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993. Il Regno Spirituale non si lascia ingannare

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Questo è il tempo della falsità, dell’inganno, dell’imbroglio e il suo simbolo sociale lo ritroviamo nella diffusione abnorme delle fake news: tutti ingannano tutti.
Se l’umanità è decaduta fino alla condizione attuale in cui si trova significa che l’uomo si è allontanato dal suo Scopo fondamentale, dal mondo divino al quale appartiene: ecco il perché dell’oscurità morale, intellettuale e spirituale che manifesta squilibrio, disarmonia, profonda degradazione, corruzione, aggressività, violenza, ecc..

L’uomo di oggi è molto lontano dall’armonia della mitica Età dell’Oro ( Satya o Krta): in essa egli moriva nel sonno dolcemente senza mai ammalarsi. Le ere (yuga) successive lo hanno visto imbarbarirsi spiritualmente con il consequenziale allontanamento dal “sacro”, conoscendo squilibri, malattie e sofferenza. Un precipitare graduale dall’Età dell’Argento (Treta), passando per l’Età del Bronzo (Dvapara) fino all’attuale Età del Ferro o dell’Oscurità (Kaliyuga).

Il tema mitico delle Età-yuga è presente nel settimo e ultimo libro del Ramayama ma ancora più approfondito nel Mahabharata e nei Purana. Nel Mahabharata viene infatti chiarito come il momento della battaglia di Kuruksetra, per il mantenimento del dharma contro le forze dell’adharma, sia da collocare alla fine dello Dvaparayuga (l’Età del Bronzo).
Oggi, quindi, siamo nel Kaliyuga (l’Età del Ferro, dell’Oscurità) ma nella sua coda più oscura ormai: per questo l’intera umanità è malata. Non si tratta di un tipo particolare di malattia o un’altra, di pandemia o meno, ma di una condizione globale che affligge il genere umano poiché ogni collegamento, ogni riferimento con il “sacro” sembra essere perduto per sempre. La malattia riguarda sia il singolo individuo sia l’intera comunità umana.

Per contrastare gli effetti dell’oscurità del Kaliyuga esiste solo una possibilità, la scelta consapevole di un sentiero spirituale (sadhana): significa innescare un processo di trasformazione mediante il risveglio di livelli di coscienza graduali. Per una efficace scelta necessita una profonda sincerità da parte del ricercatore-sadhaka-neofita dettata da una raggiunta maturità interiore sofferta.

Nell’oggi si vedono, purtroppo, innumerevoli persone che affrontano il percorso di una ricerca spirituale con molta superficialità seguendo molte delle sciocchezze diffuse dalla corrente new age e dai suoi indegni maestri. Molte pratiche vengono affrontate senza una vera conoscenza, senza consapevolezza, senza nessun senso vero del sacro.

La meditazione è una delle pratiche sulla quale si commettono errori di interpretazione, si danno significati e valori non corretti o viene usata nelle mani di persone senza scrupoli per plagiare o condizionare gruppi di persone trasformati da allievi in clienti. È l’effetto dell’oscurità del Kaliyuga.
Uno degli errori che si commettono sulla meditazione è quello di considerare la sua pratica come una tecnica a stante con tante possibilità speculative. La meditazione va vista come parte di un insieme di “pratiche” facenti parte di un processo di emancipazione spirituale che una persona sceglie di percorrere consapevolmente.
Esistono ormai, sulla meditazione, moltissimi studi scientifici seri e accurati che vedono insieme medicina, biologia, neurofisiologia, fisica, psicologia, psichiatria e ciò è una buona cosa, ma questi studi non devono essere utilizzati per collocare la pratica della meditazione all’interno di una interpretazione limitata, incompleta, errata o addirittura speculativa.

