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880. Mantra, Yantra e Mandala di Swami Satyasangananda Saraswati

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La scienza del mantra, degli yantra e dei mandala è strettamente intrecciata con la teoria e la filosofia del tantra. Il tantra è sia filosofia che una scienza pratica, e le due sublimi teorie divengono efficaci attraverso l’uso di mantra e mandala.
Siamo spesso bombardati da sistemi e filosofie che parlano della trasformazione di un individuo e del conseguimento di una conoscenza e di un intuito superiore. Essi parlano di discipline morali ed etiche, che sono indubbiamente qualità ideali, ma poche persone possono sperare di conseguirle. Un’accettazione intellettuale non è sufficiente per trasformare un individuo. Dopo tutto, una filosofia senza alcuna indicazione per l’applicazione pratica è un puro e semplice intellettualismo.
La qualità straordinaria del tantra consiste nel non proclamare filosofie altisonanti o astratte senza dar loro corpo mediante una spiegazione sistematica e completa della loro applicazione pratica e quotidiana. Questo lo ha conseguito attraverso la scienza altamente evoluta dei mantra, degli yantra e dei mandala. Per comprendere pienamente il meccanismo di questi tre strumenti basilari del tantra, che sono utilizzati in tutti i sadhana tantrici, compreso tattwa shuddhi, è necessario comprendere ciascuno di essi.

 

