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624. Sulla critica situazione spirituale oggi di Raphael

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Di seguito, un pezzo illuminante, tratto da un Capitolo del libro di RaphaelQuale Democrazia?”, sul quale in molti ricercatori spirituali dovrebbero riflettere. Quanto di seguito è la risposta data da Raphael ad un interlocutore che aveva posto la seguente domanda:

D – La prego di dirmi qualche parola perché devo ritrovare un equilibrio e un giusto rapporto con la mia vita spirituale. non credo che sia solo una mia esigenza, penso che altri abbiano lo stesso problema; ne conosco personalmente alcuni che sono profondamente disorientati da certi atteggiamenti.

R – Per quanto riguarda la concezione filosofica dell’oggi secondo la quale “tutto scorre e diviene” non c’è da preoccuparsi. È una visione filosofica come tante altre e accettiamola come tale; non è nuova, naturalmente, perché Eraclito già nel 520 a.C. affermava appunto che “tutto scorre”, che non ci si può bagnare due volte nella stessa acqua.
D’altra parte, questa concezione non è completamente errata; la verità fenomenica è accettata, ad esempio, anche dal Vedanta che le dà il nome di sakti, prakrti, maya, ecc.; solo che il Vedanta è andato anche di là dalla “verità” fenomenica, mettendo in evidenza una realtà intelligibile di ordine incondizionato e permanente nella quale ogni “verità” fenomenica viene reintegrata.
Non è questione di contrapporsi o di pretendere da parte nostra riconoscimenti e consensi. Ciò che possiamo fare è non accettare che alcune filosofie ci vengano imposte con la forza, con la violenza. Fino a quando ci troviamo in un contesto filosofico e dialettico siamo lieti di compartecipare con istanze spontanee di ricerca, anche se queste possono sfociare in posizioni divergenti; ciò che conta è che ogni seria ricerca venga condotta in piena libertà di espressione e di composta emulazione. Platone direbbe “Identico nel diverso”.
Una visione filosofica non deve proclamare l’esclusivismo e l’unilateralità; essa deve solo enunciare, spiegare e dialogare. Per noi ricercatori, quindi, come per tutti i veri ricercatori di ogni ordine e grado, è opportuno confrontarci nella libertà e nel reciproco rispetto: una filosofia che si voglia imporre con la forza non è più filosofia (= amico della Conoscenza), ma demagogia, tirannia egoica di una persona, di un gruppo o di un’intera classe sociale.
Noi dobbiamo sostenere il diritto di essere liberi di affermare una filosofia di vita basata su certi postulati e su particolari esperienze coscienziali, diritto che dobbiamo riconoscere anche a eventuali nostri dissenzienti. Che siano i più ad avere e seguire una particolare filosofia di vita non ha importanza; non è detto che la Verità debba appartenere ai più, tutt’altro.
Ciò che ha importanza è che ciascuno di noi investighi in modo diligente, discrimini in modo pacato, si documenti in libertà per scoprire quello che è lo scopo ultimo dell’esistenza, la fonte stessa della vita. Teniamo presente che parliamo di “filosofia realizzativa”, filosofia, quindi, che tende alla trasfigurazione di ; ecco la vera Filosofia dell’essere, con la effe maiuscola.
Sappiamo che i seguaci della filosofia del divenire, o filosofia dell’io, vivono concretamente i postulati filosofici materialistici; dobbiamo, invece, riconoscere che i seguaci, certamente non tutti, della Filosofia dell’Essere non vivono né si adeguano alla loro visione filosofica. Da qui anche il destro dato a molti fenomenismi, se così possiamo esprimerci, di scrivere cose poco edificanti, spesso esagerate e volutamente artificiose nei confronti della Filosofia dell’Essere e dei suoi sostenitori.
A questo punto, però, ci sarebbero da dire parole biasimevoli non solo nei confronti degli istruttori superficiali, ma anche degli aspiranti sprovveduti e inconsapevoli.
Se di colpa si può parlare, questa è degli uni e degli altri. I primi, dotati di un’adeguata cultura, in possesso di particolari “tecniche psicologiche”, ma non di un’effettiva Realizzazione, , assorbiti dal “sistema” si lasciano andare a speculazioni soprattutto economiche. Ma che cosa si può fare se la vita della maya offre queste opportunità? Gli speculatori, in buona o mala fede, si trovano in tutti i campi, profani e no; persino a livello scientifico. I secondi, avversi al pensare, al cercare, al capire, si concedono come cose al primo offerente che può promettere successo in poco tempo, illuminazioni facili e trascendenza a portata di mano.
Aspiranti privi di ogni qualificazione, avidi di successo psichico più che spirituale, o di quiete psicologica, con una mente totalmente inerziale, allergici alla lettura e all’autoconoscenza, non possono non incontrare quel guru che fa per loro.
Quando si vedono neofiti disposti a vendere se stessi per acquisire un modesto potere psichico offerto da qualche maestro, anche esoso, significa che essi hanno compreso ben poco, e l’ignoranza viene pagata cara.
Sarebbe buona norma cercare di capire se un ricercatore è pressato da semplici problemi psicologici, da istanze filosofiche o da vocazione mistica; secondo il suo problema, la direzione cambia, e cambiano anche coloro che dovrebbero aiutarlo. Ma molti guru, volendo “salvare il mondo”, offrono indiscriminatamente iniziazioni facili, organizzando festival di massa sì da creare condizionamenti emotivi e un interscambio subconscio di fanatismo devozionale che poi influiscono negativamente sull’autoconsapevolezza dei singoli.
Se ci sono speculatori in ogni campo dell’attività umana è perché ci sono state sempre persone che inconsciamente hanno cercato il dittatore e lo sfruttatore.
Vi sono aspiranti che vanno in cerca non della Conoscenza, che è in loro, ma di taumaturghi, di profeti, di gente che li possa trasportare di peso in paradiso, di istruttori che garantiscano il successo e la soluzione dei loro affanni quotidiani.
Esistono falsi guru perché esistono falsi discepoli. La cosa più difficile che personalmente ho riscontrato nel rapporto con molti aspiranti è quella di farli riflettere, discriminare; di farli pensare in modo giusto e anche autonomo.
La maggior parte vuole la libertà dell’io, non la libertà dall’io; vuole la tecnica facile per raggiungere in poco tempo il nirvana. Capita anche che alcuni cerchino in qualche dottrina l’alibi per perpetuare la loro incompiutezza e le loro fughe.
Non è facile proporre la ricerca della Verità perché i più, in genere, sono assetati di semplice mistero, di gratificazione dell’io e non di morte dell’io (Cfr. “Realizzazione e conforto psicologico” in Essenza e scopo dello Yoga di Raphael. Edizioni Asram Vidya , Roma).
[…continua]

Raphael
tratto dal Capitolo Ombre sui Guru e sui culturalisti tradizionali
da Quale Democrazia?
Edizioni Asram Vidya

 

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