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499. Un’antica pratica Yoga: l’Arati

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Per quanto misteriose possano apparire certe pratiche yogiche nascondono invece una profonda conoscenza della natura della prakrti. Appaiono misteriose a quanti “ignorano di ignorare” che esiste una scala dei livelli di illusione di cui è costituita la realtà transitoria del divenire che cela la vera Realtà.
La pratica di cui ci accingiamo a parlare è quella chiamata “Arati” (o Aarti): un rito ma anche una funzione di chiusura di una cerimonia, in certi casi. Si tratta di un discendente del rituale vedico conosciuto come Homa. L’Arati viene dal termine sanscrito Aradhana che significa conclusione, chiusura.
In linea di massima possiamo dire, dal momento che è difficile spiegare ciò che non si può spiegare a parole, che questo rito libera dagli strati di ignoranza che separano dalla Mahasakti (Grande Energia Cosmica) per potere stabilire un autentico contatto diretto tra il (dell’ente planetario) e il Signore Supremo (Siva per lo Yogi).
Nell’area sacra del rito devono essere presenti l’umano (pujari, chi porge, a nome di tutti gli officianti, l’offerta durante l’Arati) e il divino (murti, statuetta, immagine, simulacro, yantra a rappresentazione della presenza divina vivente). Il pujari, nei confronti della murti, deve dimostrare tutte le attenzioni che si devono nei confronti di un essere Divino vivente: il pujari rappresenta l’uomo che agisce per il Divino, senza attaccamento all’azione, e senza finalità egoiche. Durante l’Arati, il rito yogico, il gesto diventa mudra, la posizione hatha-yoga, la parola-preghiera ([sanscrita] mantra), il respiro controllato prana-yoga, l’azione del rito karma-yoga, il sentimento nel cuore bhakti-yoga e la conoscenza-consapevolezza che si genera jnana-yoga.
Il rito dell’Arati si fa alla reale presenza di un essere Divino incarnato (Maestro, Avatara, Mahavatara) o dinanzi, come si accennava prima, ad un simulacro: si rappresenta o si evoca il contatto diretto dell’uomo con la presenza del Divino. Lo Siva Purana descrive in modo dettagliato lo svolgimento della procedura del rito.

Prima dell’inizio della cerimonia
offerta del “seggio”; bagno rituale; del profumo; delle vesti; polvere gialla di sandalo (chandan); polvere rossa (kumkum); riso (frutto del lavoro umano) e fiori.

Inizio cerimonia
offerta dei cinque elementi della Creazione:

1 etere: profumo d’incenso (apre i canali sottili per lo scorrere del prana, le nadi)
2 terra: prasad (cibo)
3 fuoco: combustione di burro chiarificato – ghi – (il fuoco che consuma tutte le cose è la sostanza più sacra) e canfora (karpura, brucia senza lasciare depositi)
4 aria: sventolamento di un panno
5 acqua: viene offerta dopo il fuoco per rinfrescare l’atmosfera, anche in senso psichico: dona vita e purifica.

Durante l’offerta del fuoco, dell’aria e dell’acqua si suonano:
le campane, la sankha (conchiglia simbolo del Signore Visnu, il Conservatore e Preservatore del Cosmo) e il damaru (speciale tamburo che simboleggia il potere di distruzione del Signore Siva).
I suoni guidano all’interiorizzazione e alla canalizzazione delle forze in gioco.
Dopo l’offerta dell’acqua quella rimasta viene gettata a pioggia sui presenti e viene offerto a ciascuno il deepak (la lampada ad olio, l’offerta della luce). Ognuno sventola verso di sé la lampada per ricevere le vibrazioni purificatrici. Nel frattempo il ciclo rituale dei mantra, iniziato con l’offerta del fuoco, prosegue.
Alla fine viene distribuito il prasad, continuando, a volte con altri mantra più semplici.

Un rito ha sempre la funzione di ristabilire o mantenere l’”Ordine Cosmico” (“rta”).
Durante l’Arati, se il rito viene svolto secondo i giusti canoni, i Cakra vengono risvegliati e purificati con il risultato che si purificano la mente, il corpo, il cuore e tutti i sensi.
L’Arati è una benedizione per tutti gli esseri viventi e la natura stessa.
L’offerta della fiamma di canfora ha un preciso significato simbolico: siccome arde senza lasciare residui, essa rappresenta l’ego che, una volta raggiunta la realizzazione spirituale, scompare senza lasciare traccia.

L’Arati, o Aarti, consiste normalmente nell’esporre la statua di una divinità o una persona all'influsso benefico del fuoco.
Durante la cerimonia, l’officiante muove lentamente sette volte il vassoio con la lucerna verso l’idolo, con movimenti circolari; poi si rivolge ai presenti con lo stesso. Poi ancora verso la divinità: quattro giri verso i piedi del Dio (statua, immagine, simulacro), due all’ombelico e tre al viso. Altri sette giri all’intero idolo. Poi la lucerna viene fatta circolare tra i presenti, mentre i credenti passano le mani a coppa capovolta sul fuoco per portarsele poi alla fronte, partecipando così della benedizione purificatrice, dalla divinità, attraverso il fuoco, a loro.

I riti sono “atti spirituali” se compiuti nella consapevolezza del loro rapporto con Dio.