Mandala

Prima di tutto esaminiamo il mandala, da cui hanno avuto origine la ricca arte dell’iconografia tantrica, dei templi, dell’arte, dell’architettura e della musica. Qualsiasi forma creata pittoricamente o visualmente entro la coscienza dell’uomo costituisce un mandala. Per potere creare un mandala, si deve essere in grado di vedere dentro di , non sotto forma di pensiero, ma di visione, in modo chiaro come si vede il mondo con gli occhi aperti. Quanto più chiara è la visione interiore, tanto più preciso e potente è il mandala che noi creiamo. Il principio di un mandala è quello di vivere entro un cerchio, perciò qualsiasi mandala venga visualizzato, deve essere rappresentato entro la simmetria di un cerchio. Ciò è dovuto al fatto che il cerchio è considerato una forma primaria, ed è curioso che persino la terra su cui viviamo non sia piatta, ma rotonda o ellittica. La formazione di un mandala segue lo stesso principio della luce, come è esposto dalla teoria scientifica. Le onde della luce si muovono secondo una linea curva, perciò ne deriva uno spazio che forma un arco o curvatura. L’aura circolare è un fattore essenziale del mandala e questo è evidente in tutti gli antichi mandala tantrici oggi esistenti.
Qualsiasi cosa può formare un mandala: un albero, una casa, un’automobile, un animale, un essere umano, anche il vostro corpo è un mandala. Quando siete in grado di visualizzare attraverso il vostro occhio interiore, la forma che vedete di un albero o di qualsiasi altro oggetto, è molto precisa, anche più precisa di quella che vedete ad occhi aperti. Potete visualizzare lo stesso oggetto sia internamente che esternamente, ma la differenza è che quando visualizzate un oggetto attraverso la mente superiore, avrete una visione momentanea di ciò che si trova oltre la forma. Siete così in grado di percepire più nell’occhio ordinario.
Dopo tutto, ciascuno di noi può vedere un albero, una casa, un animale o un bel paesaggio, e poi riprodurlo su tela o su carta. Tuttavia, questo non è un vero mandala, perché non siamo stati capaci di vedere al di là dell’oggetto; non abbiamo percepito l’oggetto in una dimensione lineare, o sotto forma di colore o di suono. Perciò, esso non può trasmetterci alcun significato oltre il fatto che è ciò che si ritiene che sia.
Per creare un mandala che abbia sia potere che forza, sia chiarezza interiore che capacità di replicarsi, è importante la visione interiore. Alcune persone possono vedere interiormente con chiarezza, ma non sono capaci di ricreare esternamente ciò che hanno visto. Ciò è quanto distingue spesso un buon artista da uno mediocre. Entrambi possono avere la stessa visione interiore, ma essa sarà diversa per quanto riguarda la chiarezza e la riproduzione. Perciò, un mandala è l’essenza di un oggetto percepito da una persona che ha raffinato la sua visione interiore; un’immagine cosmica interiore, che viene riprodotta affinché tutti la vedano.
Il mandala che voi create dipende dal vostro livello di coscienza. Quanto più la vostra coscienza è evoluta, tanto più universale sarà il mandala da voi creato. Un mandala universale è quello che viene creato attraverso una mente in sintonia con la coscienza cosmica. Perciò esso è appropriato e valido per tutta l’umanità, mentre i mandala creati da menti che si trovano ancora sul piano individuale hanno un richiamo meno universale e una minore capacità di suscitare negli altri livelli superiori di coscienza. Inoltre alcuni mandala sono creati da coloro che hanno trasceso il piano materiale e sono rapiti in un’estasi di super coscienza. Sono questi mandala che possono suscitare esperienze spirituali negli altri e sono principalmente questi che vengono impiegati nel tantra.
Ogni cultura e civiltà ha i propri mandala da offrirci, e la qualità delle creazioni ci dà una chiara idea del livello di coscienza di quella società. Tutte le forme d’arte, scultura ed architettura sono creazioni di mandala viste negli abissi della mente e poi ricreate. Per questo motivo l’opera è così intensa e profonda e può influenzare tante generazioni di persone, secoli dopo, generando timore e riverente silenzio.