Sono molti i falsi maestri di meditazione che una volta raccattata una interessante filiera di informazioni scientifiche e acquisito dimestichezza con un linguaggio forbito vi speculano sopra per un business allettante, così diffuso ormai anche in grandi aziende e multinazionali.
Della vera spiritualità se ne parla soltanto ma si propagandano, con tecniche di comunicazione di marketing, gli effetti fisici-salutistici e psichici, svilendo la vera natura della meditazione e della sua esistenza.
Nelle Upanisad vediche è presente un chiaro riferimento alla meditazione che viene definita con il termine sanscrito “Dhyana”.
Si giunge alla meditazione-dhyana attraverso l’obbligato stadio della concentrazione-dharana (la necessaria capacità di concentrarsi su un solo pensiero, un solo punto, di natura esteriore o interiore) per poi arrivare fino in fondo al processo previsto, il Samadhi (stato di trascendenza). Un’altra modalità di sperimentare la meditazione è quella di riuscire a fare il vuoto mentale (come nello Zen).
Il processo a cui si fa riferimento è, ovviamente, quello dell’auto-realizzazione, che richiede assolutamente una scelta consapevole, motivata dal profondo sentire verso uno scopo spirituale o filosofico.
Quanti, tra i meditanti della new age, hanno fatto una scelta effettivamente consapevole? La corrente culturale new age è responsabile della grande confusione diffusasi sulle tematiche di ordine spirituale: ha messo a disposizione un bagaglio di conoscenze errate e deviate che illudono i tanti ego-centrati che vi si rivolgono anziché farne dei risvegliati, degli auto-realizzati. In molti hanno confuso ciò che appartiene all’“Alto” e ciò che appartiene al “Basso”. Per molti c’è il problema di non riuscire a capire “ciò che è bene” e “ciò che è male” ma anche “ciò che è reale” e “ciò che non è reale”. Attingono “pratiche” da qualsiasi contenitore che sa di misterico, utilizzandole senza un accurato discernimento-discriminazione. Sono molti, infatti, coloro che credono di stare facendo un importante percorso spirituale senza rendersi conto di aver scelto una “via del divenire” e non una “via dell’Essere”. Non comprendono, cioè, di aver imboccato una via per una vita materiale, mortale, anche se costellata, in alcuni casi, di fenomenologie grossolane e sottili interessanti.
Alcuni dei falsi maestri inducono gli allievi ad utilizzare sostanze psicotrope per condizionarli alle esperienze che ne derivano convincendo della validità del proprio insegnamento.
Per un autentico percorso spirituale non occorre alcuna sostanza psicotropa che vada a stimolare certe aree del cervello, per accelerare il processo esperienziale di emancipazione, né tecniche di ipnosi tanto in voga (di retrogressione), né dispositivi tecnologici di rafforzamento della realtà.
I falsi maestri godono morbosamente nel vedere gli effetti del potere occulto esercitato sulle persone: ciò che loro fanno è plagiare senza mai far realizzare qualcuno. Qualcuno di questi falsi maestri riesce per fino a farsi adorare come una divinità dai propri allievi-plagiati.
Un vero processo di auto-realizzazione prevede una profonda purificazione mentale per agire sull’io-ego (il “senso dell’io-mio”, l’ahamkara), ovvero la falsa personalità che vela la coscienza. Senza una tale purificazione della mente, chiamata “organo interno” (antahkarana), specie nella sua funzione-facoltà di mente subconscia (citta) che trattiene tutte le impressioni (vasana) e tutte le tendenze (samskara), in quanto dà “forma” alle idee associandole tra loro, non è possibile accedere a quelle “esperienze” che immettono sulla “Via verticale” che conduce all’”Alto indefinibile”.
Alcuni meditanti, anche in possesso di un buon potenziale, avendo percorso parte del cammino senza preoccuparsi della necessaria purificazione mentale-psicologica (la liberazione dei Klesa, cioè le cause profonde di tutte le sofferenze), oltre quella fisica, si imbattono in uno degli stadi preliminare del Samadhi, non alla sua esperienza di vertice, bloccandovisi.

