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918. L’innovazione annunciata: illusione d’evoluzione sociale e tirannia tecnologica

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I media, ubbidendo nascostamente all’élite dominante, fanno continue annunciazioni, sotto diverse forme, sulla necessità di una rivoluzionaria innovazione della società umana: in realtà si tratta di una vera e propria mostruosità in agenda completamente a spese delle persone, dei cittadini del pianeta Terra.

Pur mancando il Lavoro, che dovrebbe dare dignità morale ed economica alla persona umana, tutti i cittadini svolgono a loro insaputa un superlavoro, molte ore al giorno, non retribuito che gli sottrae molta parte del loro tempo libero.
Tutta la tecnologia, che ha invaso la vita delle persone, compresi robot e algoritmi, contrariamente a quanto si pensi, sottrae tempo che le persone potrebbero dedicare a loro stesse. Questa nuova forma di schiavitù, a cui si è costretti, viene subìta inconsapevolmente. Hanno estromesso, subdolamente, dalla consapevolezza delle persone, il naturale senso dei diritti che sta dietro a una vera evoluzione sociale: hanno bloccato, forse non ancora ucciso, la possibilità di una vera e propria evoluzione sociale per una grande e concreta civiltà umana.
La tecnologia, con i vari dispositivi nelle mani degli uomini, riduce certe ore di lavoro (facendo guadagnare di meno a chi vive di lavoro dipendente, quando il lavoro lo hanno), ma ne aumentano altre, non pagate e camuffate: il carico di lavoro individuale di tutti, che non risulta tale, è aumentato enormemente (per bambini, ragazzi, giovani, adulti, anziani e vecchi).
Necessitano nuove lotte sociali per i diritti e le libertà, gli unici a poter ridare dignità e valore alla persona umana, togliendola dalla diffusa condizione di schiavitù subdola indotta dal “potere”. I cittadini sono visti solo come consumatori, mezzi per il continuo aumento del profitto.
Macchine da guerra del marketing, con ritmi compulsivi, sono azionati per produrre nuovi bisogni, materiali e immateriali. Il senso critico verso i bisogni essenziali si è confuso: si spende meno per il pane e molto di più per il digitale (infrastrutture, dispositivi, software, connessione).
Il digitale rientra nei beni immateriali e il suo consumo non è saturabile, anzi i consumi aumentano continuamente, come i costi, la pubblicità e il marketing. Ma la cosa vergognosa è che, proprio in una realtà come quella del digitale, che produce grandi profitti (vedi le multinazionali), l’enorme mole di lavoro che vi sta dietro è sottopagata e sottovalutata, per tutto quello che riguarda i suoi manovali: che sfruttati, hanno fatto guadagnare miliardi ai propri padroni. Ma i veri schiavi, non pagati, la vera forza lavoro del digitale sono i cittadini (gli end user) ammalati di compulsività digitale che di giorno e di notte non fanno altro che cliccare like, follow e share. Fornendo in questo modo gratuitamente ad altri, una mole considerevole di informazioni inerenti le proprie abitudini, i propri consumi, le proprie idee e subendo nello stesso tempo la pubblicità realizzata inconsapevolmente col proprio lavoro non pagato. Alcuni manovali propriamente detti del digitale vengono davvero pagati una miseria. Altri ancora, sottopagati comunque, sono i creativi che cercano di insegnare all’Intelligenza Artificiale ad essere, per l’appunto, intelligente.
Il maggior profitto nel digitale richiede il continuo ricambio di ogni cosa (non solo dispositivi): il mostro dell’innovazione fagocita materia, energia, infrastrutture, tempo, vita umana, ecc..
I cittadini, per l’innovazione, lavorano gratis e non se ne rendono conto. Svolgono attività che prima svolgevano persone che venivano pagate per farle: ad esempio, la benzina fai da te; il montaggio dei mobili come in Ikea; il caffè, in appositi locali, che paghi per fartelo; l’autolavaggio fai da te; le prenotazioni, i biglietti e i check-in on line (treno, aereo, nave, pulman); la pesatura o la scannerizzazione dei prodotti al supermercato; attività bancarie on line; attività assicurative on line; molte attività tecno-amministrative dei pubblici uffici (Inps, Comune, Asl; ecc.); ecc.. Una mole di lavoro, svolto gratuitamente dai cittadini, non più considerato tale.

