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533. L’umiltà necessaria del discepolo del Maestro Morya

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Il Cosmo si regge sulla reciprocità dei rapporti. L’attrazione è una forza motrice oltre che coesiva. Solo per sua virtù, in verità, la grande legge governa. I corpi materiali sono regolati dalle forze d’attrazione, e la stessa legge dispone l’intero mondo spirituale. Essa sola soffonde la vita di impulso creativo. L’equazione cosmica è in funzione della catena di continuità.
Avete parlato correttamente della Gerarchia. In effetti, la spirale della vita si edifica soltanto su questo principio. Anche la creatività del Maestro è manifestata in un moto eterno; per cui il discepolo se ne deve far permeare e deve conformarvisi. Ne segue che l’allievo che enumera i propri conseguimenti si estranea dalla verità. Per cui dico che esiste un solo Scudo: la Gerarchia.
Il discepolo che considera la propria poltrona come più elevata del seggio del Guru ha davvero bisogno di ricordare la Mano che dà. Deploro quando un discepolo afferma stesso e si comporta con arroganza.
Per Noi, l’alterigia verso il proprio Guru è il massimo della presunzione. Che tutti i discepoli lo ricordino bene.

Maestro Morya
dal Volume “Infinito”, verso 27, dei Testi Agni Yoga

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