I falsi maestri si sono inventati diplomi, attestati, certificazioni a pagamento che non hanno alcun valore. Vendono tecniche basate sull’equivoco, sull’inganno, tecniche che espandono solamente la sensorialità (l’ego) che nulla ha a che fare con una reale espansione della coscienza. Solo un vero processo di trasformazione fa conquistare un livello per volta prima di giungere a quello successivo.
I falsi maestri sono degli indegni, dei mercanti dell’assoluto che non potranno mai condurre all’”Alto” nessuno se non verso il basso regno dei cakra inferi.
Il vero Regno della Spiritualità si protegge da solo: non apre le sue porte agli indegni, ai non sinceri, ai non-pronti, ai non qualificati.
Il Sé-Atman non si lascia ingannare dall’io-ego-ahamkara, non svela la sua natura ai non-pronti. Quando un sincero ricercatore-sadhaka ha fatto tutti i passi necessari è il Sé-Atman che lo sceglie perché è divenuto degno.

Esistono cinque diversi livelli di coscienza (Yogabhumika) che lo Yoga contempla:

  • Mudha (della mente ottenebrata e cieca a causa dell’ignoranza)
  • Ksipta (della mente turbata, distratta)
  • Viksipta (della mente agitata, dell’incontrollata immaginazione)
  • Ekagra (della mente raccolta in un solo punto; stato di concentrazione)
  • Samapati (dell’assorbimento ed estinzione in sattva delle cristallizzazioni di tamas e dei movimenti di rajas).

La Meditazione (Dhyana) è il settimo raggiungimento previsto dello Yoga. È un raggiungimento importante in funzione dell’ottavo raggiungimento: il Samadhi.
Il Samadhi (etimologicamente significa identità trascendente) è la capacità di fondersi con le cose a livello di coscienza. Porta alla fondamentale natura divina di ogni cosa.

Nota guida:

Dharana (f): “concentrazione”, forzato mantenimento dell’attenzione o “stabilizzazione” del flusso della consapevolezza su un oggetto mentale. È il sesto mezzo (anga) o stadio del rajayoga di Patanjali che prelude e prepara alla meditazione (dhyana) vera e propria.

Dhyana (n): “meditazione”, costante attività riflessiva: una delle sei perfezioni (paramatita). Il settimo mezzo o stadio (anga) del rajayoga di Patanjali, nel quale la concentrazione (dharana), inizialmente forzata, cede il posto a un naturale, costante e continuo flusso di consapevolezza verso l’oggetto di meditazione. Dhyana prepara il samadhi, o contemplazione, nel quale si raggiunge la completa fusione con l’oggetto.

Samadhi (m): “contemplazione”, contemplazione profonda, contemplazione trascendentale; “identità contemplativa”, “divino assorbimento” (Ma. Ka. 3.37), contemplazione in cui si raggiunge un perfetto stato di identità essenziale e quindi coscienziale; l’integrale assorbimento che consegue alla costante e continua meditazione profonda (nididhyasana). Secondo l’etimologia tradizionale (nirukti), il termine samadhi designa una consapevole “identità” (sama) trascendente (adhi) che, superata la fase della concentrazione volontaria (dharana) e della meditazione (dhyana), si risolve in un flusso costante, ininterrotto e spontaneo di consapevolezza priva di qualsiasi fluttuazione, distrazione o decadimento. Il samadhi costituisce l’ottavo e ultimo mezzo o passo (anga) del rajayoga di Patanjali il quale, nello Yogasutra, ne dà una descrizione assai dettagliata e mette in evidenza la distinzione fondamentale tra samadhi ”con seme” (sabìja-) e “senza seme” (nirbìja-). In genere designa lo stato di unione (yoga) col Divino personale (isvara) e di identità (aikya) col Divino impersonale (brahman) al quale perviene lo yogin. In relazione al contenuto di coscienza si distingue in samadhi “con proiezione-differenziazione” (savikalpa) e “senza proiezione-differenziazione” (nirvikalpa). Nel samadhi di qualunque specie ha termine la sadhana vera e propria e inizia la presa di consapevolezza del sostrato brahmanico. Cfr. Drgdrsyaviveka.

tratto da Glossario Sanscrito, a cura del Gruppo Kevala, Parmenides Associazione Ecoculturale

 