La differenza tra un mandala creato da un artista e quello creato da un mistico è significativa. Un artista comunica la sua esperienza interiore traducendola in un concetto legato al tempo e allo spazio, perché il suo intuito non è profondo come quello di un mistico. Spesso esprime soltanto le sue emozioni, ma non una vera metafisica. Un mistico, invece, va molto al di là dei limiti della mente finita, delle emozioni e dell’intelletto, e perciò le sue esperienze sono collegate più profondamente ai concetti universali del cosmo. Sia l’artista che il mistico esplorano e rappresentano verità interiori. Un artista, tuttavia, espelle le esperienze attraverso la sua opera d’arte, mentre il mistico continua a passare da un’esperienza all’altra. Un mistico non aspira a scoprire visioni interiori, ma piuttosto quello che si trova al di là. Se un artista facesse la stessa cosa, diventerebbe un mistico. Perciò tutta l’arte basata sull’esperienza divina interiore ha potuto sostenere la prova del tempo ed esiste come idea immortale ed eterna.
È significativo che in India tutte le forme d’arte, musica e architettura siano profondamente influenzate dall’introspezione spirituale del suo passato ancestrale. La musica classica indiana, attraverso la sua fusione di melodia, battute e ritmo, crea un mandala che può suscitare una reazione nei più profondi strati della coscienza. Le opere d’arte delle grotte di Ajanta e di Ellora, i famosi templi di Khajuraho, il tempio del sole di Konarak, in Orissa, e milioni di altri simili capolavori sono in realtà dei mandala che influenzano profondamente la coscienza di coloro che li vedono.
L’influenza sulla coscienza è sempre molto sottile, quantunque molto precisa. Non si può sapere quali livelli della mente la coscienza esplori ed influenzi. I mandala comunicano con la mente subconscia ed inconscia, e perciò essi sono in grado di risvegliare visioni interiori. È attraverso questo processo che gli strati più profondi della mente cominciano a manifestarsi.
Nel tantra, i mandala sono anche stati descritti come rappresentazioni pittoriche delle forze divine, simboleggiate come forme teriomorfe ed antropomorfe. Il tantra asserisce che queste forme di divinità non esistono come entità oggettive in nessuna parte della stratosfera a presiedere il nostro destino; tuttavia sente la necessità di sviluppare l’idea della divinità in forma umana per renderla comprensibile alla consapevolezza grossolana dell’uomo. Il tantra si chiede come un uomo incapace di vedere dentro sé stesso possa visualizzare o fare esperienza della realtà senza forma. Non possiamo neppure sperimentare o dimostrare i nostri pensieri, figuriamoci la realtà superiore. Così le forme di mandala delle devi e dei deva si sono sviluppate in simboli elaborati che catturano visivamente l’attenzione. Tuttavia, l’immaginazione più grossolana della divinità deve alla fine essere trascesa e sviluppata nell’esperienza della realtà senza forma.
Questa simbologia dei mandala delle devi e dei deva comprende un’infinità di forme, colori e rappresentazioni. Alcuni sono incantevolmente belli,altri provocatori; alcuni gentili e compassionevoli, altri grotteschi e terribili; alcuni evocano i poteri divini ed altri i guadagni materiali. In ciascun caso la struttura è elaborata e studiata in modo dettagliato per suscitare una reazione corrispondente entro la coscienza dell’aspirante. Questa simbologia è basata sull’eterna struttura archetipica dell’inconscio collettivo dell’uomo e i mandala estraggono quegli archetipi così come un magnete attira delle particelle di ferro da un cumulo di diamanti.
La concentrazione su un mandala risveglia i samskara profondamente radicati in noi e rivela i misteri sconosciuti sotto forma di sogni, visioni ed attività mentale. Non siamo obbligati ad affrontare i samskara direttamente, e così essi non influenzano le nostre azioni nella vita quotidiana. Essi si presentano durante la meditazione e i sogni. È un modo di evitare il nemico terribile e spaventoso contro il quale non abbiamo difese. Questi mandala, che sono sempre molto belli e attirano visivamente l’attenzione, sono in grado di catturare e dirigere l’immaginazione, che è il legame sottile con la mente superiore.