La situazione si prospetta drammatica: in tutto il mondo aumentano i consumatori che producono, che consumano, che acquistano, il più delle volte, cose di cui non hanno effettivo bisogno. Soprattutto si diffonde l’esasperato comprare a debito: le persone non hanno denaro, perché non hanno un lavoro o un reddito qualsiasi, e comprano più beni di quelli che si possono permettere.
La società è affetta da una malattia morale e politica, diffusasi e discesa in profondità nei gangli del sistema nervoso sociale. La società umana è un malato grave da curare.
Cosa potrebbe mai cambiare questo drammatico quadro sociale? Solo il ritorno di una vera politica potrebbe farlo, a seguito del risveglio della coscienza dei cittadini: una politica che prenda sul serio il destino dello stato sociale. Una politica che sostituisca quella attuale delle logiche di affarismo e clientelismo oltre che dell’arraffare posti di privilegi, di guadagno e di potere. Per fare una buona politica, con lo scopo di servire veramente la Repubblica, non bastano le buone idee, le buone intenzioni e l’onestà, ma serve una buona cultura, solo così si realizzano per bene le cose. I politici attuali purtroppo non hanno nemmeno una salda base culturale, sono manchevoli e inadeguati da questo punto di vista.
Bisognerà insistere ad offrire ai cittadini risorse intellettuali in grado di far loro riconoscere le insidie nascoste della cultura dominante corrotta e di come respingerle per maggiore saggezza acquisita.
Il diffuso disprezzo per la legalità è alla base della corruzione che avanza, invisibile e silenziosa, come l’acqua che penetra in una struttura stabile e solida, dove il momento in cui ci si accorge del problema è oramai troppo tardi per risolverlo poiché tutto sta già crollando.
La politica di oggi è ben lungi dal servire sinceramente per il bene comune ed è propria l’ipocrisia, perseguita e utilizzata da tutti, che ha fatto lievitare vergognosamente il razzismo incombente, in ambiti insospettabili poiché per esso storicamente innaturali.
Un politico che è mancante di una vera mentalità civica non è un buon politico e non dovrebbe farlo, poiché risulterebbe un inaffidabile al governo della cosa pubblica.

Una buona politica sarebbe quella in grado di preoccuparsi di regolamentare il Lavoro per davvero, per eliminare le disuguaglianze e ridare dignità morale ed economica ai cittadini (come afferma la Costituzione), cittadini schiacciati dalla morsa delle tasse sempre più inique. Servono per questo ovviamente, dei cittadini-lavoratori consapevoli ed organizzati.
Bisognerebbe ridimensionare l’eccessivo consumo, per lo più superfluo, insieme alla diminuzione dell’egoismo, all’aumento dell’altruismo e di una sana visione dell’esistenza per tutti, dove il progettare, il creare, il produrre e il guadagnare dovrebbero avere lo scopo superiore di realizzare una sempre maggiore qualità della vita umana, in un ambiente globale altrettanto sano.

Senza cittadini risvegliati consapevolmente e senza una politica fatta da “i migliori” le cose non possono che precipitare e finire nelle fauci di un Piano-Azioni mondiale dove la cosiddetta “Innovazione” sarà lo “specchio per le allodole” per instaurare una dittatura mondiale.
L’idea di una innovazione tecnologia che modifichi l’intera società umana parte da lontano ed una tappa è stata, ed è, il Transumanesimo.

Il Transumanesimo, nato in ambienti elitari, sosteneva inizialmente una trascendenza dell’uomo che però rimane sempre umano. Un superamento dei limiti imposti dalla biologia umana per realizzare un “transumano” che guidasse il processo evolutivo dei suoi simili, cioè il genere umano verso una nuova evoluzione. Una confusa idea che presto si trasformò in un significato altro: quello azionato nell’oggi e che tende verso una dittatura globale con l’aiuto delle scienze e delle tecnologie.

Se non c’è vera libertà non c’è vera evoluzione: ogni autentica evoluzione è sempre il risultato di una libera evoluzione della coscienza, che non può essere imbrigliata in una tirannica mentalità robotica.