All’inizio la meditazione è estremamente importante. C’è la meditazione con supporto (o oggetto) o senza supporto. Per un principiante, la miglior cosa da fare è cominciare con un supporto concreto qualunque, come un libro, per esempio, affinché il suo spirito possa giungere ad un certo livello di concentrazione, un grado elevato d’attenzione su questo supporto particolare, perché il pensiero ha la tendenza a disperdersi. È molto difficile bloccarlo in un’unica posizione. Una meditazione con supporto favorisce dunque la concentrazione.
Nello Yoga-darshana, che è il Raja-yoga di Patanjali, i tre ultimi mezzi sono dharana (la concentrazione), dhyana e samadhi. Questo comprende l’attenzione, la concentrazione e la meditazione affinché il mentale si focalizzi. Abitualmente la mente perde una quantità importante della sua energia. Una mente che disperde la sua energia non può creare qualcosa di positivo, qualcosa di buono. Chiunque abbia compiuto un lavoro d’una certa importanza, anche nel mondo esteriore, ha dovuto, in ogni caso, fare prova di una fortissima capacità di concentrazione. Uno scienziato o un matematico deve possedere questo tipo di concentrazione per scoprire certe leggi. Molto evidentemente, quando la nostra Coscienza riposa in se stessa e vive per e attraverso se stessa, la meditazione non è più necessaria. Così, la meditazione è un mezzo molto potente per collocare tutti i veicoli in stato di attenzione, di concentrazione. Ben inteso, esistono differenti tecniche di meditazione, ma penso che non abbiamo il tempo di affrontarle ora (…)”.

Raphael

Non c’è nessun bisogno di ritirarsi in una foresta o in una caverna per conoscere la vostra verità interiore e per vincere la vostra natura. Infatti non avreste la possibilità di esibire la vostra rabbia e quindi la vittoria acquisita non sarebbe permanente e genuina. Vincere la battaglia della vita, essere nel mondo ma allo stesso tempo lontano dai suoi tentacoli: questa è la vittoria”.

Sai Baba (1926-2011)

 

Letture consigliate

Imparo lo Yoga, André Lysebeth, Mursia
Perfeziono lo Yoga, André Lysebeth, Mursia
Pranayama. La dinamica del respiro, André Lysebeth, Astrolabio
Jivamukti Yoga, Sharon Gannon e Davide Life, Ediazione Mediterranee
Asana, Pranayama, Mudra, Bandha, Satyananda Saraswati, Satyananda Ashram Italia
Teoria e pratica dello Yoga, B.K.Iyengar, Edizioni Mediterranee
Teoria e pratica del pranayama, B.K.Iyengar, Edizioni Mediterranee
Compendio di Teoria e Pratica dello Yoga, B.K.Iyengar, Edizioni Mediterranee
Teoria e Pratica del Pranayama, B.K.Iyengar, Edizioni Mediterranee
Vita nello Yoga, B.K.Iyengar, Edizioni Mediterranee
La Vita e l’Opera, B.K.Iyengar, Edizioni Mediterranee
Gli Antichi insegnamenti dello Yoga, B. K. S. Iyengar, Gruppo Futura
Yoga istruzioni per l’uso, Cinzia Picchioni, Edizioni l’Età dell’Acquario
Il grande libro dello Yoga, Gabriella Cella Al Chamali, Rizzoli
Hatha-Yoga. Posizioni capovolte, F.N.E.Y., Promolibri
Hatha-Yoga. L’equilibrio in piedi, F.N.E.Y., Promolibri
Hatha-Yoga. La concentrazione (Dharana), F.N.E.Y., Promolibri
Posizioni di rotazione, F.N.E.Y., Promolibri
Essenza e scopo dello Yoga, Raphael, Associazione Ecoculturale PARMENIDES

Consigliamo anche
YOGA Teoria e pratica
Un’opera di 38 volumi a cura di YANI Yoga associazione Nazionale Insegnanti
Curatori dell’Opera:
Stefano Castelli, indologo, docente universitario di Psicologia delle organizzazioni all’Università di Milano-Bicocca e presidente YANI;
Barbara Biscotti, docente universitaria di Storia dei diritti dell’antichità all’Università di Milano-Bicocca, insegnante yoga e membro del Consiglio direttivo della YANI.