Forse il mandala più controverso che il tantra abbia delineato fino ad oggi è il kriya di maithuna. Il kriya di maithuna forma un mandala che ha yantra e mantra corrispondenti. Le sculture erotiche dei templi di Khajuraho e di altri templi in Orissa sono interamente basate sulla credenza tantrica secondo la quale maithuna è un atto attraverso il quale possono essere evocati i poteri divini. L’uomo rappresenta shiva, la polarità positiva, e la donna rappresenta shakti, la polarità negativa. Attraverso la loro unione essoterica ed esoterica, essi creano un campo di potere o un circuito energetico che è il mandala. Queste opere non rappresentano la passione carnale, ma l’unione al più alto livello esoterico, che è parallela all’unione dell’energia e della coscienza, shiva e shakti.
Il mandala del linga e della yoni simboleggia anch’esso quest’unione superiore, ed è per questo che tale simbolo è venerato in India da secoli. Linga significa ciò che è risplendente e yoni significa la sorgente. Perciò il linga deve essere inteso come il simbolo della pura coscienza e la yoni come la sorgente dell’energia; insieme queste forze stanno all’origine della creazione. L’uomo e la donna si uniscono sul piano fisico per rivivere l’esperienza dell’unità dalla quale si sono sviluppati. Quest’unità è un’esperienza interiore, così come un’esperienza spirituale è un’esperienza interiore.
Il tantra è forse la sola filosofia che sia stata così audace da affermare questo. Altre filosofie non ne hanno parlato, o si sono serviti dell’idea bollandola come peccaminosa, inducendo in tal modo senso di colpa e stato di depravazione nell’uomo che compie questi atti. Colpa e vergogna sono comunque molto difficili da eliminare dalla coscienza. Stanno con l’uomo a lungo, controllando le sue azioni, la sua mente, la sua personalità e la sua vita. A meno che l’uomo non sia in grado di superare queste barriere, non può conseguire l’esperienza suprema. Per quel tipo di esperienza dovrà sradicare la sua colpa e la sua vergogna.
L’idea del peccato fu abilmente introdotta nella mente delle persone da alcune sette filosofiche perché per esse la religione era diventata un gioco di potere, e per rafforzare il potere occorre il sostegno delle masse. Così decisero di somministrare alle masse una dose cancerogena di colpa e vergogna, che con il tempo avrebbe esteso i suoi tentacoli e si sarebbe manifestata in ogni parte del corpo, della mente, di chitta, dell’ego e dell’intelletto, rendendo l’uomo un eterno schiavo.
Tuttavia, i tantrici non si curarono del potere esteriore poiché essi avevano raggiunto il potere interiore. Non si curarono delle masse, ma solo di pochi prescelti che erano sufficientemente coraggiosi e audaci da affrontare la reale esperienza interiore. Oggi maithuna può aver degenerato in un puro atto essoterico a causa delle forti repres-sioni e ammonimenti imposti da alcune religioni. Tuttavia il tantra dice che maithuna non è peccato, ma un atto di culto, che può aiutare l’individuo a trascendere la coscienza inferiore; un concetto che la maggior parte delle persone rifiuta a causa dei propri complessi di colpa e vergogna. Perciò questa conoscenza fu tenuta segreta e fu trasmessa solo da guru a discepolo; ciò ha stabilito la tradizione di un eterno mandala, poiché la tradizione di guru e discepolo comincia e finisce nello stesso punto, il che significa che continua per sempre.
Quando si esamina con attenzione la pratica di tattwa shuddhi, risulta evidente che essa è abilmente strutturata come un mandala. Ini-ziamo la pratica ad un certo punto dell’evoluzione e ci spingiamo molto lontano nel nostro sé. Dopo aver seguito il processo di evoluzione e di involuzione della creazione, ci ritroviamo allo stesso punto, come se si trattasse di un cerchio perpetuo che abbiamo seguito dalla nascita alla morte e di nuovo alla nascita. Quando vedete la realtà dietro la vostra nascita e la vostra esistenza, il desiderio di liberazione si risveglia, costringendovi a scoprire i mezzi per liberarvi da questo ciclo eterno di causa ed effetto. Questa forma circolare data alla pratica di tattwa shuddhi non è una coincidenza. È uno schema intenzionale, un’idea deliberata, una forza deliberata, e quella forza è il potere segreto del mandala, che potete conoscere solo quando lo perseguite, come un ragazzo insegue il suo primo amore. La pratica vi permette una momentanea occhiata a quel potere segreto; solo un battito di ciglia e l’esperienza è finita, così che spesso non vi sembra neanche di averla avuta. Comunque l’effetto può essere sentito nella dimensione più sottile della vostra coscienza, ed è quella parte di voi che il tantra cerca di raggiungere.