L’Arati viene eseguito solitamente all’alba e al tramonto, e come conclusione di una puja o di una sessione di bhajan (canti devozionali).

L’Arati, o Aarti rappresenta il momento culminante della massima elevazione in una cerimonia.

Universal Aarti

Om Jaya Jagadisa Hare
Svamin Jaya Jagadisa Hare
Bhakta janonke sankat
Bhakta janonke sankat
Kshan me door kare
Om Jaya Jagadisa Hare

“Om! Vittoria a Te, Hari, Sovrano dell’Universo,
Tu che fai svanire i problemi dei tuoi devoti in un secondo”.

Jo dhyave phal pave
Dhukh bin se man ka
Svamin bin se man ka
Sukha sampati Ghar ave
Sukha sampati Ghar ave
Kasht mite tan ka
Om Jaya Jagadisa Hare

“Chiunque pensi a Te, ottiene risultati senza alcun dolore mentale,
la felicità e la ricchezza arrivano a casa sua, e le sue disgrazie svaniscono”.

Mata pita tum mere
Sharan padum mi kis ki
Svamin sharan padum mi kis ki
Tum bina aur na dooja
Tum bina aur na dooja
Asha karum mi kis ki
Om Jaya Jagadisa Hare

“Tu sei mia madre e mio padre, da chi altro posso trovare rifugio?
Non c’è nessun altro che Te per me, chi altro potrei desiderare?”.

Tum pooran Paramatman
Tum Antaryami
Svamin Tum Antaryami
Parabrahman Paramesvara
Parabrahman Paramesvara
Tum sab ke Svamin
Om Jaya Jagadisa Hare

“Tu sei Tutto e sei il Supremo Sé, sei lo spirito in ogni essere.
O Supremo Dio, O Supremo Sovrano, sei il Maestro di tutti”.

Tum karuna ke sagar
Tum palan karta
Svamin Tum palan karta
Main murakh phala kami
Main sevak tum Svamin
Kripa karo bharta
Om Jaya Jagadisa Hare

“Tu sei l’Oceano di Misericordia, sei il Sovrano,
io sono il tuo servo, e Tu sei il padrone,
per favore mio Signore abbi misericordia”.

Tum ho ek agochar
Sab ke pranapati
Kis vidhi miloom dayamaya
Kis vidhi miloom dayamaya
Tum ko mi kumati
Om Jaya Jagadisa Hare

“Tu sei l’invisibile, sei il padrone della vita di tutti,
come posso incontrarTi, o Dio Tu che sei dimora della gentilezza”.

Deena bandhu dukh harta
Tum rakshak mere
Svamin tum rakshak mere
Apne hast uthavo
Apne hast uthavo
Dwar khada mi tere
Om Jaya Jagadisa Hare

“O Amico degli oppressi, O eliminatore del dolore, Tu sei mio Protettore,
sto davanti alla Tua Porta, per favore alza la tua mano per rassicurarmi”.

Vishaya vikhar mithavo
Pap haro deva
Svamin pap haro deva
Shraddha bhakti badhavo
Shraddha bhakti badhavo
Santan ki seva
Om Jaya Jagadisa Hare

“Per favore sradica tutti i desideri materiali in me e rimuovi i miei peccati,
fai aumentare il mio amore per Te e permettimi di servirTi”.

Tan man dhan sab kuch hi tera
Svami sab kuch hi tera
Tera tujh ko arpan
Tera tujh ko arpan
Kya lage mera
Om Jaya Jagadisa Hare

“Il mio corpo, la mia mente, la mia ricchezza e il mio tutto appartiene a Te,
offro a Te ciò che è Tuo, che cosa mai c’è che è mio?”.

Om Jaya Jagadisa Hare
Svamin Jaya Jagadisa Hare
Bhakta janonke sankat
Bhakta janonke sankat
Kshan me door kare
Om Jaya Jagadisa Hare

“Om! Vittoria a Te, Hari, Sovrano dell’Universo,
Tu che fai svanire i problemi dei tuoi devoti in un secondo”.

*****

Canto dell’Arati
nella versione indicata da Sri Sathya Sai Baba

Om Jaya Jagadisha Hare Svami Sathya Sai Hare
Bhaktajana Samrakshaka Bhaktajana Samrakshaka
Parthi Maheshvara Om Jaya Jagadisha Hare
Shashi Vadana Shri Kara Sarva Pranapate Svami Sarva Pranapate
Ashrita Kalpalatika Ashrita Kalpalatika
Apad Bandhava Om Jaya Jagadisha Hare
Mata Pita Gurudevam Mariantayu Nive Svami Mariantayu Nive
Nada Brahma Jagannatha Nada Brahma Jagannatha
Nagendra Shayana Om Jaya Jagadisha Hare
Omkara Rupa Ojasvi O Sai Mahadeva Sathya Sai Mahadeva
Mangala Arati Anduko Mangala Arati Anduko
Mandara Giridhari Om Jaya Jagadisha Hare
Narayana Narayana Om Sathya Narayana Narayana Narayana Om *
Narayana Narayana Om Sathya Narayana Narayana Om Sathya      *
Narayana Narayana Om Om Jaya Sadguru Deva*
Om Shanti Shanti Shanti

(* le 3 righe si ripetono 3 volte)


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