Non può chiamarsi innovazione l’uso di certa tecnologia che interviene sul DNA umano per motivi come l’immortalità o il trasformare un individuo in quello che chiamano “superumano” e neanche l’innesto di dispositivi nel cervello per l’aumento delle facoltà umane mentali.
Un esempio è la recente creazione del super DNA che ha 8 lettere anziché 4 e sarà in grado di immagazzinare una mole enorme di dati e di ottenere nuovi tipi di farmaci. Un DNA sintetico, dunque, super-potenziato che non esiste in natura e potrebbe essere in grado di riconoscere eventuali forme di vita aliena. Ma quali sono le vere intenzioni non dichiarate per l’uso di questo DNA sintetico?

È una vera mostruosità l’uso di certa scienza tecnologica le cui intenzioni sono ben diverse da quelle dichiarate, come la biologia, l’informatica, la nanotecnologia, le scienze cognitive (ad esempio, la CRISP, una tecnica di chirurgia genetica; o la GRIN, cioè Genetics, Robotics, Information Technology, Nanotechnology).
È una mostruosità l’innovazione che vuole realizzare il confinamento della coscienza umana in un computer attraverso un processo che chiamano mind-uploading.

Una società di uomini senza diritti, senza libertà e senza privacy è l’innovazione che vuole l’élite dominante.
Dal telefonino che fa localizzare-controllare la persona alle migliaia di telecamere per le strade, passando per la sorveglianza su internet e ai tanti schermi pubblicitari nelle stazioni che catturano i “dati-persona”, cresce il controllo dell’individuo-massa in piena inconsapevolezza.
Si pensi a quello che viene chiamato Internet-of-Things (IoT), vale a dire la possibilità di collegare, attraverso diverse tecnologie, miliardi di cose (Things) a internet, con il fine di ricavarne informazioni sul loro conto per poi analizzarle e compararle grazie ai famosi Big Data. Questi oggetti tuttavia, trasformati in veri e propri dispositivi, oltre che inviare informazioni sono spesso anche in grado di riceverne e di effettuare grazie a queste, determinate azioni. Il fine dunque è il rilevamento, l’automazione e il controllo delle attività di quella “cosa”, tanto che si parla di oggetti intelligenti (case intelligenti, città intelligenti, macchine intelligenti, etc.), proprio perché connessi alla rete, si può comunicare con questi.
Sono pressoché infiniti gli ambiti di applicazione di questa tecnologia che ritroviamo nelle case (domotica), dove la rilevazione e il controllo riguarda non solo gli elettrodomestici, ma anche i diversi impianti presenti nella casa. La robotica, l’avionica (sistemi di pilotaggio, di comunicazione, ecc.), l’industria automobilistica (dalle centraline delle automobili sempre più elaborate al pilotaggio automatico delle stesse), l’industria Biomedicale (la cura delle persone), Trasporti, Energia, Pubblica amministrazione, Industria, Agricoltura, Strade, Costruzioni (sia di case che di edifici pubblici), il controllo delle attività del personale impiegato nelle aziende (geolocalizzazione, durata delle pause caffè, ecc.) ecc.. È così difficile immaginare la vera motivazione che si nasconde dietro l’esigenza di un controllo totalizzante delle informazioni che caratterizzano la vita del singolo e della società in cui vive?
Nel 2015 un giornalista della rivista tecnologica Wired Usa, accettò di sottoporsi ad un esperimento in cui, al volante della sua auto, due ingegneri con una semplice connessione wireless, hanno preso il possesso della sua auto senza bisogno di manipolare materialmente il veicolo. Hanno sfruttato una vulnerabilità presente nel software della centralina dell’autovettura, per disattivare il cambio e l’iniezione mentre la Jeep era in piena corsa. Nello stesso modo gli stessi due ingegneri, hanno infettato il software di 21 autovetture (tramite il CAN delle vetture o attraverso il bluetooth di uno smartphone connesso al vivavoce dell’auto o la traccia infetta di un CD musicale inserito nello stereo) e a distanza sono riusciti a bloccare e sbloccare la chiusura centralizzata, il sistema di condizionamento, ma soprattutto a controllare acceleratore e freni.
E se si fosse trattato del pacemaker impiantato nel cuore di una persona?