 

Yantra

Come il mandala è la rappresentazione pittorica di una visione inte-riore, così lo yantra è una rappresentazione matematica astratta della visione interiore. Man mano che la consapevolezza penetra nei livelli più profondi della coscienza, anche le esperienze interiori cambiano. Esse divengono più astratte e universali di come si vedono in natura. La natura non consiste negli alberi, nei fiumi, negli oceani e nel cielo come noi li vediamo. Quella è la forma grossolana, ma dietro la forma grossolana vi è una forma astratta sottile, ed è questa forma che lo yantra rappresenta. Ogni immagine ha uno yantra corrispondente che è definito dalla dimensione lineare. Di fatto, ogni cosa in natura può essere avvertita nella sua forma originale, lo yantra.
Come tutte le forme della creazione o della materia non sono che energia, così anche uno yantra contiene energia intrinseca. A causa della sua precisione matematica, esso è una centrale di energia, e mediante la visualizzazione e la concentrazione su uno yantra voi potete indurre il risveglio dell’energia equivalente entro voi stessi.
Uno yantra crea un campo di forza che vive, respira e si muove con la vita, all’interno del quale si possono suscitare i poteri del divino. Per percepire ciò, dovrete sviluppare un nuovo modo di vedere, acuendo la facoltà innata nella quale le immagini corrispondenti sono depositate. Queste immagini esistono già dentro di voi, e fanno parte di voi come la vostra collera, l’avidità e le pas-sioni.
Uno yantra è composto da una combinazione delle forme primor-diali di base, per esempio un bindu o punto, un cerchio, un quadrato ed un triangolo. Il punto focale di uno yantra è sempre al centro, o bindu. Bindu è il punto o nucleo che rappresenta il seme dal quale la creazione ha avuto inizio e al quale essa ritorna, cioè il processo di creazione e dissoluzione. Esso rappresenta anche l’unione dei due principi dell’universo, shiva e shakti, coscienza ed energia. Bindu rappresenta lo stato della loro unione prima della creazione e nel corpo fisico è rappresentato come il nucleo o centro chiamato bindu visarga, situato alla sommità della parete posteriore del capo. Nella meditazione, l’aspirante usa il bindu esterno dello yantra come un punto focale di concentrazione, per poter sperimentare la contrazione di tempo/spazio entro il bindu del corpo fisico.
Lo spazio non può essere definito da meno di tre linee e perciò il triangolo è considerato la prima forma che emerge dalla creazione. Questo triangolo è conosciuto come “mula trikona” o triangolo radi-ce. Nella sua forma capovolta, il triangolo rappresenta la radice ma-trice della creazione o prakriti, ed il triangolo con la punta rivolta verso l’alto rappresenta purusha o coscienza. In uno yantra troviamo spesso l’intersezione di un triangolo capovolto con uno dalla punta rivolta verso l’alto a rappresentare sia la coscienza che l’energia.
Il cerchio rappresenta il ciclo dell’eternità, dove non vi è né principio né fine, solo eternità, e implica il processo di nascita, vita e morte come un eterno ciclo di eventi. Il quadrato è un substrato sul quale poggia lo yantra e denota il mondo fisico o terrestre che alla fine deve essere trasceso.
L’intero concetto visivo dello yantra, sebbene sia simbolico, ha un vasto significato per quanto riguarda l’evoluzione e l’esperienza spirituale dell’uomo. Esso forma un sentiero che porta dall’esperienza fisica esterna ai recessi più segreti della creazione e dell’esistenza dell’uomo. Questo avviene in modo così sottile e sistematico che non se ne può mai afferrare il vero significato attraverso le limitazioni della mente conscia. Ciò nondimeno, che se ne sia o no consapevoli, queste sottili manipolazioni hanno comunque luogo.

È stato osservato che il quoziente d’intelligenza, la risposta intuitiva e la consapevolezza mentale dei bambini che sono stati esposti a yantra e mandala, senza che sia stata attirata la loro attenzione cosciente su di essi, hanno mostrato un notevole miglioramento. Lo yantra influenza la nostra intelligenza creativa e intuitiva, tuttavia il suo vero significato è il fiorire dell’esperienza spirituale. Lentamente, gradualmente e sistematicamente lo yantra porta al rivelarsi della molteplicità degli strati che costituiscono il nostro intero essere. Nel sadhana di tattwa shuddhi gli yantra che noi creiamo hanno le quattro forme primarie sopra descritte.

 

