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597. Le sei regole dello Zend-Avesta … della Parola di Vico di Varo

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Perché seguire la Via del Silenzio?
L’Iniziazione aspetta il pellegrino sulla Via del Silenzio.
Nel Silenzio s’incontra la Voce della Saggezza che apre le porte dei regni Immateriali.
Salga il pellegrino tutti i gradini necessari, dal più basso al più alto, per raggiungere il Silenzio entro la quale i sussurri del Mondo dello Spirito indicano qual è l’ora di varcare la soglia che varcano le “Fiamme della Salvezza”.
Le scuole delle Strade Alte si trovano sugli altopiani della vastità del Silenzio perché in esso emerge la potenza del pensiero che si fa parola nel servizio al Mondo.

il Centro Paradesha

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Le sei regole dello Zend-Avesta per il governo della Parola

L’antica saggezza persiana , espressa nello Zend-Avesta, detta alcune regole sul governo della parola. Come tutte le verità che hanno valore universale, esse sono sempre attuali. L’Arte del silenzio e l’uso della parola, come si è detto, è stata ispirata da queste regole e le pagine che seguono ne sono una parafrasi.
Le sei regole dell’AVESTA per governare la parola:

1 Non lasciar mai parlare il lato basso del tuo carattere;

2 Non parlare di un soggetto che non conosci a fondo;

3 Non parlare di ciò che personalmente non sai essere l’esatta verità;

4 Non parlare se l’oggetto delle tue parole non è chiaro e definito nel tuo pensiero;

5 Non parlare se non con intonazione cordiale;

6 Non parlare se i tuoi uditori non ti ascoltano, giacché una buona parola è inutile ad un cattivo orecchio.

La forma negativa con cui sono espresse non è casuale, anzi è voluta per affermare un concetto fondamentale, quello, cioè, che la regola prima ed essenziale base di tutte le altre, è … il tacere, non parlare.
Si vuole affermare che il parlare è l’eccezione, tollerabile soltanto nei casi espressamente indicati e quando si verificano le condizioni chiaramente significate.

Non parlare è il precetto basilare di tutti i precetti sul governo della parola, il motivo chiave di una composizione musicale, ripetuto all’inizio di ogni prescrizione, quasi ritornello prima di enunciare ogni regola.
Chi vuol derogare al non parlare deve ben ricordarsi a quali condizioni può farlo. Ecco, dunque, che la forma negativa in cui vengono espresse, è essa stessa precetto fondamentale.
L’aspetto positivo scaturisce, naturalmente, rovesciando la forma con la quale sono state enunciate. E il lettore lo potrà far da solo.
Nel corso della trattazione non ho mancato neppure d’insistere sull’aspetto positivo della prescrizione, in modo che i sei precetti restino nell’animo del lettore pur in questa forma.
Soltanto chi avrà imparato a tacere, saprà, quando occorre, ben parlare.
E questa rimane verità basilare.
Nel silenzio si matura l’apprendimento dell’arte difficile di governare la parola. Solo nel silenzio si prepara e fermenta ciò che nel divenire della vita ha valore perenne.
Per questo, il tacere, è la prima norma del saggio.

Vico di Varo
L’Arte del Silenzio e l’Uso della Parola
tratto dal Capitolo 2 Il controllo della lingua
Editore Amedeo Rotondi

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