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46. Sulla Teosofia e la Società Teosofica

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La Società Teosofica

"La Teosofia non è un genere di filosofia vuota, o una nuova setta o religione, ma ha a che fare con l'imparare qualcosa sulla vita e con la realizzazione della sua bellezza e del suo significato.
Quelli che la lavorano in questo senso diventano una luce che irradia amicizia e armonia, gentilezza e amore in atto verso tutti.
Se quello che studiamo non porta un tale cambiamento sulla qualità delle nostre relazioni e del nostro atteggiamento, allora c'è qualcosa che manca nel nostro modo di capire la Teosofia".

RADHA BURNIER (attuale Presidente mondiale della S.T.)

La Società Teosofica è stata fondata a New York il 17 Novembre 1875 ed eretta in Ente Morale a Madras (India) il 3 Aprile 1905. Fra i suoi Fondatori H.P. Blavatsky (nobildonna russa) e H.S. Olcott (un colonnello americano), che furono i pionieri della S.T., ispirati e sostenuti nella loro azione da due Mahatma orientali, Morya e Koot-Hoomi.
In Italia la Società Teosofica è stata fondata nel Febbraio 1902 ed eretta in Ente Morale filantropico-culturale con decreto del Presidente della Repubblica n. 821 in data 15.9.1980 (G.U. n. 337 del 10 Dicembre 1980).
La Società Teosofica è un'Associazione internazionale apolitica e areligiosa, composta da donne e uomini associati nel riconoscimento del principio della fratellanza umana.
All'infuori di questo Principio fondamentale i componenti la Società Teosofica non hanno nessuna credenza o fede obbligatoria.
L'Associazione si basa sul fondamentale diritto alla libera ricerca e conseguente rispetto di tutte le idee. Come ha precisato la Dott.ssa Annie Besant: "Il vincolo d'unione tra i membri della Società Teosofica non è una credenza comune, bensì una comune ricerca della Verità".

Gli scopi della Società Teosofica sono i seguenti:

1.    Formare un nucleo della fratellanza universale dell'umanità, senza distinzione di razza, credo, sesso, casta o colore.

2.    Incoraggiare lo studio comparato delle religioni, filosofie e scienze.

3.    Investigare le leggi inesplicate della natura e le facoltà latenti nell'uomo.

Simpatizzare con questi scopi è l'unica condizione richiesta per associarsi.

I maestri della sapienza e i discepoli.
La parola "Maestri" è usata dai Teosofi per designare certi Esseri che hanno compiuto la loro evoluzione umana, hanno raggiunto l’ umana perfezione e non hanno più nulla da imparare per quanto riguarda la nostra parte del Sistema Solare.
Essi hanno raggiunto ciò che i Cristiani chiamano "Salvazione" e gli Indù e i Buddisti "Liberazione".
Questi grandi Esseri costituiscono una Fratellanza, sono membri della Gerarchia che governa il mondo, e guidano ed aiutano lo sviluppo del genere umano.
Essi si danno il nome di Fratelli Maggiori dell'umanità e si incarnano volontariamente in corpi umani onde formare l'anello di congiunzione tra gli esseri sovrumani e gli uomini, concedendo a quelli che adempiono determinate condizioni, di diventare Loro discepoli. Questi ultimi in tal modo possono accelerare la propria evoluzione e, ritenuti degni di entrare nella Grande Fratellanza, cooperare con questa nel glorioso e benefico lavoro in favore dell'umanità.
In certe epoche della storia umana, nei momenti critici di transizione da un tipo all'altro di civiltà, si manifestano al mondo i membri di questa Gerarchia Occulta, cioè i Maestri ed altri Esseri anche più sublimi.
Di regola, sebbene incarnati, essi si tengono in luoghi appartati ed inaccessibili, lontani dal tumulto della vita umana, per proseguire la loro opera benefica che non potrebbe venir compiuta nelle dimore affollate degli uomini.
Questi Adepti sono noti in Oriente sotto i nomi di Mahatma o Grandi Anime, Rishi od Arhat. La tradizione medioevale dell'occidente sapeva qualche cosa di Loro e talvolta ne parlava sotto il nome di Cavalieri del Santo Graal. Anche il rituale Cristiano conserva tuttora un vago ricordo di Essi nella frase: "la Comunione dei Santi".

La conoscenza effettiva della presenza dei Maestri si ottiene mediante:

- La purezza del pensiero e della vita
- La devozione a Dio ed all'uomo
- Lo sforzo persistente e l'aspirazione

In tal modo alcuni membri della Società Teosofica hanno già trovato i Maestri e sono divenuti Loro discepoli ed altri possono fare lo stesso.
La Via è aperta, ma è vero, come sempre, che "stretta è la porta ed angusta la via che mena alla vita, e pochi sono coloro che la trovano".
Questi Grandi Maestri hanno bisogno di discepoli viventi nel mondo, i quali, educati da Loro, vadano poi tra gli uomini a portare aiuto a chi soffre e conoscenza agli ignoranti. Uno degli scopi della Società Teosofica è quello di mettere a portata dei volonterosi l'antica angusta Via.