Mantra

Come ogni pensiero ha un’immagine o una forma corrispondente, così ogni immagine o forma ha un nada, vibrazione o suono corrispondente. Questi suoni sono conosciuti come mantra. Mantra letteralmente significa contemplazione di ciò che conduce alla liberazione. Senza dubbio è un obiettivo molto elevato, e spesso ci si stupisce della possibilità che un suono porti alla liberazione.
Abbiamo però sottovalutato il potere del suono. Sappiamo che il suono ha la capacità di frantumare il vetro, o persino di provocare una valanga. Conosciamo qualcosa dell’influenza del suono sul cervello e sul corpo umano, come pure sugli animali e persino sulle piante. Possiamo quindi senza dubbio accettare che il suono influisca su di noi a determinati livelli. Nondimeno, quando ci troviamo di fronte all’idea che il suono può condurre a moksha o alla liberazione diciamo: “No, questo è impossibile!”.
Di fatto, abbiamo già visto che nada è una delle prime forme manifeste della creazione. Persino la Bibbia inizia con l’affermazione: “In principio era il verbo...”. Nella filosofia indiana questo “verbo” è conosciuto come Om, che è il nada eterno o mantra cosmico. Nella Mandukyopanishad vi è una spiegazione molto chiara del mantra Om e di come stimoli ed espanda i differenti livelli di coscienza. Il mantra Om è formato da tre suoni: A, U e M, e ciascuno di questi suoni vibra a frequenze diverse. Queste differenti frequenze influenzano la coscienza in vari modi. Quando ripetete il mantra Om, state di fatto elevando la vostra coscienza alla frequenza di quel mantra. Ciò si verifica con tutti i mantra.
Nada ha quattro frequenze: “para” (cosmica), “pashyanti” (causale), “madhyama” (sottile) e “vaikhari” (grossolana), che corrispondono ai quattro livelli di frequenza di Om, conscio, subconscio, inconscio e trascendentale, o stato di ‘turiya’, secondo il livello di frequenza che raggiungete durante il canto. La maggior parte degli aspiranti rimangono agli stadi di vaikhari o di madhyama e pertanto il livello di esperienza non è neanche lontanamente vicino alla liberazione.
L’intera lingua sanscrita è composta da mantra. In sanscrito le lettere non sono chiamate tali, ma sono conosciute come “akshara” che significa imperituro. Ciascuna lettera dell’alfabeto è un mantra e può essere usata come tale. Ecco perché è stato detto che il semplice atto di leggere i Veda in sanscrito porta alla liberazione. La lingua sanscrita è profondamente connessa con la coscienza dell’uomo, e non si tratta solo di semplici parole che sono state composte per permettere la comunicazione.
La forma più potente di mantra è il bija mantra. “Bija” significa seme e i bija mantra sono i suoni fondamentali dai quali sono derivati tutti gli altri mantra e suoni. Il bija mantra è una forza costituita da energia concentrata che è attribuita ad un particolare livello di coscienza. In tattwa shuddhi i mantra che utilizziamo sono dei bija mantra collegati ai cinque tattwa. Ciò è importante perché i bija mantra influenzano la causa originaria del vostro essere. È inutile cercare di scoprire il significato di questi mantra. Il solo significato che un mantra può avere è metafisico: è sufficiente dire che attraverso il mantra state comunicando con il vostro sé interiore e con il cosmo.
Nel tantra si sa anche che ogni parte del corpo fisico ha un mantra corrispondente da cui è influenzata. Questi mantra sono usati nella cerimonia di nyasa per trasformare il corpo in un ricettacolo di più alti poteri che sono risvegliati attraverso tattwa shuddhi ed altre pratiche esoteriche. Non solo il corpo fisico ha i suoi mantra corrispondenti, ma anche il suono prodotto dal movimento del respiro è un mantra. Questo suono è conosciuto come “soham” e “hamso”. “So” e “ham” insieme sono ripetuti spontaneamente ad ogni respiro per 21.600 volte giorno e notte, per tutta la vita di un individuo. Esso è quindi conosciuto come ajapa japa mantra. È detto nelle Upanishad che la sola meditazione su questo mantra è sufficiente per risvegliare la kundalini e la consapevolezza superiore. In tattwa shuddhi utilizziamo questo mantra inizialmente, per indurre il sentimento di identificazione con la coscienza universale.
I mantra sono distruttivi, benevoli o misti. Ciò dipende dal carattere delle lettere di cui sono composti. Per esempio, i mantra in cui il tattwa del fuoco o dell’aria è in eccesso sono distruttivi, mentre i mantra in cui il tattwa della terra e dell’acqua sono in abbondanza sono benevoli. I mantra composti dall’elemento etere sono benefici per la realizzazione spirituale.
I mantra sono inseparabili dagli yantra. Ogni yantra ha un mantra corrispondente la cui ripetizione rende efficace lo yantra. Mediante la ripetizione del mantra ai livelli superiori di frequenze del nada, la coscienza viene elevata e attraverso la concentrazione sullo yantra, la coscienza si concentra o si focalizza fino a un punto di esplosione.
Ad un certo livello di consapevolezza, l’esperienza interiore è sotto forma di pensiero ed emozione; ad un livello più alto essa di-venta una visione pittorica interiore, o mandala. Se si va più in pro-fondità, essa si manifesta come un simbolo astratto, o yantra, che successivamente si manifesta come puro suono, nada o mantra. Ad ogni livello di esperienza l’energia si manifesta in modi diversi. Quanto più sottile è la frequenza dell’energia, tanto più profonda è l’esperienza.
Anche la mente deve essere intesa come una forza di energia e non come una creazione psicologica. Quando la mente opera ad una frequenza di energia più bassa e più grossolana diventa statica, fiacca, inerte o tamasica, ma quando ne rendete più sottile la frequenza attraverso l’influenza di mantra, yantra e mandala, essa trascende lo stato di tamas, raggiungendo uno stato rajasico e poi lo stato di puro sattwa, che è la mente ad una frequenza molto sottile.

