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502. Ermete Trismegisto entra in Vaticano di Robert Bauval

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Presentiamo, di seguito, uno stralcio del Capitolo 3 (Il Movimento Ermetico) dell’interessantissimo libro edito da XPublishing Srl (www.xpublishing.it) “L’Eresia Vaticana”, scritto da Roberto Bauval, Chiara Dainelli e Sandro Zicari.

*****

È evidente che i filosofi del Rinascimento, Marsilio Ficino in primis, ritenessero che Ermete Trismegisto fosse realmente vissuto nell’antico Egitto nonché fosse l’autore dell’Ermetica. Marsilio Ficino, come molti altri, astutamente sosteneva che il Sapiente Egiziano fosse successivo a Mosè (o perlomeno non fosse nato prima) e che, anch’egli come Mosè, avesse profetizzato l’avvento del Cristianesimo. Alcuni tra loro decisero di sostenere questa tesi per non mettersi contro il Vaticano. I filosofi del Rinascimento basavano la loro cronologia storica sull’autorità indiscussa di Sant’Agostino (354-430 d.C.), uno dei più autorevoli padri della Chiesa, che così scrisse di Ermete Trismegisto:

“… Era nato dopo Abramo, Isacco, Giuseppe e perfino Mosè. Perché Mosè era nato ai tempi di Atlantide, il fratello di Prometeo, già nonno del più anziano Ermete, lui stesso nonno di Ermete Trismegisto” (3.22).

I filosofi del Rinascimento in questo modo, si sentivano supportati dalla Chiesa. Nella cattedrale di Siena, risalente al tardo XV secolo, un mosaico particolare accoglie i visitatori: Ermete Trismegisto consegna (o forse riceve) un libro su cui risalta la scritta “Suscipite O Licteras Et Lege Egiptii” – Accettate le lettere e le leggi dell’Egitto. Sotto le figure si legge: “Hermes Mercurius contemporaneus Moyse” – Ermete Trismegisto contemporaneo di Mosè.
Affermare che Ermete Trismegisto fosse contemporaneo di Mosè è una cosa, ma nessuno si era ancora spinto a sostenere che fosse vissuto addirittura prima di Mosè. Non solo ponendolo come antenato di Mosè, ma dandogli autorità sullo stesso e le Sacre Scritture. Qualcosa che la Chiesa non avrebbe mai potuto accettare. Alcuni Ermetici, nonostante gli ammonimenti, si spinsero davvero al limite. Ludovico Lazzarelli, e probabilmente il suo maestro Giovanni Mercurio, argomentarono che:

Trismegisto non era vissuto ai tempi di Mosè, ma molto prima, come si può facilmente verificare dagli scritti di Diodoro Siculo. Quest’ultimo aveva scritto, nella sua cronologia dei re egizi, che in principio avevano regnato gli Dei e poi gli esseri umani … È evidente quindi che Ermete Trismegisto visse al tempo degli Dei … mentre Mosè in un’epoca in cui la Bibbia e molti altri scritti antichi conosciuti in Egitto dichiaravano che a governare erano i Faraoni” (3.23).

La disputa se Ermete Trismegisto fosse vissuto prima o dopo Mosè fece aumentare ancor più la popolarità che l’Ermetica aveva ottenuto dall’inizio del XVI secolo. Di fatto, la fama di Ermete Trismegisto era così chiara in Italia, Francia, Germania, Olanda e Inghilterra, che Frances Yates, riferendosi alla raffigurazione nella cattedrale di Siena, volle sottolineare:

La raffigurazione di Ermete Trismegisto, all’interno di questo edificio di culto cristiano, così accentuatamente vicina all’ingresso e che vale ad attribuigli una così preminente posizione spirituale, non è un isolato fenomeno locale ma l’esempio di quanto il Rinascimento italiano lo tenesse in considerazione e anche una profezia di ciò che sarebbe stata la sua straordinaria affermazione in tutta Europa nel XVI secolo fino alla fine del XVII …” (3.24).

L’influenza dell’Ermetica in Europa fu estesa e prolifica. Nel 1554, lo studioso francese e umanista Turnebus pubblicò a Parigi la prima edizione del testo greco originale dell’Ermetica accompagnato dalla traduzione di Marsilio Ficino in latino. Nella Prefazione, il teologo Pietro Paolo Vergerio scrisse:

Ermete Trismegisto era egiziano di nascita […] Si affermò prima dei pempi dei faraoni … Qualcuno, fra cui Cicerone, sostiene che sia chi gli Egizi chiamavano Thoth […] Deve essere vissuto, perciò, prima dei faraoni e di conseguenza prima di Mosè […] (3.25).

Nel 1574 Fraincois Foix, duca di Candalle e vescovo di Aire (meglio conosciuto col nome di Flussas) pubblicò una nuova edizione dell’Ermetica che dedicò al Sacro Imperatore Romano Massimiliano II. Nella Dedica informava l’Imperatore che Ermete Trismegisto possedeva la sapienza delle cose divine, che per primo aveva riportato per iscritto sia in egiziano che in greco e che oscuravano quelle conoscenze che:

“… erano state rivelate ai profeti ebrei, uguagliando quella degli Apostoli e degli evangelisti … Qual è la conoscenza più alta a cui abbiamo accesso, se non quella trasmessaci da coloro che vennero istruiti dal nostro Salvatore in persona?
Ebbene quest’uomo (Ermete Trismegisto) era antecedente non solo ai discepoli di Nostro Signore, ma anche a tutti i profeti e maestri della nostra Legge e, come dicono gli antichi, a Mosè stesso” (3.26).

Nel 1591, lo studioso italiano Francesco Patrizi pubblicò un’edizione dell’Ermetica nella sua opera Nova de Universis Philosophia. Nella Prefazione implorò papa Gregorio XIV di dare disposizioni affinché l’Ermetica, inclusa fra le cinque teorie filosofiche dell’Aegiptiam Aliam Mysticam Philosophia L’Altra Filosofia Mistica degli Egiziani – fosse insegnata a tutti, anche ai Gesuiti, come strumento di conversione della Chiesa:

“Spero che Voi e i Vostri successori adotterete questa rinata filosofia religiosa, facendo sì che venga studiata ovunque … Vorrei che voi, Santo Padre, e i futuri papi, deste ordini affinché alcuni libri che ho nominato fossero insegnati ovunque e in maniera costante, così come ho fatto io negli ultimi quattordici anni a Ferrara.
In questo modo, farete sì che tutti gli uomini d’intelletto d’Italia, Francia e Spagna siano prossimi alla Chiesa; e forse persino i protestanti tedeschi seguiranno l’esempio, riabbracciando la Fede Cattolica. È così che sarà più facile vincere la loro riluttanza piuttosto che obbligandoli con divieti ecclesiastici o con le armi. Dovreste far sì che questa dottrina venga insegnata nelle scuole dei Gesuiti, che un così buon lavoro stanno compiendo. Se farete questo, Vi sarà riconosciuta grande gloria dagli uomini futuri. Per questa impresa, Vi prego di voler accettare il mio aiuto”. (3.27).

tratto da L’Eresia Vaticana
– pag. 88-91 (Capitolo 3 “Il Movimento Ermetico
Edizioni XPublishing 2014

 

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