"Una vita pura, una mente aperta, un cuore puro, un intelletto avido di imparare, una percezione spirituale non offuscata, uno spirito di fratellanza per tutti, una prontezza nel dare e nell'accettare consiglio ed ammaestramento, una magnanima tolleranza dell'ingiustizia personale, una coraggiosa dichiarazione di principi, una valorosa difesa di quelli che sono ingiustamente attaccati ed un animo costantemente intento all’ideale del progresso e della perfezione umana, quale la Sacra Scienza descrive - questi sono i gradini dell'aurea scala per i quali il discepolo può ascendere al Tempio della Sapienza Divina".
H.P. BLAVATSKY
Fratellanza
La prima e l'ultima parola della Teosofia e della Società Teosofica è “Fratellanza Universale senza distinzioni”.

Siamo tutti una sola Vita. Siamo tutti un solo Amore. Poveri e ricchi, deboli e forti, siamo tutti una sola umanità, cadiamo e sorgiamo insieme. Non crediate che ritraendovi nella vostra casa felice, tra gli agi delle ricchezze, serrando le finestre contro il dolore dei disgraziati, vi potrete assicurare una vita placida e lieta.
Non vi sarà pace fin quando una sola donna, o un solo uomo, od un bambino vivranno nella miseria e nell'abiezione. Non vi è che una vita sola, nostra e loro ugualmente; e soltanto quando si lotta per sollevare la miseria umana, per difendere i deboli e gli infelici, si può sperare di esser riconosciuti quali cooperatori della Natura, ed annoverati nel grande esercito dei redentori del mondo.
Per la Vita ed i Maestri queste persone vengono considerate come strumenti per fare nel mondo quel lavoro che è alto privilegio, dovere e - solo che si sapesse riconoscerlo - suprema felicità di ogni essere umano.

"La Fratellanza dell'uomo è un fatto di natura; chi lo nega non è che un cieco, perché chiude gli occhi ai fatti che non desidera ammettere. Non sprechiamo il tempo con quelli che negano questo fatto: la natura stessa ripudierà la loro eresia. Più insidiosamente pericolosi sono coloro, e sono la gran maggioranza, che interpretano male la Fratellanza. Non solo conviene ricordare che cosa vuol dire Fratellanza, ma giova altresì tener presente ciò che essa non implica. Essa certo non significa uguaglianza (i gemelli ed i trigemini sono assai rari) od omologazione; in tutte le circostanze, salvo che in casi eccezionali, la Fratellanza implica una differenza di età, e per conseguenza ogni sorta di altre differenze, di forza, d'intelligenza, di capacità. La Fratellanza significa un interesse comune, ma non uguaglianza d'interessi. Se la famiglia è ricca, tutti i suoi membri ne profittano; se essa è povera, tutti i suoi membri ne soffrono. Così vi è un interesse comune; ma gli interessi individuali dei fratelli non solo possono essere, ma anzi, per molti anni, devono essere assolutamente diversi. Quali interessi ha il ragazzo di quattordici anni in comune col suo fratellino di sei? Tutti e due vivono circondati da amici della stessa età, coi quali hanno molto di più in comune che non l'uno con l'altro. E tutte le soddisfazioni e tutte le ansietà della scuola, che formano l'orizzonte del ragazzo, che valore hanno per il fratello maggiore di venticinque anni che cerca di aprirsi una via nel mondo? Non si può dunque aspettare che gli uomini, per il fatto che sono fratelli, debbano sentire tutti allo stesso modo od interessarsi delle medesime cose. Questo non sarebbe desiderabile, quando anche fosse possibile, perché i doveri di ciascuno differiscono a seconda dell'età: e ciò che meglio promuove l'evoluzione di tutta l'umana famiglia è che ciascuno rimanga in quella condizione in cui dal suo Karma fu posto nascendo: se può onestamente e senza far male a nessuno produrre dell'altro Karma che lo innalzi al disopra di tale condizione, egli è perfettamente libero di farlo. Ma qualunque sia lo stadio in cui si trova, egli deve compiere i doveri pertinenti a quello stadio. Il bambino cresce continuamente, ma mentre ha una certa età i suoi doveri sono quelli adatti a tale età e non quelli di qualche fratello maggiore. Ogni età ha i suoi doveri: i giovani quelli d'imparare e di servire, i più anziani di dirigere e di proteggere: ma tutti ugualmente devono cercar di comprendere l'idea della grande famiglia dell'umanità. Ciascuno aiuterà i fratelli nel miglior modo possibile, non con l'intralciare il loro lavoro, ma col cercare di fare strenuamente il proprio dovere come membro della famiglia."
C.W. LEADBEATER
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www.adyaredizioni.com 
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Testi

Le Stanze di Dzyan traduzione di M. L. Kirby Ed. L’Età dell’Acquario / Ed. Arktos /Ed. Teosofica
Glossario Teosofico di H. P Blavatsky Ed. ADYAR Società Teosofica
Rigenerazione umana di R. Burnier Ed. ADYAR Società Teosofica
Dei in esilio di J.J. Van Der Leeuw Ed. ADYAR Società Teosofica
Teosofia nel pensiero antico e moderno di E. Bratina Ed. ADYAR Società Teosofica
Chi sono i Teosofi di E. Bratina Ed. ADYAR Società Teosofica
Le Origini del Movimento Teosofico di R. Hach Ed. ADYAR Società Teosofica
L’Oceano della Teosofia di W. Q. Judge Ed. ADYAR Società Teosofica
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