Punti conclusivi riguardo il mantra, lo yantra e il mandala

Il mantra, lo yantra e il mandala tantrico sono un prodotto della visione interiore profonda di yogi, rishi e veggenti che hanno studiato in profondità la natura del cosmo. Essi sono il risultato di stati elevati d’illuminazione spirituale, estasi ed esperienza. In tale stato mentale la coscienza trascende ogni barriera e perciò l’esperienza è chiamata universale. Finché siete legati al tempo e allo spazio, le vostre esperienze sono limitate e connesse soltanto a quella dimensione. Tuttavia, quando trascendete tutto ciò, non vi sono né religione, né casta, né credo, né sesso, e quindi come può la visione essere limitata? Inoltre, in quello stato mentale, siete una cosa sola con l’intero processo della Natura e potete comunicare con essa. Allora tutte le visioni diventano parte della verità cosmica e quelle immagini seguono i severi codici e le leggi intrinseci ad ogni processo della natura. Ciò è evidente nei mantra, negli yantra e nei mandala tantrici, che sono tutti in perfetta armonia ed equilibrio lineare e geometrico.
Nel sistema tantrico ciascun mantra, yantra e mandala è calcolato fino all’ultimo dettaglio. Se non corrisponde all’esatta equazione matematica che determina il suo equilibrio, sarà inefficace ed incompleto. È sufficiente dare solo un’occhiata ad alcuni di questi mandala e yantra per verificarne l’equilibrio matematico. Infatti questo è uno dei primi aspetti che attrae l’attenzione. Il mandala rappresenta la forma visiva iconografica di una forza superiore, lo yantra rappresenta la forma astratta di tale forza e il mantra ne rappresenta la forma sottile. Perciò ciascun mandala ha uno yantra e un mantra corrispondenti e uno può essere sostituito dall’altro secondo il livello dell’aspirante, dato che essi portano agli stessi risultati. Tuttavia, le diverse divinità rappresentano diversi livelli di coscienza e devono essere scelte su tale base.
Nella pratica di tattwa shuddhi perciò, gli yantra e i mandala che creiamo dovranno essere intesi non come simboli religiosi, occulti, mistici o misteriosi, ma come forze di energia altamente caricate che possono evocare in voi la stessa frequenza per espandere la vostra coscienza.

 

Swami Satyasangananda Saraswati
tratto da Tattwa Shuddhi (pag. 94-105)
Edizioni Satyananda Ashram Italia

 

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