Sulla Meditazione
Neurofisiologia dell’Illuminazione, Robert Keith Wallace, Tecniche Nuove
Come Meditare, K. McDonald, Chiara Luce
L’uomo fra materia e spirito – Olismo e Sintesi – a cura Battistuta-Rossin, Olos
La Scienza della Mente, Dalai Lama e altri, Chiara Luce
I sei stadi della Meditazione, Dalai Lama, Rizzoli
L’apertura dell’Occhio della Saggezza, Dalai Lama, Ubaldini
La Tradizione Tibetana dello Sviluppo Mentale, Dhargye-Ghesce, Ubaldini
La meditazione del cuore, Sri Chinmoy, Mediterranee
Guida alla meditazione, C. Humphreys, Mediterranee Roma 1994
Livelli di Coscienza, Rabten Ghesce, Ghe-Pel-Ling 1988
Meditazione e Azione, Yesce, Chiara Luce Pomaia 1992
Concentrazione e Meditazione, Sivananda, Mediterranee
Il rilassamento, Sarah Cervellati, Promolibri Magnanelli 2005
La via della Meditazione, Sri Satya Sai Baba, Edizioni Mother Sai Publication
La Meditazione, teoria e pratica, Hari Presad Shastri, Promolibri Magnanelli
La Meditazione seduta: provate!, St Ruth, Promolibri Magnanelli
La Meditazione sul Nome Supremo, Padre Mariano Ballester, Produzioni Babaji
Introduzione alla Meditazione Trascendentale, Maharishi, Il Punto D’Incontro
La Meditazione, Codd, Edizioni Teosofiche Italiane
Il mondo dentro la mente, Hari Presad Shastri, Promolibri Magnanelli
Allenare la mente con lo Yoga, M. V. Waterhouse, Promolibri Magnanelli
Il potere dietro la mente, M. V. Waterhouse, Promolibri Magnanelli
La via del non-attaccamento, V. R. Dhiravamsa, Ubaldini
Via dinamica della meditazione, V. R. Dhiravamsa, Astrolabio
Il miracolo della presenza mentale, Thick Nhat Hanh, Ubaldini
L’estasi, M. Margnelli, Edizioni Sensibili alle Foglie Roma 1996
Stati modificati e trance, G. Lapassade, Edizioni Sensibili alle Foglie Roma 1995
La fenomenologia della coscienza normale e alterata, AA.VV., Theta Milano
Stati di coscienza, C. T. Tart, Astrolabio
Verso stati più elevati di coscienza, Peter Russel, L’inchiostroblu
Lo Spettro della Coscienza, Ken Wilber, Crisalide
Meditazione e salute, Gérard Edda, Il Punto d’Incontro
Che cos’è la Meditazione?, Di Rob Nairn, Corbaccio
Dhyana Yantras. Strumenti per la Meditazione, Edizioni Satyananda Ashram Italia

di Rosario Castello
Yoga – Piccola guida per conoscerlo, Youcanprint
Il Sentiero Realizzativo, Rosario Castello Editore
La Visione, il Mezzo e la Trasformazione, Rosario Castello Editore
Alla Fonte – Cammino Esoterico, Rosario Castello Editore
Darsana: il “punto di vista” esoterico, Rosario Castello Editore
Glossario Esoterico, Rosario Castello Editore
Il Segreto della Conoscenza esoterica, Rosario Castello Editore
Prospettive di esoterismo, Rosario Castello Editore
La sadhana in pratica: verso il Sé Superiore, Rosario Castello Editore
Lo Yoga è “posizione coscienziale”, Rosario Castello Editore
Vigrahadharma: Sai Baba l’Avatara, Rosario Castello Editore
Vita occulta di un “risvegliato”, Rosario Castello Editore
Morte e Vita: un unico sentiero 
Yoga: una via iniziatica (in lavorazione)

 

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