Non meno problematica si pone la questione della tecnologia 5G, ovvero lo standard di quinta generazione che caratterizzerà a breve, dal 2022, le reti mobili del pianeta.
Il nostro Paese ha fatto da apripista a livello europeo, anticipando l’Action Plan pubblicato da Bruxelles, difatti su Milano, Prato, l’Aquila, Bari e Matera sono già in atto significative sperimentazioni al riguardo. Si tratta di uno standard che garantirà prestazioni oggi impensabili per una rete, in termini di velocità (altissima), latenza (bassissima) e densità (alta). Per comprenderne l’importanza basterà dire che la rivoluzione preannunciata dall’Internet-of-Things, cui accennavamo poc’anzi, sarà impensabile senza le prestazioni garantite dal 5G. Motivo per il quale i sogni e gli incubi, che caratterizzeranno il futuro prossimo dell’umanità, si giocano tutti su questa partita, la quale a livello mondiale in questo momento coinvolge freneticamente: tutti gli operatori di telefonia per i servizi che dovranno offrire; i giganti del calibro di Cisco, Ericsson, Huawei, Zte, coinvolti nella realizzazione pratica di queste nuove reti (anche su questo terreno si riconduce la disputa tra America e Cina, sul controllo e lo spionaggio delle persone); i giganti del calibro di Qualcomm, Intel, dove quest’ultima grazie a un’alleanza con Dell Hp, Lenovo e Microsoft, cercherà di portare già quest’anno sul mercato i primi Pc che supportano il nuovo standard.
Il prezzo, di non poco conto, per realizzare tutto questo è la crescita esponenziale sia delle radiofrequenze sia delle antenne (di cui si ignora il numero) che in parte si aggiungeranno a quelle già esistenti e di cui non si sono indagati gli effetti che ci saranno sulla salute umana.
Già oggi, ad esempio, che per coprire il territorio, si utilizza quella che in gergo tecnico viene chiamata FWA (Fixed Wireless Access) che gli utenti conoscono più semplicemente come tecnologia Wireless. La fibra in sostanza, invece di essere portata all’utente finale tramite cavo viene portata nell’abitazione tramite un segnale radio, intercettato da un modem-router posto nell’abitazione, il che tuttavia implica una maggiore esposizione di quelle persone a determinate radiofrequenze (perché ovviamente si tratta di apparecchiature riceventi e trasmittenti). Si tratta di una tecnologia che sarà utilizzata in maniera sempre più spinta in futuro poiché, rispetto al cavo interrato, presenta una serie di vantaggi. Non si debbono chiedere i permessi per scavare l’asfalto né spendere i soldi per nuovi impianti nelle abitazioni, vengono meno i problemi legati al rame o alle infrastrutture vecchie poco performanti che ancora oggi aggravano la qualità del servizio per molti utenti, si possono coprire zone non raggiunte da cavi.
Quali tipi di problemi creerà tutto questo sulla salute delle persone, sembra tuttavia non interessare nessuno. É curioso difatti constatare, che nessuna Istituzione abbia sentito l’esigenza di indagare seriamente questo aspetto. Tutti sono impegnati nel lodare le magnificenze di un futuro “smart” e ipertecnologico dimenticandosi, o facendo finta di dimenticare, di parlare del lato oscuro della medaglia. Nel 2017 l’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente, in una moratoria, a proposito della sperimentazione nel nostro Paese scriveva:

(…)Il 5G opererà su frequenze più elevate di quelle sino ad ora utilizzate dai sistemi di radiotelefonia (superiori ai 30GHz) e renderà necessaria l’installazione in area urbana di numerosissimi micro-ripetitori (con aumento della densità espositiva) a causa degli ostacoli alla trasmissione lineare di questo particolare tipo di segnale da parte di palazzi e aree verdi. In pratica esiste la possibilità che quasi ogni palazzo possa avere una micro-antenna 5G.
Circa 4 milioni di residenti saranno dunque esposti durante la “sperimentazione” a campi elettromagnetici ad alta frequenza con densità espositive e frequenze sino ad ora inesplorate su così ampia scala. Indipendentemente dagli effetti biologici più noti e generali dell’elettromagnetismo ad alta frequenza (ad esempio quelli che hanno portato la IARC a definirlo nel 2011 “possibile cancerogeno”, quelli successivi al 2011 in base ai quali i dubbi residui sulla cancerogenicità si sono ridotti al lumicino e quelli sui possibili effetti riproduttivi, neurologici e metabolici), specifiche evidenze scientifiche preliminari hanno mostrato come l’esposizione a frequenze superiori ai 30 GHz possa alterare l’espressione genica cellulare, possa aumentare la temperatura della cute, stimolare la proliferazione delle cellule, alterare le proprietà delle membrane citoplasmatiche e la funzionalità dei sistemi neuro-muscolari e modulare la sintesi di proteine coinvolte in processi infiammatori e immunologici, con potenziali effetti sistemici.
Sono certamente necessari ulteriori approfondimenti scientifici orientati ad esplorare in maniera più compiuta gli effetti biologici delle esposizioni a tali specifiche frequenze elettromagnetiche. Tuttavia, non si può negare che le evidenze già esistenti, seppur preliminari, giustifichino la possibilità di effetti sanitari sugli esposti (soprattutto sulle fasce più vulnerabili, come donne in gravidanza ed età pediatrica) successivi alla realizzazione di una “sperimentazione” tecnologica ideata per fini commerciali. A questo proposito, pur essendo la “sperimentazione” pianificata dal MISE possibile e attuabile in termini di legge, non appare etico ignorare le evidenze disponibili ed attendere la eventuale (ovviamente non auspicabile) dimostrazione a posteriori del danno in presenza di un possibile rischio per la salute pubblica attuale e controllabile, anche in considerazione della possibilità concreta di migliorare dal punto di vista tecnologico le esigenze comunicative utilizzando, in via alternativa, le fibre ottiche come valido complemento alle infrastrutture di radiotelefonia mobile esistenti.
ISDE Italia, pertanto, nel rispetto del principio di precauzione e del principio OMS “Health in all policies”, ritiene opportuna la richiesta di una moratoria per l’esecuzione delle “sperimentazioni 5G” su tutto il territorio nazionale sino a quando non sia adeguatamente pianificato un coinvolgimento attivo degli enti pubblici deputati al controllo ambientale e sanitario (Ministero Ambiente, Ministero Salute, ISPRA, ARPA, dipartimenti di prevenzione), non siano messe in atto valutazioni preliminari di rischio secondo metodologie codificate e un piano di monitoraggio dei possibili effetti sanitari sugli esposti, che dovrebbero in ogni caso essere opportunamente informati dei potenziali rischi.”

Questo appello tuttavia è stato del tutto ignorato, perché? E perché un Paese come il nostro, con i problemi gravi e strutturali di cui è afflitto, ha sentito la necessità di porsi avanti agli altri su questo tema, al punto da porsi come “pioniere” nelle sperimentazioni sul 5G?

Illudendo sulla libertà nella Rete i vari giganti come Facebook, Google, Twitter, ecc., rubano, censurano, manipolano informazioni e opinioni. Stanno manipolando l’immaginario collettivo per alterare, distorcere la percezione che le persone hanno della libertà, cercando di consegnare, per mezzo della paura diffusa (con i pretesti della criminalità, della violenza, del terrorismo, ecc.), il potere di decidere per tutti ad una apposita “autorità”. Innumerevoli algoritmi stanno lavorando contro la libertà dei più e a favore del potere dei pochi (l’élite dominante). Qualcuno, per tutti, sta ridefinendo la percezione della libertà quale essa debba essere.
Si vuol fare in modo che le nuove generazioni nascano in un mondo già privo di libertà, così non conoscendola ne accetteranno l’assenza come normalità.
Sono passati dalla forma di controllo massivo, dei decenni passati, alle forme di controllo di oggi a livello individuale.

