio giunto alla Vetta della Montagna Sacra ma non ancora un liberato, un Mukta. Per essere un liberato deve affrontare il salto nel vuoto (verso l’Assoluto) perché la Moksa è oltre la Vetta. Lo Jiva deve arrivare ad estinguere anche il moto interno e solo così potrà risolversi nell’Atman. Lo Jiva realizza così le perenni sentenze vediche Jiva-Brahman-Aikya.

Jiva è l’essere vivente, l’Anima individuata; Brahman è la Realtà Assoluta, l’Assoluto in Sé; Aikya è Unità, Unicità, Identità.

La Sadhana di un sincero “ricercatore della verità” non può non contemplare i “Guna”.

La Sadhana di un individuo che si ritrova ad essere un “ricercatore della verità” assume, con tempi e modalità proprie per ognuno, una configurazione generale valida per tutti:

Questo è uno schema generale di come si conforma, a grandi linee, un percorso motivato e avviato per una sincera e onesta “ricerca della verità”.

La Sadhana è la scelta di una via spirituale dopo una lunga base di sofferta esperienza-ricerca; una via spirituale consta di tappe o fasi e quindi paragonabile ad un “processo”, un processo di risveglio della coscienza; un risveglio procede per livelli di attivazione, per gradi o per salti; ogni grado e livello offrono conoscenze e/o facoltà che emergono; affiorano ricordi di ciò che era prima del tempo e che il Sadhaka deve metabolizzare per poterle registrare alla velocità del proprio sistema nervoso e poter  esprimere attraverso idonee espressioni linguistiche.

Quando il Sadhaka perviene a quel certo livello di risveglio, dove informazione, formazione e realizzazione divengono un tutt’uno, può dirsi un “esoterico”, cioè colui che ha conquistato uno stabile equilibrio e una evidente armonia nella ferma “ricerca di ciò che è nascosto” all’uomo ordinario. Emerge spontanea, a quel livello, quella capacità (buddhi = intelletto) che fa percepire l’unità di tutte le cose. Egli percepisce in modo sempre più chiaro i vari livelli di sé stesso e comincia a padroneggiare la possibilità di riuscire a mantenere uno stato elevato di coscienza. Acquisisce sempre di più la possibilità di integrare nella normalità quotidiana ogni nuovo livello di risveglio e interagire con ogni cosa da quel livello di sensibilità risvegliato. A questo punto del processo di risveglio l’esoterico comprende che l’aprirsi alla percezione fa parte della naturale costituzione dell’intero essere umano (parte visibile e parte invisibile), compresi i salti di consapevolezza, ma tutte capacità e possibilità dimenticate per la “caduta” e la lunga sosta nell’oblio.

L’esoterico impara ad essere “centrato”, “allineato” e “connesso”.

La “Centratura”, riportando equilibrio ed armonia, estende al massimo la propria Aura, il proprio campo d’Influenza individuale.

L’”Allineamento”, nell’estensione massima dell’Aura, non solo allinea i Chakras e i vari corpi interiori (sottili) ma riporta l’Essere ad allinearsi con l’ideale “Asse del Mondo”, manifestando un allineamento con tutti i “Piani della Realtà”.

La “Connessione”, consequenziale o contemporanea alla “Centratura” e all’”Allineamento”, con un semplice atto intenzionale connette (la Coscienza – Pensiero – è Non Locale) a qualsiasi cosa voluta specificatamente (cosa, persona, situazione, evento, conoscenza, livello-stato divino).

“Risvegliarsi” è una scelta di coraggio.

Ogni essere umano è un Ente che nasce nel mondo investito di una “funzione”.

Se l’essere umano vive questa “funzione” consapevolmente, essa può chiamarsi “missione”.

Questa “funzione” vissuta inconsapevolmente può chiamarsi “ruolo evolutivo”.

L’essere umano che esercita in modo ordinario, inconsapevolmente, la propria “funzione” di nascita non potrà accedere nel campo delle possibilità iniziatiche. Il mondo delle sensibilità è precluso all’essere grossolano per via della sua “vista” opaca e del suo “sentire” sordo; è la sua stessa condizione ad escluderlo da ogni possibilità.

L’Ente che abbraccia una via consapevole, un cosciente processo di risveglio, fino alla condizione di iniziato sa di avere una “missione”. Per questo egli ha scelto la “Luce” cominciando col rifiutare sia l’oscurità del meccanismo evolutivo sia l’oscurità degli agenti del Lato Oscuro della Vita, dai Maestri dalla luce imperfetta agli iniziati inversi del sovvertimento mondiale.

Dall’inizio del sentiero consapevole fino alla iniziazione molti sono i pellegrini che svolgono la loro opera cosciente: purificando, seminando, organizzando, avviando azioni correttive in ogni dove. Innumerevoli sconosciuti sulla stessa Via, interiormente compartecipi della comune “missione”, dediti a diverse complementari funzioni, mossi da un senso superiore organizzatore.

Il cuore degli Enti consapevoli è mosso dal puro desiderio di restituire agli uomini la loro integrità, “risvegliandoli”. Progresso e Libertà li muovono nel divenire restando centrati nel “centro immobile” della Realtà Eterna. Non cercano alcun potere pur esercitandolo: si sentono servitori solo della Verità Eterna.

Quanto conduce all’iniziazione è un’esperienza unica irripetibile perché l’Ente dal cuore sincero si muove con sentimento unitivo per realizzare, anche audacemente, l’originaria unità tra “Regno” e “Sacerdozio”, tra “Giustizia” e “Pace”.

Il mondo riceve una maggiore possibilità ogni volta che un Ente consapevole accede all’iniziazione vera perché vengono rilasciate nuove forze della riarmonizzazione, infatti i lampi della Luce di Melchizedek, per chi è pronto a vederli, preannunciano i segni di un Nuovo Piano di Coscienza.

Colui che ha realizzato in sé condizioni di “Giustizia” manifestando “Pace” è in grado di trasformare i rapporti umani sui “Valori Spirituali”: è quindi un nuovo "ordinato" alla catena delle “Fiamme della Salvezza”, i Maestri dalla Luce Perfetta.