L’Intelligenza Artificiale sta dando, all’élite dominante, la possibilità di creare, più celermente, una dittatura mondiale, con l’ingannevole pretesto che l’I.A. aiuterà la vita e l’evoluzione dell’uomo. Parlano già, infatti, di collegare il cervello umano all’I.A. entro il 2030 (i signori della Silicon Valley).
Stanno facendo circolare l’idea, per affascinare-convincere, che collegando gli individui all’I.A. diventeranno dei superuomini, ma in realtà ne vogliono fare dei “non-umani” (dei subumani). Vogliono controllare e determinare la percezione degli individui controllando le informazioni che ricevono.
Il Transumanesimo è già realtà in corso e non nel modo positivo di come lo presentano: lo scopo transumanista è quello di veicolare le percezioni, decise dall’élite, alla mente umana attraverso la connessione con l’I.A.. Parte del piano è di arrivare anche ad installare dispositivi da impiantare, come quelli per la realtà aumentata, per una tecnologia sul corpo dell’essere umano. Sono già migliaia nel mondo le persone con impiantati dei microchip nel corpo.
Rendendo i giovani, e non solo loro, dipendenti della tecnologia, mediante gli smartphone, gran parte del lavoro manipolativo è fatto, per far accettare la futura tecnologia che hanno in mente. Diverse aziende già costringono i propri dipendenti ad essere microchippati: si tratta di una pianificazione programmata da molto tempo.
Lo smartphone, fatto diventare una droga per la mente, sta favorendo l’avvento della tecnologia estrema, quella degli impianti di controllo nel corpo umano.
In questi ultimi anni, senza intervenire chirurgicamente sul cervello delle persone, sono riusciti ad innescare un processo di ricablaggio: un cambiamento del cervello mediante le informazioni, che riceve e processa, accendendo diverse nuove reti di neuroni. Il bombardamento degli stimoli elettronici digitali e le grandi quantità di informazioni (a cui il cervello non era abituato) stanno modificando il cervello umano rendendolo dipendente a questi stimoli.

L’“Innovazione” che vogliono, per l’essere umano, è in realtà una intrappolante tirannia tecnologica, funzionale al dominio totale per cui lavora l’elite dominante.

 

Letture consigliate

Il transumanesimo, Giuseppe Vatinno, Editore Armando
Mutare o perire: la sfida del transumanesimo, Riccardo Campa, Sestante
L’uomo oltre l’uomo, Tiziano Tosolini, EDB
Esseri umani 2.0: Transumanesimo, Roberto Manzocco, Springer Milan
Il Transumanesimo italiano, Roby Guerra, Editore Roberto Guerra
Il Transumano, Pier Paolo Ottonello, Marsilio
Prospettive filosofiche. Alterità, gender theory e transumanesimo, Carla Della Penna, Aracne
Visioni transumane: tecnica, salvezza, ideologia, Antonio Allegra, Orthotes
Europa. Miti, congiure ed enigmi all’ombra dell’unificazione europea, Paolo Rumor, Giorgio Galli e Loris Bagnara, Editore Hobby & Work Publishing
Massoneria e sette segrete …, Ephifanius, Editrice “Ichthys”
Massoni, Gioele Magaldi, Chiarelettere
Il quarto livello, Carlo Palermo, Editori Riuniti
Geometria del Male, Sigismondo Panvini, Edizioni Il Punto D’Incontro
Italia occulta, Giuliano Turone, Chiarelettere (gennaio 2019)
Poteri occulti, Stefania Limiti, Rubbettino
Pedagogia sociale, G. Mollo-A. Porcarelli-D. Simeone, Morlacchi Editore
Homo premium come la tecnologia ci divide, Massimo Gaggi, Laterza
La democrazia nel futuro, Vannino Chitti, Guerini e Associati
Educazione morale e neuroscienze, Milena Santerini, Editore La Scuola
Kalergi, la prossima scomparsa degli europei, Matteo Simonetti, Nexus
Oligarchia per popoli superflui, Marco Della Luna, Koinè Nuove Edizioni
Dalla Massoneria al terrorismo, Giovanni Francesco Carpeoro, Revoluzione

Il Volto del Male – Mistero e Origine, Rosario Castello
L’invisibile identità del potere nascosto, Rosario Castello
Il Chiaro e lo Scuro nel Mondo – La Mescolanza, Rosario Castello
Questa è l’Ora dell’Urgenza, Rosario Castello
Le Maschere del potere nascosto, Rosario Castello
Potestas Tenebrarum, Rosario Castello
I Fiori del male che divorano il Mondo, Rosario Castello
L’Italia occulta, Rosario Castello

 

Fonti utilizzate:
https://www.internet4things.it/smart-agrifood/5g-cosa-e-funzionamento-ambiti-applicativi/
https://www.isde.it/richiesta-moratoria-per-le-sperimentazioni-5g-su-tutto-il-territorio-nazionale/
https://www.cwi.it/networking/reti-wireless/connettivita-wireless-fwa-117461
https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/09/01/5g-e-rischi-come-difendersi-dalle-nuove-antenne-che-riempiranno-anche-i-nostri-parchi/4586422/

 

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